mercoledì 9 novembre 2011

Pirati somali: quei due ‘marinai da crociera’ prigionieri in Somalia

Vi sono anche dei ‘marinai da crociera’ tra i centinaia di marittimi-ostaggi che si trovano in mano ai predoni del mare somali. Si tratta velisti-turisti ossia di persone che navigavano in solitario nell’Oceano Indiano con la loro imbarcazione a vela e che sono state arrembate e catturate dai pirati somali. Di questi ostaggi però, sembra che se ne parli poco. Forse anche perché fanno meno ‘rumore’ dei lavoratori del mare. Però, essi sono trattati allo stesso modo come bestie in gabbia e forse anche peggio. Non si tratta nemmeno di casi isolati. Sono tanti gli Yacht, che negli anni, sono caduti nelle mani dei pirati somali insieme ai loro occupanti. Quale preda più facile, per i predoni del mare, che quella di due o più ‘marinai da crociera’ che viaggiano da soli in pieno Oceano Indiano indifesi e senza alcuna possibilità di sfuggire ad un attacco pirata.
La sensazione che si vive oggi però, è di frustrazione e di impotenza al pensiero che due sudafricani, Bruno Pelizzari e Deborah Calitz sono da oltre un anno in mano ai pirati somali. Si tratta velisti-turisti ossia di persone che navigavano in solitario nell’Oceano Indiano con la loro imbarcazione, lo Yacht ‘SY CHOIZIL’ e che poi, sono state arrembate e catturate dai pirati somali. I due, entrambi di Durban, vennero presi il 26 ottobre del 2010 al largo della costa della Tanzania. Al momento della cattura a bordo dello yacht sudafricano vi erano tre persone. Oltre la Pelizzari e alla Calitz anche lo skipper inglese, Peter Eldridge. Quest’ultimo, nel corso del dirottamento, riuscì a scappare. Eldridge venne poi, tratto in salvo da una nave da guerra francese, la ‘FS Floreal’ della forza navale europea, che seguiva a breve distanza lo Yacht sequestrato. Di Pelizzari e della Calitz non si sono più avute notizie certe per mesi. Poi il 18 ottobre scorso i loro carcerieri gli hanno consentito di telefonare a casa. Una drammatica telefonata che però, ha ridato nuova forza a chi a casa lotta per poterli riabbracciarli sani e salvi un giorno. I due ostaggi dovrebbero essere tenuti prigionieri in qualche luogo remoto del territorio somalo in quanto, dopo il sequestro, sono stati sbarcati a terra. Inizialmente erano stati condotti nel sud della Somalia a Brarawe, alla periferia di Mogadiscio, da qui poi, sono stati spostati in un’altra località rimasta sconosciuta. Purtroppo non gioca a favore degli ostaggi il fatto che la situazione generale nei mari e lungo le coste della Somalia è sempre più drammatica e con un aumento della violenza. Si ricorre sempre di più all’uso delle armi, specie da parte delle navi da guerra impegnate nelle missioni antipirateria. Un situazione questa che ha comportato l’uccisione di diversi pirati e che ha costretto, negli ultimi tempi, le varie gang del mare a dover approntare molti cambiamenti per evitare di correre rischi inutili, e questo ha influito molto anche sulle trattative per il rilascio degli ostaggi.
Più volte i familiari dei due velisti sudafricani hanno lanciato un appello ai pirati somali. Attraverso cui le famiglie della coppia hanno chiesto ai loro carcerieri di mostrare umanità rilasciando i loro cari. A preoccupare tutti le difficoltà di salute della coppia. Per il loro rilascio la gang del mare, che li trattiene in ostaggio, ha chiesto 10 mln di dollari. Una richiesta giunta telefonicamente il 31 gennaio scorso alle famiglie dei due ostaggi. Purtroppo queste ultime non sono in grado di pagare un prezzo così alto e sperano che i pirati somali si accontentino di prendere una somma minore. I pirati somali in genere preferiscono prede più grandi, petroliere o cargo, per il cui rilascio chiedono poi, dai 5 ai 10 mln di dollari. Quando però, una ‘battuta’ di caccia si mostra infruttuosa, per ‘recuperare’ almeno le spese, ripiegano catturando piccole navi a vela da crociera. In genere per il rilascio dei ‘velisti-turisti’ catturati le gang del mare somale chiedono circa 400mila dollari a persona. Purtroppo, nel caso di Pelizzari e della Calitz, i predoni del mare dopo essersi detti disponibili, nel marzo scorso, ad accettare 500mila dollari hanno poi, di nuovo alzato la posta ed ora pretendono 4 mln di dollari. Una cifra che è irraggiungibile per le scarse finanze dei familiari dei due ostaggi sudafricani e non possono sperare nemmeno in un aiuto del governo sudafricano. Le autorità di Johannesburg come tante altre, almeno ufficialmente si sono sempre dichiarate non disposte a trattare con i pirati somali ne tantomeno a pagare un riscatto come recentemente ribadito dal portavoce del dipartimento di relazioni internazionali Clayson Monyela. Per cui pagare il riscatto spetta solo alle famiglie dei rapiti che purtroppo non sono ricche. Pelizzari è un ex tecnico di ascensori ed aveva deciso da circa quattro anni di fare questo viaggio. Per intraprenderlo ha lasciato il lavoro e venduto la casa. La Calitz invece, era una commessa. Mentre lo Yacht era stato preso a nolo insieme allo skipper. I due sudafricani erano in viaggio da quasi due anni, fermandosi nei porti della costa africana per visitare i luoghi e per svolgere lavori occasionali. Negli ultimi mesi i pirati somali stanno spingendo molto per ottenere un riscatto in cambio del rilascio della coppia di sudafricani. Di continuo contattano telefonicamente, almeno una volta la settimana, Vera Hecht, sorella del Pelizzari affinchè si impegni nella raccolta del denaro. La famiglia Pelizzari spera che la coppia sia casa per questo Natale. Sono tutti mobilitati a raccogliere donazioni pubbliche. Dallo scorso mese di settembre sono riusciti anche ad ottenere il certificato di ONG in modo da sollecitare e dare maggiore fiducia ai donatori. Le donazioni sono fatte per sms al 38417, purtroppo questo numero è disponibile solo per il Sudafrica, oppure con bonifico bancario o ancora on line tramite carta di credito. Le coordinate bancarie per fare un trasferimento diretto sono:
FIRST NATIONAL BANK
Florida Road, Durban Branch
Branch / IBAN Code: 22 05 26
Acc Name: SOS BRU and DEB TRUST
Acc. No: 6232 556 1505
( Swift Code: FIRNZAJJ)
A sostegno di Pelizzari e della Calitz è stata creata anche una pagina Web su cui viene spiegata la situazione e attraverso cui è possibile fare anche donazioni con carta di credito.
http://sosbrunodebbie.co.za/
Nella pagina web sono inseriti anche dei video da cui traspare tutto il dolore per il dramma che tutti stanno vivendo. Di yacht ne sono stati catturati tanti. Le persone coinvolte nel sequestro, anche se hanno ‘sofferto’ per una lunga prigionia, sono ritornate a casa sane e salve, anche se fortemente segnate dall’esperienza. Finora solo un altro sequestro di ‘velisti –turisti’ era stato così lungo. Quello della coppia inglese, Paul e Rachel Chandler catturati e portati via dal loro yacht il ‘Lynn Rival’ il 23 ottobre del 2009 e rilasciati il 15 novembre del 2010. La coppia ritornò libera solo dietro al pagamento di un riscatto di oltre 800mila dollari pagati in due trance di 400mila dollari a fronte di una richiesta iniziale di 7 mln di dollari. A volte qualcuno ha anche perso la vita. Il caso più recente è quello dello Yacht statunitense, SY Quest, con 4 americani a bordo, tutti uccisi nel fallito tentativo di salvataggio compiuto dalle forze speciali USA oppure dello Yacht francese SY Tanit i cui occupanti vennero salvati dalle forze speciali francesi tranne uno che morì colpito nel corso del blitz.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione