domenica 30 settembre 2007

L'ennesima opportunità per l'Onu


MORATORIA SULLA PENA DI MORTE

Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema è a New York con un'obiettivo. Quello di raggiungere un'accordo ed emettere una risoluzione sulla pena di morte. Alla riunione organizzata da Italia e Portogallo al Palazzo di vetro, sulla pena capitale, D'Alema ha esordito dicendo che: "ci sono le condizioni perché l'assemblea generale si esprima contro la pena di morte". Sul fronte della pena di morte le opinioni pubbliche vogliono risultati concreti: «sarebbe un errore perdere questa opportunità», ha continuato D'Alema. "È giunto il momento di preparare la risoluzione", ha affermato il ministro, osservando che a suo avviso il dibattito dimostra chiaramente "che la risoluzione deve incentrarsi sulla moratoria in vista dell'abolizione delle esecuzioni". "Deve essere una prima tappa, ed è molto importante che questa prima tappa riceva l'appoggio dell'Assemblea Generale", ha concluso il titolare della Farnesina che ha co-presieduto la riunione con il collega portoghese Luis Amado.


Bruxelles 15 05 2007


Con il mandato dato all’Italia dai ministri degli Esteri dell’Ue, di preparare in collaborazione con la presidenza di turno tedesca, la risoluzione sulla moratoria della pena di morte da presentare poi all'assemblea generale dell'Onu, finalmente è stato dato al Paese, modo di raggiungere l'obiettivo che si era prefissata e sul quale ha lavorato da sempre. Il capo della Farnesina Massimo D'Alema, nel commentare la notizia, ha definito la decisione come un successo europeo. Anche la presidenza di turno tedesca dell'Ue, ha osservato che ora è il momento giusto per fare un nuovo tentativo per presentare un'iniziativa, che nelle due precedenti riunioni dei ministri degli Esteri europei aveva fatto registrare la perplessità di alcuni Stati europei, soprattutto Gran Bretagna, Olanda, Danimarca e Ungheria, preoccupati più dall'opportunità dell'iniziativa che non dal suo contenuto. Secondo anticipazioni del ministro degli Esteri tedesco e presidente di turno dell'Ue Frank Walter Steinmeier, il testo della risoluzione, verrà presentato al prossimo Consiglio europeo il 21 e 22 giugno. Il ministro D’alema galvanizzato dal successo raggiunto è andato oltre nelle dichiarazioni, sottolineando soprattutto quanto sia importante l’unanimità raggiunta nel sostenere l’iniziativa da parte dell’Ue, affermando che: “Quello che volevamo ottenere era la decisione dell'Ue di presentare la risoluzione”. “Ora, ha spiegato D’Alema, comincia il lavoro con la presidenza tedesca per trovare i cosponsor, perchè l'obiettivo non è semplicemente di allargare il consenso, ma di puntare ad una cosponsorship perchè un gruppo di Paesi possano essere promotori con l’Italia e la Germania”. Inoltre, D'Alema ha sottolineato anche il fatto che a livello internazionale l’iniziativa ha incontrato enorme interesse da parte di Nuova Zelanda, Sud Africa e Brasile, mentre Gabon e Kazakhstan si sono uniti alla dichiarazione in favore della moratoria, portando il numero dei firmatari a 92. E’ risaputo che la quota minima per essere certi che la moratoria ottenga un voto di maggioranza tra i 192 membri dell’Assemblea generale è di 97, pertanto il collegamento fatto dal ministro italiano ha anche il suono di un invito ad allargare le adesioni all’iniziativa. Il vicepremier nell’affermare che di fatto una maggioranza contro la pena di morte c’è, ha spiegato che: “Si tratta di trasferire una maggioranza di fatto in voti favorevoli”. D’Alema non nascondendo di voler presentare la risoluzione all’attuale Assemblea generale dell’Onu , ha spiegato che innanzitutto è necessaria una presa di contatto con l’attuale presidenza dell'Assemblea al Palazzo di vetro, affinché inserisca questo tema all'ordine del giorno, e tal scopo D'Alema ha anche espresso l'auspicio che si possano trovare le condizioni regolamentari perchè questo possa accadere. Diversamente sarà obbligatorio andare alla prossima Assemblea generale a settembre. Anche il premier Romano Prodi, non insensibile all’iniziativa aveva recentemente detto che: “L'Italia continua a lavorare in Europa e alle Nazioni Unite per arrivare ad una moratoria universale della pena di morte”. "Il mio Governo, aveva continuato, anche sulla base dei mandati del Parlamento europeo e del Parlamento italiano, si è già impegnato a riaprire la questione durante l'Assemblea Generale in corso”. Finora l'Italia aveva incontrato molti ostacoli al suo tentativo di traghettare sulla stessa riva tutta la Ue. Appena pochi giorni fa il premier Prodi aveva detto: “Conseguire l'obiettivo di una moratoria avrebbe un significato storico e politico di enorme portata”. Meno di un mese fa l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Louise Arbour, aveva dichiarato: “È di certo un buon momento per una moratoria Onu”. Un appello dell’Assemblea generale Onu per uno stop universale alle esecuzioni di stato non sarebbe vincolante per i Paesi membri. Ma secondo gli attivisti per i diritti umani, un forte sostegno all’appello per la moratoria renderebbe meno lontano il giorno in cui la pena di morte come condanna sarà consegnata alla storia. Negli ultimi vent’anni, sempre più nazioni hanno abolito la pena capitale. Secondo Amnesty International le sentenze di morte e le esecuzioni vengono ancora praticate in 69 Paesi, come Cina, Iran, Arabia Saudita e Usa. Infatti, la maggior parte delle 4.000 esecuzioni di stato registrate nel mondo ogni anno avvengono in questi Paesi. Secondo l'esperto di diritti umani Mark Warren sono circa 25.000 le persone che in tutto il mondo sono detenute nel braccio della morte. E’ opinione comune che Cina e Stati Uniti anche se si opporranno alla moratoria italiana sulla pena di morte davanti all’Assemblea generale. Nessuno dei due Paesi si batterà apertamente contro la risoluzione dell’Italia. La pena di morte non è un deterrente efficace, ed una volta eseguita non è più reversibile, in caso di errore giudiziario. La dichiarazione dell’Italia dovrebbe esprimere gli stessi principi e le stesse argomentazioni abolizioniste espresse già dalla Filandia. Ma avrebbe come giòà ribadito un peso maggiore se ci fossero più Paesi a sostenerla. L’Italia, attualmente membro di turno del Consiglio di sicurezza dell'Onu, dovrebbe riuscire a sfruttare questa posizione in favore della sua causa. È difficile prevedere ciò che accadrà all’Assemblea generale quando l’Italia avanzerà la sua proposta di risoluzione sulla moratoria. Chi non ricorda le difficoltà che aveva dovuto affrontare dopo aver tentato la stessa strada in passato. Infatti, l’Italia non è nuova ad iniziative del genere, sarebbe al suo quarto tentativo.

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
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Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione