domenica 14 novembre 2010

Afghanistan: Ondata di attacchi talebani in vista del vertice di Lisbona

Anche oggi si registrano attacchi terroristici in Afghanistan. Sono Almeno due i civili morti e undici quelli rimasti feriti nel distretto di Spin Boldak a Kandahar, capoluogo dell'omonima provincia meridionale afghana. Si tratta del bilancio dell’ennesimo attentato di matrice islamica. Ad esplodere una bicicletta bomba. Un altro ordigno è invece, esploso a Jalalabad, capoluogo della provincia orientale di Nangahar nell'est dell'Afghanistan. Il bilancio è stato meno pesante, un morto e nove feriti, fra cui però, quattro bambini e due donne. Obiettivo dell’attentato era un convoglio militare che stava attraversando l'area, nessun dei militare però, è rimasto coinvolto nell’esplosione. Sempre stamani nella stessa provincia un comando di ribelli islamici ha dato fuoco a 12 autobotti destinati alle forze NATO. Quella di oggi non è che il proseguo di una escalation di violenza che negli ultimi giorni ha devastato e insanguinato il Paese asiatico. Sono stati infatti, numerosi gli attentati compiuti dai Talebani contro obiettivi militari in varie province afghane, e che purtroppo hanno coinvolto anche civili. Attacchi che hanno avuto come risultato un pesante bilancio specie in perdita di vite umane. E come sempre accade, a pagare il prezzo più alto sono stati i civili. La particolarità di questa nuova escalation di violenza è che essa si registra proprio nel periodo in cui cade il nono anniversario del rovesciamento del regime Talebano che governava a Kabul, 13 novembre 2001. Un rovesciamento provocato dall’intervento di una coalizione di forze militari straniere che diedero vita, nell’ottobre 2001 all'Operazione Enduring Freedom. Soldati che sono raggruppati nella Forza internazionale di assistenza alla sicurezza, Isaf, sotto comando NATO. L’operazione nel tempo ha portato a dispiegare in terra afghana oltre 150mila uomini, di cui due terzi americani, e che tutt’ora è in corso, ma che però, volge in una fase finale, di transizione, con il passaggio del testimone alle forze di sicurezza afghane. I soldati stranieri, per lo meno quelli americani, potrebbero però, rimanere in Afghanistan ancora fino al 2014. Una notizia che di fatto annuncia che la guerra contro i Talebani potrebbe durare ancora per almeno altri quattro anni e che quindi le azioni contro gli stessi Talebani non cesseranno. Una novità questa, che rappresenta un deciso cambio di rotta nella strategia militare nel Paese asiatico in quanto nel dicembre 2009 il presidente USA, Barack Obama aveva annunciato che il ritiro delle forze armate statunitensi dal Paese sarebbe iniziato a luglio 2011. L’argomento è nell’agenda del prossimo vertice NATO in programma il 19 e il 20 novembre prossimi a Lisbona in Portogallo. Per i Talebani si tratta di un duro colpo anche perché finora hanno lavorato riuscendo anche a far passare, tra le popolazioni civili locali, l'idea che il 2011 era l’anno della partenza degli invasori stranieri dal Paese, cacciati da loro. Una ritardata partenza, gli farebbe fare una ‘brutta figura’. Ad avvallare il tutto la notizia che governo afghano e NATO si sono impegnati, negli anni a venire, in una alleanza di lungo periodo per assicurare stabilità alla regione. Una sorta di partnership strategica sancita dal recente accordo raggiunto tra il presidente afghano, Hamid Karzai ed il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen. Un accordo che attende solo l’ok degli alleati e arriverà di certo al vertice NATO di Lisbona. Sarà anche per questo che la strategia stragistica dei ribelli afghani è ritornata alla ribalta negli ultimi giorni proprio alla vigilia del summit di Lisbona in cui le questioni sicurezza e terrorismo in Afghanistan saranno in agenda. Questa nuova ondata di attentati potrebbe dunque, avere diverse valenze. Quello che è certo è che i talebani hanno portato a termine, negli ultimi giorni una serie di significativi e cruenti attacchi terroristici in varie zone dell'Afghanistan attaccando tra l'altro anche l'aeroporto e la base militare americana di Jalalabad, vicino al confine con il Pakistan. Un episodio questo, che evidenzia quanto sia ancora alta la capacità offensiva dei ribelli islamici nonostante le forze militari straniere e afghane stiano raggiungendo grandi risultati dal punto di vista del contrasto e risultati contro la guerriglia talebana. Essi infatti, in verità sono stati indeboliti dalla strategia condotta finora dai Kabul e dai suoi alleati. I raid USA in particolare hanno eliminato diversi gruppi ribelli o per lo meno i loro vertici. Blitz che però, hanno fatto anche registrare numerose vittime civili, i cosiddetti danni collaterali. Proprio oggi nella sua edizione odierna il ‘Washington Post’ ha pubblicato un intervista al presidente afghano Karzai il quale chiede agli Stati Uniti di ridurre la portata e la visibilità delle loro operazioni militari in Afghanistan. Per Karzai essi hanno l'effetto di avvicinare la gente afghana agli insorti talebani. Una dichiarazione che avrebbe suscitato malumore nel generale David Petraeus, comandante unico delle forze straniere in Afghanistan e principale fautore di questo tipo di tattica anti talebana. Nell’intervista il numero uno di Kabul ha affermato anche la sua perplessità per il fatto che vi sono troppi soldati stranieri in giro per le campagne afghane ed ha chiesto che gli Stati Uniti riducano le operazioni militari e la presenza di soldati in Afghanistan. Questo nuovo intervento di Karzai non potrà che risultare sgradito a Washington. I rapporti tra il presidente afghano e l’amministrazione Obama si fanno sempre più tesi. In poche parole mentre i ribelli afghani hanno voluto riaffermare la loro ostilità alla presenza straniera sul territorio afghano, e anche che non sono per nulla logorati da nove anni di duri scontri con le forze militari internazionali Isaf-NATO. Il governo afghano mostra di non apprezzare e tanto meno tollerare ancora per molto tempo l'intrusione nella vita quotidiana degli afghani dei militari stranieri. L'offensiva Talebana vera e propria è cominciata mercoledì 11 novembre con l'uccisione di almeno undici agenti di polizia afghani in vari attentati, e proseguita con l'attentato di giovedì scorso ad un convoglio militare USA nei pressi della sede del Parlamento di Kabul nel quartiere di Darul Aman. Si è trattato di una autobomba. Per fortuna il bilancio è stato di soli sue feriti. Nelle prime ore di ieri invece, un comando suicida di Talebani è entrato in azione aggredendo da quattro lati la zona dell'aeroporto di Jalalabad ed ingaggiando un duro scontro con i soldati afghani e con militari Isaf-NATO appoggiati da elicotteri. Tutti i membri del comando, almeno otto uomini, sono stati uccisi. Il portavoce dei Talebani, Zabiullah Mujahid nel rivendicare l'attacco ha però sostenuto che la base è stata attaccata da 14 insorti kamikaze con giubbotti esplosivi che hanno ucciso decine di soldati afghani e della forza Isaf. Questo però, è risaputo fa parte della strategia dei ribelli afghani che tendono sempre ad incrementare le loro ‘vittorie’ o meglio a falsare la verità. Sempre ieri una motocicletta imbottita di esplosivo è saltata in aria in un bazaar del distretto di Imam Sahib nella provincia di Kunduz nord del Paese. Il bilancio è stato di dieci morti, fra cui tre bambini e due agenti di polizia, e 18 feriti. Sempre ieri una potente carica di esplosivo collocata su una motocicletta è esplosa vicino ad una moschea di Ainu Mena a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan ferendo cinque persone. Negli ultimi giorni i talebani hanno intensificato anche i loro attacchi contro i militari della forza della coalizione straniera presente nel Paese. Numerosi i militari Isaf-NATO caduti. Molti sono stati coinvolti nell’esplosione dei rudimentale ordigno esplosivo, IED. E’ questa ormai l’arma più utilizzata dai talebani per mietere vittime. I militari stranieri morti in Afghanistan sono 639 dall'inizio dell'anno e 28 dall'1 novembre 2010. Nelle ultime 24 ore sono già quattro i militari stranieri morti nel Paese asiatico. Solo ieri erano stati uccisi in azione tre militari Isaf, stamani un altro è stato ucciso da un IED.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
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Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione