venerdì 27 agosto 2010

Pakistan: fame e malattie nel Paese che annega

La marea d’acqua che ha inondato il Pakistan continua ad avanzare implacabile provocando sempre più sfollati. A rischio una metropoli quella di Hyderabad, a nord est di Karachi. Ad essere invece, minacciate le città di Sujawal, Mirpur Bathoro e Daro, il governo ha già ordinato l’evacuazione dei loro 400 mila residenti. La piena d’acqua quindi avanza arrivando a mettere a repentaglio anche l’incolumità dei simboli del Paese. Il mare d’acqua infatti, è alle porte del villaggio di Garhi Khuda Bakhsh, nei pressi della citta' di Larkana. In questo luogo è sepolta Benazir Bhutto l’icona della riscatto del Paese. Il mausoleo che ospita l'ex premier assassinata nel dicembre del 2007 alla vigilia delle elezioni politiche nel Paese è difeso solo da una fragile barriera che di certo non resisterà alla piena d’acqua. La tragedia umanitaria in Pakistan è ormai al suo culmine. La furia delle acque ha spazzato via case, strade, ponti e raccolti. Intere città sfollate e milioni di famiglie sono in fuga dal dramma di una tragedia che cresce di intensità istante dopo istante. La gente ha abbandonato le proprie case con ogni mezzo anche a piedi. L’immagine emblematica che ci giunge dal Pakistan è quella di madri in fuga con i propri figli aggrappati addosso. Accanto un’altra immagine, quella di bambini affamati ma, paradossalmente assetati, in un Paese allagato, che bevono acqua da pozzi contaminati con il rischio di contrarre malattie mortali come dissenteria, diarrea e colera. Molti di loro hanno trovato rifugio nei campi di accoglienza predisposti dal governo. Campi che nelle sole ultime settimane hanno accolto già 600mila rifugiati, ma altre migliaia restano in attesa di accoglienza. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Unhcr, sono circa 700mila gli sfollati alloggiati in 1.800 insediamenti, molti dei quali sono ubicati in scuole, Università. Esseri umani ammassati in questi edifici a volte anche privi di servizi igienici. Parte in questi giorni in Italia la campagna di raccolta fondi per il Pakistan dell’Unhcr, per i prossimi quattro mesi servono 120 milioni di dollari. Anche la Croce Rossa italiana ha avviato una raccolta di fondi in favore delle popolazioni colpite dalle inondazioni in Pakistan. Per il governo di Islamabad occorrono 15 miliardi di dollari per ricostruire il Paese. Finora sono giunti aiuti per 500 milioni di dollari. Dopo la sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU, il totale degli stanziamenti erogati invece, dalla comunità internazionale ha raggiunto 490 milioni di dollari, pari a 385 milioni di euro. Altri 325 milioni di dollari sono stati promessi dai Paesi donatori. Era stato lo stesso ONU a lanciare l'11 agosto scorso un appello per raccogliere 460 milioni di dollari. I Paesi mostratisi più sensibili sono stati finora gli Stati Uniti, Arabia Saudita e Gran Bretagna. Finora le vittime accertate o dichiarate, come si preferisce, sono circa 1.600 e oltre 2mila i feriti, ma molte altre vittime verranno a ‘galla’ quando l’acqua comincerà a ritirarsi. Il bilancio della catastrofe provocata dalle intense piogge monsoniche è gravissimo. Dalla fine del mese scorso un quinto del Paese è ormai sotto almeno 150 cm di acqua e interi villaggi sono stati spazzati via. Circa 900mila abitazioni sono state danneggiate o distrutte, e almeno 15,4 milioni di persone sono state colpite dalle inondazioni e altri milioni sono considerati a rischio per le prossime settimane. Le conseguenze delle inondazioni in Pakistan sono particolarmente pesanti per la popolazione appartenente alle fasce più povere. I più vulnerabili di tutti ovviamente sono i bambini. Si teme che per i circa 3,5 milioni di bambini colpiti dalle inondazioni sia alto il rischio di contrarre malattie mortali come dissenteria, diarrea e colera. Secondo il coordinatore per la salute nazionale, Jahanzeb Orakza per il momento la situazione sanitaria è sotto controllo, ma resta precaria. Un’epidemia di colera sarebbe già scoppiata tra la popolazione della provincia sud occidentale del Baluchistan. L'Organizzazione mondiale della sanità, Oms, ha lanciato recentemente l'allarme sul diffondersi delle epidemie. Un timore fondato sul fatto che le condizioni igieniche in cui vivono gli sfollati sono precarie. Le cifre diffuse dall'Oms indicano che sono oltre 204mila le persone colpite da diarree acute, 263mila da malattie della pelle e 205mila da patologie respiratorie dovute alle acque che esalano vapori nocivi. Sono però, ancora in migliaia le persone ancora prive di ogni tipo di assistenza. L’ONU ha chiesto alla comunità internazionale di mettere subito a disposizione almeno 40 elicotteri da trasporto per portare aiuti e soccorso a circa 800mila persone rimaste isolate dall’inondazione e mai raggiunte. In seno a questa emergenza però, nasce anche un forte allarme internazionale. E’ cresciuto infatti, nelle ultime ore il timore che i terroristi sfruttino il caos e la miseria seguiti all’alluvione in Pakistan per colpire. Un timore a cui si associa anche quello che il livello di crisi causato dalle alluvioni possa acutizzare tensioni e creare instabilità politica nel Paese. Se ciò accadesse potrebbe distrarre le autorità pakistane dalla sua lotta contro i Talebani. In parte questo già si sta verificando. In queste settimane l'esercito sta impiegando migliaia di soldati per portare soccorso alle popolazione colpite dall’alluvione, distogliendoli dalla sicurezza. I primi segnali di questo rischio già si sono manifestati. I terroristi Nella sola giornata del 23 agosto scorso hanno compiuto ben tre stragi in cui hanno ucciso decine di persone tra cui un religioso musulmano, l'imam Maulana Noor Muhammed, ex parlamentare del partito islamico Jamiat Ulema-e-Islam, Jui. I terroristi hanno colpito proprio nel nord ovest del Pakistan sconvolto dalla gravissima emergenza umanitaria causata dalle inondazioni. Nel mirino dei terroristi anche gli operatori umanitari stranieri impegnati ad aiutare la popolazione colpita dalle inondazioni. Minacce nei loro confronti sono già giunte da parte dei Talebani che li hanno definiti 'orda di stranieri’. Secondo l’intelligence USA il maggior gruppo filo talebano pachistano, i Tehrik-e Taliban Pakistan, Ttp, starebbe pianificando anche attacchi contro ministeri e uffici provinciali nella stessa capitale Islamabad. Per ora non c’è una minaccia reale, ma il rischio invece, c’è. Le Nazioni Unite finora ha solo rivisto le sue misure di sicurezza, ma potrebbe decidere di ritirare dalle aree più a rischio i suoi operatori umanitari. Se ciò accadesse sarebbe un fatto grave in quanto l'emergenza Pakistan è immensa e non si esaurirà presto, anzi nei prossimi mesi rischia di peggiorare, e venendo a mancare l’aiuto degli operatori umanitari stranieri essa peserà di più. La Fao, l'agenzia ONU per l'alimentazione e l'agricoltura con sede a Roma ha diffuso dati allarmanti. Le alluvioni hanno distrutto o gravemente danneggiato i raccolti di cotone, riso, canna da zucchero e granturco coltivati su 1,72 milioni di ettari, 4,25 milioni di acri, su un totale di aree coltivate di 23 milioni di ettari. Stimata la perdita di un milione e mezzo di tonnellate di riso il che significa ad si registrerà una drastica riduzione dell'esportazione. Il Pakistan lo scorso anno aveva raccolto 6,7 milioni di tonnellate di riso esportandone circa 4,5 milioni, cifra che quest’anno scenderà a 3,74 milioni di tonnellate. Particolarmente colpita la provincia centrale del Punjab, quello che una volta era definito il granaio del Paese. Però, quello che ancor di più angustia è il fatto che anche milioni di capi di bestiame sono stati colpiti dalle inondazioni in Pakistan ed ora, paradossalmente come le persone hanno urgente bisogno di cibo e medicinali. Ovviamente questo tipo di aiuto non giungerà o al massimo sarà irrilevante. Per ora la Fao ha stanziato 1,4 milioni di dollari per l'acquisto di cibo e medicinali per animali. Tutto questo farà lievitare il già tragico bilancio di perdite di bestiame. Sono infatti, 200mila le mucche, gli ovini, i bufali, le capre e gli asini che sono già morti o risultano dispersi. Mentre in alcune aree è andata completamente persa la popolazione avicola. Interi allevamenti di volatili sono stati spazzati via dall’acqua. Se le previsioni si materializzassero alla fine si potrebbe arrivare anche a contare milioni di capi di bestiame morti in Pakistan a causa delle alluvioni. Il fatto è ancor di più sentito dalla popolazione in quanto nel Paese asiatico gli animali rappresentano un capitale per le famiglie povere. Una sorta di moneta di scambio.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo
Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

Unioni Civili
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA

Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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Rivista e libro in vendita al sito www.liberoreporter.it

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili
in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione