mercoledì 3 novembre 2010

Rifiuti Napoli: situazione nel caos senza responsabilità di nessuno

Questa mattina nelle strade di Napoli vi sono oltre duemila tonnellate di rifiuti a terra non raccolti. Ieri erano altrettanti. I rifiuti che giacciono ammucchiati nelle strada cittadine sono vecchi di due giorni. La situazione non cambia, anzi peggiora, se si rivolge l’attenzione in provincia dove la media di giacenza dei rifiuti a terra in strada è minimo di quattro giorni. Una situazione questa che rimarrà tale finchè non verrà stabilito con certezza dove poter far scaricare la ‘monnezza’. Tutti possono testimoniare gli sforzi che si stanno facendo per affrontare questa nuova crisi. E’ sceso in campo anche il governo che ha inviato a Napoli Guido Bertolaso, capo della protezione civile. Una crisi nata dalle proteste anti discarica della gente dell’area vesuviana. Era appunto a cava Sari a Terzigno, che la città di Napoli e molte altre dell’Hinterland andavano a sversare i loro rifiuti. Ora non possono più. L’ha deciso il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che ha siglato un accordo con i sindaci dei 18 comuni del vesuviano. Un accordo che di fatto ha cancellato in un sol colpo il ‘piano rifiuti’ varato con la legge 123 del 2008. L’intesa raggiunta infatti, permette la riapertura della discarica di Terzigno, ma riservata solo a i comuni del vesuviano che rientrano nella ‘zona rossa’, quella per intenderci, a rischio Vesuvio, e cancella l’apertura di una seconda discarica a cava Vitiello. Va bene l’accordo raggiunto, ma esso non è certo la soluzione del problema, è servito solo a spegnere la protesta nel vesuviano. Ora però gli altri dove possono conferire i loro rifiuti? Ci ha pensato il presidente della Provincia, Luigi Cesaro. L’inquilino di piazza Matteotti, con un provvedimento ad hoc, il 27/10/2010 ha autorizzato gli auto compattatori di Napoli a conferire il loro carico di rifiuti nel sito di stoccaggio di eco balle di Giugliano in località Taverna del Re. Un sito riaperto per l’occasione, era chiuso in attesa di bonifica da due anni, per accogliere 10 mila tonnellate di spazzatura. Una soluzione temporanea, della durata di non più di 45 giorni, adottata nella speranza di poter liberare il capoluogo campano dall’immondizia in cui ‘affoga’. La soluzione ha però, acceso la protesta della popolazione di Giugliano ed ecco ripresentarsi le scene già viste a Terzigno nei primi giorni di protesta e si spera che non degenerino allo stesso modo. I camion di fatto non riescono a sversare a Taverna del Re o se ci riescono è dopo un lungo ‘pellegrinare’. Ed una volta entrati nel sito non è detto che poi, riescano ad uscirvi agevolmente. Altro problema! Ed ora come fare a risolverlo? Nessun problema, ci ha pensato il governo. Ieri, dopo l’intervento iniziato oltre dieci giorni fa su mandato del governo per risolvere i problemi derivanti dalla ‘cattiva’ gestione della discarica Sari a Terzigno, Bertolaso ha incontrato a Napoli i rappresentanti degli enti locali e delle aziende che si occupano della gestione dei rifiuti. L'incontro è avvenuto mentre fuori, in strada, la città ‘affoga’ nella spazzatura. Nel corso del vertice si è di fatto sancito il passaggio di consegne tra il Dipartimento della Protezione Civile e le autorità locali. Per Bertolaso infatti, il problema rifiuti è stato risolto o in via di completa risoluzione tanto è vero che a cava Sari da stanotte si sversa di nuovo. Dello stesso avviso il presidente del Consiglio Berlusconi per il quale il problema dei rifiuti in Campania è causato da chi raccoglie la spazzatura, ossia dal Comune di Napoli. Il comune però, si difende o meglio lo fa il primo cittadino di Napoli. “Non ci hanno mai chiamato al tavolo tecnico”, ha ribadito il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino riferendosi ai vertici tenutisi in Prefettura a Napoli e a cui hanno partecipato oltre a Bertolaso e Cesaro anche il governatore della Campania, Stefano Caldoro e i sindaci del vesuviano. La Iervolino poi, rincara la dose affermando: “Ci hanno lasciato nel caos non sappiamo dove andare a scaricare, non c’è nessuno che decida”. “Fino a una settimana fa il capro espiatorio era la nostra azienda Asia poi, quando è morto sul lavoro un povero operaio di Portici, per fortuna hanno avuto pudore. Oggi la colpevole divento io, mi sembra una commedia”, ha spiegato il sindaco di Napoli aggiungendo che: “Per il momento si cerca di alleviare la sofferenza della città. Se tutti però, si ribellano e non si individua un posto in cui portare i rifiuti l'emergenza non cesserà anzi si aggraverà”. “L'Asia sta facendo l'impossibile con i suoi lavoratori, ma il problema principale è la difficoltà che i camion incontrano per scaricare i rifiuti”, ha spiegato il sindaco. Ed è la verità. Lo sforzo che la municipalizzata del comune di Napoli, responsabile della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti del capoluogo campano, sta compiendo sono immani. Lo testimonia il fatto che ieri a Napoli si è registrata una ‘raccolta’ record di rifiuti. Tolti dalle strade 1630 tonnellate. L'assessore comunale all'Ambiente, Paolo Giacomelli ha indicato ciò come dimostrazione delle capacità e la buona organizzazione dell'Asia. L’assessore ha spiegato che il risultato si è raggiunto in quanto è stata data la possibilità di conferire i rifiuti raccolti in ben tre siti diversi, nella discarica di Chiaiano, nell'area di trasferenza di Giugliano e nello Stir di Tufino. Giacomelli ha sottolineato che se questa possibilità fosse data tutti i giorni, l’amministrazione comunale sarebbe in grado di restituire in pochi giorni una condizione di decoro alla città. La capacità massima di raccolta quotidiana dell’Asia è di 1.800 tonnellate, questo però, quando può disporre di tutti i suoi mezzi adibiti alla raccolta e smaltimento dei rifiuti. Disponibilità che ora non esiste. E’ quindi la carenza di mezzi da parte dell'Asia il principale motivo per il quale non riesce ad effettuare la raccolta dei rifiuti dalle strade di Napoli. I motivi sono tanti a cominciare dal fatto che si stanno incontrando enormi difficoltà nell’assicurare gli auto compattatori, per ovvi motivi. A questo poi, si associano le proteste dei cittadini che impediscono a camion le operazioni di scarico dei rifiuti nelle discariche bloccandoli sul posto o costringendoli a ritornare indietro con il loro carico. Attualmente sono circa 70 gli automezzi carichi e bloccati in attesa di poter conferire nelle discariche. Almeno altri 20 sono stati resi inutilizzabili da atti di vandalismi e altri 15 sono privi di tutela assicurativa e quindi non possono circolare. Motivi questi che impediscono di poter compiere un regolare giro nelle strade di Napoli per raccogliere l’immondizia. Ed è una verità accertata e non parole. Forse in tutto questo ‘marasma’ le uniche parole giuste sono state quelle dell'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano che nell’aula del Consiglio regionale l'ha detto a chiari parole che: “o i rifiuti si portano fuori provincia, superando la rigidità' del criterio della provincializzazione, oppure è necessario trovare un altro sito da adibire a discarica per Napoli e Provincia”. E’ questa la dura realtà e verità di una storia infinita, quella dei rifiuti campani, che dura da un ventennio e che non accenna a trovare soluzione. Le discariche campane possono accogliere ancora un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti e poi si chiude. Nonostante i ‘proclami’ e le ‘critiche’. Se non si attua un idoneo ciclo dei rifiuti, in tutte le sue fasi, tra 9 mesi la Campania sarà punto e da capo. La Campania paga per una politica condotta per anni all’insegna del dinsiteresse per un gravoso problema che di tanto in tanto fa capolino e scoperchia il pentolone fa fuoriuscire tutte le sue ‘schifezze’. Su questo in tanti ci hanno lucrato e in tanti hanno pagato. Ora la situazione non è certo risolvibile a breve anzi, iniziando ora ci vorranno almeno due anni. E’ questo il tempo necessario perchè il termovalorizzatori di Napoli Est sia pronto. In realtà per la Campania sono previsti tre termovalorizzatori oltre a quello di Napoli est anche uno a Salerno e uno a Santa Maria La Fossa. Nel frattempo tutto è caricato sulle ‘spalle’ di quello di Acerra che sta lavorando al meglio delle sue possibilità altalenando momenti buoni a momenti cattivi. La sua capacità è in teoria di 1.600 tonnellate bruciate al giorno. Ogni anno ne dovrebbe bruciare 600mila. Però, per tanti motivi non funziona a pieno regime. Nei primi dieci mesi del 2010 ha bruciato 415mila tonnellate di rifiuti. Quale futuro nell’ambito dei rifiuti aspetta la Campania è difficile poterlo prevedere. Una sola cosa è certa a Napoli tra breve si voterà per le comunali ed ‘ogni mezzo giustifica il fine’. Dopo la ‘caduta’ della Provincia e poi, della Regione ‘nelle mani’ del centrodestra, ora il partito al governo del Paese punta a ‘prendersi’ anche il Comune di Napoli.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione