sabato 25 luglio 2009

Pirateria. I lati oscuri della vicenda Buccaneer

Sembra quasi che oltre ai loro familiari nessun’altro si preoccupa per la sorte dell’equipaggio del rimorchiatore italiano Buccaneer. La nave è caduta nelle mani dei pirati somali l’11 aprile scorso.
Sono dunque 105 giorni che i 16 membri del suo equipaggio sono ostaggi dei pirati. Un gruppo eterogeneo composto da 10 marittimi italiani, 5 romeni e un croato tutti accomunati però da un unico destino: catturati dai pirati somali. I 10 marittimi italiani sono:
1 ) Mario Iarloi, comandante, iscritto alla Capitaneria di porto di Ortona (Chieti);
2 ) Mario Albano, primo ufficiale di coperta, iscritto alla Capitaneria di Porto di Gaeta (Latina);
3 ) Tommaso Cavuto, secondo ufficiale di macchina, iscritto alla Capitaneria di Porto di Ortona (Chieti);
4 ) Ignazio Angione, direttore di macchina, iscritto alla Capitaneria di Porto di Molfetta (Bari);
5 ) Vincenzo Montella, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli);
6 ) Giovanni Vollaro, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli);
7 ) Bernardo Borrelli, marinaio, iscritto alla Capitaneria di porto di Torre del Greco (Napoli);
8 ) Pasquale Mulone, marinaio, iscritto alla Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo (Trapani);
9 ) Filippo Speziali, marinaio, iscritto alla Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno);
10) Filomeno Troino, cuoco, iscritto alla Capitaneria di Porto di Molfetta (Bari).
Dieci «piccoli» italiani, gente di mare, i cui nomi sono inseriti in un dossier in cui figurano in un elenco denominato «gli ostaggi del Buccaneer».
La loro vicenda ha raccolto l’attenzione di tante persone ma con motivazioni diverse. Principalmente chi si è interessato a loro l’ha fatto perché incuriosito dal prolungarsi, finora a dismisura, della durata della vicenda che ha abbondantemente superato i tre mesi. Mentre non è possibile vedere in che modo essi stanno vivendo questi giorni di prigionia ma solo immaginarne la tristezza e la durezza, è possibile invece vedere come stanno vivendo questi giorni i loro familiari rimasti a casa ad attendere il loro ritorno. Sul loro viso non si legge che sconforto e paura ma soprattutto si legge la tristezza di chi si sente lasciato solo, abbandonato dallo stato.
In fondo i loro cari sono andati in giro nel mondo non per macchiare la bandiera del loro Paese ma per tenerne alto l’onore. Una vicenda che forse per essere stata presa troppo sotto gamba ora si è incuneata in maniera tale che appare difficile portarla a buon fine.
Quali le colpe? Di chi le colpe? Appare difficile rispondere.
Però vi è una certezza se non si pone rimedio in tempi strettissimi, agli errori e alle mancanze che finora potrebbero essere stati commessi, si rischia di far ritornare in Italia 10 bare.
In quel caso l’elenco dei morti che hanno ruotato intorno a questa vicenda si allungherebbe di troppo e l’opinione pubblica dovrebbe poi chiederne spiegazione. Un’ardua impresa per chi non ha saputo finora dare una spiegazione plausibile dei tanti ritardi, ombre e misteri che hanno avvolto la vicenda fin dal suo primo giorno. Quando ritorneranno a casa, se ritorneranno, alcuni di questi 10 italiani non ritroveranno in vita dei loro cari che non hanno retto al dolore e al dramma della vicenda e sono morti. Sarà un ulteriore vuoto incolmabile che essi dovranno affrontare oltre a quello del tempo che si sono visti sottrarre e che invece potevano dedicare ai loro familiari a casa.
I marittimi italiani per una sola cosa possono sentirsi dei privilegiati rispetto ai loro colleghi romeni. Mentre in Italia sembra che lo Stato dedichi un po’ di attenzione, in Romania invece, dei 5 marittimi romeni imbarcati a bordo del Buccaneer, sembra che a nessuno importi, infatti nessun rappresentante dello Stato ha preso contatto con le loro famiglie. La sola cosa che le autorità romene si sono preoccupate di fare è stato di invitare tutti alla calma. I familiari dei 5 marittimi romeni sanno che le autorità italiane hanno istituito un comitato di crisi, e che stanno trattando con i rapitori per negoziare il rilascio della nave e dell'equipaggio. Il Presidente della Romania, Traian Basescu, sembra che finora abbia ignorato la disperata richiesta di aiuto delle famiglie dei 5 romeni membri dell'equipaggio del rimorchiatore italiano inviatagli il 24 aprile scorso.
Le famiglie dei romeni hanno ricevuto dalle autorità di Bucarest solo delle risposte di comodo. Sono state consigliate di avere pazienza, di aspettare che la situazione si risolverà. Per il governo romeno la responsabilità per la liberazione dell’equipaggio appartiene alle autorità italiane e all’armatore italiano. La nave appartiene alla «Micoperi Marine Contractors» una società italiana con sede a Ravenna in Italia. Società specializzata nella costruzione di impianti portuali a mare, gasdotti sottomarini e installazione per il trasporto di petrolio e di gas. Le autorità rumene hanno detto loro che non può fare nulla per i suoi cittadini all’Estero. Da parte dei diplomatici romeni, presenti in Italia, e dal Ministero degli Affari Esteri, nessuno si è preoccupato di informare i familiari di come vengono svolte le trattative. Questo nonostante l’autorità italiana, sostenga di mantiene un contatto permanente con quelle romene che sono sempre aggiornate in merito alla situazione. I cinque ostaggi romeni sono: Remus Marinescu, ufficiale meccanico, Adrian Galca, timoniere, Dorel Gheorghe, aiutante ufficiale meccanico e Marius Aragea, operatore motori tutti di Constanta. Mentre il quinto si chiama Stefan Borcan , ufficiale ponte nave di Bucarest. Sono tutti di età compresa tra i 28 e i 40 anni. Hanno lasciato in volo la Romania per Singapore e li si sono imbarcati il 20 febbraio scorso sulla nave italiana. I loro contratti di lavoro sono stati conclusi attraverso il consolato italiano tra il loro datore di lavoro, Adrian Andrusca, della società 'Crusche Crewing’ della città di Ovidiu, e la società armatrice italiana 'Micoperi'. Ed è ora Andrusca che tiene i contatti, per conto delle famiglie dei marinai romeni, con la Farnesina e la Micoperi. L'ultimo contatto telefonico con le loro famiglie gli ostaggi romeni l’hanno avuto a fine giugno. I marinai hanno cercato di ispirare coraggio ai loro cari a casa chiedendo però loro di chiedere alle autorità romene di salvarli. Del 16esimo marinaio imbarcato sul rimorchiatore italiano, un croato, invece, si conosce solo che è uno studente di Fiume, che ha 25 anni e si è imbarcato sul Buccaneer come elettricista. Un po’ poco per una vita umana

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' scandaloso come le autorità italiane abbiamo lasciato 10 nostri connazionali nelle mani di pirati senza scrupoli mentre tutti gli altri paesi sono intervenuti per i propri ostaggi.
Trovo ancor più scandaloso che tutti i mezzi di informazione non se ne siano mai occupati. Probabilmente si teme la reazione della gente informata dell'inattività del governo italiano.
Non resta che affidare le nostre preghiere a questi marinai e sperare di non dover piangere dieci bare di ritorno dalla Somalia, una scena già vista molti anni fa; con la differenza che erano soldati caduti nell'adempimento della loro missione, mentre questi ora sono solo persone che lavoravano per mantenere le loro famiglie.

Anonimo ha detto...

E' chiaramente colpa di un governo incapace di gestire la minima crisi internazionale. Abbiamo un ministro degli esteri che fa la comparsa del presidente del consiglio, e che non ha la minima voglia di sporcarsi le mani. Tanto si fa affidamento sull'assordante silenzio dei mezzi di comunicazione tutti concentrati a parlarci di quanto farà caldo quest'estate e di quanta coda c'è sulla Salerno-Reggio Calabria!!

Anonimo ha detto...

Si aspettano i morti per fare un bel funerale di stato in cui i nostri bei politici faranno la loro comparsata lacrimanti... siamo la solita repubblica delle banane. I francesi i loro ostaggi li hanno liberati con i fucili, noi non abbiamo neneche il coraggio di fare quello.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

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da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione