lunedì 16 gennaio 2012

Naufragio ‘Costa Concordia’: il comandante Schettino ‘vittima’ di se stesso

Il comandante Francesco Schettino con molta probabilità è l’uomo che fatto naufragare la nave da crociera ‘Costa Concordia’.
“Siamo rimasti colpiti dalla spregiudicatezza della manovra azzardata che il comandante della nave Costa Concordia ha fatto vicino all'isola del Giglio. E' stato inescusabile”. Sono le parole usate dal Procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio per commentare il naufragio della nave avvenuto il 13 gennaio scorso.
Rabbia e dolore non bastano per esternare quello che chiunque si può sentire dentro dopo quanto è accaduto al largo dell'isola del Giglio venerdì sera dove è naufragata la nave da crociera 'Costa Concordia'.
“Siamo di fronte a una tragedia di proporzioni importanti. Non ho le parole per esprimere la sofferenza che abbiamo e rivolgiamo le condoglianze ai familiari delle vittime che sono state accertate”. Sono queste le parole che il presidente e amministratore delegato di Costa Crociere, Pierluigi Foschi ha pronunciato nel corso della conferenza stampa tenutasi stamani a Genova e che illustrano in tutta la sua ampiezza il disastro avvenuto.
Ora gli occhi del mondo sono rivolti al punto in cui si è ‘spiaggiata’ la nave. Tutti si aspettano di conoscere la verità su quanto è accaduto.
Una verità che verrà stabilita dalle inchieste in corso della magistratura e dalla Capitaneria di porto.
L'ipotesi della Procura è che la nave si sia avvicinata troppo alla costa per compiere la manovra che nel gergo marinaresco si chiama l'inchino che consiste nel far passare una nave vicino un porto e salutare con la sirena le persone a terra.
In merito, nel corso della conferenza stampa Foschi ha affermato: “Il comandante Schettino ha preso una sua iniziativa contraria alle nostre regole di comportamento che il comandante doveva tenere. Ci dissociamo dalla condotta del comandante che ha provocato l'incidente, facendo deviare la nave dalla sua rotta ideale. La rotta era stata impostata da Civitavecchia. Il fatto che sia uscita da questa è dovuto ad una manovra non approvata e autorizzata”.
Pare infatti, che già un’altra volta una nave della flotta Costa sia passata davanti all'Isola del Giglio per fare l’inchino. Quella volta però, la compagnia aveva conosciuto e approvato la rotta. Il riferimento è alla notte tra il 9 e il 10 agosto 2011 quando sempre la Concordia transitò davanti all'Isola del Giglio.
Comunque sia l’unica certezza è che venerdì sera la nave, proveniente da Civitavecchia, è passata troppo vicina all’isola del Giglio forse per eseguire l'inchino.
Secondo il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio che segue l’inchiesta insieme con i sostituti Stefano Pizza, Alessandro Leopizzi e Maria Navarro, la manovra è stata voluta ed eseguita dal comandante Francesco Schettino che si trovava sul ponte di comando. Quando viene eseguita questa manovra il pilota automatico viene disinserito e si passa alla navigazione a vista.
Quello che non si sa, e che si dovrà stabilire, è cosa sia successo dopo.
E' già stata recuperata e sequestrata la scatola nera della nave che una volta analizzata fornirà importanti elementi per capire cosa sia successo. Anzitutto la domanda più ricorrente è se l'allarme sia stato dato in tempo o meno e se le procedure di evacuazione siano state rispettate.
E’ certo che l'impatto è avvenuto alle 21,45, ma l’allarme è stato lanciato solo alle 22,43.
E’ facile credere che in questo lasso di tempo, dopo l’incidente, il comandante Schettino abbia cercato di porre rimedio in qualche modo al ‘guaio combinato’. Purtroppo il comandante sperava che il ‘problema’ fosse meno grave di quanto poi, si è rivelato. Purtroppo lo squarcio alla nave era più grave di quanto non si pensasse. La nave 'Costa Concordia' ha preso uno spuntone di roccia che emergeva dagli scogli che le ha provocato uno squarcio di 70 metri nella chiglia.
Lo scoglio colpito dalla Concordia è conosciuto dai marinai come ‘Le Scole’ ed è segnato sulle carte.
Si racconta che in meno di 20 minuti la sala macchina è stata invasa dall'acqua a quel punto niente e nessuno potevano più risolvere il ‘problema’ e restava solo cercare di contenere i danni.
Quando il comandante Schettino ha capito che ormai la nave era persa ha eseguito l’unica manovra sensata che poteva fare in quel frangente. Il capitano ha puntando la prua della nave verso la vicina secca a destra dell'imboccatura del porto dell’isola del Giglio. In questo modo la nave si è ritrovata a meno di 200 metri dalla riva dove poi, si è inclinata su di un lato senza però, affondare.
In questo modo è stato impedito che il bilancio del disastro diventasse ancora più grave.
A bordo vi erano oltre 4mila persone.
Se la ‘Costa Concordia’ fosse rimasta al largo sarebbe sicuramente colata a picco in poco tempo trascinando con se un gran numero delle persone che vi erano a bordo.
Ed invece, il numero delle vittime accertate finora, considerando l’ampiezza del disastro, è contenuto a 6 morti. Risultano però, disperse ancora 16 persone tra cui una bambina di 5 anni. Ed è questo che impensierisce e spaventa. Di questi, 10 sono passeggeri e 6 membri dell'equipaggio. Sei dei dispersi sono poi, di nazionalità italiani.
Il comandante della nave Schettino è ora in carcere a Grosseto in stato di fermo ed è in attesa dell'interrogatorio di garanzia di fronte al Gip che dovrebbe tenersi domani. Solo dopo l'interrogatorio il Gip deciderà se convalidare o meno il provvedimento di fermo.
''Abbiamo temuto la fuga del comandante Schettino, abbiamo pensato potesse sottrarsi alle sue responsabilità”, ha spiegato il procuratore capo di Grosseto.
Per il capitano Schettino i magistrati ipotizzano i reati di naufragio, omicidio plurimo colposo e abbandono della nave. Quest’ultima è l'accusa più infamante per un comandante di una nave. Secondo testimonianze il comandante Schettino sembra abbia abbandonato la nave mentre erano ancora in corso le operazioni di salvataggio. Sembra che a mezzanotte e mezza il comandante sia stato visto a riva.
I primi risultati delle indagini sul naufragio della ‘Costa Concordia’ portano a confermare le responsabilità del capitano Schettino.
Nelle ultime 48 ore sono stati sentiti centinaia di testimoni tra personale dell'equipaggio e passeggeri e sono arrivati anche i primi dati estratti dalla scatola nera.
L'idea che va materializzandosi è che sia stata compiuta una manovra pericolosa dettata da un eccesso di sicurezza da parte del capitano.
Secondo indiscrezioni sembra che la Procura di Grosseto starebbe valutando anche l'invio di almeno altri 3 avvisi di garanzia per altrettanti ufficiali della nave ‘Costa Concordia’. Per tutti i capi di accusa sarebbero gli stessi del comandante. Una decisione derivante, sembra, dal fatto che molti dei testimoni ascoltati finora avrebbero riferito che anche alcuni alti ufficiali della nave avrebbero condiviso delle responsabilità con il comandante Schettino e anche loro avrebbero abbandonato la nave prima della conclusione delle operazioni di salvataggio, imbarcandosi sulle scialuppe.
Nel frattempo, all'isola del Giglio la situazione meteo sta peggiorando. Il mare si sta alzando e per le prossime ore è previsto burrasca. Questo complica le operazioni di soccorso intorno alla nave tanto che le ricerche di eventuali superstiti a bordo della nave sono state prima sospese e poi riprese per fermarsi poi, solo durante la notte.
La nave a causa del mare mosso si è spostata di alcuni centimetri. Però, grazie agli strumenti installati si è potuto appurare che la poppa della nave è ferma mentre c’è una flessione della prua.
Il timore è che le onde possano provocare uno spostamento del relitto e farlo sprofondare a 70 metri rispetto al gradino di 37 metri su cui è ora appoggiato lo scafo.
Se sprofondasse la nave si inabisserebbe completamente, e a quel punto finirebbero le speranze di trovare vivi eventuali superstiti rimasti intrappolati a bordo. Per cui quello in atto è una vera e propria corsa contro il tempo.
Prima che le condizioni meteo peggiorino occorre anche mettere in sicurezza la nave ed evitare soprattutto un possibile disastro ambientale. Si teme infatti, che il combustibile contenuto nei suoi serbatoi, oltre 2400 tonnellate, si versino nel mare. In previsione di un possibile lo sversamento si sta predisponendo una barriera tutto intorno allo scafo.
Nel frattempo, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, Arpat, ha messo a disposizione il battello oceanografico ''Poseidon'' per il presidio dell'area in cui è naufragata la nave da crociera e garantire un’attività di monitoraggio ambientale. Nel frattempo, la Capitaneria di porto di Livorno ha emanato un'ordinanza di divieto di navigazione nelle vicinanze del punto in cui è affondata la nave.
Oltre al recupero del combustibile si pensa anche al recupero della nave.
Per la prima operazione occorreranno almeno 2 settimane, mentre per la seconda operazione che consiste nel raddrizzare la nave, mettendola in condizione di galleggiare e poi rimorchiarla in cantiere non è possibile stabilire ancora quanto tempo occorrerà.
La Costa Crociere ha dato l’incarico di farlo ad una società olandese, la Smith di Rotterdam.
Per ora è in corso una valutazione dei danni alla nave per determinare quanto tempo sarà fuori servizio.
In merito Pierluigi Foschi ha spiegato che: "Al momento non possiamo valutare se la perdita è totale o se la nave può essere rimessa in esercizio".
Per molti però, il futuro della nave sembra segnato, con molta probabilità verrà demolita.
A rischio anche il futuro della stessa società proprietaria della nave. Il titolo del gruppo statunitense ‘Carnival Corporation & plc’, che controlla ‘Costa Crociere’, ha subito un crollo in borsa del 18%. In una nota il gruppo americano ha stimato sui 85 - 95 milioni di dollari l'impatto del disastro sul bilancio del 2012. Inoltre, la società prevede altri costi per l'azienda che non è possibile ancora determinare. Il presidente e ad di Carnival, Micky Arison ha affermato: "Al momento la nostra priorità e la salvezza dei nostri passeggeri e dell'equipaggio. Siamo profondamente intristiti da questo tragico evento e il nostro pensiero va a tutti coloro colpiti dall'affondamento della Costa Concordia, specialmente alle famiglie e agli affetti di chi ha perso la vita".
La società ha anche reso noto che esiste una copertura assicurativa per i danni alla nave con una franchigia di circa 30 milioni di dollari così come l'assicurazione per terzi soggetti, passeggeri e personale dell'equipaggio, lesioni personali, responsabilità civile, per una franchigia addizionale di circa 10 milioni di dollari.
La nave ‘Costa Concordia’ ha un valore che si aggira intorno ai 450 milioni di euro ed è assicurata da una decina di compagnie. La polizza è di circa 3 miliardi di dollari.
La perdita assicurativa potrebbe variare tra i 500 milioni e un miliardo di dollari, a seconda del numero di richieste di risarcimenti che giungeranno alla compagnia proprietaria e dal costo dell'eventuale danno ambientale che l'incidente potrebbe causare nell'arcipelago toscano.
In base alla normativa vigente, i passeggeri della nave da crociera naufragata possono chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti ed in particolare: il rimborso di quanto pagato per il viaggio, mai goduto; i danni derivanti dalla perdita dei bagagli; il rimborso delle spese sostenute per il rientro anticipato a casa e per tutte le altre spese vive sostenute a causa del sinistro; il danno derivante dalla morte o dalle lesioni personali subite dai passeggeri; il danno da vacanza rovinata.
I limiti previsti dalla legge, oltre che dallo stesso contratto di viaggio della Costa Crociere, sono quantificabili in 500mila euro per i danni alla persona; 20mila per i danni alle cose; 50mila per altri danni.
La richiesta va inviata al più presto possibile alla ‘Costa Crociere’ a mezzo raccomandata A/R con la richiesta di risarcimento dei danni, allegando tutta la documentazione disponibile e riservandosi la quantificazione definitiva.
Il diritto al risarcimento dei danni alla persona si prescrive in 3 anni, per i danni a cose in un anno.
"L'azienda in questo momento è parte lesa", ha spiegato il presidente e amministratore delegato di Costa Crociere, Pierluigi Foschi ai giornalisti.
Per ora sembra concretizzarsi una possibile causa collettiva dei passeggeri iberici contro la ‘Costa Crociera’. Comunque tutte le associazioni dei consumatori si sono mobilitate per far garantire ai passeggeri i loro diritti.
A Genova si è costituito addirittura un ‘Comitato di tutela dei passeggeri’ istituito dalla Casa del Consumatore. Si tratta di uno strumento a cui potranno ricorrere i danneggiati della ‘Costa Concordia’ per farsi assistere e tutelare.
La Confconsumatori ha annunciato di volersi costituire parte civile in caso di processo penale e ha offerto assistenza legale. Altroconsumo ha aderito al 'Comitato naufraghi' e ha messo a disposizione sul proprio sito lettere-tipo e informazioni ai consumatori di diverse nazionalità.
Anche il Codacons si è mobilitato per far ottenere ai passeggeri della ‘Costa Concordia’ il risarcimento dei danni subiti. La ‘class action’ promossa dall'associazione ha già ricevuto 70 adesioni di persone che erano a bordo della nave.
Nel frattempo, a causa del naufragio della ‘Costa Concordia si teme che scoppi una psicosi da crociera. Anzitutto si teme un calo delle prenotazioni. Inoltre, ora nasce un altro problema con la nave fuori servizio il suo equipaggio, circa 1100 persone di 42 nazionalità diverse, si è ritrovato senza lavoro. Uomini e donne che nelle ultime ore si sono trovati nell’occhio del ciclone additati come incapaci e assenti. Eppure l’equipaggio della 'Costa Concordia' si è trovato a gestire migliaia di persone prese dal panico. Migliaia di passeggeri che spaventati e desiderosi di mettersi in salvo al più presto non avranno seguito alla lettera le indicazioni fornite loro dall’equipaggio. Si trattava di impiegati, imprenditori, professionisti, pensionati, famiglie con figli, insomma un eterogenea massa umana che si è riversata come impazzita verso le scialuppe di salvataggio. Man mano che trascorrevano i minuti la paura è cresciuta e con essa il caos. In quella situazione fuori controllo non c'era marinaio italiano, filippino o peruviano che potesse tenere testa a nulla.
È facile dire la colpa è di…. E’ facile dire che non si è fatto….E’ facile dire…
La verità è che quando succede qualcosa più grande di noi si cerca sempre di trovare un responsabile. Sicuramente il non dare subito l'allarme e l'ordine di abbandono della nave ha influito ulteriormente su tutto in maniera negativa.
Di certo quando è successo il tutto la gente è come impazzita e si sarà scatenato un fuggi fuggi generale. Tutti si sono riversati sui ponti per essere evacuati dalla nave. Nessuno avrebbe potuto controllare una situazione del genere. A quel punto non esistevano regole e il ‘si salvi chi può’ è prevalso su tutto. Con il panico padrone della situazione i passeggeri si sono lanciati di peso sulle scialuppe anche su quelle già piene. A causa dell'inclinazione della nave però, calare le scialuppe in mare è risultato più difficoltoso anche per i più esperti. Il meccanismo di ammaraggio delle scialuppe si è inceppato per cui i membri dell'equipaggio con l'ausilio di alcune asce hanno dovuto eliminare di colpo gli impedimenti che bloccavano la discesa delle scialuppe. Era l’unico modo, ma per chi di mare non ne capisce ed è anche terrorizzato quel gesto e tutto il resto è sembrato una prova della incapacità dell’equipaggio di salvarli

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Un bambino del Darfur

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aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

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Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

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Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

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da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

***

Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione