domenica 2 gennaio 2011

Dal primo gennaio è scattato il bando ai sacchetti di plastica

Dal primo gennaio lo shopper di plastica è fuorilegge. Da ieri è infatti, entrata in vigore la normativa che mette al bando i sacchetti da asporto merci non biodegradabili. Una normativa che finalmente, dopo una proroga di un anno, da il via libera ai sacchetti bio che non tollera più quelli non biodegradabili. Entra nel vivo quindi la guerra ai sacchetti di plastica che doveva già partire dal 2010 dopo un iter iniziato nel 2007 con la legge Finanziaria. Allora venne previsto anche un programma sperimentale condiviso tra il ministero dello Sviluppo e quello dell'Ambiente e per l'avvio del quale venne stanziato un milione di euro sul Fondo unico investimenti per la difesa del suolo e la tutela ambientale. I sacchetti non biodegradabili però, non spariranno subito dalla circolazione. Sarà consentito agli esercizi commerciali lo smaltimento delle scorte in giacenza. Uno smaltimento consentito però, solo a titolo gratuito. Mentre i nuovi sacchetti biodegradabili o di carta riutilizzabili, bio shopper, saranno venduti a 99 centesimi l’uno. Per poter vedere i sacchetti di plastica scomparire definitivamente ci vorranno quindi ancora dei mesi. Però, il primo giorno dell’addio ai sacchetti, come la vigilia, è stato vissuto con ottimismo. In Europa sono circa 100 miliardi i sacchetti di plastica che vengono annualmente consumati. Sacchetti che vengono importati in gran parte dai Paesi asiatici come la Cina, Thailandia e Malesia. Di questi sacchetti l’Italia ne consuma mediamente 25 miliardi. Nella sola città di Roma vengono consumate ogni anno un miliardo e 600 milioni di shopper di plastica. Con l’introduzione di questa nuova normativa dunque nel 2011 l’Italia dovrebbe smaltire circa 25 miliardi di sacchetti di plastica in meno. Sacchetti che diventavano in gran parte rifiuto che andava ad inquinare per sempre l'ambiente. Questo, in quanto per decomporsi, un sacchetto di plastica, impiega almeno 200 anni. Questo fa si che la questione dello stop alle buste di plastica è di riflesso legata anche ai rifiuti. Anche perché i sacchetti bio possono essere anche riutilizzabili per tutte le frazioni di rifiuti differenziati, esclusa la plastica, compreso l'umido compostabile e, se dispersi nell'ambiente, si degradano naturalmente in poco tempo. Mentre il sacchetto di carta si può usare parzialmente per riciclare la carta e il cartone e, occasionalmente, per l'umido riciclabile e il trasporto di beni. Essi stessi sono carta parzialmente riciclata. Oggi due gennaio di fatto, è stato il primo giorno dell’entrata in vigore della legge. Almeno nel giorno dell’esordio non si è registrato quel caos e un minor servizio al consumatore che invece, Federdistribuzione, l'associazione che raggruppa la maggioranza delle aziende della Gdo operanti in Italia, aveva prognosticato nelle scorse settimane. L’associazione sta ponendo in risalto tutte le questioni legate all'applicazione della nuova normativa. In primo luogo, secondo Federdistribuzione occorre dare una definizione precisa dell'ambito operativo della norma, capire cioè quali tipi di sacchetti da asporto sono coinvolti. E’ evidente che la normativa si riferisce solo a quelli utilizzati per portare la spesa a casa, escludendo di fatto quelli impiegati per il confezionamento dell'ortofrutta, del pesce, della carne, che non servono solo per l'asporto, ma anche per la sicurezza igienico-sanitaria e qualitativa dei prodotti. A questo punto un attimo di tentennamento viene spontaneo in quanto anche in questo caso si tratta di plastica non biodegradabile. Sempre Federdistribuzione nelle scorse settimane aveva lanciato anche un altro allarme ossia che i costi della mancata vendita dei vecchi sacchetti di plastica ricadranno sulla grande distribuzione organizzata che poi si rifarà sulla clientela. A quantificarlo l’Adoc secondo cui ogni punto vendita potrebbe non incassare circa 360mila euro annui per la mancata vendita di circa 360mila sacchetti di plastica. Una perdita che però, potrebbero recuperare in parte dalla vendita di sacchetti di carta o di tela riutilizzabili. Un fatto che rende possibile il rischio di manovre speculative sul mercato che potrebbero portare ad un ulteriore aumento del costo dei sacchetti bio che già costano 4 - 5 volte più dei sacchetti non biodegradabili. E’ questo, insieme al tema dell'esaurimento delle scorte uno degli aspetti ritenuti più cruciali di questo passaggio dal sacchetto non biodegradabili a quello bio. Sono però, ormai pochi i negozi e i grandi magazzini che non hanno già sostituito da tempo, parzialmente o totalmente, i sacchetti di plastica non a norma. E non sono pochi nemmeno i Comuni che hanno già adottato ordinanze per bandire i sacchetti dal proprio territorio o per ridurne l'utilizzo indiscriminato. Un'indagine di Legambiente ha rilevato che questi comuni sono più di un centinaio. Mentre sono almeno 250 quelli che hanno affermato prima di oggi di averne l'intenzione. Tra le città più virtuose primeggia quella di Torino. L’addio ai sacchetti di plastica, per i clienti dei grandi magazzini, potrebbe comportare un risparmio annuale, per nucleo familiare, pari a 15-30 euro. Questo secondo stime fatte dall’Adoc. Stime che tengono conto che per risparmiare i consumatori dovranno però, acquistare almeno una volta un sacchetto di carta o di tela da portarsi dietro ogni volta che poi, si recano a fare la spesa. Mettendo a confronto le varie alternative al sacchetto di plastica per Legambiente il più conveniente, a livello economico e ambientale, è il sacchetto di tela riutilizzabile. I sacchetti di carta e di plastica bio invece, sono ritenuti validi principalmente come soluzione d'emergenza o come alternativa monouso. Un significativo profilo del ‘dopo sacchetto di plastica’ è stato tracciato dal simbolico referendum ‘Vota il sacco’ effettuato, nei mesi scorsi, da Legambiente davanti ai supermercati della grande distribuzione in 80 comuni italiani. Con esso si chiedeva ai consumatori cosa utilizzeranno al posto della ‘plastic bag’, in disuso a partire dal 2010. Un'iniziativa che rientrava nella campagna di Legambiente per la Settimana Europea dei rifiuti ‘Ridurre si può’. Il referendum ha raccolto 19.723 voti. Il risultato è stato che il 73,4 per cento dei consumatori si è detto favorevole alla borsa riutilizzabile, mentre il 16,2 per cento al sacchetto in bioplastica ed infine il 10,4 per cento alla busta di carta. La messa al bando dei sacchetti in plastica però, non ha trovato solo plausi, ma anche opinioni critiche. Nei mesi scorsi Unionplast, l'Associazione dei produttori di manufatti in plastica aderente a Confindustria, ha invitato ad una maggiore prudenza in merito. La tesi principalmente sostenuta dagli industriali è che il divieto non sia previsto da nessuna direttiva europea. Esiste una direttiva europea la quale dispone che un imballaggio può essere messo al bando se non soddisfa nessuno dei 4 requisiti essenziali: se non è riutilizzabile; non recuperabile per via energetica; non è riciclabile; e non è biodegradabile. Unionplast nel ricordare che il sacchetto di plastica soddisfa i primi tre requisiti fa notare che l'Italia è a rischio procedura d'infrazione da parte di Bruxelles per questa nuova normativa. Inoltre, gli industriali fanno notare che il fatto che i sacchetti bio si rompono più facilmente e costano molto di più di quelli di plastica oltre a lanciare l'allarme occupazionale per il comparto. Un comparto che da lavoro a 4mila dipendenti per un fatturato annuo di 800 milioni di euro.

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione