lunedì 8 agosto 2011

Pirateria marittima: ‘fatti e misfatti’ dei pirati somali


Il numero di attacchi dei pirati in mare è enormemente cresciuto, del 90 per cento rispetto all’anno precedente, così come pure è aumentata la loro violenza. La pirateria marittima è diventata un grande business per i pirati. A questi, in origine pescatori somali, ora si sono associati elementi criminali di molte altre nazioni. Dei veri e propri avventurieri attirati dalla facilità di potersi procurare denaro chiedendo riscatti in cambio del rilascio di uomini e navi catturate. Dopo che nel 2008 l’incasso era stato di 55 mln di dollari e, nel 2009 di oltre 100 milioni di dollari, nel 2010 nelle casse dei pirati sono entrati oltre 200 mln di dollari. Mentre i costi totali sostenuti per il contrasto della pirateria nel 2010 sono stati stimati essere stati tra i 7 miliardi e 12 miliardi di dollari. Tale cifra include i riscatti, le indennità di assicurazione, il costo delle operazioni navali militari, i procedimenti giudiziari e i maggiori costi derivanti dalla necessità di trovare nuove rotte per le navi per evitare le zone a rischio, il re-routing. Quest’ultimo, nel 2010, ha avuto un costo di circa 3 miliardi di dollari. Per mantenere una nave da guerra operativa nel mare dei pirati costa, al Paese di appartenenza, costa circa 100mila dollari al giorno. Pertanto il costo annuale delle missioni navali militari internazionali, CtF 151, Ocean Shield e Atalanta si aggira intorno ai 3 miliardi di dollari. Il fenomeno della pirateria marittima ha fatto registrare in tutto il mondo una crescita esponenziale degli attacchi passati dai 276 del 2005 ai 445 nel 2010 ai 266 del primo semestre del 2011. Nelle ultime settimane sono anche aumentati gli attacchi pirati contro le navi commerciali nel Golfo di Guinea, al largo delle coste della Nigeria. Attacchi che finora erano di 10 – 15 al mese ed ora lo sono a settimana. Circa i tre quinti di tutti gli attacchi sono stati compiuti da pirati somali. Un fatto questo che ha reso le aree a sud del Mar Rosso, Bab Al Mandeb e del Golfo di Aden ad alto rischio marittimo. Lo sviluppo del fenomeno della pirateria marittima al largo della Somalia ha di fatto provocato il caos lungo la rotta che collega l’Asia con l’Europa passando attraverso il Golfo di Aden e il canale di Suez. Si tratta di un’importante rotta energetica attraverso cui viene spedito il petrolio del Golfo Persico in Occidente. Ecco perché appare sempre più evidente e importante dare visibilità e risalto a queste situazioni in modo che vengano cercate nuove soluzioni e nuovi modi, non solo per evitare che questi fenomeni si verifichino, ma per intervenire in maniera efficace. La difficoltà del momento la si riscontra anche nel fatto che è stato consigliato a tutti di non navigare in queste acque e in particolare a tutti gli yacht a vela. Attualmente sono ben due gli yacht trattenuti in ostaggio dai pirati somali: Yacht NY Choizil e Yacht NY ING. Il primo catturato nel novembre 2010 insieme ad una coppia di sudafricani che ora, se ancora vivi, sono trattenuti in ostaggio chissà dove in Somalia. Come anche i sette danesi, di cui tre minori, che nel febbraio del 2010 sono stati catturati con il secondo Yacht. Di tutti loro, dopo i primi contatti, non si sa più nulla. Ecco il perché dell’avvertimento in quanto essi sono turisti e come tali sono considerati in maniera diversa e non certo tutelati da un armatore che paga il riscatto essendo assicurato. Molte volte per essi pagano il riscatto amici e parenti che a casa promuovono una coletta. Il caso più conosciuto è quello dei coniugi inglesi, Rachel e Paul Chandler rimasti in mano ai pirati per oltre un anno e tornati a casa completamente segnati da questa avventura. L’invito è anche giustificato dal fatto che l’intera area è ‘indifendibile’. Si tratta di una superficie marina di 2,6 milioni di miglia quadrate di mare. Un area in cui sono dispiegate 30 navi da guerra di diversi Paesi riunite nelle tre missioni internazionali di contrasto alla pirateria marittima e altrettanti che operano in maniera individuale. Per convenzione in base a risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, tutti i Paesi possono inviare le loro navi da guerra nel Golfo di Aden e nelle acque costiere della Somalia per combattere i pirati. Molte delle navi delle missioni però, non sempre sono disponibili in quanto trattenute in porto e perché impegnate nella scorta delle navi del PAM che trasportano aiuti alimentari per i Paesi del Corno D’Africa, loro compito prioritario. Alla fine accade che quelle che rimangono disponibili possono solo pattugliare zone limitate del ‘mare dei pirati’. Inoltre, questo contrasto ha indotto i pirati a riconsiderare lo status dei loro ostaggi, ossia i marittimi membri degli equipaggi delle navi catturate. Ora questi non sono più ostaggi, ma scudi umani. Un fatto questo che ha indotto i pirati somali a trattare questi lavoratori del mare con estrema violenza e a trattenerli come animali in gabbia. Mostrando al mondo il loro lato peggiore e il loro disprezzo per l’umanità. Un fatto che denota quanto sia terribile finire nelle mani dei pirati somali. In poche parole i predoni del mare hanno capito il reale valore di questi marittimi. Essi sanno bene che anche se sono raggiunti dalle navi da guerra queste non possono mettere a rischio la vita degli ostaggi e di fronte alla minaccia di uccidere i marittimi-ostaggi esse sono sempre costrette a farsi da parte senza intervenire. Nel 2010 sono stati 1181 i marittimi catturati e trattenuti come ostaggi dai pirati somali. Finora nel corso degli arrembaggi sono stati 7 i marittimi che sono rimasti uccisi, mentre 34 quelli rimasti feriti. Nei primi sei mesi del 2011 invece, i pirati hanno preso in ostaggio almeno 361 marittimi membri degli equipaggio di 31 navi catturati. Attualmente i predoni del mare trattengono in ostaggio almeno 700 marittimi. Si tratta di marinai di diversa nazionalità tra cui filippini, ucraini, pakistani, rumeni, indiani, egiziani, cinesi, cingalesi e anche alcuni europei. Tra essi i cinque marittimi italiani equipaggio della Savina Caylyn e i sei della Rosalia D’Amato. Di questi uomini, se ancora vivi, non si hanno più notizie da settimane.
Comunque sia la presenza militare navale, anche se non spaventa i pirati somali, comunque ne disturba l’attività criminale. Un fatto questo che ha indotto i predoni del mare ad allargare il loro campo di azione. Per cui hanno finito per compiere ‘razzie’ di mercantili e petroliere non solo nel bacino somalo, ma in profondità nell’Oceano Indiano e spingendosi fino al canale di Monzabico e all’estremità meridionale del Mar Rosso e zona di Bab Al Mandeb. I pirati somali sono in grado di allontanarsi anche di mille miglia marine dai loro covi situati lungo la costa somala della regione semiautonoma del Puntland e possono restarvi lontani anche per un mese. Questo è reso possibile dal fatto che essi ricorrono a navi di appoggio denominate ‘navi madri’. Si tratta di barche di almeno 40 piedi di lunghezza che si confondono facilmente con le navi da pesca somale e su cui caricano armi, carburante e viveri e al cui traino si portano dietro due barchini veloci capaci di raggiungere anche i 25 nodi di velocità. Sono questi i battelli che poi, i pirati usano per lanciarsi all’arrembaggio della nave ‘adocchiata’. La loro velocità fa si che passano appena 3 minuti dal momento in cui sono avvistati e quello quando i pirati iniziano l’abbordaggio. Un tempo troppo basso per consentire l’intervento della nave da guerra più vicina che, anche se è di scorta, è sempre a decine di miglia marine lontane. Le prede più ambite dai pirati somali non sono i mercantili, ma sono le petroliere. I pirati le considerano facili prede per il fatto che sono lente e indifese. Mentre, i loro carichi valgono milioni di dollari al mercato nero in Somalia e India. Si stima che nel 2010 i pirati abbiano intercettato e catturato petroliere che trasportavano un carico del valore di almeno 162 milioni di dollari. Le navi catturate sono quasi sempre poi tenute alla fonda lungo i porti situati lungo i 345 km della costa somala del Puntland. In questa regione semiautonoma i pirati somali hanno costituito le loro roccaforti trasformando di fatto quella costa in una sorta di moderna Tortuga.
Finora il fenomeno della pirateria marittima era stato limitato dalla stagione dei monsoni. Questo per il fatto che il mare era innavigabile per i piccoli barchini a causa delle alte onde. In questo periodo la loro attività criminale subiva un ‘fermo stagionale’ oppure pur facendo registrare numerose segnalazioni, l'attività era di bassa intensità. Quest’anno invece, gli attacchi pirati, alcuni andati anche a buon fine, si sono registrati anche durante il monsone del Nord-Est ed ora del Sud -Ovest. Lo scorso 15 luglio un rapporto dell’ International Marittime Bureau, IMB, aveva messo in guardia oltre che sui nuovi metodi utilizzati dai pirati per abbordare i mercantili anche sulla possibilità che potessero attaccare anche nel corso della stagione dei Monsoni.

Nessun commento:

DIRITTI E UTILIZZO RISERVATI

LA RIPRODUZIONE, TOTALE E PARZIALE, DEL CONTENUTO DI QUESTO BLOG, COMPRESO LE FOTO, E' CONSENTITA SOLO A CONDIZIONE CHE NON VENGA ALTERATO IL CONTENUTO E VENGA CITATA SEMPRE IL BLOG E AUTORE (fonte).
GRAZIE


Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo
Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

Unioni Civili
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA

Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

Rivista e libro in vendita al sito www.liberoreporter.it

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia
Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili
in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

sono solidale con gli immigrati clandestini
il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

***

Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione