domenica 13 gennaio 2019

Cesare Battisti ha finito di 'Godersi la Vita'


Cesare Battisti ha finito di godersi la vita. In Bolivia è finalmente finito nella rete della giustizia internazionale e soprattutto italiana e si spera che presto venga estradato in Italia dove lo attende una cella fin dal 1981.  A distanza di alcuni anni, da quando Cesare Battisti brindava alla sua conferma dell'asilo politico in Brasile e quindi allo scampato pericolo di tornare in Italia a scontare la sua pena in carcere, oggi si torna a parlare di nuovo dell'ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo, Pac.

Tanto si è detto sul caso Cesare Battisti e sulla sua mancata estradizione in Italia dal Brasile e tanto si dirà ancora, ma come finirà l’intera vicenda tutto è ancora da stabilire.

In Bolivia l’ex terrorista italiano si era rifugiato in fuga dal Brasile, perché ormai non godeva più di quelle protezioni che gli avevano garantito l'immunità per oltre un decennio. Nel Paese sud americano il pluriomicida era in cerca di nuovi appoggio e protezioni, dopo che il Brasile si era finalmente pronunciato in maniera favorevole alla sua estradizione in Italia. Nel Paese carioca Cesare Battisti si è rifugiato poco prima del pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato francese che nell’estate del 2004 concesse l’estradizione in Italia. Con questa cattura, in fuga dal Paese che lo ha protetto per un decennio dovrebbe essere finita la sua latitanza. Ed è questo anche il motivo per il quale a differenza delle altre volte, questa particolare notizia ha fatto subito il giro del mondo in maniera positiva ed ha aperto una nuova e più forte speranza nei familiari delle sue vittime che da anni attendono che giustizia sia fatta. L'ex anarchico italiano in fuga da anni, per sfuggire alla giustizia italiana, dal 2007 viveva in Brasile godendo dei particolari privilegi previsti per coloro ai quali è riconosciuto asilo politico. Un privilegio richiesto e concessogli dal governo brasiliano dal 2009 dopo che era stata arrestato il 18 marzo del 2007 a Rio de Janeiro perchè entrato in Brasile nel 2004 con un passaporto falso.

La sua vicenda è molto complessa ed ha innescato, nel corso degli anni, anche forti tensioni tra l’Italia e il Brasile.

Cesare battisti sfuggì alla Giustizia italiana dal 1981 quando riuscì ad evadere dal carcere di Frosinone e a rifugiarsi prima in Francia, a Parigi godendo della protezione dello scudo della ‘dottrina Mitterand’ e successivamente in Messico, a Puerto Escondido, dove ha fatto anche la sua fortuna letteraria ed economica in seguito all'amicizia nata con Paco Ingnacio Taibo II che lo ha introdotto nel mondo della letteratura Noir. In Italia Cesare Battisti è stato condannato in contumacia nel 1991 all’ergastolo soprattutto per quattro omicidi compiuti in concorso con altri terroristi tra il 1978 e il 1979. Per almeno due di questi omicidi l’ex terrorista rosso è stato però, riconosciuto come esecutore materiale. Si tratta di sentenze passate in giudicato.

Gli omicidi sono quelli del gioielliere Pierluigi Torreggiani e del macellaio Lino Sabbadin entrambi barbaramente uccisi il 16 febbraio del 1979, a Milano e a Mestre. 

Nella rivendicazione del loro assassinio i terroristi scrissero che era stata posta fine alla loro squallida esistenza. 

Gli altri due assassini sono quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a sangue freddo a Udine il 6 giugno del 1978, reo di aver tardato a soccorrere Cavallina, un altro terrorista e grande amico di Battisti, che si era rotto un braccio giocando a pallone in prigione ad Udine e per questo motivo venne giustiziato davanti agli occhi della moglie e dei figli colpito vilmente alle spalle.  E quello del povero agente della Digos, Andrea Campagna barbaramente assassinato a Milano il 19 aprile del 1978 che venne invece, ucciso perché la sua colpa era quella di essere uno ‘sbirro’. Battisti lo colpì con cinque micidiali proiettili di una calibro 357 magnum. I proiettili colpirono il giovane agente con un effetto devastante.

Nel corso dell'omicidio Torreggiani venne colpito dalla grandine di proiettili anche il figlio Alberto che allora era poco più che un adolescente. Il ragazzo a differenza del padre, obiettivo del comando di sicari, si salvò, ma la ferita alla spina dorsale lo ha reso paralitico ed oggi vive su di una sedia a rotelle e si batte per avere giustizia.

Nel corso di questi anni di latitanza la vita di Cesare Battisti è cambiata e in meglio. Il militante dell'estrema sinistra si è trasformato in un affermato autore di romanzi Noir di successo. Un successo che gli ha portato non solo ricchezza ma anche tante amicizie importanti e per questo motivo il suo volto non ha mai finora espresso sofferenza come invece, quello dei familiari delle sue vittime.

Dal suo esilio dorato in Brasile il Signor Cesare Battisti ha sempre continuato a difendersi dando la sua di versione dei fatti e a proclamarsi innocente dicendosi soprattutto non pentito in quanto non ha fatto nulla. Per anni l’immagine che Battisti ha cercato di trasmettere di se all’esterno è stata quella di cercare di apparire come una vittima del sistema contro il quale non aveva altra scelta che quella delle armi. Nel 2011, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano francese ‘Le Monde’, arrivò addirittura a dichiarare che “Vorrei una riconciliazione con il popolo italiano. Serve un'amnistia, altri Paesi ci sono riusciti”. Parole a cui fecero eco quelle di Alberto Torregiani, il figlio di Pierluigi, il gioielliere ucciso a Milano nel 1979: “Le sue esternazioni sono senza valore. Il Paese vuole solo giustizia, vuole che Cesare Battisti sconti la sua pena”.

Forse perdonarlo sarebbe anche giusto soprattutto per il fatto che i tempi sono cambiati. Però, a chi è morto, a chi è stato negato di vivere la propria vita si deve giustizia e quindi Cesare Battisti deve scontare la sua pena in carcere in Italia. Poi, magari dopo averlo lasciato per un po’ in carcere lo si può anche graziare come è stato fatto per gran parte degli ex terroristi italiani.  

Per ‘convincere’ il governo brasiliano ad accogliere la sua richiesta di asilo Cesare Battisti ha dato fondo a tutte le sue possibilità. L’ex terrorista rosso è persino entrato in sciopero della fame per proclamare il suo diritto ad essere riconosciuto come rifugiato politico in Brasile. Ha anche scritto una lettera che si chiudeva con una frase rivolta direttamente all'allora presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva: “Consegno la mia vita nelle mani di Sua eccellenza e del popolo brasiliano”. Parole che devono aver colto nel segno visto che Lula, nel mese di dicembre del 2010 come ultimo atto del suo mandato presidenziale, si prese la responsabilità di decidere contro l’estradizione dell’ex terrorista rosso in Italia che allora sembrava cosa fatta. E’ difficile pensare come ci si possa rendere ‘complici’ di un pluriomicida, ma evidentemente a volte la ragion politica e altro valgono più di ogni altra cosa.

La svolta soprattutto politica degli ultimi anni in Brasile, iniziata con la caduta del suo principale protettore, ha fortemente spinto a mettere la parola FINE a questa terribile storia. Una storia insanguinata da ben 4 orribili omicidi commessi negli anni di Piombo in Italia e dei quali il principale protagonista era ancora a piede libero. Una vita che Cesare Battisti finora si è goduto appieno cosa che invece, non hanno avuto modo di fare chi è morto per mano sua e chi si è visto togliere da una mano assassina gli affetti più cari.

Ferdinando Pelliccia
 
 
 

 

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Un bambino del Darfur

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In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

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Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

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Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

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da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

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Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

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Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

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da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione