mercoledì 10 febbraio 2010

Iran. Nucleare iraniano. La nuova sfida di Ahmadinejad

Sulla questione nucleare il governo di Teheran continua a giocare al gatto col topo con la comunità internazionale. L'Iran da anni sulla questione riguardante il suo contestato programma di arricchimento dell'uranio, prima annuncia aperture e poi si rimangia tutto. Mentre la comunità internazionale, ONU in testa, continua a lanciare allarmi sui programmi nucleari della repubblica islamica e aumenta il suo pressing sull'Iran, minacciando dure sanzioni è arrivata ieri la nuova sfida del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. L'Iran ha avviato la produzione di Uranio arricchito al 20 percento. “Il processo d'arricchimento dell'uranio al 20 percento, iniziato ieri, ha scatenato un'ondata di felicità tra quelle nazioni che sentono come loro ogni progresso dell'Iran”, ha poi, affermato il presidente iraniano nel corso di un vertice di governo tenuto oggi a Teheran. Non èchiaro se le dichiarazioni odierne del Ahmadinejad rappresentino una vera chiusura, magari dettata da divisioni interne al regime, o una mossa tattica per cercare di arrivare ad un'intesa più conveniente o ancora peggio per guadagnare tempo. Appena qualche giorno fa, il presidente iraniano aveva affermato in un'intervista alla Tv pubblica iraniana che il suo Paese era pronto a far arricchire in Paesi terzi parte del suo uranio, così come proposto dalle Nazioni Unite. “Non ci sono problemi ad inviare il nostro uranio all'estero, c'è chi si agita troppo, noi lo consegniamo al 3,5 per cento e ci viene restituito al 20 per cento nel giro di qualche mese”. Parole che però, gli esperti dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica , l'Aiea, a Vienna avevano comunque raccolto con prudenza. Le parole di Ahmadinejad non contenevano infatti, nessun impegno vincolante, ne indicazioni temporali sull'accordo e poi, come spesso è accaduto finora, le autorità iraniane potevano sempre rimangiarsele come poi è stato. Anche Londra e Mosca avevano accolto con prudenza, anche se positivamente, l'apertura, ma il governo britannico aveva precisato che restava cruciale il ritorno dell'Iran al negoziato con i Paesi del gruppo dei 5+1, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania. Anche l'Unione europea si dice da tempo disposta ancora a dare credito alle aperture di Teheran. La Cina continua invece, a sostenere ciò che ha sempre sostenuto ossia negoziare con Teheran. Stavolta però, faceva ben sperare il fatto che le parole del capo dello stato iraniano erano però, state confermate poco dopo dal ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki che parlando da Ankara e poi da Monaco di Baviera, aveva spiegato che in questo modo si potrebbe creare un clima di fiducia con i Paesi occidentali impegnati nel dossier nucleare. Era stato, lo scorso mese di ottobre, a Vienna, l'allora direttore dell'Aiea, Mohammed El Baradei a presentare una bozza d'accordo che prevedeva che l'Iran arricchisca il suo uranio all'estero. In base alla proposta, Teheran dovrebbe spedire in Russia 1.200 dei suoi 1.500 chilogrammi di uranio al 3,5 per cento. Una volta arricchito al 20 per cento, lo stock verrebbe poi passato alla Francia che provvederebbe a trasformarlo in combustibile nucleare per un reattore a Teheran dove si producono isotopi radioattivi per la cura del cancro. L'Iran non ha mai formalmente accettato la proposta, chiedendo anzi, correttivi che la comunità internazionale ha sempre giudicato inaccettabili. Come gran parte della comunità internazionale, gli Stati Uniti sono convinti che l'Iran non voglia utilizzare il suo programma nucleare per scopi civili, come dichiara da anni, ma per produrre ordigni nucleari. Anche se i rapporti tra Teheran e l'Occidente continuano a essere tesi i contatti sul nucleare, dopo ottobre, sono proseguiti. E ancora si spera! Una speranza che anche oggi è stata ravvivata quando sul nucleare iraniano è giunto un'apertura ad una possibile intesa con l'occidente da parte di Teheran. L'apertura è stata affidata alle parole del direttore dell'Agenzia atomica iraniana, Ali Akbar Salehi. Il responsabile del programma nucleare iraniano ha affermato che : “L'accordo è sul tavolo. Il capo dell'agenzia nucleare ha però precisato che l'Iran vuole trattenere le scorte di uranio arricchito al 3,5 per cento sul suo territorio in attesa di ottenere dalla comunità internazionale quello arricchito al 20 per cento necessario a un reattore per ricerche mediche. L'Iran dunque, a dispetto di tutto, non considera ancora chiusa la partita sull'accordo per arricchire uranio all'Estero. Eppure ieri a Natanz è stato avviato il programma per l'ulteriore arricchimento del uranio. In proposito Salehi ha spiegato in una intervista a Press-Tv che: “'Abbiamo la capacità di arricchire l'uranio a qualsiasi percentuale noi lo vogliamo. Abbiamo chiesto all'Aiea di chiedere ad altri Paesi di fornirci il materiale arricchito al 20 per cento perchè non vogliamo andare oltre il 5 per cento. Ma non hanno risposto”. Un intervento questo che non ha trovato 'accoglienza' nella comunità internazionale. Oggi è stato invece, varato il nuovo pacchetto di sanzioni contro l'Iran che gli Stati Uniti hanno messo a punto e che mira agli interessi dei pasdaran negli USA sottoforma di compagnie, banche e altre entità controllate da quella che sembra essere diventata oltre la più potente milizia creata al mondo anche una potenza economica. Le autorità americane auspicano che, nonostante resti forte l'opposizione della Cina, anche le diplomazie europee adottino il nuovo pacchetto di misure contro Teheran inclusa l'estensione della lista degli esponenti politici iraniani a cui è bandito il visto e il freno agli investimenti nel settore dell'energia. Nel frattempo gli Stati Uniti hanno anche intensificato il loro sforzo diplomatico per cercare di convincere la Cina ad approvare le nuove sanzioni, introducendo l'argomento secondo cui è negli interessi economici di Pechino farlo. Un Iran nucleare metterebbe a rischio i loro rifornimenti di petrolio, anche per l'elevato pericolo di un possibile raid israeliano contro i siti iraniani. Questo passo compiuto dagli americani sancisce la chiusura della mano aperta in un pugno chiuso da parte degli Usa nei confronti dell'Iran. Quella mano tesa che il presidente statunitense, Barack Obama aveva porto al Paese islamico all'indomani del suo insediamento. Un'azione questa dovuta al fatto che ieri gli scienziati iraniani hanno avviato, nell'impianto di Natanz, il processo di arricchimento dell'uranio al 20 per cento. Sono state attivate 164 centrifughe di nuova generazione nell'impianto nucleare nell'Iran centrale. Un'operazione compiuta, per la prima volta, alla presenza degli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica , Aiea. Secondo le autorità iraniane il combustibile prodotto a Natanz alimenterà un reattore dove vengono compiute ricerche mediche sugli isotopi nucleari. Stamani è giunto anche il commento alla proposta americana di fermare l'arricchimento di uranio al 20 percento in cambio di isotopi per uso medico provenienti dall'estero. Essa è stata definita illogica dal portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast. Ad avanzare la nuova proposta era stato il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Philip Crowley che aveva spiegato che: “la comunità internazionale sarebbe pronta a collaborare in modo costruttivo per soddisfare qualsiasi esigenza specifica dell'Iran facilitando l'approvvigionamento di isotopi medici provenienti da paesi terzi”.
Perchè la discussione è tutta incentrata sull'uranio arricchito al 20 percento? Farlo significa superare quell'ultima fase tecnicamente definita complessa per poter poi, sviluppare un eventuale ordigno nucleare. Arricchire l'uranio dal 20 al 90 per cento, percentuale che serve per avviare ad una reazione a catena, è più facile e richiede meno energia , che arricchirlo dal 0,7 percento, come si trova in natura, al 3,5 per cento, come ha fatto Teheran finora. In sei mesi l'Iran, con solo mille centrifughe, arriverebbe ad avere una bomba atomica. Su questo si basa lo 'scontro-confronto' in atto tra Iran e comunità internazionale. I Paesi occidentali, USA in testa, vorrebbero mantenere il controllo di questo uranio arricchito al 20 per cento. Cosa questa che non piace, ovviamente, al regime degli Ayatollah. Nel frattempo ieri a Teheran manifestanti hanno dato l'assalto non violento ad alcune sedi diplomatiche occidentali tra le quali quella italiana. Nessun danno a cose o uomini, ma il fatto costituisce un grave segnale dell'ormai forti tensioni che si sono sviluppate tra i due Paesi un tempo grandi amici. Non è la prima volta che l'ambasciata italiana a Teheran finisce nel mirino dei manifestanti. E' accaduto anche nel 2005, dopo una protesta a Roma contro Ahmadinejad. E nel 2006, dopo che l'allora ministro Calderoli indossò una maglietta con le caricature del profeta Maometto. Anche nel 2008 si verificarono manifestazioni anti Italia a causa delle esternazioni del premier Silvio Berlusconi che paragonò Ahmadinejad ad Hitler. Però, finora mai il clima a Teheran si era fatto così teso sia sul fronte interno sia su quello esterno nei confronti dell'Italia.

Nessun commento:

DIRITTI E UTILIZZO RISERVATI

LA RIPRODUZIONE, TOTALE E PARZIALE, DEL CONTENUTO DI QUESTO BLOG, COMPRESO LE FOTO, E' CONSENTITA SOLO A CONDIZIONE CHE NON VENGA ALTERATO IL CONTENUTO E VENGA CITATA SEMPRE IL BLOG E AUTORE (fonte).
GRAZIE


Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo
Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

Unioni Civili
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA

Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

Rivista e libro in vendita al sito www.liberoreporter.it

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia
Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili
in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

sono solidale con gli immigrati clandestini
il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

***

Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione