Il governo italiano sta valutando la possibilità di inviare in missione di soccorso ad Haiti e la portaerei Cavour potrebbe essere l'unità navale militare scelta per compierla . La nave, che è attualmente alla fonda nella
base di La Spezia, impiegherebbe almeno 15 giorni per raggiungere l'isola caraibica, che potrebbero diventare 11 ad una velocità di 20 nodi e senza soste nemmeno per il rifornimento. Non è però questa la sua velocità massima, la nave può raggiungere la velocità di 30 nodi. La Cavour, ammiraglia della Marina Militare italiana, ha ricevuto al bandiera di combattimento il 10 giugno scorso e la missione ad Haiti sarebbe di fatto il primo impiego operativo. La portaerei ha un centro comunicazione e una capienza fino a mille persone. Inoltre ha a bordo un servizio sanitario avanzatissimo che può contare su una sala rianimazione, due sale operatorie, una sala terapia intensiva, max 8 persone, una sala ustionati, una sala degenza, max 20 persone, due ambulatori e una sala radiologica-Tac. Torna quindi di nuovo a ripresentarsi l'ipotesi di impiegare una nave della Marina militare italiana per prestare soccorso alle popolazioni di Haiti colpite dal terremoto. Un operazione di cui il principale sponsor è il ministro della Difesa, Ignazio La Russa il quale ha confermato che il governo italiano sta studiando, assieme a quello brasiliano, la possibilità di inviare una nave militare ad Haiti per una missione umanitaria congiunta. La partnership con il Brasile però comporterebbe l'impiego della portaerei Cavour che può servire da base, per aerei ed elicotteri, per trasportare materiali e personale, e l'utilizzo della base che i brasiliani hanno sull'isola. L'idea della missione di soccorso era nata lo scorso venerdì, ma poi era stata esclusa a causa dei tempi necessari per raggiungere Haiti rispetto ai mezzi della Marina Usa e degli altri Paesi più vicini all'isola caraibica, nonchè per i suoi alti costi. Ieri invece, il ministro La Russa ha affermato che a suo parere al 90 percento la nave partirà. “Ho bisogno ancora di qualche certezza, come quella, ad esempio, che non sia una pura operazione di vetrina, ma un aiuto concreto a quelle popolazioni così' duramente colpite”, ha spiegato io ministro che ha poi affermato che: “Ci stiamo 
lavorando e lunedì sapremo se il progetto è fattibile, in questo caso la nave partirebbe già dopo qualche giorno”. “Ho avuto il via libera anche dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”, ha spiegato il ministro. “L'obiettivo delle missione, ha continuato La Russa, sarà quella di aiutare tutta la popolazione ma in particolare i bambini orfani che sono tanti e che vanno supportati”. “Mi piacerebbe riempire la nave di questi bambini e nel rispetto del diritto internazionale portarli in Italia magari per dei progetti di affidamento”, ha concluso il capo del dicastero della Difesa. La possibilità di inviare la portaerei italiana ad Haiti ha comunque raccolto il plauso di tanti in Italia. Tra questi il ministro delle Attività culturali, Sandro Bondi che ha commentando affermando che: “per prestare assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto di Haiti rappresenta una decisione di alto valore morale e politico. Si tratta di una iniziativa che corrisponde pienamente ai valori più profondi della nostra Nazione e al ruolo internazionale dell'Italia”. Non è comunque ancora chiaro quale nave, in caso di via libera, sarebbe impiegata per la missione. Anche se si continua a parlare della portaerei 'Cavour', altre opzioni potrebbero essere o
fferte dalla disponibilità delle navi anfibie 'San Giusto', 'San Marco' e 'San Giorgio'. Unità navali 'Landing Platform Dock', Lpd, che sono già state, in passato, utilizzate in missioni di soccorso in caso di calamità naturali in varie parti del mondo. Non potrebbe escludersi anche l'utilizzo del cacciatorpediniere 'Andrea Doria', per il quale è già prevista una missione in Brasile. Per la Marina militare italiana, ogni opzione è fattibile. Come sempre accade in in caso di calamità naturali, l'alto comando ha già pianificato un suo possibile contributo nel caso gli fosse richiesto. Favorita nella scelta è la nave anfibia 'San Giusto'. Potrebbe essere in effetti questa l'unità navale militare che partirà per l'isola caraibica sconvolta dal sisma. La nave infatti, è ritenuta il mezzo meglio adatto per trasportare gli uomini e i mezzi previsti per la missione di soccorso. Può infatti, imbarcare elicotteri e veicoli adatti per l'evacuazione della popolazione civile via mare e via elicotteri ed è inoltre, dotata di ottimi presidi medico-sanitari come un ospedale con sale di terapia intensiva e rianimazione. La nave anfibia 'San Giusto' ha già svolto egregiamente questo compito in passato in diverse parti del mondo. Mentre la portaerei Cavour è nuova a missioni del genere ed inoltre, essendo molto più grande, circa 27 mila tonnellate di stazza, comporterebbe anche costi più elevati. In considerazione anche del fatto che essendo una missione a lungo termine, sarebbero altissimi anche i costi di gestione. Non da meno potrebbe essere valido il ricorso ad un'altra nave la 'San Marco'. Per il fatto che l'unità navale ha preso parte un paio d'anni fa, nelle acque della Sardegna, all'operazione 'Fire 5' condotta insieme alla Protezione civile. Il fatto che l'idea della missione sia stata di nuovo affrontata, dopo essere stata archiviata, può significare che considerazioni del 
genere siano state fatte e, che probabilmente si sia arrivati a queste conclusioni. Come sempre tutte le Forze armate italiane faranno la loro parte per affrontare questa emergenza umanitaria. L'Aeronautica militare ha messo a disposizione due aerei: un Falcon, con l'advanced team coordinato dalla Protezione civile e un C-130 con un ospedale da campo che sono già operativi ad Haiti. L'ospedale che dovrebbe essere installato presso l'ospedale Saint Damien, gestito dalla Fondazione Rava e specializzato nella cura dei bambini. L'esercito ha invece allertato i militari del Genio della compagnia del 2/o reggimento di Trento e i loro mezzi: buldozer, escavatori, mezzi campali, gruppi elettrogeni. Circa 200 uomini che verranno impiegati nella rimozione delle macerie, nel ripristino della viabilità e altri interventi.
base di La Spezia, impiegherebbe almeno 15 giorni per raggiungere l'isola caraibica, che potrebbero diventare 11 ad una velocità di 20 nodi e senza soste nemmeno per il rifornimento. Non è però questa la sua velocità massima, la nave può raggiungere la velocità di 30 nodi. La Cavour, ammiraglia della Marina Militare italiana, ha ricevuto al bandiera di combattimento il 10 giugno scorso e la missione ad Haiti sarebbe di fatto il primo impiego operativo. La portaerei ha un centro comunicazione e una capienza fino a mille persone. Inoltre ha a bordo un servizio sanitario avanzatissimo che può contare su una sala rianimazione, due sale operatorie, una sala terapia intensiva, max 8 persone, una sala ustionati, una sala degenza, max 20 persone, due ambulatori e una sala radiologica-Tac. Torna quindi di nuovo a ripresentarsi l'ipotesi di impiegare una nave della Marina militare italiana per prestare soccorso alle popolazioni di Haiti colpite dal terremoto. Un operazione di cui il principale sponsor è il ministro della Difesa, Ignazio La Russa il quale ha confermato che il governo italiano sta studiando, assieme a quello brasiliano, la possibilità di inviare una nave militare ad Haiti per una missione umanitaria congiunta. La partnership con il Brasile però comporterebbe l'impiego della portaerei Cavour che può servire da base, per aerei ed elicotteri, per trasportare materiali e personale, e l'utilizzo della base che i brasiliani hanno sull'isola. L'idea della missione di soccorso era nata lo scorso venerdì, ma poi era stata esclusa a causa dei tempi necessari per raggiungere Haiti rispetto ai mezzi della Marina Usa e degli altri Paesi più vicini all'isola caraibica, nonchè per i suoi alti costi. Ieri invece, il ministro La Russa ha affermato che a suo parere al 90 percento la nave partirà. “Ho bisogno ancora di qualche certezza, come quella, ad esempio, che non sia una pura operazione di vetrina, ma un aiuto concreto a quelle popolazioni così' duramente colpite”, ha spiegato io ministro che ha poi affermato che: “Ci stiamo 
lavorando e lunedì sapremo se il progetto è fattibile, in questo caso la nave partirebbe già dopo qualche giorno”. “Ho avuto il via libera anche dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”, ha spiegato il ministro. “L'obiettivo delle missione, ha continuato La Russa, sarà quella di aiutare tutta la popolazione ma in particolare i bambini orfani che sono tanti e che vanno supportati”. “Mi piacerebbe riempire la nave di questi bambini e nel rispetto del diritto internazionale portarli in Italia magari per dei progetti di affidamento”, ha concluso il capo del dicastero della Difesa. La possibilità di inviare la portaerei italiana ad Haiti ha comunque raccolto il plauso di tanti in Italia. Tra questi il ministro delle Attività culturali, Sandro Bondi che ha commentando affermando che: “per prestare assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto di Haiti rappresenta una decisione di alto valore morale e politico. Si tratta di una iniziativa che corrisponde pienamente ai valori più profondi della nostra Nazione e al ruolo internazionale dell'Italia”. Non è comunque ancora chiaro quale nave, in caso di via libera, sarebbe impiegata per la missione. Anche se si continua a parlare della portaerei 'Cavour', altre opzioni potrebbero essere o
fferte dalla disponibilità delle navi anfibie 'San Giusto', 'San Marco' e 'San Giorgio'. Unità navali 'Landing Platform Dock', Lpd, che sono già state, in passato, utilizzate in missioni di soccorso in caso di calamità naturali in varie parti del mondo. Non potrebbe escludersi anche l'utilizzo del cacciatorpediniere 'Andrea Doria', per il quale è già prevista una missione in Brasile. Per la Marina militare italiana, ogni opzione è fattibile. Come sempre accade in in caso di calamità naturali, l'alto comando ha già pianificato un suo possibile contributo nel caso gli fosse richiesto. Favorita nella scelta è la nave anfibia 'San Giusto'. Potrebbe essere in effetti questa l'unità navale militare che partirà per l'isola caraibica sconvolta dal sisma. La nave infatti, è ritenuta il mezzo meglio adatto per trasportare gli uomini e i mezzi previsti per la missione di soccorso. Può infatti, imbarcare elicotteri e veicoli adatti per l'evacuazione della popolazione civile via mare e via elicotteri ed è inoltre, dotata di ottimi presidi medico-sanitari come un ospedale con sale di terapia intensiva e rianimazione. La nave anfibia 'San Giusto' ha già svolto egregiamente questo compito in passato in diverse parti del mondo. Mentre la portaerei Cavour è nuova a missioni del genere ed inoltre, essendo molto più grande, circa 27 mila tonnellate di stazza, comporterebbe anche costi più elevati. In considerazione anche del fatto che essendo una missione a lungo termine, sarebbero altissimi anche i costi di gestione. Non da meno potrebbe essere valido il ricorso ad un'altra nave la 'San Marco'. Per il fatto che l'unità navale ha preso parte un paio d'anni fa, nelle acque della Sardegna, all'operazione 'Fire 5' condotta insieme alla Protezione civile. Il fatto che l'idea della missione sia stata di nuovo affrontata, dopo essere stata archiviata, può significare che considerazioni del 
genere siano state fatte e, che probabilmente si sia arrivati a queste conclusioni. Come sempre tutte le Forze armate italiane faranno la loro parte per affrontare questa emergenza umanitaria. L'Aeronautica militare ha messo a disposizione due aerei: un Falcon, con l'advanced team coordinato dalla Protezione civile e un C-130 con un ospedale da campo che sono già operativi ad Haiti. L'ospedale che dovrebbe essere installato presso l'ospedale Saint Damien, gestito dalla Fondazione Rava e specializzato nella cura dei bambini. L'esercito ha invece allertato i militari del Genio della compagnia del 2/o reggimento di Trento e i loro mezzi: buldozer, escavatori, mezzi campali, gruppi elettrogeni. Circa 200 uomini che verranno impiegati nella rimozione delle macerie, nel ripristino della viabilità e altri interventi. 
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