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Una rilevazione promossa prettamente per la determinazione della superficie di riferimento delle unità immobiliari da assumere quale base imponibile ai fini della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, TARSU.
Il comune di Afragola spera in questo modo di ricavare qualche milione di euro in più dai tributi locali.
Pertanto, per raggiungere un risultato ottimale è stato attivato un rilievo ‘millimetrico’ di ogni unità immobiliare presente sul territorio comunale in modo da ottenere una planimetria perfettamente corrispondente alla realtà dell’appartamento o locale da tassare.
Per legge la superficie sulla quale gli uffici tributari comunali possono calcolare l'imposta dovuta dai soggetti passivi della TARSU è soggetta allo ‘zoccolo duro’ dell'80 per cento della superficie catastale.
Le superficie catastale è determinata secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 138.
Un decreto che all'allegato C detta precisi criteri per determinare esattamente la superficie catastale delle predette unità immobiliari.
Da questo allegato si evince infatti, che sono considerati superficie catastale i vani principali e accessori a servizio diretto come bagni, ripostigli, ingressi, corridoi e i vani accessori a servizio indiretto dei principali come soffitte, cantine e simili in misura pari al 50% se comunicanti con i vani principali o 25% se non comunicanti.
Inoltre, nella determinazione della superficie catastale delle unità immobiliari a destinazione ordinaria, i muri interni e quelli perimetrali esterni vengono anche essi computati per intero fino ad uno spessore massimo di 50 cm, mentre i muri in comunione nella misura del 50 per cento fino ad uno spessore massimo di 25 cm.
La normativa vigente prevede che i Comuni provvedano a modificare d’ufficio quelle superfici denunciate dai contribuenti ai fini della TARSU che risultino inferiori alla predetta percentuale, dandone comunicazione agli interessati.
Diversamente, qualora non sia possibile, attraverso gli atti catastali, determinare la superficie, i Comuni possono richiedere direttamente ai soggetti privati intestatari la presentazione agli uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio della planimetria catastale del relativo immobile.
La normativa che disciplina
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L’amministrazione comunale afragolese o chi per essa, ha pensato bene di dar luogo a dei sopralluoghi su tutto il territorio comunale presso le varie abitazioni per rilevare le superfici da assoggettare alla tassa sui rifiuti.
Si tratta di veri e propri controlli condotti da personale alle dipendenza della società Ge. Se. T. Italia Spa che ad Afragola è concessionaria dal 2011 della gestione, riscossione ed accertamento dei tributi comunali.
Si tratta quindi di non dipendenti comunali o pubblici ufficiali.
Una vera e propria verifica di dati che di fatto sono già in possesso dell’Ufficio Tributi del Comune di Afragola.
Eppure qualcuno, forse un solerte dirigente, ha pensato bene di non ‘fidarsi’ e di voler verificare.
Il personale della Ge.Se.T. si presenta alle private abitazioni dichiarando di essere incaricati del comune per effettuare misurazioni dei locali visitati.
La società in questione attualmente è presente in diversi comuni della provincia di Napoli come concessionaria della gestione, riscossione ed accertamento dei tributi comunali.
Oltre alle varie strutture periferiche territoriali ha una sua sede centrale che è localizzate a Cercola nella ottocentesca Villa Villari come è riportato sul suo sito web http://www.geset.it/ .
Notizia di questa rilevazione è data anche dallo stesso ente comunale sul suo sito web http://www.comune.afragola.na.it/Altrehomepage.asp?vidsottosettore=121&vnameasp=ContenutoNews.asp&idnews=2200&idsettore=1 .
Quindi il Comune sa di questa operazione!
Eppure sembra che in merito non risulti alcuna delibera della Giunta o quanto altro autorizzi l’intera operazione.
Eppure sono stati recapitati ai cittadini volantini in cui si annuncia questa rilevazione con tanto di intestazione Città di Afragola'.
Finora, sembra che questa rilevazione abbia però, incontrato non pochi ostacoli.
In tanti si sono rifiutati di far accedere ai loro domicili privati il personale Ge.Se. T. che si presenta a loro dichiarandosi impropriamente di essere incaricati del comune ad effettuare delle misurazioni dei locali visto che in merito non vi è alcun atto approvato.
Quelli che invece, hanno liberamente acconsentito al loro accesso, spinti soprattutto dalla buona fede, si sono ritrovati di fatto di fronte ad una vera e propria ispezione della propria abitazione da persone che non aveva alcun titolo per farlo.
Queste persone, munite di un tesserino di riconoscimento con foto e tanto di intestazione ‘Città di Afragola’ e firma del Sindaco Vincenzo Nespoli, quindi il Sidaco sa di tutto questo, ‘armati’ di metro e taccuino con penna hanno misurato in maniera certosina ogni millimetro dei locali, persino i vani delle porte, le cantine e quant’altra superficie delle unità immobiliari potesse essere assunta quale base imponibile ai fini della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
La tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani meglio nota come TARSU è di fatto commisurata all’uso a cui è destinato l’immobile e all’effettivo utilizzo dello stesso.
Molti cittadini si sono in questo modo, visti assegnare misure delle superficie delle loro unità immobiliari forse addirittura superiori a quelle catastali.
Di certo tutti si sono visti le superfici assoggettabili alla TARSU crescere di misura in quanto il Comune di Afragola sembra abbia intenzione di tassare anche le cantine e le soffitte.
Su questo punto di certo si aprirà un forte dibattito in quanto il concetto di presupposto oggettivo del tributo si sostanzia nell’occupazione o detenzione dei locali suscettibili di produrre rifiuti.
Cantine e soffitte sono caratterizzati da una presenza umana frequente ma, nella generalità dei casi, di breve durata.
Per cui si tratta di locali suscettibili, secondo la loro natura, a non produrre rifiuti.
Però, per molte amministrazioni la presenza umana è un sicuro indici di produzione di rifiuti per cui tassano.
Si tratta di una presunzione relativa se si può dimostrare in maniera concreta che tali superfici non producono rifiuti o ne producono in quantità limitata non rilevante ai fini dell’applicazione della tassa.
In merito è utile rilevare come la sentenza della Sezione IX della Commissione Tributaria Provinciale di Parma, n. 113, dell’8 luglio 1998, abbia escluso la sussistenza del presupposto di tassabilità dei solai, cantine e garage asserendo che l’uso di tali locali è saltuario e che in essi
la presenza dell’uomo non è collegata all’intensità della vita familiare cioè alla costante attività primaria determinata dalle “quotidiane esigenze della vita privata”.
Difficile credere che ora l’Amministrazione Comunale voglia adottare anche un regime sanzionatorio a decorrere da cinque anni precedenti per le denunce infedeli o incomplete.
L’ufficio preposto sarebbe di certo sepolto di ricorsi perché nessun cittadino si può ritenere responsabile di errori fatti da passate rilevazioni forse condotte in maniera molto più disinvolta.
L’ultima deve essere avvenuta almeno 25 anni fa.
Mentre di certo è invece, accettabile l’applicazione del regime sanzionatorio a decorrere dai sei anni precedenti per omessa denuncia come previsto dalla normativa vigente.
In questo caso tutti i cittadini sconosciuti all’ufficio tributi comunale e ‘pizzicati’ nel corso dell’attuale rilevazione sarebbero colpevoli di aver omesso la segnalazione dell’immobile che doveva essere assoggettato alla tassa rifiuti.
Di certo quando questo complesso lavoro condotto in maniera certosina dal personale Ge. Se. T. sarà terminato molti cittadini afragolesi si vedranno se non raddoppiato almeno aumentato il costo annuo della TARSU.
Appare evidente che l’Amministrazione comunale afragolese pur essendo perfettamente a conoscenza della grave crisi economica che attanaglia gli italiani, e non solo, e che grava su molte famiglie in maniera tale anche da provocare situazioni difficili, dopo si potrà sentire soddisfatta dei risultati ottenuti.
Alla fine di certo vedrà aumentate le entrate derivanti dai tributi versati dagli afragolesi per la TARSU.
Certamente questi atti sono commisurati alla legge ed alle norme vigenti e tendono al rispetto del criterio della massima equità possibile, però, vanno a pesare tutti sui cittadini che in cambio di certo non riceveranno nulla.
La situazione ambientale ad Afragola è critica ed è sotto gli occhi di tutti.
L’amministrazione comunale si attiva per ‘salassare’ i cittadini in nome di una necessità non spiegata ma dettata e intanto lascia l’amianto in strada in pieno centro cittadino.
Dalla fine del mese di marzo scorso in C.so Alcide De Gasperi nei pressi della scuola media Settembrini, del poliambulatorio dell’ASL e del punto di primo soccorso è depositato a terra, sul marciapiede, un pezzo monco di canna fumaria in Eternit ossia amianto. Il pezzo in amianto è stato lasciati li incuranti della sua alta pericolosità per la salute dei cittadini perché denunciano i responsabili del settore ambiente del Comune non ci sono i fondi per bonificare l’area ed intanto, parallelamente non si contano più gli euro che ‘volano via’ dalle finestre del Palazzo Comunale.
Consapevoli che Comunque sia è giusto che l’Amministrazione Comunale corregga qualsiasi errore materiale involontario o volontario che venga dimostrato, ma questo dovrebbe accadere per tutto e non solo in determinati settori.
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