Somalia. Truppe etiopi hanno varcato il confine entrando nel Paese africano

In Somalia continua l'avanzata verso Mogadiscio degli integralisti islamici. Nel frattempo sembra che truppe etiopi abbiano ancora una volta attraversato il confine per accorrere in aiuto delle forze governative di Mogadiscio dopo che i recenti eventi hanno dimostrato chiaramente che la situazione sta peggiorando e il governo somalo è sempre più con le spalle al muro. Nel Paese del Corno d'Africa una dopo l'altra stanno cadendo tutte le roccaforti degli islamisti filogovernativi. Dopo la presa di Jowhar, i miliziani islamici dello 'al Shabab', ieri hanno conquistato un'altra città anch'essa considerata strategica per l'avanzata verso Mogadiscio. Si tratta di Mahaday, che si trova a soli 23 chilometri da Jowhar, nella regione del medio Shabelle. I miliziani islamici, ritenuti vicini ad al-Qaeda, sono entrati in città senza incontrare alcuna resistenza in quanto i miliziani filo governativi dell'ala moderata delle Corti islamiche, legati al presidente Ahmad Sharif che controllavano prima quell'area non hanno combattuto e anche la popolazione, che vede il suo governo debole, ha voltato le spalle al suo presidente. Con questa nuova conquista, i mujahidin somali che già controllavano la maggior parte del centro e del sud della Somalia, ora hanno il controllo anche di tutta la provincia del medio Shabelle a ridosso della capitale somala. Quella in corso è un'offensiva che gli uomini dello 'al Shabab' hanno lanciato, oltre dieci giorni fa, contro il governo di Mogadiscio. Mettendo in campo oltre 5mila miliziani islamici specie dopo che a loro si sono uniti anche gli uomini del Partito islamico, 'Hezb al-Islam', guidati dall'ex alleato del presidente ed ex leader delle Corti islamiche Hassan Dahir Aweys, rientrato dall'Eritrea solo alla fine di aprile. Un'alleanza nata allo scopo di conquistare la capitale somala e far cadere il Governo Federale di Transizione, Tfg, sponsorizzato dalla comunità internazionale. Le forze leali al governo controllano di fatto solo alcuni quartieri di Mogadiscio e piccole zone vicine alla frontiera con l'Etiopia. Proprio dal Paese confinante sembra che stamani truppe etiopiche equipaggiate con armi pesanti e a bordo di mezzi blindati siano entrate in territorio somalo e si siano poi dispiegate nella città di Kalabeyr, località strategica per i collegamenti con il sud, il centro e il nord della Somalia. Sebbene il governo etiope abbai immediatamente smentito la notizia è stata confermata da più parti. Il portavoce del ministro degli Esteri etiopico Wahade Belay ha definito questa notizia una storia completamente inventata. Appena ieri le autorità di Addis Abeba avevano affermato di non prevedere per ora un intervento militare in Somalia. Le truppe etiopi erano già penetrate in territorio somala alla fine del 2006 col pretesto di ragioni di sicurezza interna. Accorsi in aiuto delle forze governative contribuirono fortemente alla cacciata dei miliziani dell'Unione delle Corti islamiche, Uci, che allora controllavano buona parte del Paese compreso Mogadiscio. Un intervento, quello dell'Etiopia, fin dall'inizio osteggiato dalla popolazione locale, che cessò lo scorso gennaio e che allora, come probabilmente ora, fu sponsorizzato da Washington. Il bilancio dall'inizio dei combattimenti, il 7 maggio scorso, è pesantissimo. Sono circa 200 i morti ed oltre 500 i feriti, quasi tutti civili. Mentre sono oltre 42mila le persone in fuga dalla capitale. Il Tfg nel Paese appare sempre più isolato e asserragliato in quei pochi bastioni che ancora gli rimangono. Mentre le truppe della missione di pace dell'Unione Africana, Ua, 'Amisom', poco più di 4mila uomini, rimangono barricati nei loro accampamenti fortificati preoccupandosi solo di difendersi.