 ché condannato in Italia a 4 ergastoli per altrettanti omicidi commessi negli anni ’70 quando era un militante dei Proletari armati per il comunismo, Pac. Un altro giudice, Marco Aurelio Mello ha invece sottolineato che: “Sono nel Supremo da vent'anni e non mi sono mai trovato davanti ad una situazione in cui l'esecutivo si pronuncia su una questione riguardante la politica estera che viene poi messa in discussione da un governo straniero”. Mello è lo stesso giudice che ha proposto e fatto mettere ai voti per primo l’esame del ricorso avanzato dall'Italia. Una mossa a sorpresa, forse ben congegnata, e suffragata da un altro giudice, Luis Fux. Una mossa che ha anticipato il verdetto in quanto giuridicamente una volta respinto il ricorso dell'Italia, l'estradizione si intendeva di fatto negata. Però, fino alla fine in tanti hanno continuato a sperare. Poi è arrivata la decisione finale che ha spazzato via ogni speranza di giustizia. Di fronte al duplice ‘NO’ da parte del Tribunale Supremo federale del Brasile la dice lunga il fatto che la decisione è stata presa non all’unanimità, ma ha prevalso la maggioranza dei votanti, 6 contro 3, e chissà quali altri interessi. Il fatto che ci sono volute quasi 7 ore per arrivare alla decisione. La Corte, doveva anche decidere se Lula, con la sua decisione, avesse rispettato o meno il Trattato di estradizione in vigore tra Italia e Brasile dal 1989. Hanno votato contro i giudici Marco Aurelio Mello, Luis Fux, Carmen Lucia, Ricardo Lewandowski, Joquim Barbosa, e Ayres Britto. Hanno votato a favore il presidente del Supremo Tribunale Federale (Stf), Cezar Peluso, il giudice relatore Gilmar Mendes e la giudice Ellen Gracie. Dopo oltre quattro anni di detenzione nel carcere di Papuda a Brasilia, Battisti, torna un uomo libero. Ingiustizia è fatta! Battisti sembra che intenda chiedere al Brasile un visto permanente di soggiorno per continuare a vivere nel Paese sud-americano. “Battisti mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici'', ha spiegato il suo legale Luis Roberto Barroso. Bhe! Di certo un grande ‘amico’ l’ha trovato nel giudice Mello suo principale ‘difensore’. Per ora la reazione dell’Italia alla decisione presa dalla Corte suprema brasiliana appare ancora timida. Quando la notizia è giunta in Italia era notte fonda, ma ora man mano che passano le ore le reazioni sono crescenti e forti. Soprattutto prevale la rabbia e lo sdegno per quanto è accaduto e per come è accaduto. Le motivazioni addotte per il rigetto del ricorso dell’Italia sono semplicemente senza un fondamento perché non tengono conto di nulla, sono solo, apparentemente, figlie di una vergognosa retorica politica condita da forti pregiudizi e mistificazioni. Il legale brasiliano dell’Italia, Nabor Bulhoes, ha annunciato che presenterà un ricorso, contro la decisione del Stf, alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. Questo, nel chiaro intento di perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale. Comunque sia l’intera vicenda, dall’inizio fino alla sua conclusione, ha solo destato sentimenti quali delusione, amarezza e contrarietà. A nessuno pare giusto che “un volgare assassino che sinora ha mascherato i suoi delitti dietro la lotta politica non possa essere finalmente consegnato alle patrie galere, scontando finalmente il suo debito con il popolo italiano”, come ha affermato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni che ha anche rincarato la dose affermando: “Battisti non è un perseguitato politico, e nemmeno un politico, ma un criminale comune, un volgare assassino rimasto impunito per trent'anni”. In merito alla sentenza il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha affermato: “Non posso non rilevare come la decisione odierna del massimo organo giudiziario brasiliano, oltre a offendere il diritto alla giustizia per le vittime dei crimini di Battisti, appaia contraria agli obblighi sanciti dagli accordi internazionali che legano i due Paesi, peraltro accomunati da profondi e antichi legami di amicizia e consanguineità”. Reazioni che fanno sperare che almeno questa insana scelta fatta dal Brasile abbia delle ripercussioni politiche e diplomatiche nei rapporti tra i due Paesi. Anche perché il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in una nota ha fatto sapere che il diniego all'estradizione di Cesare Battisti non tiene conto delle legittime aspettative di giustizia del popolo italiano ed in particolare dei familiari delle vittime dell’ex terrorista. Nella nota si dice a chiare lettere che l’Italia continuerà la sua azione e attiverà le opportune istanze giurisdizionali per assicurare il rispetto degli accordi internazionali che vincolano due Paesi accomunati da legami storici di amicizia e solidarietà. Mentre, il Quirinale è restato in silenzio. Un silenzio pesante in quanto in passato più di una volta il presidente Giorgio Napolitano si è speso in prima persona per una soluzione diversa da quella di oggi. Come nel dicembre scorso quando disse: “La decisione del Presidente Lula ha suscitato in me profonda delusione, amarezza e contrarietà”. Addirittura Napolitano definì le motivazioni addotte da Lula infondate quanto insensibili alle garanzie dell'ordinamento giuridico e alla tradizione democratica del nostro Paese. Stamani però, l'ex terrorista Cesare Battisti, passato dalla pistola alla penna, ora è un affermato e ‘ricco’ scrittore di romanzi noir, è tornato libero. Libero di riabbracciare soprattutto la sua fidanzata brasiliana, Joice Lima e certo che non pagherà mai il suo debito all’Italia. Sarebbe potuto tornare libero fin dal dicembre scorso quando Lula aveva negato la sua estradizione, ma il ricorso presentato dai legali dell'Italia, ha dovuto attendere in carcere la pronuncia finale del Stf.
ché condannato in Italia a 4 ergastoli per altrettanti omicidi commessi negli anni ’70 quando era un militante dei Proletari armati per il comunismo, Pac. Un altro giudice, Marco Aurelio Mello ha invece sottolineato che: “Sono nel Supremo da vent'anni e non mi sono mai trovato davanti ad una situazione in cui l'esecutivo si pronuncia su una questione riguardante la politica estera che viene poi messa in discussione da un governo straniero”. Mello è lo stesso giudice che ha proposto e fatto mettere ai voti per primo l’esame del ricorso avanzato dall'Italia. Una mossa a sorpresa, forse ben congegnata, e suffragata da un altro giudice, Luis Fux. Una mossa che ha anticipato il verdetto in quanto giuridicamente una volta respinto il ricorso dell'Italia, l'estradizione si intendeva di fatto negata. Però, fino alla fine in tanti hanno continuato a sperare. Poi è arrivata la decisione finale che ha spazzato via ogni speranza di giustizia. Di fronte al duplice ‘NO’ da parte del Tribunale Supremo federale del Brasile la dice lunga il fatto che la decisione è stata presa non all’unanimità, ma ha prevalso la maggioranza dei votanti, 6 contro 3, e chissà quali altri interessi. Il fatto che ci sono volute quasi 7 ore per arrivare alla decisione. La Corte, doveva anche decidere se Lula, con la sua decisione, avesse rispettato o meno il Trattato di estradizione in vigore tra Italia e Brasile dal 1989. Hanno votato contro i giudici Marco Aurelio Mello, Luis Fux, Carmen Lucia, Ricardo Lewandowski, Joquim Barbosa, e Ayres Britto. Hanno votato a favore il presidente del Supremo Tribunale Federale (Stf), Cezar Peluso, il giudice relatore Gilmar Mendes e la giudice Ellen Gracie. Dopo oltre quattro anni di detenzione nel carcere di Papuda a Brasilia, Battisti, torna un uomo libero. Ingiustizia è fatta! Battisti sembra che intenda chiedere al Brasile un visto permanente di soggiorno per continuare a vivere nel Paese sud-americano. “Battisti mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici'', ha spiegato il suo legale Luis Roberto Barroso. Bhe! Di certo un grande ‘amico’ l’ha trovato nel giudice Mello suo principale ‘difensore’. Per ora la reazione dell’Italia alla decisione presa dalla Corte suprema brasiliana appare ancora timida. Quando la notizia è giunta in Italia era notte fonda, ma ora man mano che passano le ore le reazioni sono crescenti e forti. Soprattutto prevale la rabbia e lo sdegno per quanto è accaduto e per come è accaduto. Le motivazioni addotte per il rigetto del ricorso dell’Italia sono semplicemente senza un fondamento perché non tengono conto di nulla, sono solo, apparentemente, figlie di una vergognosa retorica politica condita da forti pregiudizi e mistificazioni. Il legale brasiliano dell’Italia, Nabor Bulhoes, ha annunciato che presenterà un ricorso, contro la decisione del Stf, alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. Questo, nel chiaro intento di perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale. Comunque sia l’intera vicenda, dall’inizio fino alla sua conclusione, ha solo destato sentimenti quali delusione, amarezza e contrarietà. A nessuno pare giusto che “un volgare assassino che sinora ha mascherato i suoi delitti dietro la lotta politica non possa essere finalmente consegnato alle patrie galere, scontando finalmente il suo debito con il popolo italiano”, come ha affermato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni che ha anche rincarato la dose affermando: “Battisti non è un perseguitato politico, e nemmeno un politico, ma un criminale comune, un volgare assassino rimasto impunito per trent'anni”. In merito alla sentenza il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha affermato: “Non posso non rilevare come la decisione odierna del massimo organo giudiziario brasiliano, oltre a offendere il diritto alla giustizia per le vittime dei crimini di Battisti, appaia contraria agli obblighi sanciti dagli accordi internazionali che legano i due Paesi, peraltro accomunati da profondi e antichi legami di amicizia e consanguineità”. Reazioni che fanno sperare che almeno questa insana scelta fatta dal Brasile abbia delle ripercussioni politiche e diplomatiche nei rapporti tra i due Paesi. Anche perché il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in una nota ha fatto sapere che il diniego all'estradizione di Cesare Battisti non tiene conto delle legittime aspettative di giustizia del popolo italiano ed in particolare dei familiari delle vittime dell’ex terrorista. Nella nota si dice a chiare lettere che l’Italia continuerà la sua azione e attiverà le opportune istanze giurisdizionali per assicurare il rispetto degli accordi internazionali che vincolano due Paesi accomunati da legami storici di amicizia e solidarietà. Mentre, il Quirinale è restato in silenzio. Un silenzio pesante in quanto in passato più di una volta il presidente Giorgio Napolitano si è speso in prima persona per una soluzione diversa da quella di oggi. Come nel dicembre scorso quando disse: “La decisione del Presidente Lula ha suscitato in me profonda delusione, amarezza e contrarietà”. Addirittura Napolitano definì le motivazioni addotte da Lula infondate quanto insensibili alle garanzie dell'ordinamento giuridico e alla tradizione democratica del nostro Paese. Stamani però, l'ex terrorista Cesare Battisti, passato dalla pistola alla penna, ora è un affermato e ‘ricco’ scrittore di romanzi noir, è tornato libero. Libero di riabbracciare soprattutto la sua fidanzata brasiliana, Joice Lima e certo che non pagherà mai il suo debito all’Italia. Sarebbe potuto tornare libero fin dal dicembre scorso quando Lula aveva negato la sua estradizione, ma il ricorso presentato dai legali dell'Italia, ha dovuto attendere in carcere la pronuncia finale del Stf.giovedì 9 giugno 2011
Caso Battisti: Ingiustizia è fatta!
 ché condannato in Italia a 4 ergastoli per altrettanti omicidi commessi negli anni ’70 quando era un militante dei Proletari armati per il comunismo, Pac. Un altro giudice, Marco Aurelio Mello ha invece sottolineato che: “Sono nel Supremo da vent'anni e non mi sono mai trovato davanti ad una situazione in cui l'esecutivo si pronuncia su una questione riguardante la politica estera che viene poi messa in discussione da un governo straniero”. Mello è lo stesso giudice che ha proposto e fatto mettere ai voti per primo l’esame del ricorso avanzato dall'Italia. Una mossa a sorpresa, forse ben congegnata, e suffragata da un altro giudice, Luis Fux. Una mossa che ha anticipato il verdetto in quanto giuridicamente una volta respinto il ricorso dell'Italia, l'estradizione si intendeva di fatto negata. Però, fino alla fine in tanti hanno continuato a sperare. Poi è arrivata la decisione finale che ha spazzato via ogni speranza di giustizia. Di fronte al duplice ‘NO’ da parte del Tribunale Supremo federale del Brasile la dice lunga il fatto che la decisione è stata presa non all’unanimità, ma ha prevalso la maggioranza dei votanti, 6 contro 3, e chissà quali altri interessi. Il fatto che ci sono volute quasi 7 ore per arrivare alla decisione. La Corte, doveva anche decidere se Lula, con la sua decisione, avesse rispettato o meno il Trattato di estradizione in vigore tra Italia e Brasile dal 1989. Hanno votato contro i giudici Marco Aurelio Mello, Luis Fux, Carmen Lucia, Ricardo Lewandowski, Joquim Barbosa, e Ayres Britto. Hanno votato a favore il presidente del Supremo Tribunale Federale (Stf), Cezar Peluso, il giudice relatore Gilmar Mendes e la giudice Ellen Gracie. Dopo oltre quattro anni di detenzione nel carcere di Papuda a Brasilia, Battisti, torna un uomo libero. Ingiustizia è fatta! Battisti sembra che intenda chiedere al Brasile un visto permanente di soggiorno per continuare a vivere nel Paese sud-americano. “Battisti mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici'', ha spiegato il suo legale Luis Roberto Barroso. Bhe! Di certo un grande ‘amico’ l’ha trovato nel giudice Mello suo principale ‘difensore’. Per ora la reazione dell’Italia alla decisione presa dalla Corte suprema brasiliana appare ancora timida. Quando la notizia è giunta in Italia era notte fonda, ma ora man mano che passano le ore le reazioni sono crescenti e forti. Soprattutto prevale la rabbia e lo sdegno per quanto è accaduto e per come è accaduto. Le motivazioni addotte per il rigetto del ricorso dell’Italia sono semplicemente senza un fondamento perché non tengono conto di nulla, sono solo, apparentemente, figlie di una vergognosa retorica politica condita da forti pregiudizi e mistificazioni. Il legale brasiliano dell’Italia, Nabor Bulhoes, ha annunciato che presenterà un ricorso, contro la decisione del Stf, alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. Questo, nel chiaro intento di perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale. Comunque sia l’intera vicenda, dall’inizio fino alla sua conclusione, ha solo destato sentimenti quali delusione, amarezza e contrarietà. A nessuno pare giusto che “un volgare assassino che sinora ha mascherato i suoi delitti dietro la lotta politica non possa essere finalmente consegnato alle patrie galere, scontando finalmente il suo debito con il popolo italiano”, come ha affermato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni che ha anche rincarato la dose affermando: “Battisti non è un perseguitato politico, e nemmeno un politico, ma un criminale comune, un volgare assassino rimasto impunito per trent'anni”. In merito alla sentenza il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha affermato: “Non posso non rilevare come la decisione odierna del massimo organo giudiziario brasiliano, oltre a offendere il diritto alla giustizia per le vittime dei crimini di Battisti, appaia contraria agli obblighi sanciti dagli accordi internazionali che legano i due Paesi, peraltro accomunati da profondi e antichi legami di amicizia e consanguineità”. Reazioni che fanno sperare che almeno questa insana scelta fatta dal Brasile abbia delle ripercussioni politiche e diplomatiche nei rapporti tra i due Paesi. Anche perché il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in una nota ha fatto sapere che il diniego all'estradizione di Cesare Battisti non tiene conto delle legittime aspettative di giustizia del popolo italiano ed in particolare dei familiari delle vittime dell’ex terrorista. Nella nota si dice a chiare lettere che l’Italia continuerà la sua azione e attiverà le opportune istanze giurisdizionali per assicurare il rispetto degli accordi internazionali che vincolano due Paesi accomunati da legami storici di amicizia e solidarietà. Mentre, il Quirinale è restato in silenzio. Un silenzio pesante in quanto in passato più di una volta il presidente Giorgio Napolitano si è speso in prima persona per una soluzione diversa da quella di oggi. Come nel dicembre scorso quando disse: “La decisione del Presidente Lula ha suscitato in me profonda delusione, amarezza e contrarietà”. Addirittura Napolitano definì le motivazioni addotte da Lula infondate quanto insensibili alle garanzie dell'ordinamento giuridico e alla tradizione democratica del nostro Paese. Stamani però, l'ex terrorista Cesare Battisti, passato dalla pistola alla penna, ora è un affermato e ‘ricco’ scrittore di romanzi noir, è tornato libero. Libero di riabbracciare soprattutto la sua fidanzata brasiliana, Joice Lima e certo che non pagherà mai il suo debito all’Italia. Sarebbe potuto tornare libero fin dal dicembre scorso quando Lula aveva negato la sua estradizione, ma il ricorso presentato dai legali dell'Italia, ha dovuto attendere in carcere la pronuncia finale del Stf.
ché condannato in Italia a 4 ergastoli per altrettanti omicidi commessi negli anni ’70 quando era un militante dei Proletari armati per il comunismo, Pac. Un altro giudice, Marco Aurelio Mello ha invece sottolineato che: “Sono nel Supremo da vent'anni e non mi sono mai trovato davanti ad una situazione in cui l'esecutivo si pronuncia su una questione riguardante la politica estera che viene poi messa in discussione da un governo straniero”. Mello è lo stesso giudice che ha proposto e fatto mettere ai voti per primo l’esame del ricorso avanzato dall'Italia. Una mossa a sorpresa, forse ben congegnata, e suffragata da un altro giudice, Luis Fux. Una mossa che ha anticipato il verdetto in quanto giuridicamente una volta respinto il ricorso dell'Italia, l'estradizione si intendeva di fatto negata. Però, fino alla fine in tanti hanno continuato a sperare. Poi è arrivata la decisione finale che ha spazzato via ogni speranza di giustizia. Di fronte al duplice ‘NO’ da parte del Tribunale Supremo federale del Brasile la dice lunga il fatto che la decisione è stata presa non all’unanimità, ma ha prevalso la maggioranza dei votanti, 6 contro 3, e chissà quali altri interessi. Il fatto che ci sono volute quasi 7 ore per arrivare alla decisione. La Corte, doveva anche decidere se Lula, con la sua decisione, avesse rispettato o meno il Trattato di estradizione in vigore tra Italia e Brasile dal 1989. Hanno votato contro i giudici Marco Aurelio Mello, Luis Fux, Carmen Lucia, Ricardo Lewandowski, Joquim Barbosa, e Ayres Britto. Hanno votato a favore il presidente del Supremo Tribunale Federale (Stf), Cezar Peluso, il giudice relatore Gilmar Mendes e la giudice Ellen Gracie. Dopo oltre quattro anni di detenzione nel carcere di Papuda a Brasilia, Battisti, torna un uomo libero. Ingiustizia è fatta! Battisti sembra che intenda chiedere al Brasile un visto permanente di soggiorno per continuare a vivere nel Paese sud-americano. “Battisti mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici'', ha spiegato il suo legale Luis Roberto Barroso. Bhe! Di certo un grande ‘amico’ l’ha trovato nel giudice Mello suo principale ‘difensore’. Per ora la reazione dell’Italia alla decisione presa dalla Corte suprema brasiliana appare ancora timida. Quando la notizia è giunta in Italia era notte fonda, ma ora man mano che passano le ore le reazioni sono crescenti e forti. Soprattutto prevale la rabbia e lo sdegno per quanto è accaduto e per come è accaduto. Le motivazioni addotte per il rigetto del ricorso dell’Italia sono semplicemente senza un fondamento perché non tengono conto di nulla, sono solo, apparentemente, figlie di una vergognosa retorica politica condita da forti pregiudizi e mistificazioni. Il legale brasiliano dell’Italia, Nabor Bulhoes, ha annunciato che presenterà un ricorso, contro la decisione del Stf, alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. Questo, nel chiaro intento di perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale. Comunque sia l’intera vicenda, dall’inizio fino alla sua conclusione, ha solo destato sentimenti quali delusione, amarezza e contrarietà. A nessuno pare giusto che “un volgare assassino che sinora ha mascherato i suoi delitti dietro la lotta politica non possa essere finalmente consegnato alle patrie galere, scontando finalmente il suo debito con il popolo italiano”, come ha affermato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni che ha anche rincarato la dose affermando: “Battisti non è un perseguitato politico, e nemmeno un politico, ma un criminale comune, un volgare assassino rimasto impunito per trent'anni”. In merito alla sentenza il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha affermato: “Non posso non rilevare come la decisione odierna del massimo organo giudiziario brasiliano, oltre a offendere il diritto alla giustizia per le vittime dei crimini di Battisti, appaia contraria agli obblighi sanciti dagli accordi internazionali che legano i due Paesi, peraltro accomunati da profondi e antichi legami di amicizia e consanguineità”. Reazioni che fanno sperare che almeno questa insana scelta fatta dal Brasile abbia delle ripercussioni politiche e diplomatiche nei rapporti tra i due Paesi. Anche perché il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in una nota ha fatto sapere che il diniego all'estradizione di Cesare Battisti non tiene conto delle legittime aspettative di giustizia del popolo italiano ed in particolare dei familiari delle vittime dell’ex terrorista. Nella nota si dice a chiare lettere che l’Italia continuerà la sua azione e attiverà le opportune istanze giurisdizionali per assicurare il rispetto degli accordi internazionali che vincolano due Paesi accomunati da legami storici di amicizia e solidarietà. Mentre, il Quirinale è restato in silenzio. Un silenzio pesante in quanto in passato più di una volta il presidente Giorgio Napolitano si è speso in prima persona per una soluzione diversa da quella di oggi. Come nel dicembre scorso quando disse: “La decisione del Presidente Lula ha suscitato in me profonda delusione, amarezza e contrarietà”. Addirittura Napolitano definì le motivazioni addotte da Lula infondate quanto insensibili alle garanzie dell'ordinamento giuridico e alla tradizione democratica del nostro Paese. Stamani però, l'ex terrorista Cesare Battisti, passato dalla pistola alla penna, ora è un affermato e ‘ricco’ scrittore di romanzi noir, è tornato libero. Libero di riabbracciare soprattutto la sua fidanzata brasiliana, Joice Lima e certo che non pagherà mai il suo debito all’Italia. Sarebbe potuto tornare libero fin dal dicembre scorso quando Lula aveva negato la sua estradizione, ma il ricorso presentato dai legali dell'Italia, ha dovuto attendere in carcere la pronuncia finale del Stf.DIRITTI E UTILIZZO RISERVATI
GRAZIE
Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo
 
Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....
Unioni Civili
 
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI
STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA
Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer
 
 
Rivista e libro in vendita al sito www.liberoreporter.it
A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia
 
Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti
Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili
 
in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!
sono solidale con gli immigrati clandestini
 
il volto di un immigrato
...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!
 
DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...
Un bambino del Darfur
 
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.
Il pianto di un innocente a Gaza
 
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.
Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
 
Sono solidale con i persiani che manifestano
Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto  le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema.  La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!
i 44 presidenti degli Usa
 
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008
The President United States of America
 
Barack Obama
E' morta Miriam Makeba
 
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...
Notes
 
Italia. Violenza sessuale è allarme sociale
Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.
***
La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'
Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.
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ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!
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Parole....di Abraham Lincoln
Non si può arrivare alla prosperità
scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.
USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA
 
 
marito e padre
 
i due rivali
genere umano
GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
 
da peacereporter
23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!
 
faccio mia la gioia di tutti!
Finalmente liberi!!!
 
Grazie a loro la Betancourt è libera
 
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya
Grazie Uribe!!
 
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002
madre e figlia!
 
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt
le due Betancourt
 
Ingrid abbraccia la madre Yolanda
La gioia della libertà riconquistata
 
Ingrid Betancourt dopo la liberazione
 
 
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