In Italia dopo l'inizio della stagione influenzale è ora atteso il picco. Secondo gli epidemiologi dell'Istituto Superiore di Sanità, ISS, esso è previsto tra la fine del mese di gennaio e l’inizio di quello di febbraio. Quest’anno il virus A/H1N1, definito pandemico l’anno scorso, è divenuto stagionale. I primi casi sono stati segnalati all’inizio dello scorso mese di dicembre. Da allora sono stati oltre un milione e mezzo g

li italiani che si sono ammalati. La malattia ha un periodo di incubazione di circa 3 giorni, durante i quali il soggetto è contagiante, segue la fase acuta con febbre, anche alta tra i 38 e i 39 gradi, sintomi respiratori, come rinorrea e tosse, sintomi generali, come dolori artro - muscolari, cefalea, che dura circa 4 - 7 giorni e quindi un periodo anche lungo di convalescenza, caratterizzato da senso di spossatezza. Complessivamente quest’anno l'influenza dovrebbe colpire dai 3milioni e mezzo ai 5 milioni di italiani su una popolazione di 60 milioni di abitanti. Purtroppo, per effetto della campagna mediatica dello scorso anno sul vaccino pandemico, finora, a distanza di quasi tre mesi dall'inizio della campagna vaccinale, si è registrato un sensibile calo delle vaccinazioni rispetto al passato. Un fatto questo, giudicato allarmante in quanto la vaccinazione è l’unica difesa certa contro il virus specie per chi ha gravi patologie croniche e per i bambini. Sono quest’ultimi, nell'andamento nazionale, la fascia più colpita finora. La vaccinazione contro l`influenza stagionale offre, una protezione dai 3 ceppi maggiormente aggressivi tra cui l’H3N2 e il tipo B, il Brisbane/70/2008. Da quest’anno il vaccino protegge, in modo efficace e sicuro, anche dal ceppo A/H1N1. Per questo motivo da più parti giungono sollecitazioni a vaccinarsi. “Nessun allarme per l'influenza A/H1N1, ma chi è a rischio si vaccini. Non si tratta di una pandemia, ma di una epidemia stagionale influenzale che quest'anno comprende anche quello per l’influenza A come sappiamo e per questo il vaccino trivalente copre anche questo virus”, è l'invito lanciato nei giorni scorsi dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Dello stesso avviso la FIMMG, l’associazione che raggruppa i medici di famiglia. “Gli anziani e la popolazione a rischio per proteggersi dall'influenza devono vaccinarsi immediatamente”. L’affermazione è venuta dal segretario nazionale, Giacomo Milillo il quale ha ricordato anche che il vaccino è disponibile presso le Asl. Anche da Federanziani arriva l’invito a vaccinarsi. Il vaccino è in grado di proteggere oltre il 70 per cento delle persone vaccinate. In base ai dati resi noti da Influnet, la Rete italiana di sorveglianza influenza dell'Iss, in Italia nell'ultima settimana sono oltre 300mila le persone costrette a letto dall'influenza. Un valore pari a 5,8 casi per mille assistiti. La regione più colpita sono le Marche con 9,99 casi per mille assistiti, seguita dal Molise (7,34), la Campania (7,33) e il Piemonte (7,32). Si sono finora registrati meno casi invece, in Sardegna (1,21), Puglia (2,63) e Friuli Venezia Giulia (2,67). Secondo gli ultimi dati forniti dai medici sentinella della rete di monitoraggio, la frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti varia da fascia a fascia. Nella fascia di età tra 0-4 anni l'incidenza è pari a 10,57 casi per mille assistiti, in quella tra i 5-14 anni l'incidenza è pari a 7,92, nella fascia 15-64 anni a 6,17 e tra gli individui di età pari a 65 anni e oltre a 1,88 casi per mille assistiti. Dati questi che indicano una leggera diminuzione dell'incidenza nelle fasce di età pediatrica che finora, nell'andamento nazionale era quella più colpita, mentre nei giovani adulti e negli ultra sessantaquattrenni l'incidenza è in salita. Le preoccupazioni cominciano a farsi sentire dopo che ad inizio gennaio si sono registrati i primi due casi mortali e ad oggi il numero delle vittime è salito a 10. In gran parte si trattava di persone con importanti fattori di rischio. Ecco perché torna ricorrente l’appello a vaccinarsi. L’allarme è però a livelli bassi. Gli esperti considerano, quella di quest’anno, non una grande epidemia e anche il numero di morti per loro rientra nella normalità. Gli esperti dell’ISS, a fronte dell'aumento del numero dei casi di influenza registrato nelle ultime settimane attraverso il sistema di sorveglianza Influnet, si aspettano un incremento di malattie gravi e decessi associati all'influenza, che però, rientrano nella media stagionale. Una media che, nel corso di una normale stagione influenzale, e pari a 8mila decessi considerando tutte le cause di morte e di circa mille decessi considerando come causa di morte soltanto polmonite e influenza. “Il tasso di letalità, cioè la stima che si ottiene dividendo il numero totale dei malati e il numero dei deceduti, anche quest'anno è molto inferiore all'1 per mille”, ha assicurato direttore del dipartimento Malattie infettive dell'ISS, il prof Gianni Rezza agg

iungendo che: “il virus prevalente, l'A/H1N1, non è mutato e la sua aggressività è la stessa dell'anno scorso”. “Se tutte le persone che sono a rischio si vaccinassero, il pericolo si ridurrebbe di molto. Ma storicamente vige una sorta di reticenza nei confronti della vaccinazione antinfluenzale”, ha spiegato il virologo. Nel frattempo sulla rivista medica 'Clinical Infectious Diseases' è stata pubblicata la notizia che è possibile ridurre il tasso di mortalità nei pazienti che si sono gravemente ammalati a causa del virus dell'influenza A/H1N1. Si tratta di uno studio condotto nel periodo da settembre 2009 a giugno 2010 su 93 pazienti che sono stati divisi in due gruppi. Un dei gruppi ha ricevuto un trattamento a base di plasma contiene anticorpi vincenti contro l’H1N1 prelevato da persone convalescenti dalla malattia, mentre l’altro non l’ha ricevuto. La mortalità nel gruppo che è stato sottoposto all trattamento è stato del 20 per cento contro il 55 per cento del gruppo non trattato. Lo studio è stato condotto dal dott. Kowk-Yung Yuen dell'Università di Hong Kong. Questa plasma-terapia di fatto è un'immunoterapia che si basa sul principio che se il corpo di un ammalato reagisce bene alla malattia producendo gli anticorpi giusti per vincerla questi dopo, se prelevati possono aiutare le persone come anziani, soggetti immunocompromessi, malati cronici e altri, che non sono altrettanto capaci di reagire a un'infezione, a guarire. Nei gironi scorsi invece, un altro studio pubblicato questa volta dalla rivista ‘Plos Medicine’ aveva ribadito l’importanza della vaccinazione. Dallo studio, condotto a livello europeo, nell’ambito del progetto ‘Influenza monitoring of vaccine effectiveness in Europe’, I-MOVE, era infatti, emerso che il vaccino contro l'influenza A è in grado di proteggere oltre il 70 per cento delle persone vaccinate. Si tratta di dati raccolti durante la stagione influenzale 2009/2010 e che ha coinvolto Paesi quali: Francia, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania, Spagna e Ungheria. Lo studio è stato coordinato dall' ‘European Center Disease Control’ e ha visto coinvolto l'Italia attraverso il ‘Centro di Epidemiologia Sorveglianza e promozione della Salute’, CNESP, il ‘Dipartimento Malattie infettive Parassitarie e Immunomediate’, MIPI, e un gruppo di medici di medicina generale e pediatri delle regioni Campania, Toscana e Piemonte. I dati italiani sono stati poi, raccolti dall'ISS. Comunque sia gli esperti consigliano, per proteggerci contro il virus dell’influenza, di consumare anche frutta, formaggio, latte, yogurt. Alimenti questi, tutti alleati del sistema immunitario. In particolare consigliano di consumare quelli ricchi di betacarotene, vitamine E e C come: kiwi, agrumi, frutti di bosco, broccoli, cavoli, zucca.
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