martedì 10 luglio 2012

Pirateria marittima: liberazione Bruno Pelizzari contornata da alcuni punti oscuri

La liberazione di Bruno Pelizzari e Deborah Calitz è contornata da alcuni punti oscuri su cui sarebbe bello fare chiarezza.
I due sono rimasti prigionieri in Somalia per 20 mesi ostaggi prima dei pirati somali che li avevano catturati nell’Oceano Indiano nell’ottobre del 2010 e poi ostaggi di banditi che li avevano presi in consegna dai loro sequestratori e tenuti in custodia finchè per loro non fosse stato pagato un riscatto per ottenerne il rilascio.
L’iniziale richiesta di 10 mln di dollari si era poi, ridotta ad 1 mln di dollari.
Una somma che comunque era fuori della portata dei familiari.
I due prima di partire nel 2009 per la loro avventura in mare, volevano fare il giro del mondo in barca a vela, avevano venduto ogni loro avere e lasciato il proprio posto di lavoro. Bruno era un ascensorista e Debbie una commessa.
Per mettere insieme la somma necessaria si erano allora mobilitati tutti dai familiari agli amici dei due ostaggi.
Le famiglie dei due malcapitati hanno lanciato in questi mesi varie campagne per la raccolta fondi nel tentativo di mettere insieme i soldi del riscatto.
Addirittura era stata costituita nel settembre del 2011 una ONG collegata ad un conto corrente della FIRST NATIONAL BANK di Durban presso cui inviare eventuali donazioni.
La sorella di Bruno, Vera Pelizzari in Hecht è stata fondamentale nelle trattative con i pirati ed è stata lei a guidare la raccolta di fondi per raccogliere i soldi necessari per il riscatto. Alla fine come la stessa ha confermato a LiberoReporter nel marzo scorso è riuscita a mettere insieme circa 170 mila dollari.
Comunque sia andata non è difficile credere che sia stato pagato un riscatto per la loro liberazione.
Finora non è mai capitato che ad un ostaggio sia stata restituita la libertà senza aver incassato in cambio una cospicua somma come riscatto. E’ questa infatti, l’unica ragione per cui le gang del mare somale compiono i loro atti criminali. Lo scopo è puramente estorsivo ed ha fruttato finora a loro centinaia di milioni di dollari.
“Today I am a free man. Yesterday I wasn’t, but today I am”. Sono queste le parole che Bruno Pelizzari ha ripetuto in continuo dopo essere ritornato un uomo libero.
Sulla loro pagina web Bruno Pelizzari e Deborah Clìalitz hanno poi scritto: “GRAZIE ... GRAZIE .... GRAZIE ...... Per tutti voi persone meravigliose,...... per non rinunciare a noi, per essere lì per noi ....... Le parole non sono sufficienti per esprimere quanto felice e siamo grati. I vostri pensieri d'amore e buona volontà ci sono pervenuti 8000 miglia nautiche di distanza nel nostro buio, prigione solitaria, e ci ha circondato di luce, mantenendo al sicuro e protetto in vita. Come Bruno dice: "Ci vorranno 4 vite per pagare tutti di nuovo che ci hanno aiutato" Siamo così sopraffatti e la fortuna di avere l'amore e il sostegno della nostra famiglia, gli amici e anche sconosciuti (che sono tutti i nostri amici ora). La nostra vita non sarà mai più la stessa ... Si può solo migliorare ... Il tempo guarisce ogni dolore ... e l'Amore è la forza più potente dell'Universo, e noi siamo i più fortunati ad avere persone che vivono sia dalla nostra parte. Che modo meraviglioso per annunciare in questa nuova epoca. Questa nuova "Età dell'Acquario". Un sacco di amore, abbracci e baci a tutti voi Debbie e Bruno. PS .... sembra che sarà scritto un libro in un prossimo futuro, vi terremo aggiornati come progresso cose. Ciao per ora”.
Bruno e Debbie, il primo italo-sudafricano e la seconda sudafricana, finalmente dopo 20 mesi di prigionia in Somalia il 7 luglio scorso sono tornati finalmente a casa accolti da amici e parenti in lacrime per la gioia di poterli riabbracciare.
I due ex ostaggi sono atterrati alle 20,10 locali all'aeroporto internazionale di King Shaka di Durban in Sudafrica a quel punto la festa è iniziata.
Si è trattato di una festa studiata nei minimi particolari. Per giorni sulla pagina di Facebook del gruppo ‘SOS Bruno and Debbie’ creata per contribuire a raccogliere i soldi necessari per pagare il riscatto chiesto dai loro sequestratori per poterli liberare, tutti gli iscritti, oltre 10mila, hanno programmato su come dare il benvenuto a loro una volta che sarebbero tornati a casa esternando nel contempo tutta la loro gioia.
Dopo la loro liberazione i due ostaggi sono stati prima condotti in Italia, per permettere a Bruno di riabbracciare la madre Francesca e poi a Johannesburg per incontrare le autorità sudafricane.
Secondo il sito web http://www.iol.co.za , che riprende quanto pubblicato da portali di informazione sudafricani, nella sua edizione del 4 luglio sembra che i fondi che erano stati raccolti da amici e parenti in testa Vera Pelizzari in Hecht sorella di Bruno saranno utilizzati per aiutare gli altri ostaggi in Somalia. Solo una parte sembra infatti, che rimarrà nelle disponibilità dei Bruno e Debbie e che dovrebbe essere poi, utilizzata per il loro reinserimento nella società civile.
Questo potrebbe far pensare che quindi quei soldi non sono stati utilizzati.
Però, nell’articolo il portale rivela anche che non è ancora chiaro a quanto ammonterebbe il riscatto pagato per la liberazione della coppia e questo porterebbe a pensare che quindi è stato pagato un riscatto, ma non con i fondi raccolti da familiari e amici in Sudafrica.
http://www.iol.co.za/dailynews/news/funds-raised-for-hostages-to-help-others-1.1334205
Sembra, secondo quanto riporta il sito, che Vera Hecht abbia detto che non è disposta a rivelare tutti i dettagli del rilascio del fratello e della sua amica per non minacciare la sicurezza degli altri ostaggi.
Già nella sua edizione del 26 giugno scorso dalle sue pagine www.iol.co.za riportava la notizia che un nipote di Bruno Pelizzari, Terry aveva riferito che era stato pagato un riscatto per la liberazione dei due ostaggi.
Nello stesso articolo veniva riferito che il governo italiano si era fatto garante per il rilascio della coppia.
Cosa volesse dire che si fosse fatto garante questo però, non è chiaro.
Ufficialmente sia il governo somalo di Mogadiscio sia il governo italiano dicono che i due ostaggi sono stati liberati con un blitz militare.
Sono però, numerose altre le fonti che invece, affermano che i due devono la loro libertà interamente alle trattative e al pagamento di un riscatto.
In merito non ci sono conferme, addirittura il governo italiano per bocca del suo ministro degli Esteri, Giulio Terzi ha negato il pagamento di un riscatto come anche quello sudafricano.
Però, mentre da un lato le autorità di Johannesburg sembra che non abbiano mai pagato un riscatto, quelle italiane hanno più volte pagato riscatti per ottenere il rilascio di connazionali sequestrati nel mondo e nel caso specifico, l’Italia ha pagato 4 mln di dollari ai pirati somali nel 2009 per ottenere il rilascio del rimorchiatore Buccaneer e del suo equipaggio.
Un’altra traccia di un possibile pagamento pagamento di un riscatto dalle sue pagine web www.iol.co.za la rivelava il 22 giugno scorso quando riporta che Vera Hecht è volata da Durban in Somalia il 20 giugno dopo che era stato raggiunto un accordo per il pagamento del riscatto con i pirati somali che avevano in ostaggio Bruno Pelizzari e Deborah Calitz.
http://www.iol.co.za/mercury/free-we-re-free-cry-hostages-1.1325804
Il Dipartimento sudafricano di Relazioni Internazionali e della Cooperazione, si legge ancora sulla pagina web, ha espresso la sua "sincera gratitudine" al governo federale di transizione della Somalia e il governo italiano per il loro ruolo nel garantire il rilascio.
Di garanzie date dall’Italia ne riferisce anche la nipote di Bruno Pelizzari, Terry.
Sul fatto che la coppia sia stata salvata dall'esercito somalo o che sia stata rilasciata dopo che è stato pagato un riscatto vi è un silenzioso dibattito.
Come sempre si cerca di stendere un velo su tutto.
Citando il sito on line somalo, Somalia Report, www.iol.co.za riferisce però, che il governo di transizione somalo ha dichiarato che la coppia è stata salvata dall'esercito. Ma che le famiglie di Pelizzari e Calitz hanno invece, confermato al portale d’informazione online ‘ The Mercury’ che del denaro era stato scambiato per la loro libertà. Ma quanto, o da chi, non era stato detto.
A questo punto è chiaro qualcuno non dice il vero e che con molta probabilità se è stato pagato un riscatto qualcun altro se ne è assunto l’onere di metterci la differenza che mancava alla somma richiesta dai sequestratori visto che i soldi raccolti dai familiari erano poco meno di 200 mila dollari.
A questo punto è chiaro anche che un ruolo importante nella vicenda è stato svolto da autorità italiane e sudafricane.
Questo in quanto come sempre in merito www.iol.co.za il 22 giugno scorso appare preciso nel riferire che i due sono stati rilasciati nelle mani di funzionari del governo italiano e diplomatici sudafricani dopo mesi di negoziati.
http://www.iol.co.za/pretoria-news/family-itching-to-having-freed-hostages-back-home-1.1325452
Nella pagina web si legge: "Una somma di denaro è stata pagata a loro, anche se non si è sicuri della cifra. Il fratello della Calitz, Dale Van der Merwe, ha detto che parte del denaro era venuta dai fondi raccolti dalla famiglia e il resto sarebbe potuto provenire da altri giocatori di ruolo come il governo italiano, che era noto per il pagamento di riscatti per la liberazione degli ostaggi”.
Sia in un caso sia in un altro appare chiaro che alla liberazione di Bruno Pelizzari e Deborah Calitz si sia giunti grazie ad uno sforzo congiunto profuso dal governo federale di transizione somalo, TFG, dal governo italiano, dal governo sudafricano e dalle famiglie e amici di Bruno e Debbie.
Ognuno di queste parti avrebbe ‘contribuito’ in qualche modo alla liberazione dei due ostaggi. Per ora non è dato capire ancora in che modo.
Difficile però, credere che le forze di sicurezza somale siano riuscite a ‘strappare’ dalle mani dei loro sequestratori i due ostaggi. Stranamente non ci sono state perdite ne sono stati fatti prigionieri e i due ostaggi sono usciti indenni dall’esperienza quando invece, nella gran parte dei blitz militari tentati finora per liberare gli ostaggi questi ultimi sono stati quelli che ci hanno rimesso in molti casi la vita o quanto meno hanno subito ferite.
Addirittura sempre www.iol.co.za nell’edizione del 26 giugno riporta in un articolo http://www.iol.co.za/pretoria-news/pelizzari-spills-beans-on-pirates-1.1328040
la notizia che le fonti hanno suggerito che il riscatto sia stato pagato con le donazioni raccolte dalle famiglie degli ostaggi e anche della comunità somala in Sudafrica, ma in parte anche dal governo italiano.

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

***

Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione