domenica 13 febbraio 2011

Pirateria somala: da scartare ipotesi vigilanti privati sulle navi commerciali

In Italia continua il pressing del Pdl per consentire l'utilizzo di vigilanti privati sulle navi commerciali. Ipotesi da bocciare perché oltre a mettere in pericolo l'incolumità dell’equipaggio il tenere uomini armati a bordo delle navi mercantili comporterebbe di certo problemi di scalo nei porti commerciali di alcuni Paesi nel mondo in cui le armi sono proibite


In Italia continua il pressing del Pdl per consentire l'utilizzo di vigilanti privati sulle navi commerciali. Nel corso della settimana appena trascorsa una proposta di legge per consentire l'utilizzo di vigilanti privati nelle navi commerciali è stata messa in calendario della commissione Affari Costituzionali della Camera. L’iniziativa parlamentare è partita dal deputato del Pdl Michele Scandroglio. Il parlamentare è uno dei firmatari di una proposta di legge da lui stesso definita a costo zero per il bilancio dello Stato e che metterebbe in sicurezza le navi italiane. Navi che ha spiegato sono sempre più spesso coinvolte in questo crescente fenomeno degli attacchi da parte dei pirati somali. L’On Scandroglio ha anche spiegato che: “la mia è un'iniziativa indispensabile per garantire il diritto alla sicurezza e per scongiurare il rischio che l'armamento italiano si trovi nella condizione di dovere immatricolare le proprie unità con la bandiera di altro Stato, magari dell'Unione Europea, con le evidenti negative ricadute economiche, fiscali e occupazionali che ne deriverebbero per il nostro Paese”. Mai parole potrebbero definirsi ‘sciocche’ e senza fondamento. Anzi potrebbe indurre a credere che via sia un forte ‘interesse’ nella questione. Un interesse generato soprattutto dall’apprensione per la sorte degli ostaggi in mano ai pirati somali, ma forse anche da altro e certamente viziato da sbagliate interpretazioni e una mancata visione della realtà. Infatti, come prima cosa il tenere uomini armati a bordo delle navi mercantili comporterebbe di certo problemi di scalo. Questo perché ci sono porti commerciali di alcuni Paesi nel mondo in cui le armi sono proibite. L’attenzione in Italia sul fenomeno della pirateria marittima nel mare del Corno D’Africa si è riaccesa dopo che l'8 febbraio scorso una petroliera italiana, la 'Savina Caylin' è stata sequestrata dai pirati somali nell'Oceano Indiano. La nave è di proprietà degli armatori napoletani 'Fratelli D'Amato' ed è stata abbordata e catturata da un gruppo di pirati somali giunti a bordo di un barchino. In tutto erano 5 predoni del mare che sono riusciti a salire a bordo e ad assumere il controllo dell'unità e a catturare il suo equipaggio di 22 marittimi solo per il fatto di essere armati e agguerriti. A bordo dell’imbarcazione italiana vi sono, oltre a 17 filippini, anche cinque italiani come membri dell'equipaggio, di cui tre campani, due di Procida e uno di Piana di Sorrento. Si tratta rispettivamente del comandante, Giuseppe Lavadera, del terzo ufficiale, Crescenzo Guardascione e dell'allievo ufficiale. Gianmaria Cesaro. Il fatto per questa analogia e per tante altre ha subito riportato alla mente la vicenda dal sequestro del rimorchiatore italiano Buccaneer. La nave venne sequestrata alla vigilia di Pasqua del 2009 per essere poi, rilasciata solo alcuni giorni prima del ferragosto dello stesso anno. Per 118 giorni sedici marittimi, dei quali dieci italiani, fra cui tre campani, restarono ostaggi dei pirati subendo angherie e soprusi. Un fatto questo che ha lasciato un segno indelebile nei loro corpi e menti. Allora come oggi poco si tentò per strapparli ai predoni del mare che li avevano catturati. O meglio si seguì la strada della trattativa sotterranea con il ricorso anche all’intermediazione di terze persone. Alla fine i pirati hanno incassato più di quanto chiedevano e altri hanno anch’essi tratto benefici economici dall’intera vicenda. Addirittura il rilascio degli uomini del Buccaneer è avvenuto anche in cambio di pirati somali che erano ospitati nelle carceri del Paese africano. L’impegno mostrato in questi giorni da molti parlamentari del Pdl e dal governo italiano non lascia intendere altro che, come allora con il Buccaneer, anche stavolta con 'Savina Caylin' l’andazzo sarà lo stesso. Il tentativo in atto è palese e chi conosce gli accadimenti nel mare dei pirati percepisce ampiamente il carattere e l’interesse delle azioni in corso. Su come difendersi dagli assalti dei pirati somali se ne parla da anni. Sulla questione si è aperto, a livello internazionale, un forte dibattito. Tempo fa venne proposta anche l’opzione di armare gli equipaggi delle navi mercantili. Proposta che venne subito bocciata dagli armatori che la giudicarono controproducente oltre che pericolosa. Il pericolo risiedeva nel fatto che armare i marittimi, membri dell’equipaggio di navi mercantili, avrebbe messo in pericolo la loro stessa vita. Un fatto questo dovuto soprattutto ad un loro mancato addestramento militare atto a renderli sufficientemente capaci di affrontare i pirati somali. Non è infatti, remota la possibilità che possano scaturire scontri tra marinai e pirati. Una sparatoria di certo impari e che potrebbe avere conseguenze sanguinose e drammatiche. Inoltre, qualcuno aveva anche fatto presente che la presenza di armi a bordo delle navi mercantili potesse fungere da incentivo per i predoni del mare e spingerli ad attaccare la nave per impadronirsene. Abbandonata questa ipotesi era poi, saltata fuori quella di ricorrere ad guardie armate a bordo. Una soluzione questa, che offre diversi aspetti per lo più negativi,ma che sembra che i parlamentari italiani del Pdl e il governo vogliano a tutti i costi fare loro. Spieghiamo alcune cose. Il fenomeno della pirateria marittima nel mare del Corno d’Africa è in corso da almeno sei anni, dal 2005. Esso ha però visto il suo anno d’oro nel 2009 quando sono aumentati gli attacchi e i sequestri e nelle casse dei pirati somali sono entrati centinaia di migliaia di dollari frutto dei riscatti pagati dalle società armatrici e dai governi a cui uomini e navi appartenevano. Tra questi ci sono anche i 4 milioni di dollari pagati dall’Italia per il Buccaneer e dalla Spagna per il peschereccio Alakrana. Il fenomeno oltre a provocare un forte aumento dei costi di spedizione, ha costretto le compagnie di trasporto marittimo a cercare di correre ai ripari. SI è cercato anche di trovare nuove rotte per evitare spiacevoli incontri nel mare dei pirati. Qualcuno ha proposto anche di utilizzare, affiancandoli alla flotta anti pirateria marittima internazionale che pattuglia il Golfo di Aden e l’Oceano Indiano, i contractors privati. Ossia quelle guardie armate private che costituiscono un piccolo esercito che alcune compagnie private mettono al servizio di alcuni Paesi per la difesa dei loro interessi. Paesi come Iraq e Afghanistan. Paesi in cui sappiamo cosa hanno saputo fare queste guardie armate. L’idea che si possa ricorrere all’impiego dei contractors o guardie armate private, che è lo stesso, in operazioni di scorta ai mercantili nel mare dei pirati, ha immediatamente destato molte perplessità nella comunità internazionale. La prima cosa che è venuta in mente è stata che anche pur se venissero stabilita regole di ingaggio, che le compagnie private aggiudicatrici di un eventuale bando di gara internazionale dovrebbero rispettare, è facile, alla luce delle esperienze passate, che in una terra di nessuno anzi un mare di nessuno, com’è nel caso del mare dei pirati, queste guardie armate private o meglio i contractors potrebbero sentirsi legittimati ad agire ancora di più secondo il proprio arbitrio. E le conseguenze sono facilmente immaginabili. Questo lo dovrebbero sapere bene chi sponsorizza e spinge verso una soluzione simile anche per le navi italiane in quanto è ovvio che quando si parla di guardie private a bordo di navi mercantili italiane non si parla certo di vigilantes come quelli che vediamo fuori alle banche nelle nostre città, ma si parla di ex militari che ora lavorano nel privato. Uomini rudi e abituati a fare i rambo. Quale sicurezza da costoro? Spesso per difendersi dai pirati somali molte compagnie marittime stanno attuando invece, un’ottima alternativa al resistere armandosi ai nuovi filibustieri del mare. Si tratta della tattica passiva della camera blindata e dei motori spenti. Nel momento in cui i pirati abbordano il cargo il suo equipaggio lancia l’allarme e spegne i motori della nave. Dopo si va a rinchiudere in una camera blindata dove attende l’arrivo dei soccorsi. Ai pirati in quel caso non resta che prendere atto del fatto e darsela a gambe. Questo perché non hanno ostaggi da usare come scudi umani nei confronti delle unità da guerra delle varie missioni internazionali che pattugliano il mare dei pirati che intervengono in soccorso della nave assaltata. Pertanto, venendo a mancare questo scudo umano rischiano nel peggior dei casi di essere catturati. E’ di ieri la notizia che sette pirati somali, catturati in alto mare il 20 gennaio scorso, sono comparsi davanti a una corte di Kuala Lumpur in Malaysia per rispondere di pirateria, rapina, possesso illegale di armi. A pesare sul loro capo è soprattutto però,l’accusa di aver sparato a militari della marina malese con l'intento di causarne la morte o il ferimento. La Malaysia con sue unità da guerra partecipa alla missione internazionale di pattugliamento delle acque del Corno d'Africa in veste anti pirateria marittima. I pirati somali, se riconosciuti colpevoli, rischiano la pena capitale. Questo però, solo per quattro di loro, mentre per gli altri tre, ma soltanto perchè sono minorenni, avendo appena 15 anni, ci sarà il carcere. Secondo l'Imb, l'International Maritime Bureau che ha sede proprio a Kuaka Lumpur, nel 2010 il fenomeno della pirateria ha raggiunto il suo picco assoluto in sette anni, con un totale di 445 tra abbordaggi e attacchi andati a vuoto, lo stesso numero toccato nel 2003. Oltre che in Malaysia, pirati somali sono detenuti in Corea del Sud e in Kenya. Da tempo si parla di istituire un apposito Tribunale Penale Internazionale, per intenderci come quello dell'Aja per i crimini di guerra, contro l'umanità e il genocidio. Il progetto è fortemente spinto da molti Paesi, come la Russia, ma è anche fortemente osteggiato, come dalla stessa Somalia. Comunque sia l’unica soluzione al fenomeno deve e verrà di certo dalla comunità internazione che proprio in questi giorni sta decidendo le strategie e i metodi da usare contro la nuova filibusta nel mare del Corno D’Africa. Non resta che aspettare e vedere cosa accadrà nelle prossime settimane che sembrano saranno le decisive nelle scelte e nell’azione. E’ quindi inutile, quanto insensato spingere verso scelte individuali che si sa non porteranno alcun giovamento se non a chi sa cosa ne vuole ricavare. Non servono vigilantes a bordo navi mercantili, ma azioni mirate e risolutive direttamente sul posto.

Nessun commento:

DIRITTI E UTILIZZO RISERVATI

LA RIPRODUZIONE, TOTALE E PARZIALE, DEL CONTENUTO DI QUESTO BLOG, COMPRESO LE FOTO, E' CONSENTITA SOLO A CONDIZIONE CHE NON VENGA ALTERATO IL CONTENUTO E VENGA CITATA SEMPRE IL BLOG E AUTORE (fonte).
GRAZIE


Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo
Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

Unioni Civili
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA

Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

Rivista e libro in vendita al sito www.liberoreporter.it

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia
Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili
in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

sono solidale con gli immigrati clandestini
il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

***

Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione