mercoledì 24 novembre 2010

Diete aproteiche : un diritto negato ai nefropatici campani

La Regione Campania continua a ‘negare’ i prodotti alimentari aproteici ai nefropatici campani. Lo fa nonostante che questi cibi siano alimenti inseriti in una delle cosiddette terapie salvavita ossia quelle terapie di cui chi ne ha bisogno non ne può fare a meno, pena la morte. Sono ormai trascorsi sette mesi da quando i malati di reni della regione non possono più accedere gratuitamente all’erogazione di questi cibi. Alimenti che erano erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale, ma che dal 18 gennaio, per decreto del governo, sono passati a carico del Servizio Sanitario Regionale. Poco dopo, lo scorso 24 marzo, con un decreto regionale, il numero 17, il SSR ha deciso di ‘togliere’ ai cittadini campani, con insufficienza renale cronica, il diritto a sottoporsi ad una dieta aproteica. Una negazione di un diritto dunque, perché di questo si tratta e di null’altro, quello che è derivato da questo iniquo decreto firmato dall’allora governatore della Campania, Antonio Bassolino. Con il decreto è stato revocato un beneficio senza però, tenere conto soprattutto dei pazienti meno abbienti, rischiando pertanto di cagionare un danno grave ed irreparabile. Un opinione condivisa anche dalla I sezione del Tribunale Amministrativo Regionale, TAR, di Napoli. Tribunale che in sede cautelare, con l’ordinanza n.1645-2010 del 29 luglio scorso, sospendeva l'effetto del decreto e ripristinava l'erogazione a titolo gratuito dei cibi aproteici per le persone nefropatiche. Al TAR si erano rivolti il 28 giugno scorso un gruppo di nefropatici sostenuti da ‘Cittadinanzattiva Campania’ e dall’‘Associazione Nefropatici Emodializzati e Trapiantati Regione Campania’, ANERC. Da allora però, tutto è rimasto fermo. La Regione Campania per non ottemperare alla sentenza del TAR ha presentato, solo per guadagnare tempo, appello al Consiglio di Stato. Non si è invece, fermata la malattia dei nefropatici campani che, in molti dei circa 8mila ammalati della regione, è avanzata. Questa dieta, che di fatto è una vera e propria terapia nutrizionale conservativa, è ritenuta vitale per i nefropatici per tenere lontano, quanto più possibile nel tempo, il ricorso alla dialisi. Le diete ipoproteiche infatti, limitano la produzione giornaliera di cataboliti azotati. Centinaia di ammalati, quelli non abbienti e i pensionati, purtroppo, da un giorno all’altro, si sono ritrovati a non poter pagare di tasca loro questi alimenti aproteici. La conseguenza è stata che hanno dovuto rinunciare in parte o in tutto al ricorso a questi cibi per alimentarsi. Cibi che invece, sono ritenuti fondamentali nella dieta teraupetica che, fino all’aprile scorso, li aveva aiutati ad affrontare il loro male. Infatti, questi alimenti aproteici, anche se apparentemente appaiono uguali a quelli che si usano normalmente, sono invece, alimenti a cui, grazie ad un particolare processo industriale, sono state eliminate gran parte delle proteine naturali del grano. Si tratta dunque di una ‘famiglia’ speciale di alimenti che è stata creata appositamente per i pazienti affetti da insufficienza renale. Questo perché, i nefropatici ormai hanno i reni che non sono più in grado di eliminare le sostanze tossiche presenti nel sangue. Per cui, da ciò si evince che questi cibi sono quelli che i malati di reni devono utilizzare obbligatoriamente per alimentarsi. Diversamente incorrono in un aggravamento della loro malattia, fatto questo che li può portare fino al collasso dell’organo malato e alla morte. E’ stato sperimentato infatti, che la funzionalità renale si deteriora più in fretta se, a parità delle altre condizioni, l’apporto proteico è abbondante. Prima del decreto, gli alimenti aproteici erano disponibili presso le farmacie distrettuali e private. Qui il paziente li ritirava ogni mese gratuitamente dietro presentazione di una ricetta medica prescritta dal medico di base. Occorreva però, prima una consulenza nefrologica e la stesura di un piano teraupetico a cui poi, il medico di base si atteneva. Ogni ammalato aveva diritto ad una ‘tot’ quantità in kili di pasta, pane, biscotti, fette biscottate e altro al mese. Ora invece, questi alimenti aproteici sono acquistabili solo presso le farmacie private in quanto non si trovano nei normali negozi di alimentari. Purtroppo i lori costi sono abbastanza elevati. Il costo dei cibi aproteici infatti, incide molto sul budget familiare in quanto un prodotto aproteico, acquistabile presso le farmacie private, costa al paziente mediamente tra i 3 e i 7 euro a confezione a secondo del peso. Le confezioni sono da 250 gr, 400 gr, mezzo kilo a secondo se si tratta di pasta, pane, biscotti, farina, dolce o altro. Il prezzo varia da prodotto a prodotto. Un kilo di pasta costa circa 12 euro, si pensi che un nefropatico ne consuma circa due kili al mese. Alla fine in totale un ammalato di reni in Campania, per seguire la dieta aproteica, deve ora pagare di tasca sua mensilmente circa 150 euro, evitando sprechi però. Questo perché è venuto meno, perché negato, il suo diritto a ricevere gratuitamente questi prodotti alimentari teraupetici. L’alto costo è dovuto al fatto che le ditte produttrici di questi cibi, nella vendita diretta, applicano il prezzo pieno e non più quello scontato valido per il Servizio Sanitario Nazionale. Questo potrebbe portare a pensare che a questo punto ci possa essere un aumento di entrate per loro e quindi un interesse occulto che la situazione esistente continui. In effetti non è così. Purtroppo questo risponde solo a leggi di mercato. Inoltre, come a voler sfaldare questa idea, gli stessi produttori il primo luglio scorso e fino al 31 agosto successivo, in risposta all'appello del 20 maggio scorso, lanciato dalle associazioni dei nefropatici a compiere un gesto solidale verso gli ammalati campani, hanno dato vita, in collaborazione con la rete di distribuzione delle Farmacie private, ad una campagna solidale. Agli ammalati di reni campani è stato permesso di poter acquistare prodotti aproteici con la formula del ‘pago uno e prendo due’. Una piccola goccia in un mare d’acqua, ma è sempre meglio di niente. Nel frattempo, i nefropatici campani ‘sopravvivono’ o meglio cercano di farlo, in attesa del verdetto del Consiglio di Stato a cui è ricorsa la Regione Campania. Non erogare i prodotti aproteici comporta un alto ‘risparmio’ per le casse del SSR. Erano circa 4 milioni di euro i fondi che Palazzo Santa Lucia stanziava ogni anno per poter consentire l’accesso gratuito ai cibi aproteici ai nefropatici campani. Coprendo una spesa media annua per ogni ammalato di circa 500 euro. Facendo un rapido calcolo finora ha ‘risparmiato’ circa 3milioni e 400 mila euro. E’ questo infatti, l’obiettivo a cui puntava la Regione Campania sospendendo l’erogazione gratuita dei cibi aproteici. Il criterio seguito è sempre lo stesso: tagliare dove è possibile e senza preoccuparsene. Volendo ridurre i costi, si poteva invece, adottare misure più appropriate. Ad esempio annullare la gratuità di questi alimenti, ma non totalmente. Si poteva infatti, chiedere un contributo sotto forma di ticket. Ovviamente un contributo che avesse un minimo e un massimo legato al reddito e al grado di malattia dell’ammalato. Oppure si poteva dare modo ai pazienti nefropatici di poter acquistare i cibi aproteici allo stesso prezzo agevolato che pagano le ASL ai produttori al massimo solo con un piccola maggiorazione. In questo modo si otteneva lo stesso un risultato e il danno sarebbe stato invece, minore. Purtroppo nessuno se è preoccupato di questo, forse anche perché ormai la Giunta Regionale Bassolino era in ‘disarmo’. Però, quello che fa ancor di più pensare è il perché quella che poi si è insediata, guidata dal nuovo governatore Stefano Caldoro, ha seguito la stessa via della precedente. Molti altri decreti emessi in quel periodo di fine mandato sono stati annullati. Allora qui la scelta è anche politica? Inoltre, è errato parlare di risparmio. Questo in quanto è provato che la dieta aproteica ritarda l’ingresso in dialisi dei nefropatici. Venendo a mancare questi prodotti alimentari aproteici nell’alimentazione di un nefropatico le sue condizioni si aggravano conducendolo a dover inevitabilmente ricorrere alla dialisi. Un trattamento che, facendo un po’ di conti, ha, per il SSR, un costo annuo, per paziente, pari a circa 80 volte di più a quello dell’erogazione gratuita dei cibi aproteici. Alla fine per risparmiare ogni anno 500 euro per ammalato, la regione si ritroverà presto a dover sborsare circa 35mila euro l’anno per ogni nuovo paziente che entrerà, nei prossimi mesi, in dialisi. Un costo a cui ovviamente non sono aggiunti quelli poi, per l’ospedalizzazione del malato di reni. Quindi un risparmio iniziale, quello attuale, di circa 3milioni e 400 mila euro, che alla fine non si tramuterà in un risparmio effettivo per le casse regionali. Casse che già, non riescono a coprire i costi delle prestazioni dei centri di emodialisi della Campania. Centri presso cui viene effettuata la dialisi a centinaia di pazienti a cui la dieta aproteica non serve più. Questi centri non ricevono rimborsi delle Asl da almeno 10 mesi. Inutilmente in questi mesi le associazioni che si battono per il ripristino di quello che il decreto ha ‘tolto’ hanno chiesto di sedersi intorno ad un tavolo con la Regione Campania. Da quella parte però, fanno ‘orecchie da mercante’. Fatto questo che evidenzia ancor di più la latitanza delle istituzioni locali di fronte a questa grave ingiustizia sociale. Un’ingiustizia a cui si deve però, porre rimedio al più presto, altrimenti si rischia che a collassare non sia solo la finanza della sanità regionale, ma anche i reni di migliaia di persone che invece, seguendo un idoneo regime alimentare aproteico possono sperare di allungare la loro vita. E’ provato che la dialisi è stata ritardata anche di dieci anni, ma si è trattato di casi limite. In genere però, il paziente guadagna tra i 5 e i 7 anni. Tanto più il ricorso a questo tipo di dieta è precoce, tanto più è possibile ritardare la progressione del danno renale. Però, il risultato è influenzato anche dalle patologie. Non tutte traggono un vantaggio da questo tipo di dieta. Comunque sia il tentativo va sempre fatto e non certo ostacolare.

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione