venerdì 25 giugno 2010

Caso Brancher: Il PD chiede le dimissioni per il bene del Paese

Il neo ministro Brancher come primo atto del suo insediamento è ricorso al legittimo impedimento per organizzare il suo ministero.

Una nota del Quirinale ha però, rilevato che non c'è nessun nuovo Ministero da organizzare in quanto l'on. Brancher è stato nominato ministro senza portafoglio.


Domani sabato 26 giugno davanti al giudice monocratico della V Sezione Penale del tribunale di Milano si doveva tenere la prima udienza del processo sul tentativo di scalata alla Banca Antonveneta da parte di Bpi. Nel processo Aldo Brancher è imputato per appropriazione indebita nell'ambito di uno stralcio del procedimento sulla mancata scalata all'Antonveneta. Però nemmeno una settimana fa Brancher è diventato il ministro alla 'Sussidiarietà e al Decentramento' del Governo Berlusconi. Secondo l'ex numero uno della Bpi, Gianpiero Fiorani al neo ministro e alla sua compagna, Luana Maniezzo la Popolare di Lodi avrebbe garantito finanziamenti a fondo perduto. Però, come ministro della repubblica Brancher ha la facoltà di chiedere, in base alla normativa sul legittimo impedimento, di 'congelare' lo svolgimento del processo nei suoi confronti. Così è stato. Lo scorso mercoledì uno dei suoi difensori, l'avvocato Pier Maria Corso ha depositato la richiesta di rinvio per legittimo impedimento. Il legale di Brancher si è appellato alla legge che consente il rinvio dei processi per le più alte cariche dello stato e per i ministri. Il ricorso al legittimo impedimento è stato giustificato dal neo ministro dalla necessità di dover organizzare il nuovo ministero. Ad avvalorare la spiegazione il fatto che il ministro ha chiesto la sospensione del processo solo fino al 7 ottobre prossimo e non per i sei mesi consentitegli per legge. Brancher, salvo altri impedimenti, per quella data si è detto disponibile ad essere in aula. Ora la parola passa al giudice Annamaria Gatto che dovrà decidere se accogliere l'istanza e anche se separare la posizione di Brancher da quella della sua compagna che nel processo risponde di ricettazione. Per cui domani, dopo tre rinvii, si terrà la prima udienza del processo, ma per discutere della questione. Il pm Eugenio Fusco dovrebbe sollevare l'eccezione di legittimità costituzionale della legge e forse chiedere anche la separazione della posizione di Brancher da quella della Maniezzo. Il giudice dovrebbe decidere per il 5 luglio, giorno in cui era già stata fissata l'altra udienza. L'accusa per cui il ministro Brancher e la compagnia sono finiti sotto processo riguarda un giro di versamenti effettuati tra il 2001 e il 2005 per una cifra complessiva di oltre un milione di euro. In particolare ci sono 420 mila euro (appropriazione indebita) che Brancher e la Maniezzo avrebbero incassato tra il dicembre e il novembre del 2003 grazie a delle plusvalenze su azioni Tim e Autostrade che secondo l'accusa vennero manovrate dai vertici dell'ex Bpl per favorire la coppia. Altri 600 mila euro (ricettazione) erano suddivisi, secondo l'accusa, in versamenti distinti: i primi 100 mila consegnati in contanti da un collaboratore di Fiorani, Donato Patrini, presso l'autogril di San Donato milanese nel 2001; 100 mila euro in contanti consegnati nel 2004 a Lodi nell'ufficio di Fiorani; altri 100 mila ricevuti a Roma nel gennaio del 2005 dopo la bocciatura del Decreto sul Risparmio presso l'ufficio di Brancher, al ministero del Welfare; e infine altri 200 mila euro consegnati ancora nell'ufficio di Fiorani a Lodi, nel marzo dello stesso anno. Il ricorso al legittimo impedimento, da parte di Brancher, ha sollevato enormi polemiche nel mondo politico italiano. Un grosso polverone che ha soppiantato di fatto quelle già scoppiate per la sua nomina a ministro per l''Attuazione del federalismo'. Una denominazione che poi, era stata cambiata in ministro del 'Decentramento e Sussidiarietà'. Una polemica alimentata fortemente dal sospetto, avanzato con vigore da parte dell'opposizione, che la sua nomina a ministro sia stata fatta ad arte, per consentirgli di evitargli l'aula. Nel pomeriggio poi, a soffiare sul fuoco una nota del Quirinale: “In rapporto a quanto si è letto su qualche quotidiano questa mattina a proposito del ricorso dell'on. Aldo Brancher alla facoltà prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento si rileva che non c'è nessun nuovo Ministero da organizzare in quanto l'on. Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio. “Le parole del Quirinale sono un macigno. Solo le dimissioni del ministro Brancher possono sanare questo scandalo. Le chiediamo per il bene del Paese e per il rispetto delle istituzioni”, ha affermato il vicesegretario Pd, Enrico Letta. Il caso Brancher ha scatenato una vera e propria bufera politica. Le reazioni dal mondo politico sono state tante finora. “Se prima era solo un sospetto ora ne abbiamo la conferma: Brancher è il ministro per l'attuazione del legittimo impedimento”. Con queste parole il capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti ha commentato la notizia. “La maschera è caduta, si è capito il vero motivo di questa nomina. Lo aveva detto Bossi che Brancher era ministro senza deleghe. Ora si è capito: la delega di Brancher è al legittimo impedimento”, ha affermato il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini. “Era scontato che Brancher si avvalesse del legittimo impedimento. Ormai per sfuggire alla giustizia ci sono solo due strade: la latitanza o una poltrona nel governo Berlusconi” , ha spiegato il capogruppo IdV alla Camera, Massimo Donadi. Mentre il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario ha affermato che: “Come volevasi dimostrare, l'inutile Ministero per l'attuazione del federalismo è stato inventato solo per consentire al neo ministro Brancher di avvalersi del legittimo impedimento e sottrarsi al processo sul tentativo di scalata Antonveneta.
Una squallida farsa, l'ennesimo colpo di mano di Berlusconi”. Secondo Belisario il presidente del Consiglio dopo essersi assicurato l'impunità per se stesso adesso pensa anche ai fedelissimi, agli amici, agli ex dipendenti Fininvest. “Ormai essere indagati e amici di Berlusconi assicura un posto al governo”, ha concluso Belisario. “Come avevamo immaginato nei giorni scorsi la nomina di un nuovo ministro non ha nulla a che vedere con l'efficienza del governo, ma ha molto a che vedere con l'impedire che la giustizia faccia il suo corso. E infatti, a poco più di una settimana del giuramento di Brancher quale responsabile dell'Attuazione del Federalismo, ecco che il neo-ministro sfugge all'udienza per il tentativo di scalata ad Antonveneta dov'è imputato insieme alla moglie, utilizzando il motivo di 'legittimo impedimento' per, dice, organizzare il suo ministero”. Questa la dura critica di Alessandro Maran, vice presidente dei deputati Pd che ha sottolineato anche come. “Soltanto ieri abbiamo appreso dai giornali che per far piacere a Bossi e al Carroccio, Brancher ha anche cambiato nome alla sua delega e che sarà ministro alla Sussidiarietà e al Decentramento”. “Quel che importa è lo scudo processuale non le competenze”, ha agiunto Maran secondo cui: “E la Lega fa finta di niente”. Anche Giovanna Melandri è intervenuta sulla vicenda Brancher. Dal Piemonte, a Levice, dove si trova per l'inaugurazione della Festa Nazionale dei Borghi Autentici, ha affermato che: “in tempi di austerità e di crisi, avevamo duramente criticato la maggioranza per la scelta di istituire un nuovo dicastero, che è, nei fatti, totalmente inutile, avendo competenze sovrapposte ai dicasteri già esistenti, e che costerà ai contribuenti italiani 1 milione di euro l'anno”. La Melandri ha sottolineato come da oggi cade la maschera alla Lega Nord. “Proprio il partito che quotidianamente interviene per fustigare i costumi della 'casta' e inveire contro gli sprechi della politica rimane sostanzialmente silente davanti ad una vicenda così vergognosa”, ha sottolineato la deputata Pd ribadendo che: “Il silenzio della Lega deve aprire gli occhi ai tanti elettori che, in buona fede, hanno dato credito alle sue promesse di cambiamento e trasformazione. La maschera è finalmente caduta, e la Lega mostra tutta la sua doppiezza ed ipocrisia”. Critiche non solo dall'opposizione. “E' inelegante che un ministro appena nominato e ancora senza delega cominci invocando il legittimo impedimento che era stato pensato per impedire le aggressioni dei magistrati ai ministri, non per nominare ministri che erano già sotto processo”, ha affermato il 'finiano', Italo Bocchino a cui ha fatto eco Fabio Granata, altro finiano: “E' inopportuna sul piano politico la procedura con cui si è arrivati da parte del nuovo ministro a chiedere il legittimo impedimento. Sul piano formale, nulla da eccepire, su quello politico molto, anche alla luce di una delega che non è chiara e non è stata ancora attribuita”. In merito è intervenuto anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: “il legittimo impedimento bastava per il presidente del Consiglio, non c'era alcun bisogno di estenderlo ai ministri. La vicenda Brancher dimostra che il troppo stroppia e che è stato un infortunio, un grande errore politico per la maggioranza volerlo estendere ai ministri”. Per Casini a fare una brutta figura non è solo Brancher, ma anche il governo.
Lo scorso mercoledì il presidente del Copasir, Massimo D'Alema alla festa del Pd di Marghera l'aveva detto: “la nomina a ministro di Aldo Brancher è la spia del modo di governare di Berlusconi e del centrodestra, che è quello dello spreco del denaro pubblico e dell'occupazione dello Stato”. “Tutti sanno che Brancher è diventato ministro per consentirgli di avvalersi del legittimo impedimento tanto e' vero che è diventato ministro prima ancora di sapere di che cosa”, aveva affermato D'Alema affermando ironicamente che: “Ma se questo è il criterio avremmo migliaia di ministri se infatti tutti gli imputati amici di Berlusconi devono diventare ministro”. “Tutto questo è francamente intollerabile”, aveva concluso D'Alema a Marghera. Nel frattempo si fa sentire anche il popolo della Lega sulla vicenda del neo ministro, Aldo Brancher, e sulla sua scelta di fare immediato ricorso alla norma sul legittimo impedimento per evitare un processo. Secondo quanto riportato sulla sua pagina web da 'Repubblica.it' i siti e i blog dei fedelissimi del Carroccio esprimono sconcerto e rabbia per la decisione e anche per il 'silenzio' del Carroccio.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione