mercoledì 15 settembre 2010

Vicenda peschereccio mazarese: come è andata realmente?

Appare difficile poter accertare come sia andata realmente la scorsa domenica nelle acque al largo della Libia. Quando una motovedetta libica, la ‘654 Sabratha’ ha intercettato un peschereccio italiano, l’Ariete, a circa 30 miglia nautiche dalla costa libica e gli ha intimato l’alt. Quando poi, questo non si è fermato, in spregio ad ogni regola internazionale, il comandante della nave libica ha ordinato di fare fuoco sull’inerme battello da pesca italiano rischiando di compiere una strage. Per fortuna l’Ariete è riuscito a ‘divincolarsi’ dalla ‘morsa’ dei libici e a darsi alla fuga inseguito dalla motovedetta di Tripoli che non ha mollato la ‘preda’. Poi, quando ha capito che l’inseguimento era infruttuoso e forse anche che ‘rischiava’, in quanto le coste italiane si avvicinavano e quelle libiche si allontanavano, il comandante libico ha ‘gettato la spugna’ ed ha cessato l’inseguimento lasciando andare l’Ariete. La nave da pesca tirando ancora il fiato e con il cuore in gola ha poi, raggiunto prima Lampedusa e poi, all’alba di stamani Porto Empedocle nell'agrigentino. L'Ariete è stato posto sotto sequestro preventivo dalla Procura di Agrigento ed è stato poi, sottoposto ad una serie di esami balistici da parte dei Carabinieri del Ris di Messina. Gli esperti del Ris hanno potuto accertare che i militari libici hanno sparato ad altezza d'uomo centrando con oltre trenta colpi di mitraglia l’imbarcazione: lungo la fiancata sinistra e sulla cabina di comando. I reati ipotizzati dalla Procura agrigentina, guidata da Renato Di Natale, sono tentato omicidio plurimo aggravato e danneggiamento di natante, per ora contro ignoti. Quest’ultimo reato è previsto dal codice di navigazione. Il magistrato vuole soprattutto capire se effettivamente dal natante libico, a bordo del quale c'erano anche 6 militari italiani della Guardia di Finanza, gli spari siano partiti con il proposito di uccidere, così come dichiarato da Gaspare Marrone, comandante dell'Ariete o è stata una fatalità che alcuni colpi abbiano centrato lo scafo del peschereccio. Apparentemente sulla vicenda sembra che ci siano due verità e che toccherà alla magistratura valutarle e decidere. Una verità è quella scritta nel verbale della riunione d'inchiesta voluta dal Viminale che nega che il motopesca mazarese, Ariete, mitragliato domenica notte da una motovedetta libica a 30 miglia dalla coste del Paese nordafricano, quindi in acque internazionali, sia stato inseguito. Dall'altro, quella raccontata dal comandante e dall'equipaggio della nave da pesca. Marrone invece, racconta di un tentativo di abbordaggio proseguito per circa cinque ore con raffiche di mitraglia sparate a intervalli di un quarto d'ora-venti minuti. Il pm Di Natale ha annunciato che sentirà, come persone informate sui fatti, i sei finanzieri che, in qualità di osservatori, erano a bordo della motovedetta libica. La Procura acquisirà anche la relazione presentata dall'ufficiale italiano presente a bordo della motovedetta libica. In merito ha già implicitamente risposto il Viminale in una nota: “l'operato del personale della Guardia di Finanza italiana che al sopraggiungere degli eventi si ritraeva sotto coperta, è pienamente consono a quanto previsto dai Protocolli degli Accordi di cooperazione Italia-Libia per fronteggiare l'immigrazione clandestina e alle successive intese tra i due Paesi, nonchè al contenuto del verbale di riunione sottoscritto il 13 marzo 2009 dalla Commissione Tecnica incaricata dell'esecuzione dei protocolli tra Italia e la Grande Giamairia Araba Popolare Socialista Libica del 29/12/07 e del 4/02/09”. “Quindi, i finanzieri in nessun caso possono essere chiamati a rispondere delle attività svolte dal comandante e dal personale dell'unità del Paese ospitante”, spiega la nota. Il bello di tutto questo è che pure se fosse stato che l’Ariete era in acque libiche, cosa che non è, non è giustificabile il ricorso alle armi anche perché, come spiegato dal comandante Marrone, l’Ariete non stava pescando, ma solo navigando. Pertanto non erano impegnati illegalmente in una battuta di pesca come invece, si era affrettato a sottolineare ieri il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini come a voler giustificare il gesto dei militari libici. Probabilmente forse Frattini non ha le idee chiare in merito alla vicenda o non sa da che parte stare! Anche perché se il peschereccio italiano era intento a pescare non avrebbe potuto darsi alla fuga così agevolmente e rapidamente come invece, ha fatto. Come anche viene difficile credere che per davvero il ministro dell'Interno italiano, Roberto Maroni ieri parlando di un incidente, abbia sostenuto la tesi che forse i militari libici avevano scambiato il peschereccio italiano per un barcone di clandestini. A parte il fatto che il comandante dell’Ariete ha confermato di essersi identificato come italiani e di essere pescatori. E anche se fosse come fa un ministro di un Paese democratico a giustificare il ricorso alle armi contro gente indifesa. Nel frattempo, il pm Di Natale insieme al procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo e il pm Luca Sciarretta hanno compiuto anche un sopralluogo a bordo dell’Ariete. Oggi pomeriggio poi, nell'aula della Camera, l’On Elio Vito, responsabile dei rapporti con il Parlamento, nel corso del question time ha esposto la posizione del governo sulla vicenda del peschereccio di Mazara del Vallo preso a mitragliate dai libici. Ieri il presidente di turno della Camera, la vicepresidente Rosy Bindi, aveva annunciato che in aula a riferire invece, ci sarebbe stato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Frattini però, oggi è volato a Zagabria per un vertice. “L'attacco al peschereccio italiano da parte della motovedetta libica è stato un episodio molto grave che richiede un impegno forte affinché azioni del genere non si ripetano”, ha detto Elio Vito rispondendo ad un'interrogazione del Pd. Il ministro ha sottolineato che sul grave episodio degli spari contro la nave da pesca italiana il Governo di Tripoli ha presentato ‘formalmente le scuse’, e che sono in corso un'inchiesta in Libia e una in Italia, oltre all'indagine del Viminale. In ogni caso il Governo approfondirà su correttivi alle intese che dovessero risultare opportuni. Ma non può concludere accordi sulla pesca con Paesi terzi all'Europa perché si tratta di materia su cui l'Ue ha la competenza. “Nei prossimi giorni le tematiche di interesse della flotta di Mazara del Vallo, di cui il l’Ariete fa parte, saranno oggetto di un approfondimento in seno allo specifico Comitato tecnico italo-libico in materia di collaborazione nel settore delle risorse marine”, ha concluso il ministro. Anche il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi domani riferirà alle commissioni Esteri di Camera e Senato sullo stato di attuazione del Trattato con la Libia, anche in relazione all'incidente accaduto al peschereccio italiano al largo delle coste libiche in acque internazionali. Comunque sia le autorità di Tripoli possono stare tranquilli. Nonostante le ‘prepotenze’ dei libici di certo il governo italiano non andrà oltre le parole. Chissà però, cosa sarebbe successo se a sparare fosse stata una motovedetta italiana contro un peschereccio libico?

Nessun commento:

DIRITTI E UTILIZZO RISERVATI

LA RIPRODUZIONE, TOTALE E PARZIALE, DEL CONTENUTO DI QUESTO BLOG, COMPRESO LE FOTO, E' CONSENTITA SOLO A CONDIZIONE CHE NON VENGA ALTERATO IL CONTENUTO E VENGA CITATA SEMPRE IL BLOG E AUTORE (fonte).
GRAZIE


Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo
Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

Unioni Civili
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA

Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

Rivista e libro in vendita al sito www.liberoreporter.it

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia
Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili
in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

sono solidale con gli immigrati clandestini
il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

***

Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione