martedì 28 giugno 2011

Pirateria somala: il triste destino dei marittimi delle navi catturate dai pirati


Anche se avvenuto dopo oltre 10 mesi, il recente rilascio dei 10 marittimi della MV SUEZ fa ben sperare per gli altri ancora ostaggi dei pirati somali. La vicenda insegna che nonostante tutto quello che possa accadere, se le trattative sono condotte con capacità e si decide di pagare, si riesce a riportare a casa i lavoratori del mare prigionieri in Somalia. Sono oltre 500 questi marittimi, sono tutti stranieri e di diverse nazionalità. Mentre sono almeno 34 le navi che sono ancora trattenuti in ostaggi dai pirati in Somalia. Tra gli ostaggi anche una coppia di velisti sudafricani, ostaggi da oltre 8 mesi e di cui non si conosce il destino, e degli europei. Tra gli europei una famiglia danese, padre, madre e tre figli minori, in mano ai pirati somali da oltre quattro mesi. Prigionieri in Somalia ci sono anche 11 marittimi italiani. Si tratta di parte dei membri degli equipaggi di due navi italiane, ‘Savina Caylyn’ e ‘Rosalia D’Amato’cadute nelle mani dei pirati somali rispettivamente l’8 febbraio e il 21 aprile scorsi. L’attenzione dei media sul fenomeno è limitata e a volte criticata. Per molti, armatori in testa, ogni notizia in merito che viene pubblicata serve solo ad aiutare i pirati a premere per ottenere un maggiore riscatto. Accuse che sono totalmente assurde e infondate in quanto ormai i pirati hanno un loro listino prezzi. Essi in base alla ‘preda’ catturata e al Paese di bandiera della compagnia marittima proprietaria della nave quantificano il riscatto. Un riscatto che varia dai 3,5 mln di dollari per un peschereccio, che poi, passando per i 5 mln per un mercantile giunge ai 9 milioni per una petroliera. E’ stato stimato che la tendenza dei riscatti è ormai verso l'alto con una media di un ‘rincaro’ ogni sei mesi. I giorni di quando si pagavano meno di un mezzo milione di dollari sono ormai lontani. Però, a parte il fatto che si tratta di accuse assurde la gente ha diritto di sapere, di conoscere i fatti. Soprattutto i familiari dei marinai catturati devono conoscere le condizioni dei loro cari e quale possa essere il loro destino. E proprio in virtù di questo che non pochi media non hanno mai cessato di tenere alta l’attenzione sul fenomeno e sul dramma che vivono i marittimi sequestrati dai pirati somali e non solo. Un dramma indescrivibile e molto spesso, specie negli ultimi tempi, che li porta anche alla morte. Un tragedia che stanno vivendo in prima persona i membri dell'equipaggio della MV ICEBERG 1. Si tratta di una nave catturata dai pirati somali il 29 marzo del 2010, quindi oltre un anno fa. La nave battente bandiera di Panama è di proprietà della compagnia marittima la ‘Iceberg International LTD’. L’imbarcazione, con un equipaggio di 24 marittimi provenienti da Yemen, India, Ghana, Sudan, Pakistan e Filippine, venne catturata mentre era diretta a Jebel Ali, negli Emirati Arabi Uniti con un carico misto di attrezzature meccaniche. Ora i membri del suo equipaggio non sanno se riusciranno o meno a sopravvivere alla loro prigionia. Proprio in questi giorni è stata annunciata la morte di uno di essi. Si tratta dell'ingegnere capo, Mohamed Abdalla Ali Kham, un cittadino yemenita, morto in seguito alle ferite provocategli dagli stessi pirati. Si tratterebbe del secondo marittimo del cargo a perdere la vita in prigionia. Prima di lui era stata denunciata la morte del terzo ufficiale, Mate Wagdi Akram anch’egli yemenita. La morte del marittimo del ICEBERG 1 è stata rivelata da un altro marinaio, Satnam Singh, un indiano membro dell’equipaggio della MV SUEZ. Il marittimo, che ha potuto riabbracciare i suoi cari in India dopo 10 mesi di prigionia, ne ha raccontato gli orrori e il dramma. Purtroppo il fenomeno della pirateria marittima al largo della Somalia è molto vasto e complesso, e sebbene vi sia in atto una mobilitazione internazionale di contrasto non si riesce a sgominarlo. Questo nonostante uno sforzo, della comunità internazionale, dal costo di diversi milioni di dollari all’anno. Una dimostrazione è il fatto che i pirati somali sono sempre di più i padroni del mare al largo della Somalia visto che continuano indisturbati nella loro attività criminale in lungo e in largo anche nell’Oceano indiano oltre che nel mare del Corno D’Africa. Il numero delle imbarcazioni arrembate dai pirati somali nei primi 5 mesi del 2011 ha superato di molto quello dello stesso periodo dello scorso anno. Un trend in crescita che fa temere che quello del 2010, già superiore del 10 per cento rispetto a quello del 2009, possa ulteriormente crescere. Tutto questo rende i pirati somali sempre di più una minaccia per la libera navigazione. Essi sono sempre in agguato lungo la rotta che unisce l’Asia con l’Occidente. Purtroppo i mercantili sono soliti seguire la via più breve passando per il Canale di Suez e il Golfo di Aden per risparmiare sui costi. Questa rotta corre proprio lungo le coste della Somalia, acque battute dai predoni del mare alla caccia di una ‘preda’ e che ormai sono tristemente note anche come il ‘mare dei pirati’. Il fenomeno della pirateria marittima al largo della Somalia ha visto la sua ‘esplosione’ nel 2008. In meno di tre anni le gang del mare che vi operano sono riuscite a mettere in scacco la comunità internazionale arrivando ad assaltare anche le stesse navi da guerra che sono stati inviate a contrastarli. Sempre di più stanno rincorrendo a forme diverse di violenza sia negli assalti sia nel trattare gli equipaggi catturati. Lavoratori del mare che un tempo era considerata merce preziosa, da mantenere in salute e in vita, e che oggi invece, sono anche usati come scudi umani e per assaltare altre navi. Un fatto questo che ha portato ad un aumento delle vittime tra i marittimi equipaggi delle navi assaltate e catturate. Inoltre, sembra che i moderni filibustieri somali si stiano organizzando anche in gruppi più forti e numerosi. Questo, per ‘contrastare’ anche le guardie armate, private o militari, che sempre più spesso si stanno imbarcando a bordo dei mercantili e pescherecci. Dopo i primi ‘successi’ di questo sistema di difesa delle navi, dopo che i predoni del mare avranno escogitato il sistema per neutralizzarli, e sembra che già ci siano riusciti, di certo non serviranno più allo scopo. Anzi, la loro presenza a bordo dei mercantili farà aumentare ulteriormente i rischi per i lavoratori del mare. Una possibilità questa, dovuta al conseguente aumento della violenza. Inoltre, se queste guardie saranno catturate, i pirati avranno in mano anche dei ‘prigionieri di guerra’, perché come tali li tratteranno in quanto sono uomini armati che sparano su di loro e a volte li uccidono anche. In questo caso i governi dei Paesi da cui provengono queste guardie come si comporteranno? Anche in Italia, si spinge per questa soluzione, sia nel mondo polito sia nel mondo della marineria. Chi vuole adottarla ha pensato veramente cosa comporta una scelta simile? Come possono pochi uomini armati ad esempio poter difendere in pieno Oceano un superpetroliera? E poi si è pensato che la struttura dei mercantili non sono fatte per resistere ad una battaglia a colpi di razzi e armi d’assalto? E ancora come si può pensare di usare armi su una nave carica di prodotti altamente infiammabili?

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione