Appare sempre più difficile mantenere sicuro l’Afghanistan senza non dover pagare un alto prezzo in vite umane. E’ questa la consapevolezza che emerge dalla macabra conta dei morti che si continua a fare.
Una consapevolezza che si rafforza poi, di fronte alle immagini delle bare dei militari caduti in Afghanistan che avvolte nella bandiera nazionale rientrano poi, in Patria accolte dai loro familiari, autorità militari e politiche, e dalle più alte cariche dello stato.
I sei soldati, tutti di nazionalità americana, sono stati investiti e uccisi dallo scoppio di un ‘Improvised Explosive Device’, IED, nell’est del Paese asiatico.
Si tratta di un rudimentale ordigno costruito
Dei veri e propri ‘Killer’ che si dimostrano essere il maggiore responsabile dell'indiscriminata uccisione di civili e militari in Afghanistan soprattutto a causa del fatto che sono difficili da individuare.
A causa dell'esplosione di IED nascosti lungo il bordo delle strade e sui sentieri di montagna sono infatti, almeno un centinaio i militari stranieri della coalizione internazionale che sono finora morti quest’anno in Afghanistan.
L’anno più terribile è stato il 2010 con 368 militari stranieri uccisi dagli IED su un totale di 768 caduti.
Anche se alto con la morte di ben 6 soldati Isaf, non è stato però, ancora battuto il triste ‘record’ di essere considerato il giorno più cruento del mese con ben 9 soldati Iisaf uccisi e che appartiene al 21 giugno del 2010.
Molti di più sono però, i civili che cadono vittime inermi di questa interminabile battaglia che si combatte in quel lontano Paese tra i talebani da un lato e il governo di Kabul e i suoi alleati Nato dall’altro.
Secondo dati non confermati in tutto l'Afghanistan finora sono rimasti uccisi dagli IED almeno 3mila civili e altri 6-7mila sono rimasti invece, feriti.
Proprio ieri si è registrato il bilancio più pesante con ben 22 civili uccisi in due diversi episodi caratterizzati dall’esplosione di un ordigno artigianale nella provincia di Kandahar nel Sud dell'Afghanistan
Purtroppo l’originaria intenzione in base alla quale la forza internazionale di assistenza alla sicurezza era stata dispiegata in Afghanistan ossia quella di portare protezione e dare sicurezza al popolo afghano è stata nel tempo abbandonata. In questo modo quella che era nata come una missione di pace si è poi, per causa di forza maggiore, dovuta adattare e alterare leggermente il suo stato. La missione di fatto è divenuta una forza di interposizione tra gli insorti Talebani e le forze governative afghane.
Si è quindi trasformata come una sorta di cuscinetto che ammortizza i colpi, proteggendo e garantendo la sopravvivenza del governo del presidente afghano, Hamid Karzai.
A causa di tutto questo in Afghanistan i militari stranieri del contingente internazionale cadono come ‘pere mature’.
Sempre di più la situazione nel Paese dei papaveri si mostra difficile con un forte incremento delle vittime tra i militari del contingente internazionale.
Non passa giorno che il bollettino diramato da Isaf, non sia pieno di notizie di morti e feriti tra i militari stranieri della coalizione internazionale.
Secondo i dati forniti dal sito http://www.icasualties.org/ , che tiene la macabra conta dei caduti in Afghanistan, sono 234 i militari della coalizione che sono morti dall'inizio dell'anno. I caduti sono invece, 3081 dall’inizio dell’intervento della coalizione militare internazionale nel Paese dal 2001 ad oggi.
La causa della morte dei militari stranieri in Afghanistan è però, anche un’altra.
Cresce nel Paese asiatico il fenomeno di afghani in divisa dell'esercito e della polizia che aprono il fuoco contro militari della Coalizione internazionale provocandone nella maggior parte die casi la morte.
Un fenomeno che è conosciuto con il termine tecnico di 'green on blue'.
Dall'inizio dell'anno, secondo un calcolo ufficioso, questi episodi sono stati ben 19 con un bilancio di almeno 26 militari stranieri uccisi.
Uno degli ultimi episodi è avvenuto lo scorso 4 luglio quando un uomo con l'uniforme dell'esercito afghano ha aperto il fuoco contro alcuni soldati Nato in una base a sud di Kabul nella provincia di Maidan Wardak, ferendone 5.
Questi anomali attacchi compiuti dagli uomini delle forze di sicurezza afghane contro quelli del contingente Isaf sono aumentati notevolmente negli ultimi mesi, costringendo le truppe dell'alleanza ad aumentare le misure di sicurezza.
Fra queste, l'istituzione dei cosiddetti 'angeli custodi', soldati incaricati di vegliare i compagni durante la notte.
Malgrado tutto però, dall'inizio dell'anno i militari stranieri uccisi per mano di membri delle forze afghane sono già 26.
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