sabato 20 dicembre 2008

Ruanda. Giustizia è fatta!!

L'Alta corte del tribunale penale internazionale dell'Aja, Tpi, con sede ad Arusha in Tanzania in questi giorni ha emesso, a 14 anni di distanza, una sentenza che dovrebbe rendere giustizia, almeno in parte, a chi ha subito il genocidio compiuto nel Paese africano nel 1994.
Il Tpi ha condannato per genocidio e crimini contro l'umanità colui che è stato considerato la mente di tutto, l'ormai sessantasettenne ex colonello dell'esercito ruandese, Theoneste Bagosora di etnia hutu. Per il militare l'accusa è di essere stato a suo tempo il comandante delle milizie hutu 'Interahamwe', squadre della morte che si resero colpevoli del massacro di oltre 800mila tutsi e hutu moderati. Bagosora è stato condannato all'ergastolo, con lui sono stati giudicati e condannati altri due ex alti ufficiali militari, Aloys Ntabakuze e Anatole Nsengiyumva mentre un terzo ufficiale, il generale Gratien Kabiligi, è stato assolto. Al cognato dell'ex presidente Habyarimana, Protais Zigiranyirazo invece sono stati comminati 20 anni di reclusione. E' stato ritenuto responsabile di aver aiutato e incoraggiato il massacro di circa 1.500 tutsi l'8 aprile del 1994 sulla collina di Kesho, a Gisenyi, nel nord del Paese.
Il procuratore capo dell'Alta corte di Arusha, Hassan Bubacar Jallow, aveva chiesto per tutti la condanna all’ergastolo. Secondo l'accusa, tutti gli imputati condannati hanno cospirato per elaborare un piano di sterminio della popolazione tutsi ed eliminare i membri dell'opposizione.
Il “Paese dalle mille colline” visse nel 1994 uno degli eventi più tragici della sua storia. Per cento giorni, dal 7 aprile fno all’inizio di luglio, si compì un vero e proprio genocidio dei Tutsi ad opera dell’etnia hutu. Tutsi e Hutu facevano parte dello stesso ceppo etnico culturale Bantu, la differenza tra i due gruppi consisteva nel clan o stato sociale di appaprtenenza, non aveva alcuna connotazione razziale. I tutsi sono da sempre stati una minoranza costituita da ricchi proprietari terrieri, mentre gli hutu, malgrado fossero numericamente superiori, hanno da sempre avuto un ruolo sociale inferiore.
Lo sterminio causò la morte di oltre 800mila persone, generando migliaia di vedove, molte stuprate e oggi sieropositive e 400mila bambini rimasti orfani. La comunità internazionale, pur avendo molti dati a disposizione che lasciavano presagire la strage, non intervenne. Anche l’Onu, nonostante le ripetute richieste di aiuto del generale canadese Romeo Dallaire allora comandante della missione delle Nazioni Unite per l’assistenza al Ruanda, la MINUAR, si dimostrò impotente di fronte alla situazione. Le uccisioni proseguirono fino all'ingresso a Kigali delle truppe del Fronte patriottico ruandese (Fpr), a maggioranza tutsi e da allora rimaste al potere nel Paese.
Per i giudici dal'Alta corte il colonello Bagosora assunse di forza il controllo degli affari politici e militari del Ruanda subito dopo l'assassinio del presidente hutu Juvénal Habyarimana, il cui aereo un Falcon 50 proveniente da Arusha (Tanzania) fu abbattuto da un missile mentre era in fase di atterraggio all'aeoroporto di Kigali il 6 aprile del 1994. Con lui morirono l'omologo burundese Cyprien Ntaryamira, molti alti funzionari di Stato e numerosi francesi che erano tra passeggeri e membri dell'equipaggio. Allora sarebbe dovuto passare la gestione della crisi, a seguito della morte del presidente ruandese, al primo ministro, Agathe Uwilingiyimana ma no fu così, anzi la Uwilingiyimana venne assassinata da membri dell’esercito ruandese il 7 aprile 1994.
E' chiaro che l'episodio che portò alla morte di Habyarimana fu certamente l'evento scatenante del genocidio.
Inoltre per il procuratore Jallow, Bagosora è anche il responsabile dell’uccisione di 10 caschi blu belgi, avvenuto lo stesso giorno, allo scopo di indurre la MINUAR a ritirarsi dal Paese perchè ritenuta testimone scomoda di quanto stava per accadere. La comunità internazionale, traumatizzata dal risultato catastrofico della missione Onu dell'anno precedente in Somalia, assistette ai massacri senza intervenire. Per proteggere i civili nel sud-est e nei campi profughi in Zaire, solo la Francia mise in piedi l’operazione 'Turquoise' dal 22 giugno al 22 agosto 1994, impiegando 2550 uomini per creare una zona umanitaria di sicurezza. Operazione autorizzata dalle Nazioni Unite che in realtà si rivelò l'ultimo atto del presidente francese François Mitterrand, che aveva strettissime relazioni politiche e di affari con Habyarimana, per permettere ai resti delle forze governative in fuga e ai dirigenti hutu di trovare rifugio nel vicino Zaire l'attuale Repubblica democratica del Congo.
Secondo una commissione d'inchiesta ruandese, Parigi non si sarebbe limitata a collaborare strettamente con il governo genocidario, ma avrebbe addirittura fornito il supporto, l'addestramento, le armi e il 'movente ideologico' alle milizie.
In seguito fu sempre un giudice francese, Bruguière, sostenuto dal presidente francese, Jacques Chirac, che per primo, subito dopo la messa in atto del genocidio, ad accussare l'attuale presidente del Ruanda, Paul Kagame, all'epoca leader del Fpr (fronte patriottico ruandese), di essere il mandante dell'omicidio del presidente ruandese. Il giudice emise un mandato d’arresto contro nove alti funzionari ruandesi, stretti aiutanti del presidente Kagame che negò ogni addebito, imputando l'atto terroristico ad estremisti hutu al fine di ottenere un pretesto per mettere in atto il genocidio.
In realtà, Kagame, presidente del Paese dal 2000, allora era da tempo alla guida di un movimento di rifugiati tutsi, sostenuto dagli hutu moderati, in Uganda che intendevano rovesciare Habyarimana e tornare in Ruanda.
Habyarimana, che era considerato dalle fazioni estremiste un hutu moderato, aveva sempre sfruttato questa minaccia per tener buoni gli hutu dissidenti e lanciare accuse verso i tutsi ceh vivevano nel Paese di essere collaborazionisti dell'Fpr. Una volta morto Habyarimana, Bagosora in pratica prese il potere e attuò il genocidio questa è la convinzione dell'Alta corte di Arusha per la quale il colonello aveva, molto probabilmente, già programmato di fare quello che poi ha fatto, ossia compiere il genocidio del 1994 in Ruanda, sin dal 1990. Infatti in quel periodo per ordine di Bagosora furono fatti circolare documenti tra l'esercito indicando nei tutsi 'il principale nemico' e furono distribuite armi e machete alla popolazione di etnia hutu. Come volevasi dimostrare appena 30 minuti dopo l'attentato e prima ancora che Habarymana fosse dichiarato ufficialmente morto si scatenarono i massacri che erano stati pianificati da tempo. Fu formato un governo ad interim composto da estremisti hutu e circa 20mila persone tra militari, ministri, sindaci, giornalisti e prefetti parteciparono in un modo o in un altro al massacro dei tutsi e hutu moderati. La guardia presidenziale e la milizia 'Interahamwe' uccisero immediatamente i leader dell'opposizione. Poi grazie anche alla continua propaganda di 'Radio Mille Colline', l'RTLM di proprieta' del governo estremista Hutu, che invitava di ammazzare gli Inyenzi, gli scarafaggi tutsi, in poco meno di un centinaio di giorni furono uccise 800mila persone, raggiungendo di fatto il numero più alto di persone uccise in un periodo così breve che la storia ricordi. Per compiere l'eccidio le milizie usarono fucili e mitragliatrici ma soprattutto il machete e bastoni chiodati.
Il processo era iniziato il 2 aprile del 2002. L'allora procuratore capo della Corte, Carla Del Ponte, aveva affermato che: "sia il colonello Bagosora sia gli altri tre imputati si sono dimostrati particolarmente attivi nell’ideazione, nella preparazione e nella messa in atto dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra". L’8 novembre 1994, con la risoluzione n. 955 il Consiglio di Sicurezza dell'Onu istitutiva ufficialmente il Tribunale penale internazionale per il Ruanda, con sede ad Arusha (Tanzania). L'Alta corte ha dato il via ai processi per il genocidio in Ruanda nel 1996 ed ha finora emesso ben 34 sentenze, con solo cinque assoluzioni. Il suo mandato scade alla fine del 2008 ed ha tempo entro il 2010 per lo svolgimento degli appelli.
L'assemblea generale dell'Onu sta valutando se estendere il suo mandato.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione