martedì 11 ottobre 2011

Pirateria Marittima: si apre nuova visione sul come combattere fenomeno

Non tutti i mali vengono per nuocere. Ieri, dopo aver appreso del sequestro, da parte dei pirati somali, della nave italiana 'MV Montecristo' il pensiero è corso ai marittimi imbarcati a bordo e a quello che avrebbero dovuto affrontare nei mesi a venire. Non era rassegnazione, ma consapevolezza. La consapevolezza che chi va per il mare del Corno D’Africa questo rischia, e se gli capita, sa bene che dopo, finchè la gang del mare, che li ha catturati, non riceve un riscatto non li rilascia. Per fortuna non è andata in questo modo. La portarinfuse oggi è stata liberata. La liberazione è arrivata con un blitz militare compiuto da forze speciali inglesi imbarcate sulla Fregata ‘Fort Victoria’ operativa nel ‘mare dei pirati’ nell’ambito della missione antipirateria della Nato, ‘Ocean Shield’. Gli 11 ‘sfortunati’ pirati somali, che hanno arrembato la nave italiana, sono capitati male. La 'MV Montecristo' appartiene alla livornese Dalmare S.p.A., società che fa capo al Gruppo D'Alesio. Si tratta di una delle più ‘belle’, ma soprattutto ‘moderne’, società armatoriale italiana. Il loro modo di operare ricorda un po’ quello alla Steve Jobs. La loro azienda è come un’unica famiglia dove ogni dipendente è considerato alla stregua di un figlio. A differenza di molti altri armatori italiani, i D’Alesio hanno un’ottica diversa del come condurre un’azienda e soprattutto nel come considerare le maestranze. Al lieto fine dell’episodio di pirateria marittima, che li ha visti coinvolti, si è potuto giungere grazie soprattutto, al fatto che i rischi per l’incolumità dell'equipaggio, derivanti da un blitz militare, erano praticamente nulli. Quante volte, pur raggiungendo la nave catturata dai pirati somali, le forze militari internazionali di contrasto non hanno potuto far nulla per ‘recuperare’ nave ed equipaggio. Ogni tentativo avrebbe messo in pericolo la vita dei marittimi catturati usati come scudi umani. Una consapevolezza ben nota ai predoni del mare che sempre si sono presi gioco dei militari con sberleffi e altro sapendo che non potevano fare nulla. Questa volta non andata così in quanto i marittimi dell’equipaggio della ‘Montecristo’ si erano rinchiusi in una camera blindata ricavata nella nave, e quindi non sono mai entrati in contatto con i pirati somali. I marittimi imbarcati sulla ‘Montecristo’ aveva seguito dei corsi specifici per come affrontare ogni tipo di emergenza in caso di attacco pirata. Inoltre, ed ora lo possiamo dire, a bordo poi, vi erano anche 4 addetti alla sicurezza, guardie private, che avevano il compito di garantire, anche se non armati, l’incolumità dei marittimi e promuovere interventi in situazioni di emergenza. Ed è forse grazie al loro sangue freddo che i lavoratori del mare, che non sono addestrati per combattere, mentre le guardie private lo sono in quanto per lo più ex militari, non si sono fatti prendere dal panico e hanno usato la testa. La nave è stata diretta verso l'International Traffic Recognized Corridor, ITRC, dove sapevano di trovare aiuto visto che è un’area costantemente pattugliata dalle navi da guerra internazionali anti pirateria. Un fatto questo che dimostra, parzialmente, l’utilità della presenza a bordo dei mercantili di un team di sicurezza, militare o non, poco importa. In questo caso il tempo che è stato guadagnato ha permesso a chi di dovere di pianificare un blitz militare e attuarlo. Quindi anche se è vero che è un ‘rischio’ imbarcare team di sicurezza armato a bordo di navi commerciali è comunque una certezza che essi in un modo o in un altro riescono a vanificare l’azione criminale dei pirati somali, almeno fino ad ora. E’ ovvio che le gang del mare, di fronte a questa nuova forma di contrasto, si adopereranno per annullarla. Però, è ovvio che poi, la si dovrà riadattare perché funziona. Con una tempistica curiosamente ad hoc proprio oggi il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha firmato con Confitarma, la Confederazione italiana degli armatori, una convenzione. Si tratta dello strumento che permetterà ai mercantili italiani di imbarcare militari italiani, di tutte le forze armate, come cita il decreto ministeriale, quello della Difesa, del primo settembre scorso. Un decreto conseguente ad un'iniziativa parlamentare bipartisan, nata la scorsa primavera, e sfociata nel decreto legge del 12 luglio scorso. Una norma inserita nel decreto per il rifinanziamento delle missioni italiane all'estero e che ha istituito le scorte armate a bordo dei mercantili. Nel decreto ministeriale sono definiti i confini geografici che individuano l'area del mondo ritenute pericolose. Senza questa precisazione l'articolo 5 del decreto legge del 12 luglio 2011 non poteva essere mai esecutivo.
Saranno subito disponibili 60 militari della Marina Militare, probabilmente quelli del Reggimento San Marco. Questi soldati saranno suddivisi in 10 nuclei, ciascuno da 6 elementi, che costituiranno i ‘Nuclei militari di protezione’, NMP. Militari da adibire a servizio scorta armata ai mercantili italiani che devono recarsi nelle aree a rischio pirateria marittima. L’onere del costo per l’utilizzo dei militari sarà a totale carico di Confitarma. Non ci sarà alcun vincolo gerarchico nei confronti dei civili, né del comando della nave. I militari, impiegati nel servizio scorta, risponderanno a un comando strettamente militare che sarà basato a Gibuti. Quello che salta subito all’occhio è però, il fatto che il numero dei militari disponibili, ossia 60, è irrisorio se si pensa che nel solo Golfo di Aden ogni anno vi transitano almeno 900 mercantili italiani e in tutto l’Oceano Indiano almeno 2mila navi battenti il tricolore. La copertura è per solo 10 di loro a viaggio. Si capisce subito che le navi non ‘protette’ si trasformeranno in prede per i pirati somali perché facili obiettivi. Ed allora pare, che si ricorrerà anche ai militari delle altre forze armate italiane. Per ora è tutto da stabilire chi possano essere, ma la cosa si fa ‘allettante’ per i generali. Nel corso dell’incontro di stamani si è comunque parlato anche della possibilità che vengano impiegati guardie private armate fornite da società di sicurezza private italiane come prevede sempre il decreto approvato. La mancanza però, di norme per l'impiego di guardie private a bordo dei mercantili italiani, il loro imbarco, almeno armati, è rinviato. Manca un decreto che riconosca la figura professionale del contractor. Un provvedimento questo, che deve venire dal ministero dell'Interno e serva a regolarne l'attività. Un ritardo grave questo, che potrebbe aprire ‘varchi’ ad altre ‘entità’ anche straniere. Comunque sia per tutti, le regole di ingaggio si baseranno sul principio di autodifesa, cioè il ricorso dell'uso della forza solo quando sarà necessario. Il sollievo per la felice conclusione del sequestro della MV Montecristo non può certamente smussare l’ansia e le paure per la sorte degli 11 marittimi italiani ancora prigionieri in Somalia. Si tratta dei 5 italiani, un laziale, un triestino e tre campani, parte dell’equipaggio della petroliera italiana 'Savina Caylyn' che insieme ad altri 17 indiani sono nelle mani dei pirati somali dall’8 febbraio scorso. Mentre, gli altri 6, due siciliani e 4 campani, sono insieme a 15 filippini i membri dell’equipaggio della MV 'Rosalia D'Amato', catturati lo scorso 21 aprile.

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione