mercoledì 22 febbraio 2012

Caso Enrica Lexie: una vicenda che sembra una storia irreale

Si spera ancora che la situazione possa chiarirsi e presto, mentre monta la crisi tra Italia e India a causa della vicenda legata alla nave italiana ‘Enrica Lexie’ coinvolta, suo malgrado, nella morte in mare di due pescatori indiani.
Al momento questo pezzo di territorio italiano è trattenuto in India e a bordo vi sono ben 11 cittadini italiani, 5 marittimi, parte dei membri dell’equipaggio tra cui il comandante Umberto Vitelli, e 6 militari della marina italiana, anzi 4 in quanto 2 sono a terra in custodia giudiziaria della polizia locale.
A bordo inoltre, vi sono anche altri membri dell’equipaggio. Si tratta di 18 marittimi di nazionalità indiana quindi cittadini dello stesso Paese che accusa ostinatamente gli italiani di aver ucciso i due indiani.
Sono tanti i punti oscuri di questa vicenda che dovrebbero essere chiariti e tante le verità nascoste che sembra quasi che su tutto aleggi un alone di mistero. Come se tutto sia stato costruito ad hoc quasi come nei migliori film di Hitchcock.
Forse un forte contributo a far chiarezza lo potrebbero dare i 18 indiani, che sono a bordo della Enrica Lexie, ma inspiegabilmente le autorità locali indiane non li hanno ancora ascoltati.
La polizia dello stato del Kerala, presso il cui porto di Kochi è alla fonda la nave italiana, si è tutta concentrata sugli italiani ed ora vogliono anche rivoltare la nave perquisendola alla ricerca di chissà cosa.
Gli italiani si dicono estranei alla morte dei 2 pescatori. Non sembrano però, dello stesso avviso gli indiani.
Man mano che passa il tempo però, emergono sempre nuove rivelazioni e sempre a discolpa degli italiani.
Ad esempio fino a due giorni fa si sapeva che altre navi erano presenti nella zona dove è accaduto l’incidente. Ufficialmente, come riferito dalle autorità navali indiane, si sapeva che il 15 febbraio nella zona dell`incidente vi erano solo l’Enrica Lexie, la petroliera ‘Kamome Victoria’, la nave cisterna italiana ‘Giovanni DP’ e il cargo ‘Ocean Breeze’.
Queste navi sono state tutte contattate dalla Guardia Costiera indiana via radio per chiedere se avessero subito attacchi pirati facendo credere loro di avere fermato un peschereccio con armi a bordo.
Di tutte solo l`Enrica Lexie ha giustamente confermato il tentato abbordaggio respinto.
Uno ‘espediente’ alquanto ingenuo questo, che a detta degli indiani gli è servito per capire, non sapendolo, quale di queste navi fosse stata coinvolta nell’incidente.
E’ chiaro che se da una di queste navi ha fatto fuoco un team di sicurezza armato non autorizzato e ha ucciso i pescatori indiani di certo non l’avrebbero asserito e tantomeno agli indiani.
Mentre dalla Enrica Lexie, che era in buona fede, è giunta la conferma. Uno spirito collaborativo che si è prolungato fin oltre ad accettare di tornare indietro e gettarsi praticamente nelle braccia delle autorità navali indiane.
Capire quali navi erano in zona, è stato però, anche reso possibile attraverso la consultazione di fonti internazionali quali sono l''International Maritime Bureau, IMB, della Camera di commercio internazionale, Icc, che segue gli episodi legati al fenomeno della pirateria marittima nel mondo.
http://www.icc-ccs.org/piracy-reporting-centre/imb-live-piracy-map/details/71/69
Proprio l’Icc oggi ha confermato alla Marina Militare italiana che il 15 febbraio scorso, lo stesso giorno del presunto tentativo di abbordaggio alla nave italiana, è stato attaccato dai pirati anche un cargo che si trovava a circa 2 miglia e mezzo dalla costa indiana. Precisamente a 09 gradi e 57 primi di latitudine nord e 076 gradi e 02 primi di longitudine est, a circa 2,5 miglia a sud del punto di ancoraggio di Kochi in India.
Si tratta del mercantile ‘Olympic Flair’ battente bandiera greca e di proprietà della società armatrice greca ‘Olympic Shipping & Management S.A.’.
La nave è stata attaccata non lontano dalla costa indiana, 2 miglia marine, alle 21.15 locali e il 15 febbraio.
Tutti elementi questi che potrebbero avvalorare la tesi italiana del possibile scambio di nave in quanto i pescatori indiani superstiti hanno riferito di essere stati oggetti di colpi sparati da una nave mercantile a circa 2 miglia nautiche dalla costa indiana senza però, saper dare altre informazioni.
Tanto è vero che gli indiani per capire quale delle 4 navi in zona poteva essere stata coinvolta nell’incidente sono dovuti ricorrere all’espediente di fingere di aver catturato dei presunti pirati.
A pesare ancora di più il fatto che la nave greca è molto simile alla nave italiana, differiscono solo per il fumaiolo, ma colori e sagoma sono simili.
A questo punto nasce anche un sospetto.
Della presenza anche della Olympic Flair gli indiani ne erano a conoscenza fin dal primo momento, ma inspiegabilmente si sono ben guardati dal riferirlo, anzi la nave greca non è stata nemmeno contattata come le altre 4.
A questo punto sorge spontaneo chiedersi come mai pur essendo stati informati dal comandante della nave greca dell’attacco pirata subito la Guardia Costiera di Kochi e il Maritime Rescue Coordination Centre, MRCC, di Mumbai si sono tenuti per loro l’informazione?
Anzi quando è stato chiesto loro se avessero ricevuto informazioni di attacchi di pirati avvenuti nella loro area segnalati da qualche nave hanno negato e affermato che mai in India si erano verificati attacchi di pirateria mentendo spudoratamente.
Cosa ancora più strana questo episodio è omesso anche dai media indiani che non ne parlano.
Si è chiaramente di fronte ad una intricata vicenda contraddistinta da discutibili racconti, quelli fatti da ambo le parti coinvolte, marinai a bordo nave italiana e quelli a bordo del peschereccio indiano, che si mostrano pieni di contraddizioni e discordanze. La discordanza più evidente è temporale in quanto gli italiani hanno dichiarato di aver subito il tentato abbordaggio alle 16,30 locali, mentre gli indiani danno notizia dell’incidente alle 22 locali. Se fosse vero che il peschereccio indiano è quello colpito dagli italiani non si spiega perché hanno atteso 6 ore per denunciare l’episodio. Il peschereccio indiano, come si vede dalle immagini trasmesse dalla Tv indiana, rientra in porto quando ormai è buio. I conti non tornano, se erano a 32 miglia marine come dicono gli italiani, per le 18,30 dovevano rientrare in porto. Se erano nelle 16 miglia marine come sostengono gli indiani dovevano essere in porto per le 17,30. Questo in quanto la barca da pesca raggiunge i 16 nodi di velocità.
Finora non è stata nemmeno mai mostrata ne la barca colpita ne data notizia dei risultati dell’autopsia eseguita sui cadaveri dei due pescatori uccisi.
Una vicenda che vede, per ora, impegnata al massimo la diplomazia italiana.
Si stanno confrontando due culture e due mentalità completamente diverse ed è difficile ammetterlo ma forse gli indiani stanno esagerando e se tireranno troppo la corda chissà come potrebbe finire.
In gioco non vi è solo la credibilità dei due Paesi, ma anche gli interessi commerciali dell’Italia nel Paese asiatico.
Per ora si aspetta e si media.

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Un bambino del Darfur

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aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

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Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

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Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

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da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione