martedì 14 aprile 2009

Pirateria in somalia. I pirati annunciano il cambio di strategia e intensificano gli attacchi alle navi

Dopo gli ultimi assalti compiuti dai pirati somali sono ora trattenute nelle loro mani 20 navi e 300 ostaggi. Di fatto è un record in quanto è il numero più alto mai raggiunto da quando ha preso il via il fenomeno nel 2006. Nelle ultime 24 ore, nelle acque al largo della Somalia, sono state catturate altre 4 imbarcazioni: Due pescherecci egiziani, un mercantile greco e una nave battente bandiera togolese. I dati forniti dall'Agenzia marittima internazionale, Imb, con sede a Kuala Lumpurn che si occupa del monitoraggio di questo fenomeno, sono in continuo aggiornamento. Mentre nel 2008 le navi sequestrate erano state poco più di 80, contro le 31 del 2007. Nei primi 4 mesi del 2009 sono già 77 le navi catturate dai pirati. Dati questi che hanno fatto diventare la Somalia il cuore della pirateria mondiale. Un primato raggiunto tranquillamente nonostante nella zona sia schierata una coalizione navale internazionale in chiave anti pirata, pronta anche al blitz per salvare gli uomini tenuti in ostaggio dai predoni del mare. Cosa che si è puntualmente verificata con due blitz compiuti nei giorni scorsi dalle forze speciali francesi e americane per liberare alcuni loro connazionali. Ora però i moderni filibustieri che finora non hanno mai ucciso ne hanno mai praticato violenza di sorta sugli ostaggi, dopo i blitz, hanno minacciato di voler cambiare metodo. I primi segnali stamani quando i pirati dopo aver catturato due mercantili hanno, per la prima volta, aperto il fuoco su una terza nave. Sia gli ostaggi sia le navi sono tenuti in custodia nel porto di Eyl, nel Puntland, regione semiautonoma a Nord est della Somalia, una volta piccolo porto di poverissimi pescatori, ora capitale della nuova Tortuga dei bucanieri, a cui poi, si associano anche una serie di altri porticcioli vicini. Pur conoscendo il luogo esatto dove vengono condotte navi e uomini, fino ad oggi nessuno è mai intervenuto per porre fine a tutto questo anche perchè gli ostaggi, in caso di attacco da parte delle forze internazionali, potrebbero trasformarsi in scudi umani. Il fenomeno nonostante il massiccio impiego di forze navali di contrasto ha negli ultimi mesi subito un'accelerazione inattesa inoltre sembra che per quanto riguarda gli ultimi sequestri le imbarcazioni sono state portate invece che a Eyl, più a nord, tra Puntland e Somaliland, l'altra regione somala autoproclamatosi indipendente nel marzo del '91. Essendo l'area peraltro storicamente contesa tra le due regioni il fatto fa pensare che sia avvenuta una scelta strategica da parte dei pirati per esacerbare i contenziosi geografici tra Puntland e Somaliland, da sempre forti.
Oggi il termine pirata pur evocando immagini d'altri tempi: bandiere nere con il teschio e le ossa incrociate, arrembaggi e scorrerie e ormai tutt'altra cosa. I moderni bucanieri che infestano i mari sono sempre di più dotati di mezzi moderni e hi tech, e rappresentano, al pari dei loro predecessori, una minaccia molto seria per i commerci e il turismo via mare. I pirati sanno adoperare internet e i sistemi satellitari di rilevamento e sono in grado di compiere transazioni bancarie e hanno contatti internazionali che gli consentono di riciclare i proventi dei loro arrembaggi. Oggi le zone del mondo più colpite dal fenomeno sono: il Corno d'Africa e l'Oceano Indiano.
I predoni del mare somali sono facilitati nella loro attività dal vuoto di potere e dal caos che da 1991 regna in Somalia. In un Paese privo di istituzioni legittimate dal popolo la pirateria ha finito per incontrare enormi consensi popolari. Tanto è vero che intere cittadine sono solidali e collaborano con i pirati partecipando anche alla ripartizione dei proventi. Per molti dei somali che abitano lungo le coste il ricorso alla pirateria di fatto non è stato altro che un lavoro alternativo, l'unico praticabile per chi si è visto togliere il mare, ormai il più inquinato del mondo, che era la sua unica fonte di sostentamento. Tra i pirati ci sono anche persone che con il mare hanno poco a che fare e il mestiere del marinaio-pirata l'hanno imparato per necessità. Sono per lo più pastori che hanno appreso una discreta abilità marinara che li ha resi capaci di spingersi, a bordo di piccole imbarcazioni, anche per centinaia di miglia dentro l'Oceano Indiano per poi, abbordare con funi e rampini le navi.
Recentemente è avvenuto anche il sequestro di una nave statunitense, il primo dopo due secoli. Il presidente americano, Barack Obama, ha promesso di voler risolvere il problema della pirateria, lungo quella che è una rotta fondamentale per il commercio marittimo mondiale. Anche il suo omolgo francese Nicolas Sarkozy ha lanciato un appello alla mobilitazione internazionale per bloccare il fenomeno. Finora la comunità internazionale ha dislocato nell'area una forza navale internazionale in chiave anti pirata. Una coalizione navale che però, non ha avuto finora grande effetto nel contenere quella che è stata definita la principale minaccia che colpisce interessi politici, strategici e commerciali di tutto il mondo. Finora l'Onu ha approvato delle risoluzioni che autorizzano le marine da guerra di Paesi terzi a entrare nelle acque somale per inseguire i pirati e consentono loro l’utilizzo della forza. Dallo scorso dicembre il Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Unione europea ha inviato in quelle acque una missione navale europea a difesa del traffico marittimo al largo della Somalia, nel Golfo di Aden, nell'oceano Indiano e nel mar Rosso infestati dai pirati, la 'missione Atalanta'. Alla missione vi partecipano Italia, Belgio, Francia, Grecia, Olanda, Svezia, Spagna, Gran Bretagna e Germania. Dall'inizio dell'anno è operativo anche un dispositivo anti pirateria creato dal Pentagono e gestito dalla V Flotta, il 'Combined Task Force', Ctf 151. Inoltre il Golfo di Aden è pattugliato anche da navi militari del Canada, Russia, India, Giappone, Corea del Sud e Cina. La sola Russia ha mobilitato una propria forza navale costituita da ben 5 navi. Il primato di essersi attivata per prima nel Golfo di Aden in chiave anti pirati, è dell'Italia che intervenne nel 2005 con la fregata lanciamissili della Marina militare 'Granatiere'.
Finora l'informazione fornita dai media sul fenomeno è stata piuttosto selettiva. Una dimostrazione è data in occasione del recente sequestro del rimorchiatore italiano, Buccaneer, con a bordo 10 marinai italiani. Solo in questo caso il fenomeno della pirateria ha trovato spazio ed è stato riportato dai media italiani. Sulla loro liberazione si tratta ed è stata presa in considerazione l'ipotesi di un blitz, se non come ultima ed estrema opzione. Naturalmente la fregata della Marina militare italiana 'Maestrale', che partecipa alla missione europea antipirateria 'Atalanta', con 220 uomini a bordo, è pronta ad ogni evenienza. In caso di blitz, secondo la prassi ricorrente, sono le forze del Paese interessato ad intervenire, pertanto saranno i due elicotteri e gli incursori di Marina imbarcati sulla fregata ad entrare in azione, naturalmente insieme e in coordinamento con gli alleati.
Se si guarda in profondità in questo fenomeno si legge un messaggio. I pirati lo hanno lanciato da tempo. Un messaggio che però non è piaciuto e allora quasi nessuno si è incaricato di trasmetterlo alle opinioni pubbliche occidentali. Il fenomeno della pirateria in Somalia nasce dalla necessità di voler sopravvivere e i pirati non sono altro che i pescatori somali che sono rimasti senza lavoro a causa di responsabilità da ricercare nell'ambito nazionale e internazionali. Per quasi vent'anni nessuno si è preoccupato di tenere sotto controllo le acque territoriali della Somalia. Questo ha permesso per primo che il mare somalo fosse invaso fin sotto costa dai pescherecci dei Paesi industrializzati che lo hanno depredato di ogni sua ricchezza. Poi, che venisse invaso dai rifiuti dei Paesi industrializzati trasformandolo in un immondezzaio internazionale. Quando in seguito, nell'Oceano Indiano si verificò lo tsunami, l'onda anomala arrivò anche in Somalia e fece risalire a galla il micidiale cocktail di rifiuti tossici che era stato mandato a fondo. I villaggi dei pescatori già senza pesce, si ritrovarono anche con le falde acquifere inquinate. Nel Paese nessuno si preoccupò, come era ovvio, di monitorare la situazione. Migliaia di somali, che popolavano le coste, morirono e molti altri oggi soffrono di malattie da contaminazione industriale in un Paese dove invece non esistono industrie. In un certo modo disturba pensare che quella stessa comunità internazionale che non si è mai preoccupata di soccorrere queste persone e nemmeno di proteggere le coste somale dalla depredazione e distruzione oggi invece, ha assunto una posizione dura contro la pirateria. Che di fatto è l'unica attività possibile a cui i pescatori somali possono dedicarsi. Se si è giunti a questo punto è solo per il fatto che è rimasta inascoltata la voce di chi per anni, con forza, chiedeva la restituzione di un mare e delle sue ricchezze che per secoli avevano dato felicità e prosperità a tanta gente. Voci che nessuno ha mai trasmesso all'opinione pubblica mondiale favorendo invece la nascita del fenomeno dei pirati dipinti come feroci terroristi o ancora peggio. E facendo passare soprattutto il messaggio che a causa dei pirati che infestano le acque a largo delle coste somale sono minacciate le consegne degli aiuti umanitari a tutti quei Paesi africani che sopravvivono grazie agli aiuti umanitari. D'altronde chi non considererebbe una preda ambita le centinaia di navi che ogni anno, passando davanti alla propria casa, trasportano l'opulenza dell'occidente.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo
Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

Unioni Civili
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA

Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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Rivista e libro in vendita al sito www.liberoreporter.it

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione