martedì 8 febbraio 2011

Il fenomeno della pirateria marittima al largo della Somalia

Ancora un colpo portato a segno dai pirati somali. Pirati che da alcuni anni impazzano nello specchio di acqua che comprende il Golfo di Aden, il mare del Corno d’Africa e l’Oceano Indiano. Un mare ormai denominato ‘il mare dei pirati’ e in cui questi moderni filibustieri danno la caccia alle navi mercantili che vi transitano. Questa volta a cadere nella loro rete è stata una petroliera italiana, la ‘Savina Caylin’ in navigazione dell'Oceano Indiano. La nave è di proprietà di una società armatrice di Napoli, la ‘Fratelli d'Amato Spa Armatori’ con sede in via dei Fiorentini nei pressi di via Medina. I pirati dopo il colpo si sono immediatamente diretti, come consuetudine, verso le coste della Somalia dove hanno sede i loro covi. Da qui poi, di certo stabiliranno un contatto con la società proprietaria nave per chiedere un riscatto. Lo scopo infatti, del sequestrato di una nave e del suo equipaggio è sempre quello di ottenere un riscatto in cambio del loro rilascio. Ad accollarsene il costo sono ovviamente la società armatrice proprietaria della nave o il governo del Paese da cui provengono nave e marittimi. Finora sono centinaia i milioni di dollari versati nelle casse dei pirati somali. Le somme pagate come riscatto sono state finora: 55 milioni di dollari del 2008, 80 milioni del 2009 e oltre 100 milioni nel 2010. Nel 2011 poi, il trend sembra ancora in salita. Finora, in cambio di uomini e navi catturati, i ‘banditi del mare’ hanno cominciato con il chiedere cifre astronomiche, ma poi si sono sempre accontentati. Però, da un po’ si tempo hanno alzato la posta, e di molto. Sono disposti anche ad attendere mesi e anche ad affrontare estenuanti trattative pur di non rinunciare al bottino. Un bottino che stata però abbondantemente superata quando nel novembre scorso venne pagato un riscatto di nove milioni di dollari. Si tratta di fatto della più alta somma pagata finora per ottenere indietro una nave ed il suo equipaggio. La somma venne versata ai pirati somali per ottenere il rilascio della petroliera sudcoreana, ‘Samho Dream’. La petroliera era stata catturata nel mese di aprile dello scorso anno nell'Oceano indiano insieme al suo equipaggio composto da 5 sudcoreani e 19 filippini. I pirati somali inizialmente avevano chiesto 20milioni di dollari per rilasciarla. Le trattative sono durate oltre sette mesi alla fine a cedere è stata la compagnia proprietaria della nave e la gang del mare che aveva la nave in ostaggio si è accontentata di soli 9 milioni di dollari. Milioni che sono solo una piccolissima parte dei centinaia di milioni di dollari versati finora nelle casse dei pirati somali. Tra i quali gli oltre 4 milioni di dollari pagati nel 2009 dal governo italiano per ottenere il rilascio del rimorchiatore Buccaneer e del suo equipaggi. Nave catturata dai pirati somali l’11 aprile 2009 e rilasciata il 9 agosto dello stesso anno. A bordo 16 marittimi: dieci italiani, 5 rumeni e un croato. Oggi a cadere nelle mani dei pirati somali 22 marittimi membri dell’equipaggio della petroliera. Tra di essi ci sono oltre a 17 indiani anche 5 italiani: tre campani, il comandante, il terzo ufficiale e l’allievo di coperta, e un trentino e un laziale di Gaeta. Anche tra i marittimi del Buccaneer vi erano tre campani. Un fatto questo che avvicina ancor di più i due sequestri. Un sequestro che è l'ultimo di una lunga serie e che ha visto coinvolte anche unità navali mercantili italiane. Secondo i recenti dati diffusi dall'International Marittime Bureau, IMB, nel 2010 si è registrata una recrudescenza del fenomeno. I pirati somali si sono resi responsabili di almeno 150 attacchi a navi commerciali portandoli a compimento almeno 40. Mentre nel 2011 si sono già registrati almeno 50 assalti a navi in navigazione nel mare dei pirati. Di questi una decina sono andati a buon fine. Questo nuovo attacco dei pirati somali a largo dell’Oceano Indiano assume un inquietante segnale. Il segnale è che i pirati hanno ripreso appieno la loro attività criminale e non solo, ma hanno allargato ulteriormente il loro raggio d’azione. I pirati infatti, usano alternare momenti di pausa con momenti di grande attività. Questo è dovuto non alla stanchezza, ma a ragioni di opportunità e soprattutto a ragioni climatiche. L’area dove svolgono la loro attività criminale è, per alcuni mesi dell’anno, sconvolta dai monsoni. In questo periodo il mare, con onde altissime, è innavigabile per le loro piccole barche. Però, l’episodio che vede coinvolta la nave italiana dimostra che essi stanno diventando sempre più audaci e aggressivi. Di recente proprio dall'IMB è giunta un’indicazione in tal senso. L’organismo ha sottolineato il fatto che i pirati somali hanno ampliato il loro raggio d'azione, arrivando fino al Mar Rosso. In seno a questa indicazione, l’IMB ha anche sottolineato quanto sia accresciuta la potenza di fuoco a cui, sempre di più, ricorrono i pirati somali nel corso degli arrembaggi. Armi automatiche e lanciarazzi sono ormai entrati nelle loro dotazioni standard e non si creano problemi nell’usarli. La loro maggiore aggressività li ha portati anche ad azioni eclatanti come l’attacco compiuto lo scorso 8 novembre contro una nave da guerra spagnola. Una nave che operava al largo della Somalia nell’ambito della missione europea anti pirateria ‘Atalanta’. La nave da guerra era ‘Infanta Cristina’ in servizio di scorta ad un mercantile, il ‘Petra 1’, della missione di pace dell'Unione africana, Ua, in Somalia, AMISOM, in rotta verso Mogadiscio. La nave scorta ha però, respinto l’assalto mettendo in fuga gli assalitori. Non è stata questa, la prima volta che un’unità da guerra di una missione antipirateria venisse attaccata dai pirati somali. Una dimostrazione questo che, nonostante la comunità internazionale abbia dispiegato nel mare dei pirati un’ingente flotta navale militare, che opera o nell’ambito di una missione internazionale o individualmente, per proteggere gli interessi internazionali o del proprio Paese in quella parte del mondo, i predoni del mar non sono per nulla impensieriti. Le contromisure anti pirateria vennero adottate per la prima volta nel giugno 2008 da parte della NATO, a cui fece seguito quella, nel dicembre dello stesso anno, da parte dell’Unione europea. In seguito, negli anni successivi, anche altri Paesi hanno inviato le loro navi da guerra a pattugliare il mare infestato dai moderni filibustieri. Tra questi la Corea del Sud, la Cina, l’India, la Russia, l’Egitto, l’Iran, l’Australia e tanti altri. Tutto questo però, sembra non bastare a fermare le tante ‘gang del mare’ che spadroneggiano in lungo e in largo nel mare del Corno d’Africa e Oceano Indiano. I dati lo dimostrano. I pirati somali, negli ultimi mesi hanno sequestrato, trattenendoli come ostaggi, oltre cento marittimi equipaggi di almeno una dozzina di navi catturate nel ‘mare dei pirati’. Nelle mani dei pirati somali vi dovrebbero essere, tenuti in ostaggio, almeno 30 navi e oltre 500 marinai, equipaggi di queste navi. Un dato preciso non è disponibile. Li trattengono in attesa che qualcuno paghi un riscatto per la loro liberazione. In caso contrario sono disposti anche a tenerseli per anni interi. Alcuni di queste navi e uomini sono infatti, trattenuti come ostaggi anche da quasi due anni. La gran parte dei marittimi catturati dai moderni filibustieri sono di diverse nazionalità come ucraina, egiziana, filippina, cinese, indiana, tunisina, turca e altri Paesi ancora. Inoltre tra essi vi sono anche delle donne e dei minori. Nel frattempo, oltre alle forze coalizzate dei Paesi occidentali, suddivise in diverse missioni anti pirati somali, si registra anche la mobilitazione dei Paesi africani. L’organismo panafricano dell’Unione Africana, Ua, ha infatti, annunciato la creazione di una task force intercontinentale per ripulire i mari africani dai pirati somali. Questo perché anche in altri mari, oltre al largo della Somalia, si registrano atti di pirateria specie nella acque del Golfo di Guinea, di fronte alle coste nigeriane, di Capo Verde e della Guinea Equatoriale. Azioni che stanno minando la già fragile economia dei Paesi africani che si affacciano su queste acque. Le cifre legate al fenomeno della pirateria marittima al largo della Somalia sono allarmanti. Lo scorso 9 novembre dall’ONU vennero indicata addirittura come spaventose. Ad affermarlo il sottosegretario generale per gli affari politici all'ONU, Lynn Pascoe leggendo, davanti al Consiglio di sicurezza del Palazzo di Vetro, una relazione in merito. Secondo i dati resi noti dall'Organizzazione marittima internazionale, Imo. Pascoe, nel suo discorso ha anche affermato: “La pirateria è un pericolo la cui ampiezza supera gli sforzi della comunità internazionale per arginarlo. Le forze navali internazionali al largo delle coste della Somalia hanno tuttavia sventato più operazioni di pirateria che mai in precedenza”. Per Pascoe inoltre: “la lotta contro la pirateria esiga un'azione simultanea su tre fronti: dissuasione, sicurezza e applicazione della legge, sviluppo”. “La dissuasione esige anche che coloro che sono ritenuti colpevoli di pirateria e di furto a mano armata siano processati”, ha affermato il funzionario della Nazioni Unite.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione