L'Alta Corte Penale Internazionale dell'Aja e la decisione di incriminare il presidente sudanese el Bashir per crimini di guerra e contro l'umanità

Il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, Tpi, è nato per essere la prima corte di giustizia internazionale al mondo, con il compito di giudicare in maniera permanente i crimini di guerra. Il tribunale, che ha sede all'Aja in Olanda, è nato con il Trattato di Roma nel 1998 mentre il suo Statuto è entrato in vigore nel luglio del 2002 dopo la ratifica di più di 60 Paesi. Oggi gli stati membri sono 108 ma tra loro non vi sono le tre grandi potenze che siedono nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Usa, Russia e Cina, che non ne riconoscono ancora la giurisdizione.
Il Presidente del Tpi è un canadese, Philippe Kirsch, ed i giudici che vi fanno parte sono 18. Dal 16 giugno 2003, il procuratore capo della Corte è l'argentino Luis Moreno-Ocampo. La Corte di Giustizia Internazionale può giudicare in merito al genocidio, ai crimini di guerra, ai crimini contro l'umanità che includono lo sterminio, la tortura, la violenza sessuale, la persecuzione razziale, etnica o religiosa; può istituire tribunali 'ad hoc' per giudicare violazioni commesse durante le guerre, come il Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia che però a breve terminerà il suo mandato, o il Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda. L'Alta Corte può giudicare i crimini commessi in uno degli Stati firmatari del Trattato di Roma oppure in Paesi segnalati dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, come nel caso del Sudan e in particolare per quanto concerne il Darfur da cui ha ricevuto mandato nel 2005. Il procuratore capo può prendere l'iniziativa d'ufficio. I Paesi che non hanno firmato lo Statuto possono accettare o meno la decisione della Corte. Il Tribunale Internazionale può intervenire unicamente nei casi in cui la giustizia nazionale non può o non vuole trattare in maniera adeguata i crimini che competono la giurisdizione della Corte di giustizia internazionale. L'Alta Corte può giudicare per i reati commessi dopo il 1 luglio 2002. Fin dall'inizio del suo insediamento, Luis Moreno-Ocampo ha dato il via a 4 indagini, tutte in Africa: nella Repubblica Democratica del Congo, in Uganda, in Sudan e nella Repubblica Centroafricana. Sono stati emessi 12 mandati di cattura. Quattro congolesi sospettati sono stati arrestati e trasferiti al centro di detenzione dell'Aja: i capi delle milizie Thomas Lubanga, Germain Katanga e Mathieu Ngudjolo Chui che sono accusati per il ruolo ricoperto nella guerra nell'Ituri, regione orientale della RDC e l'ex capo dei ribelli e vicepresidente Jean-Pierre Bemba, accusato di crimini commessi dai suoi uomini nella Repubblica centroafricana.
Il mandato d'arresto spiccato dall'Alta Corte Penale Internazionale dell'Aja nei confronti del presidente sudanese Omar el Bashir arriva dopo oltre 6 anni dallo scoppio di una sanguinosa guerra civile a sfondo etnico nella regione occidentale del Sudan, il Darfur. Qui nel febbraio del 2003 la popolazione di etnia africana insorse contro il governo di Khartoum retto dall'etnia araba e si formarono due gruppi ribelli: il Movimento di giustizia e uguaglianza, Jem, e l'Esercito sudanese di liberazione, Sla. Da allora il governo di Khartoum servendosi delle milizie Janjaweed ha avviato una dura repressione, che però negherà sempre, come negherà sempre qualsiasi legame con i miliziani filo governativi. Durante questi lunghi 6 anni di guerra, secondo stime del Palazzo di Vetro, sono morte 300mila persone, mentre altre 3milioni hanno dovuto abbandonare tutti i loro averi per cercare scampo al dramma della guerra. Le terre e le case abbandonate sono sistematicamente prese in possesso da persone di etnia araba. Si calcola che sono oltre 30mila i sudanesi di etnia araba che hanno preso possesso di tutto ciò che era dei sudanesi di etnia africana scappati. Una sorta ti riconversione della popolazione del Darfur che certamente non sta avvenendo a caso ma è stata pianificata. Nel gennaio del 2005 una commissione Onu, composta da 5 membri e presieduta dall'italiano Antonio Cassese, ex presidente del Tribunale dell'Onu per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia, presenta un rapporto sul Darfur. Con esso conferma che in Sudan sono in atto spaventosi crimini di guerra pur non parlando di genocidio. I responsabili viene sostenuto nel documento devono essere processati dal Tribunale Penale Internazionale dell'Aja. Nel mese di aprile dello stesso anno Moreno Ocampo riceve da allora segretario generael dell'Onu, Kofi Annan, una lista con i nomi delle persone accusate dalla commissione di inchiesta dell'Onu di aver commesso crimini contro l'umanità in Darfur. Il 14 luglio scorso Moreno Ocampo ha chiesto l'arresto del presidente sudanese el Bashir. Secondo, il procuratore capo del Tpi: "Omar el Bashir ha promosso e provveduto all'impunità dei suoi subordinati per attuare la sua volontà di commettere genocidio". "Questo intento è diventato chiaro, ha denunciato Ocampo, con l'attacco ben coordinato contro le migliaia di civili che cercavano rifugio nei campi profughi''. Nell'illustrando il suo atto di accusa il procuratore generale del Tpi ha affermato che: " il presidnete sudanese ha organizzato la povertà, l'insicurezza e le vessazioni dei sopravvissuti senza avere bisogno di pallottole perchè, ha continuato Ocampo, lui ha usato altre armi: stupri, fame e paura. Tanto efficienti, ma silenziose''. Per il procuratore, ci sono prove e testimonianze inoppugnabili per procedere all'arresto del presidente sudanese. Negli ultimi mesi. Moreno-Ocampo, ha sottolineato più volte quanto il sostegno all'Alta Corte dell'Aja e alle sue decisioni venga spesso meno e ancor di più ostacolate dal petrolio e da altri interessi.