mercoledì 12 gennaio 2011

Vertenza Fiat: a Mirafiori operai ‘costretti’ a votare SI al referendum

Trova in tanti d’accordo il ‘dover’ votare SI al referendum alla Mirafiori di Torino. Un referendum indetto per fa approvare o meno l'accordo separato per il piano di rilancio dell’azienda torinese siglato lo scorso 23 dicembre. Un accordo siglato tra Fiat e tutti i sindacati metalmeccanici, Fim, Uilm, Fismic, Ugl, e Associazione Capi e Quadri tranne Fiom. Un accordo che rientra nei piani di ‘Fabbrica Italia’. Si tratta del vasto programma di investimenti che prevede un ambizioso rilancio della Fiat messo a punto dall’Ad Sergio Marchionne. Il piano prevede, da parte dell’azienda automobilistica torinese, un investimento di 20 miliardi di euro, in cinque anni e si pone l`obiettivo di raddoppiare entro il 2014 la produzione automobilista italiana attivando anche nuovi modelli d’auto e garantendo l’occupazione per tutti i lavoratori compresi quelli dell’indotto. Per riuscirci però, la Fiat chiede ai propri dipendenti di poter cambiare le ‘carte in tavola’. Anzitutto l’azienda torinese chiede di cambiare il modo di lavorare in fabbrica imponendo nuove regole e nuovi contratti. Di fatto Fiat propone meno diritti i cambio di lavoro. Questa nuova strategia sta interessando tutti i suoi siti industriali, stabilimento per stabilimento. Ad essere stato interessato per primo da questa nuova linea della Fiat, lo stabilimento campano di Pomigliano D`Arco (NA). Uno stabilimento che è uno dei cinque siti produttivi in Italia di Fiat Group Automobiles. Gli altri sono: Mirafiori, Cassino, Melfi e Termini Imerese. Per quest'ultimo è stato già deciso che deve chiudere alla fine del 2011. I lavoratori del Gianbattista Vivo quest’estate, in cambio di 700 milioni di investimento per produrre la nuova Panda, hanno ‘dovuto’ accettare l’accordo per il rilancio dello stabilimento napoletano. Un accordo che ha consentito ai 4.600 lavoratori Fiat in cassa integrazione, Cig, di essere assunti, da gennaio 2011, nella Newco di Pomigliano per essere poi, collocati in cassa integrazione in deroga in attesa della nuova Panda. Però, una prima ripresa produttiva è già prevista dal 18 al 21 gennaio prossimi. Saranno quattro giorni in cui riprenderanno a lavorare gli addetti alla lastratura, alla verniciatura e poi, anche gli addetti al montaggio dell’Alfa 159. E’ questo l’unico modello ancora in produzione nel sito di Pomigliano. Dallo stabilimento campano è però, partito anche il braccio di ferro con la Fiom-Cgil. Il sindacato delle tute blu non ha accettato il diktat, ‘prendere o lasciare’, dettato da Marchionne e non ha aderito all’accordo firmato da tutti gli altri sindacati. Il braccio di ferro ha ora oltrepassato il confine campano ed è approdato in quello piemontese. Qui la Mirafiore di Torino sta percorrendo lo stesso percorso di Pomigliano, ma con più sofferenza. Pertanto, viene spontaneo chiedersi sarà davvero un SI convinto quello che potrebbe uscire dalle urne alla Mirafiori? In verità i lavoratori che andranno a votare domani e dopodomani sanno bene, come lo sapevano quelli di Pomigliano, che per loro l’unica risposta possibile al quesito referendario è una sola e lo è per salvaguardare il loro posto di lavoro e il futuro stesso di Mirafiori. L’accordo però, per molti è un intesa che fa arretrare e non avanzare e che costringe di fatto i lavoratori Fiat a rinunciare ai tanti diritti acquisiti negli anni per poter continuare a lavorare. La convinzione generale è che anzitutto peggioreranno le condizioni di lavoro. Una convinzione che è soprattutto del fronte del NO e che si basa sul fatto che l’accordo taglia le pause, sposta la mensa a fine turno, mette in discussione il diritto di sciopero e le malattie e la facoltà di eleggere democraticamente e liberamente i rappresentanti sindacali. Scompaiono le RSU per fare spazio alle RSA. Di tutt’altra idea il fronte del SI che ritiene che con questo accordo sia stato salvaguardato e difeso il lavoro e l'occupazione, migliorato ed aumentato le retribuzioni per migliorare produttività e competitività azienda. I primi ad essere sottoposti al quesito referendario sono i circa 5mila lavoratori delle carrozzerie di Mirafiori a Torino. Di fatto si tratta di un piccolo test prima che poi, venga sottoposto ai restanti 12mila lavoratori di Mirafiori. Ormai tutto è pronto. Domani sera, giovedì 13 gennaio, si comincerà a votare. I primi saranno i lavoratori del terzo turno a partire dalle ore 22, venerdì 14 gennaio poi, toccherà agli operai del primo turno che potranno votare dalle 8,45, mentre quelli del secondo turno voteranno dalle 15,45 fino alla 18,45. La chiusura dei seggi è prevista alle 19,30 dopodiché dovrebbero iniziare le operazioni di spoglio delle schede votate. I risultati definitivi del voto dovrebbero essere resi noti dalle 23 in poi. Dopo che nei giorni scorsi era scoppiata una polemica a riguardo della mancata indizione di assemblee per informare i lavoratori sui punti dell’accordo che andranno ad approvare o meno con il referendum del 13 e del 14 gennaio prossimi. Una polemica accesa dal leader della Fiom, Maurizio Landini a cui però, era stato spiegato che non c’era tempo per farle. Stamani però, la polemica è stata ravvivata dall’iniziativa unilaterale presa dalla Fiat. La fabbrica automobilistica sta in queste ore illustrando ai propri dipendenti i contenuti dell'intesa. Nel corso di ogni turno di lavoro, i capi reparti fermano la produzione per un’ora per spiegare ai lavoratori di Mirafiori, divisi in gruppi di 40, i termini dell'intesa. L’iniziativa è stata prontamente contestata dalla Fiom. Nel commentarla il segretario del sindacato dei metalmeccanici, Landini ha affermato che: “Questo non era mai successo nella storia delle relazioni sindacali a Torino e trovo tutto questo singolare e anche un pò anti sindacale”. Di fatto la Fiom ha accusato il Lingotto di fare sindacato. Landini nel contempo ha confermato per domani le previste assemblee della Fiom. E ancora, nel commentare la decisione dei sindacati firmatari dell'accordo di tenere domani le loro assemblee, Landini ha affermato: “forse non sono informati che è ancora in vigore il contratto nazionale, forse sono già all'idea di applicare i contenuti dell'accordo che ha imposto la Fiat”. Oggi infatti, questi sindacati hanno fatto sapere che per domani hanno indetto due assemblee dei lavoratori Fiat per discutere dell’accordo. Le assemblee saranno una dalle 10 alle 12 e l’altra dalle 14 alle 16. Assemblee che si terranno fuori dall'orario di lavoro e presso la Parrocchia del Redentore adiacente ai cancelli delle carrozzerie Mirafiori. Questo, in quanto era impossibile svolgere assemblee retribuite in fabbrica. Un annuncio che dimostra che anche il fronte del SI è in cerca di consensi in attesa del referendum. L’esito del voto è infatti, ancora incerto anche perché quasi il 50 per cento dei lavoratori che non sono tesserati ad alcun sindacato e anche molti dei tesserati non hanno ancora deciso se promuovere o bocciare l'accordo del 23 dicembre scorso. Nel contempo è emersa anche un’altra questione. Sembra che la copia dell’accordo che in questi giorni sta circolando tra i lavoratori Fiat non sia l'ultima versione approvata. In merito però, non vi sono state ne conferme ne smentite. Per quanto riguarda invece, lo svolgimento di assemblee all’interno di Mirafiori indette da Fiat, l’azienda torinese nel confermarle ha fatto sapere che le assemblee sono tenute dai vari responsabili all'interno della Mirafiori carrozzerie e rientrano nelle attività e prerogative della azienda. Oggi fuori ai cancelli dalla fabbrica torinese si sono radunati ancora gruppi di lavoratori e sindacalisti. Ancora una volta discussioni e scambi animanti di battute. Al cambio turno, hanno poi, sfilato davanti ai cancelli quelli del Comitato per il NO al referendum. Sono stati esposti anche degli striscioni su cui si leggeva: “Sono un operaio e voto no”. Comunque sia di certo i sentimenti che primeggiano in queste ore alla Mirafiori sono di rabbia mista a dolore, ma soprattutto di timore che la condizione di vita sul lavoro, dopo che sarà passato il referendum, possa peggiorare. In migliaia si sono dati appuntamento per questa sera a Torino per partecipare alla fiaccolata promossa dalla Fiom per sostenere il NO al referendum. Sulla questione oggi è intervenuto da Berlino anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Come a non voler far smorzare i toni. Berlusconi ha gettato benzina sul fuoco nell’auspicare una conclusione positiva della vertenza, ma mettendo in guardia tutti sul fatto che in mancanza di un accordo le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri Paesi. Immediata al replica alle sue parole da parte del segretario della Cgil, Susanna Camusso: “Si sta facendo gara tra chi vuole fare più danno al nostro Paese tra il Premier e Marchionne”.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione