Afragola (NA): percorsi pedonali protetti o dissuasori di sosta?
L'amministrazione comunale di Afragola nel napoletano ha da tempo
trovato una soluzione al problema delle strade cittadine in cui manca il
marciapiede o nel caso ci siano, sono talmente stretti che chiunque vi transita
a piedi corre il rischio di essere investito. In alcune strade è stato
possibile costruirlo o allargarlo. In altre invece, si è trovato un modo
alternativo per rispondere all'esigenza di sicurezza dei pedoni creando per
loro dei percorsi protetti lungo il margine della strada. Le barriere
protettive per i pedoni possono costituire oltre un importante elemento per la
sicurezza del cittadino anche un elemento di arredo urbano. Non è il caso di
Afragola dove invece, la scelta è caduta su degli anonimi paletti di colore
nero che posizionati lungo la strada hanno assunto un aspetto per nulla di
decoro. Si tratta di paletti che nei fatti sembrano dei veri e propri
dissuasori di sosta. Con questa soluzione infatti, pur avendo ridotto la
larghezza della carreggiata non si è però, creato intralcio alla viabilità
cittadina, mentre è stato invece, reso impossibile la sosta dei veicoli. Questo, ha creato non pochi disagi sia ai
residenti, sprovvisti di box auto, sia agli esercenti della strada interessata
dal percorso pedonale protetto.
Un fatto questo, che non ha però, sollevato
alcuna questione da parte degli interessati anche perché praticamente in alcuni
casi non è cambiato nulla rispetto a prima. Nel senso che, n
onostante la presenza dei paletti, i pedoni
continuano a ritrovarsi, molto spesso, ciclomotori parcheggiati o
addirittura in movimento all’interno dell’area protetta. Ancor peggio, specie
in alcune strade, come via Dorso, si ritrovano auto in sosta vietata nell’area
stessa, in particolare in prossimità di passi carrai. Un fatto questo, permesso
grazie alla rimozione abusiva, da parte di mani sconosciute, di alcuni paletti
onde permettere la sosta di un auto infilata nello spazio liberato. Tutto
questo costringe quindi, in alcuni casi, i pedoni ad uscire dal proprio
percorso protetto. Questo crea una situazione ancora più
pericolosa rispetto a
prima, in quanto ora essi devono camminare in mezzo alla carreggiata, mentre
prima lo facevano stando lungo il margine della stessa.
In un altro caso invece, in via Dario Fiore, la stessa situazione è
stata creata dall'inspiegabile fatto che, forse applicando due diversi
criteri di valutazione, l'amministrazione comunale afragolese o chi per essa,
ha creato un percorso pedonale protetto, ma solo parzialmente e quindi solo per
un tratto della suddetta via il pedone è protetto. In questo caso il
pedone per un tratto deve camminare in mezzo
alla strada sia per la mancanza di un marciapiede sia a
causa delle auto lasciate in sosta senza il rispetto dell'obbligo di
lasciare uno spazio, tra il veicolo in sosta e il muro del fabbricato, per il
transito dei pedoni, di almeno un metro. Alla fine quello che
doveva essere uno strumento nato per salvaguardare il pedone è stato
trasformato, da cittadini indisciplinati e forse non solo da loro, in un'insidia
o addirittura in un vero e proprio trabocchetto. Tutto questo, sembra avvenire,
ancor peggio, in assenza di interventi sanzionatori da parte della Polizia
Locale che dovrebbe invece, vigilare in merito e, soprattutto provvedere al
ripristino dell’integrità del percorso pedonale protetto. In questo modo,
quindi, invece di salvaguardare i
pedoni, l’Amministrazione comunale afragolese o chi per essa, ha finito per
mettere ancora di più a repentaglio la sicurezza e l’incolumità dei propri cittadini.
Un fatto questo davvero scioccante considerando che nella categoria dei pedoni
rientrano anche i bambini, gli anziani
e le persone con disabilità. Eppure in città negli ultimi mesi, si è
assistito ad una vera e propria
rivoluzione con l’istituzione di un piano
traffico, che ha interessato una parte della città, seguito poi, dalla collocazione,
a volte anche sovrapponendosi a quelli già esistenti, di un elevato numero di
segnali stradali. Una vera e propria selva di segnali e indicazioni stradali. Un
fenomeno questo, sconosciuto nel resto del mondo e che rende questa situazione
davvero ‘fantastica’. Tutto questo però, dovrebbe portare a far credere quanto
sia alta l’attenzione, da parte di chi vi è preposto, alla viabilità e sicurezza
stradale in città. Un’attenzione che però, visti i cattivi risultati raggiunti,
come ad esempio sensi unici continuamente violati e divieti inosservati,
dimostrano che quanto attivato forse non è stato supportato in maniera adeguata
dagli organi preposti al fine di far cambiare le cattive abitudini dei molti
automobilisti afragolesi. In questo contesto, addirittura si è forse rivelata
anche una situazione anomala. P
er
consentire l’idoneo passaggio ad un pedone un marciapiede deve essere largo almeno
90 centimetri. In mancanza di questo presupposto si possono creare appositi
percorsi pedonali protetti. Questo è quanto è stato fatto tra l’altro anche in
Via Duca Degli Abruzzi. Si tratta di una strada di Afragola che collega perpendicolarmente
tra loro altre due strade, via Riccardo Russo e via Francesco Russo. In tale
via, a senso unico di circolazione, dove il marciapiede era di larghezza
molto inferiore, tranne nell’ultimo tratto in cui la strada crea un angolo con
via Francesco Russo, i paletti inizialmente sono stati comunque collocati lungo
tutta la sua lunghezza. Non è stato quindi considerata la presenza in parte,
prima di un ampio marciapiede per una lunghezza di oltre 12 metri e
successivamente, seguitamente a dei lavori edilizi, alla creazione di un
secondo marciapiede attiguo al precedente. Sono stati cosi collocati almeno
altri 30 paletti per circa 30 metri in continuazione del percorso pedonale
protetto. Un anomalia che non si spiega. Questo, in quanto in questo modo i
paletti, che si poteva credere che avessero anche lo scopo di dissuasori di
sosta, ora lo sono a tutti gli effetti. Questo, in quanto era inutile
collocarli li dove sono ora se lo scopo è di permettere il transito ai pedoni in
sicurezza. Una funzione questa, che è infatti, espletata invece, dai due tratti
di marciapiedi esistenti. Un errore? Difficile crederlo Questo in quanto nei
giorni scorsi l’ufficio comunale preposto ha fatto installare altri paletti li
dove mancavano, dopo che questi, per i lavori edili eseguiti ad un fabbricato
erano stati rimossi. Caso ha voluto che i paletti mancassero proprio li dove vi
è già il marciapiede. Un operazione questa, che quindi, sembra confermare la
chiara volontà di voler tenere i paletti anche nel tratto in cui la strada ha
un marciapiede idoneo al passaggio in sicurezza dei pedoni. Questo, forse
proprio perchè appunto essi devono fungere solo da dissuasori alla sosta e null’altro,
un escamotage ben riuscito.
Ferdinando Pelliccia
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GRAZIE
STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA
Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....
DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!
IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.
Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!?xml:namespace>
Italia. Violenza sessuale è allarme sociale
Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.
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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'
Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....
Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.
...
ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'
C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!
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Parole....di Abraham Lincoln
Non si può arrivare alla prosperità scoraggiando l'impresa.Non si può rafforzare il deboleindebolendo il più forte.Non si può aiutare chi è piccoloabbattendo chi è grande.Non si può aiutare il poverodistruggendo il ricco.Non si possono aumentare le pagherovinando i datori di lavoro.Non si può progredire serenamentespendendo più del guadagno.Non si può promuovere la fratellanza umanapredicando l'odio di classe.Non si può instaurare la sicurezza socialeadoperando denaro imprestato.Non si può formare carattere e coraggiotogliendo iniziativa e sicurezza.Non si può aiutare continuamentela gente facendo in sua vece quello che potrebbee dovrebbe fare da sola.
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