domenica 16 marzo 2014

Afragola (NA). Convegno al Liceo Scientifico ‘Brunelleschi’: Giulio Terzi spiega la ‘verità politica’ che sta dietro alla vicenda marò


Giulio Terzi, Ambasciatore e ministro degli Esteri del governo Monti in carica al tempo dello scoppio della vicenda marò e inizio crisi diplomatica tra Italia e India, ieri 15 marzo  ha partecipato ad un convegno presso il Liceo Scientifico ‘Brunelleschi di Afragola (NA) durante il quale è stato protagonista di un sentito  intervento.
Nel suo intervento Giulio Terzi ha rilanciato le sue convinzione in merito alla vicenda che vede protagonisti, loro malgrado, i due sottufficiali di Marina prigionieri in India da oltre due anni e, che poi, lo hanno portato a dimettersi da ministro della Repubblica Italiana.
Nel corso dell’incontro sono state esaminate le caratteristiche e gli elementi di pericolosità di un fenomeno quale è la Pirateria Marittima. Un fenomeno che oggi costituisce una seria minaccia ai liberi traffici internazionali ed è in grado di provocare danni ingentissimi al sistema economico correlato con il trasporto delle merci via mare, con la pesca e con il libero uso delle acque internazionali. Il convengo di Afragola, tra l’altro, è stato un’occasione di confronto e di approfondimento tra diversi esperti e protagonisti. Persone che ne studiano le cause e i possibili modi per debellarlo ma, anche chi in prima persona ogni giorno rischia la propria vita per garantire un diritto legittimo che è quello della libera navigazione.

Terzi ha esordito ringraziando il preside Aniello Milo e tutti i convenuti e soprattutto i ragazzi del Brunelleschi. L’ambasciatore si è detto contento per i fiocchi gialli affermando che significano che i due  nostri valorosi marò devono tornare in Italia subito con onore e senza processi in India e senza accuse immotivate. Accuse che sono dettate da una volontà politica di rendere due italiani aprioristicamente colpevoli  di due delitti che probabilmente sono stati commessi da altri. Essi devono tornare con onore perché è stato un grande disonore rimandarli in India, dopo che avevamo tutti i motivi di tenerli in Italia, nel marzo del 2013 dovevamo tenerli per motivi giuridici costituzionali politici avendo l’India violato  una delle fondamentali convenzioni che regolano la vita della comunità internazionale cioè la Convenzione sul Diritto del mare. Terzi ha lodato tutti affermando che sono bravissimi ad essere partecipi a questo impegno per riportare in Patria a testa alta due uomini valorosi come Girone e LaTorre. Terzi ha spiegato che  i due marò sono due valorosi perché difendevano gli interessi, la vita e la sovranità del nostro Paese in acque infestate dai pirati dell’Oceano Indiano e se ci sono 600 navi all’anno battenti bandiera italiana e solcano in sicurezza quel mare questo è grazie a tanti Salvatore Girone e Massimiliano LaTorre che sono imbarcati su queste navi, o imbarcati sulle navi militari, che fanno loro da scorta che consentono la protezione della nostra sovranità e dei nostri interessi. Questi Due ragazzi in armi devono tornare in Italia e si deve aprire la strada di un percorso internazionale di un arbitrato obbligatorio al quale il governo italiano è tenuto anche da una risoluzione del Parlamento approvata appena tre giorni  fa. Essa chiede al governo di aprire il percorso dell’arbitrato obbligatorio delle nazioni unite per riportare i nostri uomini  in Italia.  Terzi ha definito la vicenda in corso una grande sfida che dobbiamo risolvere e che gli è costata le dimissioni da Ministro degli Esteri per contrastare quell’infame decisione nella quale siamo incorsi il 22 marzo del 2013  ma che vedo adesso avere tutte le premesse per essere corrette. Il riferimento è ad una recente intervista rilasciata dal neo ministro della Difesa italiano l’On Pinotti nella quale dice che la difesa è un bene primario dello Stato, e un dovere che lo stato ha nei confronti dei suoi concittadini e questo dovere noi lo abbiamo nei confrontidi Massimiliano LaTorre e Salvatore Girone.
Terzi poi, nel rispondere alle domande poste da uno dei convenuti al convegno, l’avv. Giorgio Carta è stato altrettanto esplicito.
L’avv Carta ha chiesto dove era esattamente la petroliera Enrica Lexie nel momento dell’incidente in cui sono morti i due pescatori indiani e cosa è veramente successo quel giorno del febbraio del 2012. Terzi ha risposto affermando che:  la risposta non è una risposta data dalle autorità italiane ma è una risposta data dal più alto organo costituzionale esistente in India. La Corte Suprema indiana nella sua sentenza del 18 gennaio 2013 ha stabilito che la nave era al di fuori delle acque territoriali indiane e di conseguenza valeva la Convenzione sul Diritto del mare che prevede che la giurisdizione su una nave di bandiera di un altro stato al di fuori dalle acque territoriali è una giurisdizione di quello stato di bandiera la corte suprema indiana non ha detto evidentemente che la giurisdizione era italiana perché il problema si sarebbe risolto ma nell’affermare che la nave era in acque contigue alle acque territoriali e quindi in acque internazionali ha riconosciuto il principio che esisteva un conflitto di giurisdizione tra Italia e India di conseguenza continua la sentenza il governo indiano e il governo italiano erano invitati a risolvere bilateralmente questa vertenza citando anche l’art 100 della suddetta convenzione del diritto del mare che obbliga a questa forma di collaborazione. Il governo italiano ha attivato questa procedura chiedendo a quello indiano di avviare le consultazione che le ha rifiutate e l’Italia a quel punto ha esperito la strada dell’arbitrato obbligatorio trattenendo  i due marò.
Terzi si è soffermato anche sulla fattispecie delle indagini e del processo che hanno riguardato i due marò
Affermando che: Da due anni questi due militari italiani sono ostaggio in India, trattenuti in India senza nessuna prova ancora emersa nei loro confronti perché la stessa perizia balistica effettuata dalle autorità indiane senza accettare neanche la presenza di esperti italiani non dice nulla. La perizia non ha detto che sono i proiettili italiani che hanno ucciso i due pescatori indiani è una perizia balistica inconclusiva. Le indagini vengono tenute aperte unicamente perché questo è un processo politico che serve alla politica interna indiana per far vedere quanto muscolosi sono i partiti nazionalistici di quel Paese contro un Paese che è uno dei primi sette del mondo cioè l’Italia Questa è la verità politica che sta dietro a questa vicenda.
Qui di seguito la registrazione  audio dell’intervento di Giulio Terzi effettuata nel corso del convengo tenuti il 15 marzo al Liceo Brunelleschi di Afragola


Ferdinando Pelliccia

 

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Un bambino del Darfur

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In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

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Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

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Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

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da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

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da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione