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Un lasso di tempo così breve che non ha permesso nemmeno di poter aggiornare le liste elettorali.
Per cui saranno sempre 9.850.802 i greci, aventi diritto al voto, che torneranno ad inserire la loro scheda elettorale nelle urne come hanno fatto lo scorso 6 maggio.
Un fatto questo, che determina la totale incertezza sull’esito di questa nuova tornata elettorale.
Il 6 maggio scorso gli astenuti furono quasi il 40 per cento questa volta invece, sarà la paura, si spera, di sprofondare ancora di più in una inarrestabile crisi a spingere i greci a recarsi a votare.
Le scorse elezioni infatti, alla fine si sono dimostrate inconcludenti in quanto i partiti non sono riusciti a trovare un accordo che permettesse loro di formare un governo anche di ampia coalizione non essendo nessuno di loro riuscito a conquistare una maggioranza assoluta dei seggi in parlamento. Un fatto questo, che ha dato vita ad uno stallo politico che alla fine ha costretto la Grecia ad indirne delle nuove elezioni parlamentari.
I vari partiti in lizza si ripartirono nel seguente modo le preferenze espresse.
Al partito Nea Dimokratia andarono il 18,85 % delle preferenze pari a 1.192.054 conquistando 108 seggi. Al Syriza 16,78%, 1.061.265 voti, 52 seggi. Al Pasok 13,18 %, 833.529 voti, 41 seggi. Ai Greci Indipendenti 10,60%, 670.596 voti, 33 seggi- Al Kke (P. Comunista) 8,48%, 536.072 voti, 26 seggi. Al Chrysi Avgi' 6,97%, 440.894 voti, 21 seggi, A Sinistra democratica 6,11%, 386.116 voti, 19 seggi.
Questo esito elettorale ha dato vita ad una forte frammentazione istituzionale che è alla base appunto del mancato accordo per la formazione di una coalizione di governo in grado di governare il Paese.
Il risultato del voto di fatto determinerà la permanenza o meno della Grecia nell'Eurozona.
Per risanare i conti in rosso della Grecia sono stati infatti, imposti degli oneri al Paese scaturiti dagli aiuti economici ricevuti da Ue, Bce e Fmi che di fatto sono divenuti ormai suoi creditori avendo versato nelle sue casse mld di euro per salvarlo dalla bancarotta.
La paura che il Paese possa fallire ha fatto in modo che la settimana di vigilia del voto è stata vissuta dalle Borse europee e mondiali col fiato sospeso.
A dividere i greci quindi la scelta se votare per un partito che è contro queste misure di austerità imposte loro dai creditori internazionali o per uno che invece, conferma la permanenza della Grecia in Eurolandia.
Se dovessero prevalere i consensi per i partiti che si sono schierati contro il piano europeo si prefigge uno scenario in cui Atene faccia ritorno alla dracma lasciando l’euro.
I sondaggi della vigilia danno il cent
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Un consistente aumento dei consensi che potrebbe però, rivelarsi ancora una volta insufficiente per ottenere la maggioranza assoluta e magari dare vita ad un governo anche di coalizione.
La vittoria di Samaras e di Tsipras sarebbe però, il risultato elettorale più gradito ai creditori europei e internazionale.
Entrambi sono a favore del rispetto degli impegni Ue con uno distinguo però.
Samaras chiede una proroga per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito e un pacchetto di misure per stimolare la crescita dell'economia. Tsipras invece, si è detto favorevole alla permanenza di Atene nell'Ue e nell'Eurozona, ma vuole rinegoziare interamente il piano di salvataggio nazionalizzando le banche e congelando il piano di privatizzazioni previsto dal pacchetto di aiuti.
Tra i partiti favorevoli alla cancellazione unilaterale del debito, all'uscita dall'Unione Europea e al ritorno alla dracma figura il Partito Comunista ortodosso, KKE.
Di certo ci vorranno dei giorni se non settimane per far si che Atene abbia un nuovo governo. Comunque vada i leader dei 27 sono pronti ad affrontare ogni condizione che venga determinata dall’esito del voto greco.
Tutti sono convinti che è inevitabile che ci sia per lo meno una rinegoziazione del piano di aiuti da 130 miliardi di euro ottenuto dalla Grecia dal Fondo monetario internazionale e dell'Unione europea.
Al momento il Paese ne ha solo ricevuti 40 mentre gli altri 90 miliardi di euro, quelli che Atene dovrà ricevere di qui al 2015, sono stati momentaneamente congelati in attesa dell’esito elettorale di oggi che renda una volta e per sempre chiaro a tutti la situazione in Grecia.
Rispetto al 6 maggio scorso il numero dei partiti che parteciperanno alla consultazione elettorale è calato.
Dei 32 che hanno preso parte alle precedenti elezioni ben 10 hanno dato forfait. Per cui oggi gli elettori dovranno scegliere tra i candidati di solo 22 partiti.
Questi i partiti - o le coalizioni - e i loro leader che prenderanno parte alla consultazione: Nuova Democrazia (ND), Antonis Samaras; Syriza (Movimento Unitario Sociale), Alexis Tsipras; Movimento Socialista Panellenico (Pasok), Evangelos Venizelos; Greci Indipendenti (ANEL), Panos Kammenos; Partito Comunista di Grecia (KKE), Aleka Papariga; Unione Popolare-Alba d'Oro, Nikolaos Michaloliakos; Sinistra Democratica (DIMAR), Fotis Kouvelis; Ricreate la Grecia-Drasi (Azione)-Alleanza Liberale, Thanos Tzimeros, Stefanos Manos e Grigoris Vallianatos; Ecologisti-Verdi (OP), sei membri; Adunata Popolare Ortodossa (Laos), Yiorgos Karatzaferis; Cooperazione anticapitalista di sinistra per il rovesciamento (Antarsya), 21 membri; Movimento "Io non pago", Vasilis Papadopoulos; Unione dei Centristi, Vassilis Leventis; Partito dei Pirati di Grecia, I. Panagopoulos; Koinonia (Societa'), Michail Iliadis; Partito Comunista di Grecia (Marxista- Leninista) e Partito Comunista di Grecia Marxista-Leninista (KKE (m-l)-ML KKE), quattro membri; Partito Liberale (Libertas), Manolis Kaligiannis; Movimento di Resistenza Nazionale (KEAN), Ippokratis Savvouras; Rinnovare la Sinistra Indipendente, Rinnovare la Destra, Rinnovare il Pasok, Rinnovare Nea Dimocratia, No alla Guerra, Partito dell'Azione: do' via la terra, do' via i debiti, Salvate le Vite, Movimento dei Lavoratori agricoli di Grecia (Paeke), Miltiadis Tzalazidis; Movimento Panathinaikos (Panki), Yiorgos Betsikas; I Tirannicidi, Athanasios Daskalopoulos; Speranza Nazionale, G. Papadopoulos.
Stamani i seggi si sono aperti alle 7.00 locali, le 6.00 italiane, e si chiuderanno alle 19.00, le 18 italiane.
I dati finali del voto verranno comunicati dalle varie municipalità locali al ministero dell'Interno per fax anziché con il consueto telegramma. Un altro aspetto questo, dell’austerity che vive il Paese.
Immediatamente dopo la chiusure dei seggi saranno proiettati gli exit poll mentre le prime proiezioni dei risultati parziali saranno pronte per le 20.30 ossia non prima di 2 ore dal momento dell’apertura delle urne.
Queste nuove elezioni dopo che quelle del 6 maggio scorso sono costate 50 mln di euro, secondo dati del ministero dell'Interno, costeranno altri 35 mln di euro.
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