martedì 16 novembre 2010

Rifiuti Napoli: il pungente odore della ‘monnezza’

Situazione collassata nel napoletano. E’ praticamente tutto fermo per quanto riguarda la raccolta e lo sversamento dei rifiuti. La spazzatura non viene nemmeno più raccolta dagli auto compattatori. Il problema è che il comune di Napoli non dispone quasi più di mezzi. Degli oltre 150 camion ne sono disponibili al momento solo 30. Questo perché molti degli automezzi adibiti alla raccolta e sversamento dei rifiuti urbani sono bloccati, carichi di immondizia, presso i vari siti o nei depositi. Si calcola che siano circa 600 le tonnellate di spazzatura stipate sui camion dell’Asia e Enerambiente, le due società incaricate della raccolta dei rifiuti a Napoli. Per cui giorno dopo giorno o meglio, ora dopo ora cresce la quantità di immondizia lasciata a terra nelle strade. Si parla di 50 tonnellate l'ora. Per ora sono oltre 6mila le tonnellate di rifiuti a terra non raccolti tra Napoli e provincia. Il problema è che ormai non si sa più dove poter sversare la spazzattura. E il pungente odore della monnezza ‘violenta’ l’olfatto e impregna l’aria del suo lezzo. L'unica valvola di sfogo è la discarica di Chiaiano. Di fatto l'unico sito attivo nel napoletano in cui però, non si possono sversare più di 700 tonnellate di immondizia al giorno. Questo in base all’accordo che venne siglato nel 2008 tra governo e i comitati civici. Violarlo vorrebbe dire innescare una nuova rivolta popolare anche a Chiaiano e questo a nessuno converrebbe. L’emergenza rifiuti a Napoli è quindi ormai al suo culmine e non si intravedono soluzioni. E senza soluzioni il disastro ambientale è certo. Di questo passo è stato stimato che in un mese potrebbero esserci a terra non raccolte almeno 60mila tonnellate di rifiuti. In città dove ti giri giri si vedono solo cumuli di sacchetti dappertutto. Una situazione che ha messo in preallarme le autorità sanitarie locali. La situazione igienico-sanitaria è ad alto rischio. La pioggia che sta cadendo copiosa nelle ultime ore non aiuta. Lunedì a Napoli arriva di nuovo una delegazione della commissione europea. A guidarla Pia Bucella, responsabile della Direzione generale Ambiente. Lo scopo è controllare lo stato dell'emergenza rifiuti in Campania. L'Italia, già stata condannata una volta per l'emergenza rifiuti in Campania, ed ora è sotto la lente di ingrandimento di Bruxelles. Sotto procedura di infrazione il rischio è ora quello di incorrere nel blocco definitivo di un finanziamento europeo da 145,4 milioni di euro congelato da Bruxelles. Inoltre l’Italia rischia anche una pesante multa per il mancato rispetto delle disposizione comunitarie in materia di trattamento dei rifiuti e per non aver rispettato la precedente condanna. Nel frattempo stamani a Napoli è giunta la commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie presieduta da Gaetano Pecorella che ha effettuato dei sopralluoghi sia nella zona vesuviana sia nel sito di Taverna del Re. Nel pomeriggio ha tenuto nel palazzo della Prefettura di Napoli delle audizioni con i magistrati del territorio, ma anche con gli amministratori locali. La situazione è drammatica in ogni parte della città. Il comune cerca di fare del suo meglio per alleviare i disagi alla cittadinanza, ma ormai non ha più le ‘forze’. Nel frattempo si cerca di privilegiare, nella raccolta, le aree antistanti le scuole e gli ospedali. In questo modo si cerca di evitare la paralisi almeno degli edifici pubblici. L’amministrazione comunale sta valutando con l’Asia la possibilità o meno di organizzare un servizio straordinario di raccolta mirata per rimuovere la spazzatura proprio dalle strade nella zona ospedaliera e nei pressi delle scuole. Il comune nella normalità è in grado di raccogliere fino a 1.700 tonnellate al giorno a fronte di una produzione quotidiana di 1.200, ma ora come ora se sono rimosse 300 tonnellate è già tanto. E’ questa la dura realtà partenopea. Oggi a terra per le strade di Napoli sono rimaste 3mila tonnellate di rifiuti. Il dato è stato comunicato come sempre dall'assessore comunale all'Igiene Urbana, Paolo Giacomelli. Anche oggi Giacomelli ha ribadito che l'unica strada per poter fronteggiare la situazione è quella di abolire il principio delle provincializzazione. “Le altre province non vogliono i rifiuti, ma conferiscono nel termovalorizzatore di Acerra la loro 'frazione secca'. Forse una soluzione da adottare sarebbe quella di bloccare il conferimento, presso l'impianto di Acerra, dei rifiuti provenienti dalle città delle altre province”, ha suggerito l’assessore. Una ventata di ossigeno è venuta dalla Provincia di Salerno, dove il suo presidente, Edmondo Cirielli ha consentito di conferire nell'impianto di tritovagliatura di Battipaglia 300 tonnellate di rifiuti del napoletano. Finora esiste anche un ‘debole’ accordo scritto firmato lo scorso mese di ottobre tra Regione Campania e province di Caserta, Benevento e Avellino che permette un invio verso queste province dei rifiuti napoletani. Un accordo che permette per ora di conferire nei siti di Savignano Irpino, San Tammaro e Benevento in totale circa 800 tonnellate di rifiuti dando un po’ di respiro. Però quando i termini dell’accordo saranno cessati, sabato prossimo, si ritornerà punto e da capo. Per cui è evidente in tutti che è necessario individuare al più presto nuovi siti nel napoletano dove poter sversare. Su questo punto è intervenuto oggi il presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro che ha affermato: “Dopo la cancellazione di Cava Vitiello stiamo pensando di individuare nuovi siti. La prossima settimana convocherò i sindaci della provincia, esclusi quelli dell'area vesuviana, per trovare un accordo sull'apertura di due mini discariche che ci permettano di superare la crisi”. Ieri Cesaro aveva anche fatto un annuncio relativo al possibile invio di 400 tonnellate al giorno, fino a marzo prossimo, di frazione umida tritovagliata in un impianto di digestione anaerobica dell'Emilia Romagna. L’ipotesi è naufragata. “Ho fatto un errore a farlo, forse per quello è saltato l'accordo, che comunque non era fra Regioni ma tra due società”. Il riferimento era alle trattative in corso tra l'Asia, la partecipata del Comune di Napoli, con una società della provincia di Livorno e con la Hera dell'Emila Romagna. E’ anche a causa dell'umido immagazzinato nei depositi degli impianti di tritovagliatura del napoletano, che non si riesce a smaltire, che il ciclo dei rifiuti si è ‘imballato’. Solo lo Stir di Tufino è ancora operativo, mentre Caivano, Giugliano e Battipaglia sono saturi. Proprio oggi si è saputo che l'Ufficio flussi della Regione ha concesso l’utilizzo in esclusiva alla città di Napoli dello Stir di Tufino. Nel frattempo le trattative per un possibile invio di rifiuti all'estero continuano. Si spera di poter chiudere a breve l'accordo con i Paesi del Nord Europa, Svezia, Finlandia e Norvegia, per l’invio di rifiuti avviati a recupero, a un costo di 90 euro a tonnellata. Come potrebbe decollare l’accordo con la Spagna per l'invio via nave di un quantitativo giornaliero di organico. Le trattative sono però, ancora in corso. Preoccupazioni per l’emergenza rifiuti a Napoli sono state manifestate anche oggi dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Il primo cittadino della città partenopea è tornata a ribadire non solo la necessità di un intervento straordinario da parte del presidente della Regione, Stefano Caldoro, ma anche l'abolizione della provincializzazione chiedendo nuovamente solidarietà alle altre province. Ieri tra il sindaco di Napoli e il presidente della Regione Campania è nata una polemica. La Iervolino ha chiesto a Caldoro di emettere un'ordinanza urgente per costringere le altre province campane ad accogliere i rifiuti del napoletano.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione