mercoledì 15 aprile 2009

Tempi duri per i pirati somali dopo i primi arresti da parte delle unità navali della Task Force internazionale nel Golfo di Aden

Stamani 11 pirati sono stati arrestati dalla fregata della Marina militare francese 'Nivose' al largo di Mombasa in Kenya. L'arresto è stato compiuto da un'unità navale che opera nelle acque dell'Oceano Indiano nell'ambito della missione europea 'Atalanta'. La flotta navale dell’Unione Europea, Eunavfor, è giunta nel Corno d’Africa lo scorso mese di dicembre avvicendando di fatto la forza navale permanente Nato, Snmg2, presente in quelle acque dallo scorso mese di giugno. Nelle acque della Somalia negli ultimi mesi il pericolo è senza dubbio cresciuto ma in maniera proporzionale. Nel senso che chi deve temere sono sia gli uomini delle navi mercantili sia i pirati. I governi dei Paesi che possono essere coinvolti in un sequestro di un imbarcazione da parte dei moderni filibustieri sono ormai preparati ad ogni evenienza. I francesi in particolare, si sono già resi protagonisti di ben tre azione delle loro 'teste di cuoio', due lo scorso anno e la terza pochi giorni fa, per liberare gli equipaggi di altrettanti yacht francesi tenuti in ostaggio. Purtroppo ogni volta l'operazione diventa sempre più difficile in quanto i pirati imparano presto. Con l'avvento della nuova amministrazione Usa guidata da Barack Obama, è stata posta in essere la necessità di garantire la libertà di navigazione e la sicurezza marittima nell'Oceano Indiano e pertanto da parte americana è stata predisposta una strategia per fronteggiare gli attacchi dei pirati che prevede lo sviluppo della cooperazione multilaterale, lo sforzo per potenziare le autorità legali internazionali, la stretta collaborazione con le società di navigazione, il tentativo politico e diplomatico per ridare una maggiore sicurezza e stabilità alla Somalia. In base a tale strategia, da alcuni mesi, la marina statunitense ha allestito una sorta di Guantanamo galleggiante nelle acque del Golfo di Aden. Si tratta dell'unità navale Uss 'Lewis and Clark', normalmente adibita al trasporto di equipaggiamenti e come deposito munizioni. La nave da rifornimento ora invece, è stata trasformata per l'occasione in un supercarcere dove detenere temporaneamente coloro che saranno catturati perché sospettati di prendere parte ad atti di pirateria nelle acque somale. La nave militare, nella cui stiva sono state realizzate alcune celle, può ospitare fino a 26 prigionieri. Per consentirne il nuovo impiego, l’equipaggio della 'Lewis and Clark' è stato ridotto da 158 a 118 marinai mentre nella zona della nave trasformata ad area di detenzione, sono state deposte stuoie e coperte e sono state predisposte grandi quantità di cibo come riso e fagioli. La nave è attualmente parte integrante della Combined task force 151, Ctf 151, la forza navale multinazionale a guida Usa e a cui partecipano ben 14 Paesi dell'Europa, Africa, Asia e Oceania, che conduce le operazioni di pattugliamento nell'area che comprendente il Golfo di Aden, il Mar Rosso, l’Oceano Indiano e il Mare Arabico.
Il soggiorno dei prigionieri nella prigione galleggiante sarà di breve durata. E' infatti previsto che essi siano poi, trasferiti in Paesi africani con cui gli Usa hanno sottoscritto accordi in merito alla deportazione di cittadini sospettati di pirateria o terrorismo internazionale. Dopo il Kenya sembra che stiano per essere firmati accordi anche tra Washington la Tanzania e Gibuti.
Ed è proprio in virtù dell'accordo, il cui contenuto è stato segretato, sottoscritto, alla fine dello scorso mese di gennaio, tra il Dipartimento di Stato americano e il governo di Nairobi in Kenya, lo scorso marzo si sono avute le prime 'deportazioni' di pirati catturati in alcuni centri di detenzione del Paese amico dove poi, resteranno in attesa di essere giudicati da un tribunale nazionale. Anche alcuni governi europei, come la Gran Bretagna, hanno firmato accordi simili con il Kenya. Il primo colpo anti pirateria messo a segno da questa forza navale schierata nel Golfo di Aden è avvenuto lo scorso 11 febbraio. Grazie all'intervento dell’incrociatore lanciamissili Uss 'Vella Gulf', nave ammiraglia della Ctf 151, venne sventato l'arrembaggio del mercantile Polaris, battente bandiera delle Isole Marshall. L'intervento della nave statunitense permise la cattura dei 7 pirati che si trovavano a bordo della piccola imbarcazione a motore che aveva assalito la nave mercantile. Dopo 25 giorni di detenzione sull’unità navale 'Lewis and Clark,' i 7 vennero poi, deportati in Kenya dove le autorità di Nairobi ne hanno assunto la custodia in attesa del processo nei Paesi d'origine. Il sottosegretario Usa per la sicurezza internazionale, Stephen Mull, ha da tempo auspicato che ci sia al più presto la costituzione di una Corte internazionale che giudichi gli autori degli atti di pirateria.
Ancor prima, nel mese di dicembre, era stata un'unità della Marina indiana a catturare altri 23 pirati risultati di nazionalità somala e yemenita. I predoni del mare erano stati arrestati mentre stavano arrembando una nave mercantile nel Golfo di Aden. In seguito furono consegnati alle autorità dei rispettivi Paesi d'origine. Sempre in Kenya sono stati condotti i 7 pirati somali arrestati alla fine del mese di marzo da un'unità della marina tedesca quando hanno tentato di assalire una nave cisterna tedesca nelle acque del Golfo di Aden. La loro cattura è stata eseguita dalla Fregata 'Rheinland-Pfalz'. Per la Germania si tratta della seconda volta in cui consegna pirati somali al Kenia. Nel frattempo Washington ha informato gli alleati che
nel caso del pirata catturato con un blitz dopo l'assalto dato alla nave porta container 'Maersk Alabama', battente bandiera a stelle e strisce, intende istruire in Usa il processo a suo carico. Il Dipartimento di Giustizia sta valutando solo se tenere il processo a Washington oppure a New York, dove l'armatore della nave americana ha la sua sede legale. In questo caso non verrebbe applicato l'accordo che vige tra gli Stati Uniti e il Kenya nel trattamento dei pirati catturati nelle acque somale. L'accordo non contempla casi riguardanti attacchi di pirati nei confronti di navi americane. Se il processo verrà celebrato in America sarà il primo caso di pirateria dopo 200 anni. Per i reati di pirateria e di sequestro di persona negli Stati Uniti è previsto il carcere a vita. Sono invece stati portati in Francia, dove saranno processati, i 3 pirati somali arrestati nel corso del blitz delle forze speciali francesi, di alcuni giorni fa per liberare 4 dei 5 ostaggi sequestrati su uno yacht francese, Tanit, che era stato catturato dai pirati il nel Golfo di Aden. Ieri la Procura di Rennes in un comunicato si era dichiara competente a procedere in virtù della nazionalità francese e del domicilio degli ostaggi superstiti e della vittima.
Lo scorso sabato invece un tribunale della regione autonoma autoproclamata del Puntland, nel nordest della Somalia, ha condannato a 20 anni di carcere i 10 pirati, arrestati dalla guardia costiera del Puntland, che lo scorso mese di ottobre avevano sequestrato il cargo 'Awail' battente bandiera somala con a bordo un equipaggio siriano e somalo. Alla sentenza i condannati potranno presentare appello. Significativo l'intervento fatto dopo la condanna da uno degli imputati. Abdirashid Muse Mohamed ha preso la parola e a nome dei compagni ha affermato: “Non siamo criminali. Il motivo per cui attacchiamo queste navi è che esse depredano le nostre risorse naturali”. Un'analoga sentenza sempre emessa dal tribunale del Puntland aveva in precedenza condannato all'ergastolo altri 7 pirati e 4 loro complici. Finora sono oltre 150 i pirati che sono stati arrestati nel golfo di Aden.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione