venerdì 30 luglio 2010

Afghanistan: gli italiani nel mirino dei Talebani

Mentre continua ad aumentare il numero dei soldati dell'Isaf caduti in Afghanistan

KABUL – Appare sempre più difficile mantenere sicuro l’Afghanistan senza non dover pagare un alto prezzo in vite umane. E’ questa la consapevolezza che emerge a due giorni dalla morte di altri due soldati italiani e di un terzo rimasto ferito. Un episodio verificatosi vicino a Herat capoluogo della omonima provincia meridionale afghana. Una consapevolezza che si rafforza di fronte poi, alle immagini delle loro bare avvolte nel tricolore che rientrano in Patria accolte da familiari, autorità militari e politiche, e dalle più alte cariche dello stato. I militari del contingente italiano, come del resto tutti i militari dei contingenti dei vari Paesi che partecipano alla missione dell’International Security Assistance Force, Isaf, della NATO, sono andati in quel lontano Paese per portare protezione e dare sicurezza alle sue genti. Una missione di pace che poi, si è, per causa di forza maggiore, dovuta adattare e alterare leggermente il suo stato. La missione di fatto è divenuta una forza di interposizione tra gli insorti Talebani e le forze governative afghane. Sono come una sorta di cuscinetto che ammortizza i colpi, proteggendo e garantendo la sopravvivenza del governo del presidente afghano, Hamid Karzai. Di conseguenza in Afghanistan i militari del contingente internazionale cadono come ‘pere mature’. Il 2010, che tutti avevano prospettato come l’anno cruciale per l'Afghanistan, sta dando piena fondatezza a questa ipotesi. L’anno in corso si sta dimostrando per l’Isaf, un anno difficile in cui si sta registrando un incremento delle vittime tra i militari del contingente. Un fatto questo che ha portato molti a credere che la situazione sia ormai irrisolvibile o per lo meno non militarmente. In tanti poi, l’hanno paragonata, per le tante accostamenti, al Vietnam. Questo è però, poco sostenibile anche perchè ormai la guerra in Afghanistan ha sorpassato come durata quella del Vietnam. Dal 7 ottobre 2001 quando iniziò la guerra in Afghanistan, sono infatti, già trascorsi 106 mesi. La guerra del Vietnam è durata invece, solo 103 mesi, dall'agosto 1964 al marzo 1973. In Afghanistan l'Isaf dispone di una forza militare provenienti da 47 Paesi diversi. Non passa giorno che il bollettino diramato da Isaf, non sia pieno di notizie di morti e feriti tra i militari di questi Paesi contributori. Dall'inizio dell'Operazione Enduring Freedom, nel 2001, sono 1.973 gli uomini della coalizione internazionale morti in Afghanistan, secondo quanto riporta il sito web www.icasualties.org che viene aggiornato costantemente. L'anno meno cruento, in termini di vittime, risulta essere stato il 2001, con 12 militari morti, ed il più cruento il 2009, con 521 miliari morti. Numerosi sono i soldati che muoiono per lo scoppio del rudimentale, ma micidiale ordigno conosciuto come Ied. Una rudimentale, ma micidiale bomba artigianale in genere composta da almeno 50 kg di esplosivo. La quantità necessaria per mandare in pezzi un blindato 'Lince'. Un fatto questo che i Talebani hanno imparato a spese dei militati italiani. Questi Ied, piazzati dai Talebani, sono i maggiori responsabili dell'indiscriminata uccisione di militari stranieri in Afghanistan a causa del fatto che sono soprattutto difficili da individuare. Questi ordigni sono responsabili della morte di almeno 779 militari dal 2001 ad oggi. Duecentodieci solo nel primo semestre del 2010. Dei veri e propri ‘Killer’ che si stanno rivelando fatali anche per la popolazione civile. Recenti statistiche riportano che in tutto l'Afghanistan, nel solo primo semestre del 2010 sono rimasti uccisi almeno 1.074 civili e oltre 1.500 sono rimasti feriti. Di queste vittime civili 282 sono state causate da trappole esplosive, con un incremento del 12 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La minaccia degli Ied è inoltre rivolta anche ai convogli umanitari che sempre più spesso sono costretti ad annullare le loro missioni per i troppi rischi. Proprio per far fronte a questa emergenza il 3/o reggimento Alpini lo scorso 25 luglio ha dato il via all'operazione 'Caronte'. I militari italiani hanno scortato, portandolo a destinazione, un convoglio composto da oltre 40 autocarri carichi di aiuti umanitari diretto nel distretto di Parsi. Una delle misure adottate dai Paesi che fanno parte della ‘coalizione antitalebani’ per cercare di ridurre il numero dei loro caduti in Afghanistan a causa degli Ied è la costituzione di team ‘anti Ied' specializzato nella loro rimozione. I due militari italiani morti erano appunto appartenenti al team ‘Improvised Explosive Device Disposal’, IEDD. Erano due specialisti del genio come i tanti che da mesi sono all’opera nel Paese asiatico per neutralizzare i ‘killer’ dei Talebani. Fatto questo che sta indispettendo non poco gli insorti afgani che si sono visti vanificare i n molte occasioni i loro intenti. Ed allora sono corsi ai ripari. Non piazzano più un solo Ied, ma nello stesso posto ne collocano due e anche tre per essere certi di fare il maggior ‘danno’ possibile, anche nel caso di un'operazione di bonifica. I due militari italiani sono stati infatti, investiti dall'esplosione di un secondo Ied, probabilmente azionato con un telecomando a distanza, dopo che ne avevano disinnescato uno poco prima. Forse anche per il fatto che negli ultimi due mesi numerosi di questi ordigni sono stati scoperti e neutralizzati proprio grazie alle capacità e bravura degli artificieri del contingente italiano. I Talebani sembrano aver preso principalmente di mira i soldati Isaf del settore occidentale dell'Afghanistan che è appunto posto sotto comando italiano. In quel settore si è registrata un’escalation di violenza senza precedenti. I ribelli afgani stanno dando vita ad una vera e propria offensiva militare contro gli italiani. Tra attacchi subiti e ordigni ritrovati, almeno 50 pronti ad esplodere, appare chiaro che i Talebani siano sempre più decisi ‘a fare la festa’ ai militari italiani. Le loro ‘azioni ostili’ si manifestano attraverso il ricorso a diverse tecniche. Non solo Ied piazzati lungo la strada, ma anche autobombe e imboscate. Tutto questo rientra anche nella nuova strategia dei ribelli che negli ultimi mesi hanno subito pesanti colpi, sia in termini di uomini, con la cattura o l'uccisione di numerosi capi, sia di capacità operativa essendo i loro movimenti molto limitati a causa degli attacchi dei droni e delle truppe del contingente internazionale. Ogni volta che i Talebani attaccano cercano quindi la strage. Una strage che stavolta è mancata, ma che comunque ha provocato la morte di due militari italiani ed ha portato il dolore nelle loro famiglie, che anche se con orgoglio, porteranno per sempre nei loro cuori il dolore per la loro perdita. I rispettivi contingenti militari presenti in Afghanistan controllano un territorio di 650mila chilometri quadrati. L'area è suddivisa in cinque comandi regionali e in 26 team provinciali di ricostruzione, Prt. All'Italia è stato affidato il Regional Command West, RC-W, di Herat. Un'area che si estende su quattro province: Herat, Badghis, Ghowr e Farah. Nel settore di competenza italiana dal 20 aprile scorso sono dispiegati gli alpini del 32esimo reggimento Taurinense del generale Claudio Berto. Appena giunti sono stati accolti ‘calorosamente’ da un comitato di benvenuto dei Talebani che per festeggiarli ha sparato contro la loro base almeno 20 razzi. In circa tre mesi hanno subito almeno 40 attacchi. Gli alpini però, non si sono persi d'animo e sono riusciti a creare una bolla di sicurezza intorno alla loro base puntando ad allargarla sempre di più, e creando soprattutto le condizioni affinchè vengano ripristinate le vie di comunicazione. Quelle vie che passano anche attraverso la ‘ring road’ che è impraticabile per circa 60 chilometri nel distretto di Bala Murghab controllato dagli italiani. Tutto questo ovviamente ha rotto ‘le uova nel paniere’ non solo agli insorti, ma anche ai tanti trafficanti di droga di quella area che fanno buoni affari con i ribelli. Entrambi hanno tutto l'interesse a mantenere le comunicazioni per via terra interrotte e a controllare il territorio. Dal ricavato della vendita della droga i Talebani, finanziano l'acquisto di armi e componenti per costruire Ied, oltre che a pagare i combattenti stranieri. Per l'Afghanistan il parlamento italiano ha autorizzato il governo a partecipare con un contingente di 3.227 militari. Ponendosi però, l'obiettivo, entro la fine dell'anno, di avere nel Paese circa 4mila soldati italiani. Appena lo scorso 21 luglio era giunto il ‘Si’ dell’assemblea di Montecitorio al decreto legge che proroga fino al 31 dicembre 2010 la partecipazione italiana alle missioni militari all'estero, fra cui quella in Afghanistan. Alla Camera dei Deputati il testo è stato approvato con 484 sì, 25 no e 11 astenuti. Hanno votato contro i deputati dell'IdV; ad astenersi i Radicali. In Afghanistan oltre alla componente principale, composta dal personale della brigata alpina Taurinense, è presente un significativo contributo di soldati e mezzi della Marina Militare, dell'Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Una delle attività principali dei militari italiani in Afghanistan è l'addestramento delle forze di sicurezza afghane. In Afghanistan le vittime della missione di pace del contingente italiano, hanno raggiunto quota 28 tra militari caduti in azione vittime di attentati o coinvolti in incidenti stradali a cui poi, vanno aggiunti quelli le cui vite sono state stroncate da malori. Con il pensiero a tutti i militari in Afghanistan sono ancora d’attualità le parole dette dal primo ministro danese, Lars Loekke Rasmussen: “I miei pensieri vanno ai soldati che si trovano in Afghanistan. Il loro è un impegno che merita il nostro profondo rispetto e la nostra gratitudine”.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione