martedì 21 settembre 2010

Agricoltura: il ministero ‘scippato’ a Galan?

La Lega reclama il ministero e contesta lo ‘scomodo’ ministro pro multe quote latte.


“Se mi togliessero da qui lo considererei un torto”, con queste parole il ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan ha commentato le voci di un rimpasto di governo che vede un cambio della guardia al ministero dell’agricoltura. Sono giorni però, che ormai se ne parla con insistenza. Ancora una volta, in poco tempo, il ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali potrebbe ‘passare di mano’. A reclamarlo la Lega di Umberto Bossi. Il dicastero era retto da Luca Zaia, Lega, poi, questi è stato ‘imposto’ come candidato dal suo partito alla presidenza della Regione Veneto alle recenti elezioni regionali. Una regione che era governata, con capacità, da Giancarlo Galan, Pdl, che mai e poi, mai si sarebbe sognato di rinunciare a continuare una corsa che stava vincendo. Ed invece, sollecitato dal Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, a sua volta sollecitato da Bossi, si è fermato, si è messo di lato ed ha fatto passare Zaia che ha conquistato la poltrona di governatore del Veneto. I due alla fine si sono scambiati i ruoli, quello di governatore del Veneto e quello di ministro dell’agricoltura. Il ministro Galan non è stato da meno del governatore Galan. Ormai non si contano più le iniziative che il ministro sta portando avanti nel mondo, ma soprattutto in seno alla comunità europea, per valorizzare il ‘made in Italy’. Tra i tanti anche un importante progetto. Il nuovo piano per l'agricoltura. Un progetto di portata mondiale che coinvolge il dicastero retto da Galan e tutti gli omologhi europei e americani e che dovrebbe essere pronto per il 2013 varando una politica agricola comune, Pac. Per la cronaca Galan è il ministro che sta cercando di far pagare le multe per le quote latte a tutti gli allevatori anche a chi finora non le ha mai pagate. “Chi ha sbagliato deve pagare, le multe delle quote latte vanno versate”. E’ questo l’orientamento del ministro che ne giorni scorsi a Cortina D’Ampezzo aveva affermato ironicamente: “Ercolina non è una mucca simpatica, ma una vacca che ci ha fregato un mucchio di soldi, 4 miliardi e 400 milioni di euro”. A tanto ammonta il totale delle multe non versate per le quote latte, in venticinque anni, dagli allevatori, per lo più padani, e che è toccato al governo italiano coprire andando ad incrementare il debito pubblico dell’Italia. Un’ esposizione della realtà dei fatti, quella di Galan, che non lascia spazio a chi invece, protesta per le multe. Una posizione questa che però, non piace alla Lega la quale anzi, chiede, nell’ambito del nuovo patto Berlusconi-Bossi, la ‘restituzione del ministero e di conseguenza la ‘cacciata’ dello 'scomodo' Galan. In fondo se l’è cercata il ministro dell’agricoltura, sapeva bene quanto la vicenda multe quote latte era a cuore alla Lega di Bossi e la sua fermezza lo ha solo reso inviso ai leghisti che non vedono l’ora di poter tornare a ‘gestire’ la vicenda con più ‘accortezza’. Altrimenti non si vede spiegazione a tanto accanimento del Senatur e dei suoi contro un ministero che in fondo si occupa di formaggi, di vini, di OGM, degli allevamenti, di galline e soprattutto di mucche anzi del latte delle mucche lombarde e venete, ma anche del Piemonte, Friuli ed Emilia. Quel latte così ‘caro’ alla Lega e che è così ‘caro’ per gli italiani. Una posizione in merito che non piace alla Lega e di conseguenza è nato lo scontro tra Galan e il Carroccio sfociato nelle continue ‘sparatorie’ a cui si assiste da un bel po’ di tempo. Non passa giorno che la Lega non critichi il comportamento dell’attuale titolare del dicastero. Il presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi potrebbe chiedergli, ancora una volta, di mettersi da parte. Come era accaduto per le regionali nel Veneto. A dettare le regole del gioco come sempre la Lega. Questa volta però, Galan farebbe fatica ad accontentare l’amico Silvio se gli chiedesse di lasciare il dicastero dell'Agricoltura per fare un favore, l’ennesimo, al Carroccio. “Se questa operazione venisse fatta, sarebbe fatta contro di me. Ho dei programmi precisi, ho impostato delle relazioni internazionali con Canada, Stati Uniti, Brasile, e in Europa con Francia e Germania con cui devo fare la nuova politica agricola comune”, ha affermato di recente il ministro alla stampa aggiungendo che: “Se Berlusconi me lo chiede gli risponderò chiedendo. Che mi spieghi perché? Cosa c'è di così enormemente importante per rimuovermi dal ministero? Cosa c'è che fa sì che la Lega passi le sue notti angosciate dal fatto che ci sia io all'Agricoltura? Cos'è che li fa soffrire e combattere così tanto? Una sola risposta a tante domande. Il problema è che il ministro dell'Agricoltura ha criticato aspramente gli allevatori che per anni hanno sforato le quote latte e la politica dei suoi predecessori al Mipaaf. Le quote latte sono i limiti alla produzione di latte introdotti nel marzo del 1984 e decisi dall’Unione Europea Paese per Paese per evitare l’eccesso di offerta e di conseguenza, il crollo dei profitti per gli allevatori. Per l’Italia la quota venne fissata in 8.823 migliaia di tonnellate. Il superamento di tale quota comporta il pagamento di una sanzione. Sanzioni che dovrebbero pagare gli allevatori. Il 95 per cento degli operatori del settore finora l’hanno fatto, ma uno sparuto gruppo, quel 5 per cento è ‘latitante’ da questa incombenza. Di fatto di 40mila sono solo 2mila che non pagano a discapito degli altri. Da qui risulta che il sistema si è rivelato per l’Italia un vero e proprio fallimento dal punto di vista finanziario. Alla fine il pagamento delle multe è ricaduto in gran parte sui contribuenti italiani. Qui è doveroso il riallacciarsi a quanto detto da Galan a Cortina D’Ampezzo, quando ha spiegato che la mucca ercolina, simbolo della lotta dei produttori di latte, ha sottratto ai contribuenti italiani 4 miliardi e 400 milioni di euro in 25 anni. Si tratta dei produttori ‘ribelli’ i cosiddetti cobas del latte nati nel 1996 che non hanno pagato. Da un anno in Italia è in vigore però, una sorta di sanatoria che comporta una rateizzazione prevista sulle quote latte introdotta per legge dal ministro Zaia, la L. n. 33/2009. Ad essa hanno aderito ben 11.500 allevatori. Una legge però, a cui è seguito un contestatissimo emendamento a firma del senatore del Pdl, Antonio Azzollini, ma voluto soprattutto dalla Lega Nord. Lo stesso Renzo Bossi l’ha implicitamente confermato quando davanti al Pirellone a Milano, in piena campagna elettorale, agli allevatori ha detto: “di non preoccuparsi tanto c’era l’emendamento fatto approvare dal padre”. Per la cronaca Renzo Bossi è stato poi, eletto al Consiglio Regionale della Lombardia. Un emendamento aggiunto nella manovra approvata dal governo lo scorso luglio, all'art. 40 bis della legge n.122/2010, e che è passato in commissione al Senato, per un solo voto. L’emendamento prevede lo slittamento a fine anno della restituzione delle multe da parte degli agricoltori, sulle quote latte. Un provvedimento che di fatto ha permesso di prorogare il pagamento delle rate delle multe dal 30 giugno al 31 dicembre, ossia almeno di altri sei mesi. Ora si riparla anche di un ulteriore proroga. Almeno come ha fatto intendere il presidente dell’Agea, Dario Fruscio. Appena l’emendamento è diventato attuabile si è però, innescato un forte e progressivo rallentamento nelle adesioni alla L. 33/2009. Alla fine sono rimasti fuori dalla ‘sanatoria’ circa duemila allevatori ‘ribelli’. In pratica questa sospensione delle multe da pagare, ha caricato, ancora una volta, per la sua corresponsione, lo Stato italiano. In merito Viviana Beccalossi, deputata del Pdl e capogruppo in commissione agricoltura ha affermato: “Hanno strumentalizzato un gruppo sparuto di allevatori, chiedendo i loro voti in cambio di una difesa politica sulle quote latte. Parlano tanto di legalità e poi il risultato è una pessima figura, l’ennesima, con Bruxelles”. Il ministro Galan in proposito ha avvertito che il rischio conseguente ad un ulteriore rinvio è quello di far scattare una procedura d’infrazione e il rischio di dover pagare ancora centinaia di milioni. Su tutta la vicenda pesa la lettera che il commissario Ue all’agricoltura, Dacian Ciolos ha inviato lo scorso luglio al ministro per le politiche agricole sul rischio d’infrazione se dovesse ripetersi il rinvio dei pagamenti. Sulla questione delle quote latte l’Italia è già stata condannata una volta dalla Corte di giustizia dell’Ue, e l’avvio di una eventuale nuova procedura sarebbe accompagnato, come prevede la normativa europea, da ammende per lo Stato membro, che possono essere anche giornaliere e salate, fino all’attuazione piena degli obblighi. Appare quindi chiaro che alla fine non si faccia altro che screditare l’immagine dell’Italia e del governo agli occhi dell’Europa e solo per tutelare gli interessi di pochi allevatori. Galan infatti, sostiene che: “È necessario andare a commettere un’infrazione al Trattato Ue, sapendo di commetterla, per proteggere chi? Per difendere 67 o poco più allevatori non è stato sufficiente far pagare al contribuente italiano 1,7 miliardi di euro che sono quelli che l’Europa si è trattenuta nel periodo tra le campagne 1995-1996 e 2001-2002?”. “Senza dimenticare che c’è un senso di giustizia per il 95 per cento dei produttori di latte italiani che sono in regola”, ha aggiunto il ministro spiegando che la Commissione Europea aprirebbe nei nostri confronti una procedura di infrazione con conseguenze disastrose a carico dell’erario. In effetti sarebbe anche un peccato in quanto quest’anno, per la prima volta, l’Italia per la campagna 2009-2010 non deve pagare all'Europa alcuna sanzione in quanto non ha sforato la sua quota di produzione di latte. Prodotti 10.492.085,238 tonnellate contro il tetto fissato di 10.895.346,662. Questo è stato reso possibile dal fatto che nel novembre 2008, in occasione del bilancio di revisione della politica agricola comune, l’Italia, anche grazie alla proposta della Commissione Ue, ottenne un aumento del 5 per cento della quota di produzione. Unico Paese europeo ad averlo ottenuto. “L'Unione Europea risponderà prima o poi al ritardo dell'Italia nel pagamento delle multe per lo sforamento delle quote latte”, ha oggi affermato Galan da La Hulpe in Belgio dove ha partecipato ad una riunione informale dei colleghi dei 27. A dimostrazione del clima che si vive intorno alla vicenda delle quote latte, che resta comunque calda, si registrano ancora strascichi che coinvolgono sempre il ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan e questa volta il presidente dell' Agenzia per le erogazioni in agricoltura, Agea, Dario Fruscio, in quota Lega. Sul sito www.agea.gov.it è stata pubblicata la relazione illustrativa sul regime delle quote latte da cui risulta che 628 aziende hanno comunque sforato la quota annuale con un esubero di 44.651,880 tonnellate. L'importo complessivo della sanzione per queste aziende è pari a 12,427 milioni di euro che, ai sensi della legge 33 è destinato al fondo per gli interventi nel settore lattiero-caseario, istituito presso il ministero. A riguardo di queste multe il presidente di Agea ha dichiarato che: “Nel rispetto della legge, Agea è ormai nelle condizioni di dover consegnare a giorni, a Equitalia, gli elenchi dei produttori di latte che, destinatari di multe, non hanno aderito alla rateazione prevista dalla legge 33. e in questi casi Equitalia procederà attraverso decreti già esecutivi. L'Agenzia che rappresento è un ente estremamente tecnico e di tipo operativo. In quanto tale non possiede ne titolo ne interesse per imbarcarsi in pareri e valutazioni su norme, direttive e regolamenti nazionali e comunitari. Essa non ha altro compito che operare secondo osservanza e attuazione pedisseque del quadro disciplinare che regola la sua attività. Di conseguenza a noi non resta che procedere applicando le norme vigenti”. Il presidente di Agea ha concluso con un auspicio: “Io continuo, anzi voglio continuare a sperare che chi ne ha facoltà possa lavorare fattivamente nella prospettiva di risolvere il caso. In sostanza che la politica voglia trovare per questo drappello di brava e laboriosa gente una via d'uscita. Diversamente sarà il dramma. Dietro questi produttori ci sono migliaia di famiglie, le quali si traducono in chissà quant'altre decine di migliaia di portatori di speranze e di angosce. Chi più può, chi ha più sensibilità, amore e rispetto per la proprietà contadina e per il mondo rurale, più fortemente dovrà sentirsi impegnato a togliere da tale possibile baratro una parte cosi' significativa del mondo rurale. E' uno sforzo riparatorio di generosità che la politica deve alla ‘gente della terra’, indipendentemente da posizioni e divisioni politiche e da più o meno responsabilità di ciascuna parte rispetto alla gravità della questione”. L’inusuale presa di posizione del presidente dell’Agea a difesa dei produttori di latte ‘fuorilegge’ e il suo invito a trovare una via d’uscita in quanto a breve rischiano la perdita delle quote latte assegnate e pesanti conseguenze patrimoniali per l'intervento di Equitalia non è restata senza risposta. Galan l’ha definita stravagante ed ha invitato il presidente Fruscio se è già stanco di presiedere Agea di darsi alla politica, magari facendosi eleggere in Parlamento o, se non altro, si trovi uno spazio da dove poter dettare la linea a Ministri e Governi.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione