domenica 26 agosto 2012

Roghi tossici rifiuti: nel napoletano è emergenza


Mentre prosegue l'emergenza incendi in tutta Italia e alla luce dei recenti episodi che vedono quest’anno la regione Campania ai primi posti per incendi dolosi cresce l’attenzione anche per il pericolo derivante dai roghi tossici di rifiuti abbandonati in strada nel napoletano. Si tratta esclusivamente di scarti di lavorazioni agricole, industriali, principalmente tessuti e pellami, scarti dell'edilizia privata e pneumatici, abbandonati furtivamente in aree periferiche di confine tra i vari territori comunali e quindi scarsamente vigilati. Atti scellerati compiuti da imprenditori senza scrupoli che per abbattere i costi di produzione o per non far emergere quote di produzione sommersa con conseguente evasione fiscale, ricorrono a smaltimenti illeciti dei residui di lavorazione. A tutto questo poi, si aggiunge la forte presenza di rom sul territorio in questione. Questi incuranti della conseguenze per tutti bruciano rifiuti e incendiano carcasse di auto e cavi elettrici. Da parte loro i sindaci dei comuni situati nel territorio coinvolto si difendono affermando di fare il proprio dovere per tutelare la salute dei propri concittadini, ma che diventa sempre più difficile gestire la situazione a causa delle ristrettezze economiche in cui si trovano le loro amministrazioni. Il fenomeno dei roghi tossici di rifiuti si sta trasformando in una vera e propria emergenza sanitaria oltre che ecologica e riguarda un’area immensa situata a nord di Napoli, tra le città di Caivano e Acerra e abbraccia anche il nolano. Un’area ormai tristemente conosciuta come la ‘Terra dei fuochi’ e in cui è preoccupante soprattutto l’alta l’incidenza di patologie tumorali tra i residenti. Sul fenomeno è forte l'attenzione e l’impegno della Chiesa. Dopo le parole pronunciate alla vigilia di Ferragosto scorso dal Cardinale di Napoli, monsignor Crescenzio Sepe con cui aveva invitato tutti a: “far sentire la nostra voce di condanna, in maniera forte e ferma, perchè non ci può essere indulgenza nei confronti di coloro che, per biechi interessi, non esitano a bruciare rifiuti tossici e boschi, determinando squilibrio e inquinamento ambientale che è gravemente nocivo per la salute di tutti''. Una ferma condanna quella di Mons. Sepe nei confronti di chi appicca incendi ai rifiuti e ai boschi che si è trasformata poi, in una forte denuncia delle tante negligenze che emergono e dei soprusi e prepotenze che ogni giorno vengono commessi da parte di chi vuole che nulla cambi per “biechi interessi personali”. Come il suo vescovo anche Don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di San Pietro Apostolo al Parco Verde di Caivano nel napoletano è intervenuto in merito al problema. Una voce la sua ancora più tonante in quanto vive il fenomeno in prima persona. Caivano è infatti, insieme ad Acerra e Nola è una delle città che rientrano nel famigerato triangolo dei roghi tossici. “Ormai respiriamo pneumatici, è un dramma umanitario di dimensioni immani”. Una forte denuncia che il prete ha lanciato nel corso della riunione tenutasi nei giorni scorsi in Prefettura a Napoli e voluta dal Prefetto Andrea De Martino. Una riunione a cui hanno preso parte oltre ai sindaci della provincia di Napoli, circa una ventina, anche rappresentanti di associazioni e del Coordinamento comitati fuochi. Don Maurizio ha spiegato che la sua comunità sta pagando un prezzo altissimo a causa del fatto che il territorio non sia controllato a sufficienza. “Il problema è molto più grande di quanto può sembrare”, ha spiegato il parroco ricordando che: “I roghi continuano, beffardi e imperterriti, sotto gli occhi di tutti, compresi quelli dei nostri politici che dovrebbero, invece, intervenire, in maniera perentoria”.
La riunione sulla situazione dei roghi di rifiuti nel napoletano tenutasi in Prefettura a Napoli è servita proprio per dare in qualche modo soprattutto una risposta alla richiesta di più vigilanza per prevenire questi roghi. Ad emergere su tutte la richiesta di un'azione sinergica più forte sul fronte rifiuti, auspicando non solo bonifiche del territorio, ma anche pulizia di strade e zone isolate per impedire accumuli di immondizia che possano dare opportunità per dar vita a focolai di incendi da cui poi, si sprigiona la diossina che è dannosa per la salute dell'uomo e per la salvaguardia dell'ambiente. In merito il Coordinamento comitati fuochi ha avanzato la proposta dell’istituzione di un sistema nazionale satellitare di tracciabilità dei flussi di rifiuti industriali e l'inasprimento delle pene per reati di trasporto e smaltimento illegale di rifiuti industriali equiparandolo a reato di camorra. A livello locale l'appello è stato invece, rivolto a Comuni, Province e Regione per provvedere a videosorveglianza nelle zone a maggiore incidenza del fenomeno roghi tossici, oltre a vigilanza e presidio del territorio condiviso e coordinato tra le varie amministrazioni interessate. Le richieste del Coordinamento saranno trasmesse alla Comunità Europea e alla Corte internazionale per i diritti umani.
Purtroppo finora a frenare interventi e azioni repressive il fatto che gli sversamenti abusivi di rifiuti, per lo più scarti di lavorazioni di tessuti e pellami e pneumatici usati, si formano in zone di confine tra i vari territori comunali. Si tratta di aree incontrollate e su cui cadono diverse problematiche di competenza anche territoriale. In merito il Prefetto De Martino ha auspicato una maggiore vigilanza a tutti quei sindaci che vedono, sul proprio territorio, la presenza di siti di stoccaggio potenzialmente pericolosi per la salute invitando tutti a più controlli e maggiore prevenzione magari facendo ricorso a convenzioni per la gestione associata dei servizi di polizia municipale per definire modelli di intervento sulle zone di confine tra i vari territori comunali. Il Prefetto ha anche auspicato un'azione repressiva anche da parte delle altre forze dell’ordine. A questo scopo alla Questura di Napoli è stato affidato il compito di predisporre un piano di controlli coordinato, organizzato per aree a rischio, con interventi delle forze dell'ordine e delle polizie municipali, utili per verificare eventuali casi sospetti di imprese che, per abbattere i costi o per non far emergere quote di produzione sommersa con conseguente evasione fiscale, ricorrono a smaltimenti illeciti dei residui di lavorazione.
Ovviamente per contrastare i roghi tossici dei rifiuti occorre, oltre ad un'azione ordinaria e costante di raccolta e rimozione dei rifiuti, anche incisivi interventi di bonifica nelle aree dove, nel tempo, si sono stratificati notevoli quantitativi di sversamenti abusivi. In merito i sindaci della provincia di Napoli hanno sottolineato quanto tutto dipenda dalle risorse economiche disponibili che al momento sono carenti. Pertanto i sindaci hanno chiesto nuove risorse alla Regione Campania e al Governo. Oltre all’erogazione di nuovi fondi, i sindaci associandosi al Coordinamento comitato fuochi hanno chiesto più attenzione e maggiori controlli. Una vera e propria richiesta di aiuto quella dei sindaci dei comuni del napoletano colpiti dal fenomeno. I Comuni si dicono impotenti e si giustificano per lo scarso controllo del territorio da parte della polizia municipale, che in alcuni comuni è composta da poche unità, però, appare evidente anche una certa negligenza se la dove sono installate telecamere di videosorveglianza queste poi, non funzionano.
Secondo gli ultimi dati disponibili la situazione derivante dagli incendi dolosi appiccati ai cumuli di rifiuti lasciati lungo le strade periferiche nel napoletano nei primi mesi del 2012 ha fatto registrare mediamente ogni giorno circa 3 interventi dei vigili del fuoco. Sono dati che anche se evidenziano un calo del fenomeno rispetto al 2011 comunque rivelano che la situazione di rischio e pericolo perdura.

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione