Strage Srebrenica: un anniversario diverso quello di quest’anno

Oggi ricorre il 16esimo anniversario del massacro di circa 8300 musulmani. Persone che vennero uccise con esecuzioni di massa compiute dalle truppe serbo-bosniache guidate dal generale, Ratko Mladic nella cittadina bosniaca di Srebrenica. Si tratta di una delle peggiori atrocità commesse dopo quelle della Seconda guerra mondiale. Un massacro che è stato dichiarato dal Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, con una sentenza dell'aprile 2004, un genocidio. Ed è proprio al lavoro svolto dai giudici di questo tribunale se il mondo è venuto a sapere praticamente dei fatti di Srebenica. Il lavoro finora svolto dal Tpi su Srebrenica ha permesso di ricostruire l'intera dinamica di quel massacro anche se rimangono alcune inquietanti zone d'ombra, che hanno fermato il tempo a quel luglio del 1995. Esso venne perpetrato nel corso della guerra di Bosnia del 1992-95. Una guerra che causò 100mila morti e 2,2 milioni di profughi e terminata solo con la sigla degli Accordi di pace di Dayton, del 1995. Accordi che riconobbero dignità statuale alla Repubblica Srpska fondata da Karadzic, contrapposta all'interno della Bosnia alla Federazione croato-musulmana. Un riconoscimento che però, l'ex presidente non potè godersi in quanto si dovette dare alla fuga inseguito da un mandato di cattura internazionale emesso dal tribunale dell’Aja. Una delle accuse su cui si fondava il mandato era quella di essere stato il mandante del massacro dei civili musulmani di Srebrenica. Venne poi, catturato nel luglio del 2008 ed ora è sotto giudizio all’Aja. Per non dimenticare e per onorare quelle migliaia di vittime innocenti le commemorazioni si svolgono ogni anno a Potocari, dove vi è un cimitero-memoriale alle porte di Srebrenica. Da quest’anno però, il cerimoniale ha subito una variazione. La commemorazione funebre, da ora in poi, non sarà più accompagnate dai discorsi dei politici. Questi parleranno, ma nel capannone della fabbrica di batterie, sede all'epoca dei fatti della base dei caschi blu olandesi responsabili della sicurezza di quelle persone. Come ogni anno, in questo triste giorno, vengono anche tumulate le ‘nuove’ vittime di quel genocidio, ritrovate e identificate grazie al test del Dna. A Potocari da oggi ci saranno 5.137 tombe, dopo la sepoltura odierna di altre 613 ‘nuove’ vittime rivenute nel corso dell’anno. La più giovane nel luglio 1995 aveva appena 11 anni, mentre la più anziana aveva 82 anni. A queste tombe vanno poi aggiunte altre 188 di vittime che sono state invece, per desiderio delle famiglie, tumulate altrove. Finora sono state scoperte ed esumate oltre 80 fosse comuni delle vittime di Srebrenica. I morti furono infatti, gettati in fosse comuni nelle quali si cercò di far sparire i corpi dei bosniaci musulmani trucidati. Secondo la Commissione internazionale per i dispersi, con il test del Dna è stata accertata l'identità di oltre 6.500 persone. Per cui devono essere ritrovati ancora i resti di circa 1872 persone. Sono un migliaio gli scheletri identificati, ma incompleti dei quali le famiglie preferiscono rinviare la sepoltura nella speranza che le parti mancanti vengano ritrovate. Ieri sera sono arrivati al cimitero-memoriale di Potocari anche gli oltre 6mila partecipanti della 'marcia della morte', dopo aver percorso a ritroso gli 85 chilometri della marcia attraverso i boschi compiuta da 15mila uomini che dopo la caduta di Srebrenica cercarono la salvezza a Tuzla dove solo pochi di loro arrivarono vivi. Per la strada vennero decimati dalle bombe e dalle imboscate. Sono partiti due giorni prima dal villaggio di Nezuk alla volta di Potocari. Dopo 16 anni però, la giustizia degli uomini va avanti e a grandi passi. E’ di pochi giorni fa una sentenza del tribunale penale olandese che ha riconosciuto per la prima volta la responsabilità dei Paesi bassi per morte di tre vittime di quel massacro. Il tribunale ha stabilito che quelle persone non avrebbero dovuto essere consegnate ai militari serbo bosniaci dai caschi blu olandesi del Battaglione Dutchbat III che ne avrebbero dovuto garantire la sicurezza inchiodandoli alle loro responsabilità. La tragedia ha pesato per anni sulla coscienza della comunità internazionale. Per Srebrenica, nell'aprile 2002, il governo olandese guidato da Wim Kok decise di dimettersi dopo che l'Istituto per la documentazione di guerra riconobbe la responsabilità dei politici e dei caschi blu olandesi nel non aver saputo impedire quel massacro. Un’altra novità è che questo di fatto è il primo anniversario con Mladic dietro le sbarre, dopo 16 anni di latitanza. Il ‘boia di Srebrenica’ è stato catturato lo scorso 26 maggio a Lazarevo, nel nordest della Serbia. Attualmente è detenuto nel carcere del Tribunale penale dell'Aja, Tpi, che lo processerà con l'accusa di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Mladic era l’ultimo dei responsabili di quel massacro ad essere ancora a piede libero. Dopo 16 anni dalla strage molti di quei responsabili sono sotto processo e in attesa di giudizio all’Aja. Il primo condannato per i fatti di Srebrenica è stato l'ex soldato serbo-bosniaco Drazen Erdemovic, che è stato condannato nel 1998 a cinque anni di prigione, ma è stato liberato nel 2000. Finora tra i condannati più importanti per grado di responsabilità nell'eccidio degli 8mila musulmani di Srebrenica è il generale Radislav Krstic, che diresse l'attacco contro la città bosniaca. La sua condanna a 35 anni per partecipazione al genocidio è stata confermata in appello nell'aprile del 2004. Nel maggio del 2007 è stato invece, condannato a 15 anni il colonnello Vidoje Blagojevic, mentre Dragan Jokic ha subito una condanna a 9 anni per crimini di guerra e contro l'umanità. Nel dicembre del 2003 sono stati invece, condannati anche gli ufficiali serbo-bosniaci Dragan Obrenovic e Momir Nikolic rispettivamente a 17 e 27 anni di carcere. In appello la pena di Nikolic è stata però, ridotta a 20 anni. Caso a parte è quello dell'ex presidente serbo, Slobodan Milosevic, che era accusato di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità per le guerre balcaniche degli anni '90, ivi compresa la strage di Srebrenica. Milosevic, non ha concluso il suo iter processuale, perchè è deceduto nel carcere del Tribunale penale dell'Aja.