domenica 26 giugno 2011

Rifiuti Napoli: città quasi pulita grazie agli uomini dell’Asia


Il vero problema di Napoli, nell’emergenza rifiuti in corso, non è la raccolta, ma lo smaltimento dei rifiuti. Praticamente non si ha un posto dove andarli a sversarli dopo averli raccolti. Per cui i rifiuti restano nelle strade di Napoli senza essere raccolti, anche per diversi giorni. Di questo non hanno colpa gli amministratori ne tantomeno l'Asia. L'azienda comunale responsabile della raccolta e smaltimento rifiuti in città sta impiegando i suoi uomini e mezzi 24 su 24 ore, distribuendoli su tre turni di 8 ore ciascuno. Un impegno immane se si pensa che a compierlo sono uomini e mezzi già fortemente provati da mesi e mesi di duro lavoro. Un lavoro dai ritmi serrati tra non pochi problemi e mille critiche. Nessuno però, finora ha fatto un plauso a queste persone che sono dei veri e propri eroi. Se non ci fossero la situazione in città sarebbe molto peggio. Finora, per tanti motivi, sembra che a Napoli qualsiasi cosa si attui o si cerchi di attuare per superare il problema questo fallisca sempre. Strane situazioni, strani impedimenti. Però, soprattutto strane proteste che come sono iniziate così svaniscono d’improvviso, come se fossero a comando. La città di Napoli produce ogni giorno circa 1200 tonnellate di rifiuti. Una quantità enorme se si pensa che in tutta la Campania ogni giorno si producono in media 7200 tonnellate di spazzatura. Si tratta di rifiuti 'tal quale', raccolti in maniera indifferenziata nei cassonetti, e rifiuti differenziati. Napoli aveva la sua discarica, quella di Chiaiano, aperta il 17 febbraio del 2009 con una capacità di 750 mila tonnellate. Una discarica che quando funzionava a pieno regime smaltiva fino a 700 tonnellate di rifiuti al giorno. Ora che è ormai quasi satura, anche se la sua saturazione è prevista per il settembre del 2011, potrebbe chiudere a giorni, non ne accoglie nemmeno la metà. Ed è stata proprio questo graduale e inesorabile venir meno di Chiaiano che ha fatto venire il ‘fiatone’ alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti a Napoli. Anche perché negli ultimi mesi, alla riduzione della capacità di ricezione della discarica di Chiaiano si è associata anche la non possibilità per Napoli di poter sversare nella discarica di Cava Sari a Terzigno. Un sito di sversamento aperto nel maggio del 2009 con una capacità di 650 mila tonnellate. La discarica, oltre i rifiuti di 18 comuni del vesuviano accoglieva anche quelli di Napoli. Questo però, fino a sei mesi fa poi, la popolazione dell’area con gli amministratori in testa, ben 4 comuni, si sono rivoltati. A gran voce hanno chiesto la chiusura di Cava Sari. Ne sono nati dei violenti scontri, durati settimane, tra cittadini e forze dell’ordine e numerosi auto compattatori sono stati dati alle fiamme da uomini incappucciati e armati di bottiglie molotov. Alla fine la discarica non ha chiuso, ma è stato tolta la possibilità alla città di Napoli di potervi sversare. Inoltre, è stata impedita l’apertura di un’altra discarica nello stesso territorio, quella di Cava Vitiello, sempre a Terzigno che avrebbe dovuto sempre servire anche allo smaltimento dei rifiuti di Napoli. Una sorta di compromesso o meglio forse era questo quello che si voleva. Da allora lo smaltimento dei rifiuti di Napoli è andato in tilt fino a quando poi è collassato del tutto. Ultima risorsa per Napoli restano gli impianti di trito vagliatura, Stir, un tempo Cdr. In Campania sono sette. Tre si trovano in provincia di Napoli, a Caivano, Tufino e a Giugliano. Presso di essi giungono i rifiuti ‘tal quale’ e lo ‘scarto’ della raccolta differenziata che poi vengono trattati. Dal trattamento dei rifiuti si ottiene una parte organica stabilizzata, parzialmente riclicabile, ed una frazione secca, non riciclabile. La prima finisce dagli Stir nelle discariche anche di altre province campane, quelle che si sono mostrate disponibili come quella di Caserta. La seconda è destinata alla combustione nell'unico termovalorizzatore della regione, quello di Acerra. Purtroppo questo dover spostare, anche per diversi chilometri, la spazzatura, specie quando è destinata fuori provincia, ha comportato un graduale rallentamento nella raccolta che poi si è materializzato in un vero e proprio blocco quasi totale. Questo perché allungandosi i tempi di viaggio e di sversamento si sono allungati anche i tempi di raccolta. Si è cercato di ovviare a questo predisponendo l'apertura di siti di trasferenza dove provvedere allo stoccaggio provvisorio della spazzatura. In questi giorni infatti i rifiuti raccolti stanno venendo trasportati nei tre siti di trasferenza messi a disposizione dal Comune all'interno della città di Napoli, nei quartieri di Gianturco, Ponticelli e San Pietro a Patierno. A questi vanno aggiunti i siti di trasferenza individuati dalla Provincia: due di questi all'interno del Comune di Acerra e uno a Caivano. Queste ultime due misure avevano in un primo momento incontrato le rimostranze delle popolazioni locali. Fino ad oggi infatti, il primo cittadino di Caivano, Antonio Falco, aveva emesso un'ordinanza che aveva bloccato lo sversamento dei rifiuti provenienti da Napoli nel capannone individuato come sito di trasferenza dalla Provincia. La Provincia però, dopo aver fatto ricorso presso il Tribunale amministrativo, sollevando dubbi riguardo la leicità della misura presa dal sindaco Falco, una volta vinto il ricorso ha potuto dare il via libera allo sversamento, dopo tre giorni di stop. Anche il dimissionari sindaco di Acerra, Tommaso Esposito, ha emesso un'ordinanza per bloccare l'arrivo dei rifiuti nell'area individuata come sito di trasferenza in località Pantano, dopo aver lamentato il mancato rispetto di uno 'stand-by' promesso dalla Provincia riguardo l'effettivo utilizzo del sito. Ultimo suo atto prima dell’insediamento del commissario prefettizio avvenuto ieri. Per capire un po’ il meccanismo è necessario sapere che la raccolta dalle strade, la differenziata e il trasporto in discarica compete ai singoli Comuni. Alle Province è assegnata la gestione dell'impiantistica, ovvero degli impianti Stir e delle discariche. Alla Regione invece, attraverso l'ufficio flussi, spetta l'assegnazione dei quantitativi di spazzatura ai vari impianti: quote che sono assegnate quotidianamente sulla base della capacità ricettiva dei singoli impianti e delle esigenze delle singole province. Nel frattempo, sull'emergenza rifiuti a Napoli e provincia, la Procura di Napoli ha aperto tre inchieste, sulle quali lavorano tre procuratori aggiunti, Aldo De Chiara, Francesco Greco e Giovanni Melillo, coordinati dal procuratore Giovandomenico Lepore. L'ultimo fascicolo aperto è quello sulla epidemia colposa, per la quale ci sarebbero già degli indagati, tra cui il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, al quale si contesterebbe la mancata attivazione di discariche in altre province campane per fronteggiare l'emergenza. Un'altra indagine riguarda i roghi: secondo le ipotesi formulate dalla Procura, non è escluso che dietro ai roghi o parte di essi e ai raid che avvengono sia in periferia che in centro con lancio di sacchetti al centro delle carreggiate vi sia un'unica regia. La terza inchiesta è quella della sezione ambiente: la sezione ambiente sta indagando sulla questione degli impianti utilizzati per i rifiuti.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

Unioni Civili
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione