martedì 1 settembre 2009

Russia. Ricordando le vittime del massacro di Beslan

Sono questi, giorni di altissimo valore simbolico in Russia e in particolare nell’Ossezia del Nord dove in migliaia stamani, si sono dati appuntamento a Beslan, la piccola cittadina caucasica dove il primo settembre del 2004 un commando di terroristi armati fino ai denti, e soprattutto carichi di esplosivo, prese in ostaggio, in una scuola, oltre 1.200 persone, mettendo in atto un maxisequestro che si concluse, nella palestra della scuola, con un massacro. Morirono ben 333 persone dopo 3 giorni di inutili tentativi di negoziato e a conclusione di un controverso blitz delle forze speciali russe che lasciarono sul terreno anche 10 dei loro membri. Tra gli ostaggi uccisi, 186 erano bambini. Inermi ‘esserini’ che vennero catturati dai terroristi nella loro scuola, la ‘numero 1’ della città, mentre festeggiavano, come tradizione in Russia, con parenti e insegnanti, il loro primo giorno di lezioni del nuovo anno scolastico dopo le vacanze estive. I momenti di quel massacro ritornano nella mente di tutti. Scorrono ancora davanti agli occhi le immagini trasmesse dalla Tv dello strazio dei bimbi dilaniati e dei loro genitori. Molti dei corpi vennero trovati carbonizzati. L'impatto mediatico fu amplificato proprio dalla presenza tra gli ostaggi di bambini e dalla crudeltà degli aguzzini proprio sui piccoli. Scorrono ancora nitide le immagini di quei piccoli portati fuori di corsa da una palestra scolastica divenuta per tanti luogo di morte. Sono stati circa 800 i sopravvissuti al massacro, molti dei quali sono rimasti mutilati ed alcuni bambini orfani mentre altri addirittura sono inspiegabilmente scomparsi nel nulla. Forse rapiti. Da allora l'inizio della scuola in Russia è accompagnato sempre dal ricordo di quel massacro ed è commemorato non solo a Beslan, con tre giorni di lutto, ma anche in diverse città del Paese. Il 3 settembre poi, saranno lanciati in cielo 333 palloncini bianchi, tanti quante furono le vittime. La scuola distrutta e stata lasciata lì in macerie come una sorta di monito e monumento alla memoria delle vittime. Oggi che la regione caucasica è ancora una volta al centro di violenze, con le varie organizzazioni dei ribelli, come quella delle ‘Brigate dei martiri Riyadus Salikhin’, un tempo comandate da Shamil Basaev, ucciso nel 2006 ma che nel 2004 fu la mente della strage di Beslan, che sembrano essersi di nuovo scatenati ed hanno compiuto violenze di ogni genere negli ultimi mesi in Inguscezia, Daghestan e Cecenia. Nei soli ultimi 3 mesi sono state uccise almeno 259 persone, tra cui 109 tra agenti e militari e 110 ribelli. Mentre sono stati compiuti 8 attentati suicidi nelle tre repubbliche caucase. L’ultimo stamani quando un uomo alla guida di un auto, fermato a un posto di blocco alla periferia di Makhachkala, capitale del Daghestan, ha azionato il detonatore di una carica di esplosivo che stava trasportando, uccidendo un passante e ferendo 6 agenti di polizia e altri 3 civili. In questo clima, nella regione, è cresciuto il timore di attentati, tanto da condizionare la vita dell’intera popolazioni nella regione russa. E’ ancora vivo il ricordo di come cinque anni fa, un commando di fondamentalisti islamici indipendentisti ceceno-inguscio composto da 32 terroristi raggiunse, indisturbato, la scuola di Beslan, portandovi morte e distruzione. I servizi segreti volevano attrarre Basaiev in una trappola convincendolo, tramite un'infiltrato, ad attaccare alcuni uffici governativi a Vladivkavkaz, capitale dell'Ossezia del nord, il 6 settembre. Basaiev fingendo di aver abboccato, avrebbe sfruttato il corridoio lasciato aperto dalle forze dell'ordine per entrare in Ossezia del Nord anticipando l'assalto e cambiando l'obiettivo: la scuola di Beslan. Una mancanza quella delle forze di sicurezza ossete che ancora oggi mantiene vive le polemiche. La versione infatti ancora una volta è stata contestata ieri da ‘Novaia Gazeta’, il giornale di Anna Politkovskaia, la giornalista uccisa a Mosca nel 2006, che nel tentativo di mediare con i terroristi, dai quali era molto tenuta in considerazione, partì da Mosca alla volta di Beslan ma non vi giunse in quanto in aereo si sentì male e venne ricoverata in ospedale. Aveva preso un tè ‘corretto’. Il periodico moscovita ha rilanciato alcune accuse contro il ministero dell'interno nord-osseto, che non avrebbe fatto nulla nonostante avesse, sin dall'inizio di agosto, ricevuto una presunta segnalazione di un informatore sulla preparazione di un blitz presumibilmente contro bambini. Segnalazione affiancata da un'altra della polizia cecena, la quale poche ore prima dell'assalto fermò una persona che avrebbe indicato con precisione anche l'obiettivo. Del gruppo di terroristi uno solo sopravvisse al massacro, un ceceno di nome Nurpashi Kulayev, che venne processato a Vladikavkaz, città nel sud della Russia. Per lui venne richiesta la pena capitale ma il tribunale lo condannò solo all’ergastolo. Anche se la pena di morte in Russia non è stata mai abolita la richiesta non poté essere accolta in quanto dal 1996, anno in cui il Paese ha aderito al Consiglio d'Europa, è in vigore una moratoria. Una decisione criticata da molti nel Paese, anche da esponenti politici russi, in quanto ritenevano che in questo caso la moratoria andava sospesa. Però l'allora presidente Putin non volle eccezione alcuna. A differenza del suo predecessore Putin, che non è mai stato presente alle commemorazioni per il massacro di Beslan, l’attuale presidente russo Dimitri Medvedev appare più ‘sensibile’ alla vicenda. “Il Cremlino sta facendo tutto il possibile per far sì che non si ripeta un'altra Beslan”, ha spiegato un portavoce del governo, con chiaro riferimento ai posti di polizia e ai controlli collocati nelle scuole a rischio nel Paese. Nella sola Mosca sono stati mobilitati 5mila agenti. Nel frattempo però lo stesso Medvedev dichiara di essere preoccupato della nuova ondata di violenza nel Caucaso e insoddisfatto della risposta messa in atto. In questi mesi, secondo i servizi di sicurezza russi, l'Fsb, gruppi terroristici tra i quali membri di al Qaida stanno cercando di approfittare della situazione per la preparazione di attentati sul territorio russo. Beslan è rimasto nella memoria collettiva come un martirio degli innocenti.
Il poeta Evgenij Evtushenko ha scritto: “Nessuno di noi è un eroe da solo”. “Ma dinanzi alla nuda verità siamo nudi tutti. Io sto insieme ai bambini bruciati. Sono anch'io uno di loro, uno della scuola di Beslan”.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

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SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA

Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione