venerdì 27 aprile 2012

Crimini di guerra in Sierra Leone: è stato stabilito che Charles Taylor ne favorì l’attuazione

Ieri 26 aprile 2012 sarà ricordata come una data storica. Finalmente è stata emessa la sentenza che condanna Charles Taylor e pone fine ad un processo iniziato, dopo numerosi rinvii, il 7 gennaio del 2008 in Olanda dove era stato trasferito nel giugno del 2006 dalla Sierra Leone per motivi di sicurezza.
Un dibattimento reso possibile dopo che nel marzo del 2006 l’ex presidente della Liberia venne arrestato in Nigeria, dove viveva in esilio dal 2003 dopo essersi dimesso da Presidente della Liberia, ed estradato in Sierra Leone.
Taylor è stato infatti, il presidente della Liberia dall’agosto del 1997 all’agosto del 2003. La leadership del Paese africano gli venne tolta quando venne incriminato, nel mese di marzo del 2003, dal Tribunale Speciale per la Sierra Leone, Tssl, istituito con sede a Freetown nel febbraio del 2002 dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, per crimini commessi durante la decennale guerra civile che ha insanguinato il Paese africano.
L’ex signore della guerra liberiano venne accusato di aver appoggiato il Fronte Rivoluzionario Unito, RUF, che aveva commesso innumerevoli atrocità contro la popolazione civile di quel Paese africano.
Ieri la Corte speciale per la Sierra Leone, CSSR, ha stabilito che Charles Taylor oltre ogni ragionevole dubbio è colpevole di aver, in cambio di diamanti, facilitato e incoraggiato, ma non di averli diretti, i crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Sierra Leone dai ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito, RUF, di Foday Sankoh.
La corte lo ha riconosciuto colpevole di tutti i capi d'imputazione sollevati dall'accusa, inizialmente erano 17 successivamente ridotti a 11, atti di terrorismo, omicidio, violenza, stupro, schiavitù sessuale, oltraggio alla dignità personale, violenze, atti disumani, reclutamento di soldati-bambino, riduzione in schiavitù e saccheggi.
Ora l’attesa è per la natura della pena che dovrà scontare e che sarà resa nota solo il prossimo 30 maggio.
Una pena che l'ex dittatore liberiano, oggi sessantaquattrenne, attualmente ospite dell’Istituto Penitenziario Haaglanden dell’Aja, sconterà di certo in un carcere della Gran Bretagna in base ad accordi presi nel giugno del 2006 con il governo olandese che invece, si era offerto di ospitare il processo.
La sentenza è stata pronunciata dal giudice Richard Lussick che presiedeva la seconda camera per il primo grado del Tribunale speciale per la Sierra Leone nella sede di Leidschendam in Olanda.
L’altro protagonista della vicenda il fondatore e capo dei ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito, RUF, Foday Sankoh è morto invece, in carcere a Freetown nel luglio del 2003.
E’ proprio vero l’impunità non dura per sempre neppure nel travagliato continente africano.
Un continente africano che è ritenuto il maggior bacino di diamanti della terra con enormi quantità conservate nel sottosuolo della Liberia, dell' Angola, della Sierra Leone e del Congo-Kinshasa.
Per il controllo e lo sfruttamento di questi giacimenti di diamanti nel corso degli anni sono state scatenate insurrezioni e guerre civili che nel giro di 14-15 anni hanno causato la morte di almeno 3,5 milioni di persone e migliaia di mutilati e relitti umani.
Proprio Taylor è stato per anni il protagonista assoluto di quella che è stata definita la ‘diamond connection’, loschi affari e delitti che hanno insaguinato il continente africano.
La vicenda dell’ex signore della guerra liberiano è legata a doppio filo con quella dei ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito, RUF, di Foday Sankoh.
Sebbene l’ex dittatore liberiano ha sempre rigettato ogni accusa definendole bugie era accusato di averli armati in cambio di diamanti nella guerra civile combattuta in Sierra Leone tra il 1991 e il 2001.
Un aiuto dato anche allo scopo di ottenere il controllo della Sierra Leone in modo da poterne sfruttare i ricchi giacimenti di diamanti.
La sua ‘collaborazione-assistenza’ ai ribelli del RUF diede loro modo di uccidere decine di migliaia di sierraleonesi.
I miliziani del RUF si accanirono in particolare contro i civili a cui usavano mutilare con il machete piedi e mani applicando il cosiddetto sistema ‘manica lunga’ o ‘manica corta’, determinato dal taglio delle braccia o dei polsi. Tutto però, rispondeva ad una chiara strategia ossia quella del ‘niente braccia, niente elettori’.
Questi miliziani sono ricorsi anche ad altri crimini come arma di guerra tra cui omicidi, stupri di massa, cannibalismo e torture allo scopo di terrorizzare i nemici.
Non esitarono nemmeno ad arruolare forzatamente tra le loro fila bambini che strappavano alle loro famiglie nei villaggi conquistati e saccheggiati e che venivano utilizzarli come soldati.
I minori subivano un addestramento così forte, anche dal punto di vista psicologico, che alla fine si riducevano a dei veri e propri schiavi.
In molti casi i RUF in un delirio di sangue e morte chiedevano ai bambini soldati di uccidere persino i propri genitori come prova di obbedienza.
Una brutta vicenda che ha spazzato via un’intera generazione di giovani diventati toppo presto grandi bruciando tutte le tappe.
La Corte non ha però, riconosciuto che Taylor comandava direttamente le milizie del RUF.
L’Alta Corte dell’Aja ha però, stabilito che il suo aiuto favorì il prolungarsi della guerra civile in Sierra Leone che così durò un decennio e provocò almeno 80mila morti.
Questa triste e brutta pagina della storia del continente africano ha ispirato il film 'Blood diamond', 'diamanti insanguinati', ambientato nella Sierra Leone del 1999. Un vero e proprio spaccato molto realistico di quanto avvenuto in qual Paese africano in quegli anni e in cui il ruolo del protagonista è interpretato da Leonardo di Caprio.
In una delle varie udienze tenute dalla Corte dell’Aja è stata ascoltata anche la modella Naomi Campbell che nell’agosto del 2010 in qualità di teste dichiarò che nel 1997, mentre partecipava in Sudafrica ad una cena offerta per Nelson Mandela, Taylor le regalò dei piccoli diamanti. Una testimonianza confutata dall'ex moglie di Woody Allen, Mia Farrow, che dichiarò invece, che la Campbell accettò il regalo dell’ex presidente liberiano e che si trattava di un grosso diamante come da lei stesso confidatogli.
Ai fini del processo non è valso stabilire quale delle due versioni sia quella vera, ma il fatto che Taylor fosse in Sudafrica e avesse con se dei diamanti è una prova contro di lui che invece, nega di aver mai posseduto diamanti e, ancor meno, di averli portati in Sudafrica per comprare armi destinate ai ribelli del RUF della Sierra Leone.
Il significato di questa sentenza assume rilevanza anche per il fatto che finora di tutti i leader politici e uomini di Stato che sono stati portati a processo davanti alla Corte penale internazionale non si era ancora mai giunto a sentenza.
Inoltre, la particolarità di questo processo è che per la prima volta davanti all'Alta corte internazionale dell'Aja è stato condannato un capo di stato africano.
In Olanda si trova in prigione in attesa di giudizio anche l’ex presidente ivoriano, Laurent Gbagbo. Su di lui pendono le accuse per le stragi del 2010-2011 in Costa d'Avorio.
Il primato di essere il primo presidente africano ancora in carica ad essere ricercato dalla Corte penale internazionale dell'Aja per crimini contro l'umanità, genocidio e crimini di guerra compiuti nella regione sudanese del Darfur spetta ad Omar el Bashir presidente del Sudan. Il mandato di cattura internazionale è stato emesso nel 2005 dal procuratore del Tpi, Luis Moreno Ocampo.
Nel 2011 il tribunale penale internazionale ha anche incriminato per crimini di guerra anche il leader libico Muammar Gheddafi. Il rais però, è morto ucciso negli ultimi giorni della guerra di liberazione della Libia dalla tirannia. Un strano destino ha legato negli anni i due leader africani. Fu infatti, Gheddafi ad addestrare e armare Taylor alla fine degli anni Ottanta.
Questo riconoscimento di colpevolezza non assolve però Taylor da altre colpe. Il massacro di almeno 250mila persone durante la guerra civile liberiana. Una guerra civile che iniziò il 24 dicembre del 1989, quando un centinaio di ribelli del Fronte Nazionale Patriottico della Liberia (NPFL), gruppo ribelli appoggiato dalla Libia, con l’appoggio delle truppe regolari del Burkina Faso, attaccarono dalla Costa d’Avorio una città alla frontiera della contea di Nimba.
Questo evento diede il via alla guerra civile che sconvolge la Liberia per oltre dieci anni. A capo di quegli uomini vi era Charles Taylor e al suo fianco vi era Foday Sankoh.
La sentenza pronunciata ieri all’Aja ha raccolto il plauso unanime dall’Unione Europea, degli Stati Uniti, delle Nazioni Unite e delle varie organizzazioni internazionali impegnate sul fronte dei diritti umani.

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

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Un bambino del Darfur

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aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

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da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione