venerdì 17 febbraio 2012

Caso Enrica Lexie: in India 11 cittadini italiani sono stati praticamente ‘sequestrati’

La nave italiana 'Enrica Lexie' dell’armatore campano Amato è alla fonda nella rada di Kochi nello Stato meridionale indiano di Kerala. A bordo della nave i membri del suo equipaggio, 5 italiani e 18 indiani, e 6 militari della Marina italiana del Reggimento San Marco. Si tratta di uno dei Nuclei della Marina militare che sono imbarcati a bordo delle navi italiane come team di sicurezza armata per difenderle dagli attacchi dei pirati somali.
Questi uomini ora attendono gli sviluppi, politici e giudiziari, della vicenda che li vede, loro malgrado, tutti coinvolti.
Il caso riguarda la morte di 2 pescatori indiani rimasti uccisi la notte di mercoledì scorso mentre a bordo della loro barca da pesca si sarebbero avvicinati alla nave italiana in maniera sospetta. Una nave che di fatto è un pezzo di territorio italiano e si tratta di ben 11 cittadini italiani praticamente ‘sequestrati’ dagli indiani.
Per le autorità locali sono tutti responsabili della morte dei due pescatori indiani. Per il momento però, la polizia non ha formalizzato alcuna accusa contro di essi anche se pare che li vogliano far scendere a terra per meglio condurre gli interrogatori. Una richiesta che è stata però, respinta. Finchè resteranno sulla nave, che è territorio italiano, ogni contatto è mediato dal console generale italiano di Mumbai, Giampaolo Cutillo che è a bordo con loro. Ai 23 marittimi, membri dell'equipaggio della nave, sono stati ritirati i passaporti.
La situazione è praticamente in stallo e le diplomazie dei due Paesi coinvolti sono impegnate in una affannosa corsa contro il tempo per trovare un compromesso che dia soluzione all’incidente accaduto.
Per ora come 'scudo diplomatico' gli uomini a bordo della 'Enrica Lexie' possono contare sul console Cutillo. A dargli man forte vi è anche l'addetto navale dell'ambasciata italiana in India, il contrammiraglio Franco Favre.
Mentre in Italia il segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo ha incontrato l'ambasciatore indiano a Roma, Debabrata Saha per chiarimenti in merito alla situazione di crisi in corso. Al rappresentante diplomatico indiano è stata affidata una lettera del Ministro degli Esteri, Terzi indirizzata al suo omologo indiano S.M. Krishna in cui oltre ad offrire una stretta collaborazione in questa vicenda l’Italia esprime le condoglianze per la morte dei due cittadini indiani. L’Italia si è detta disponibile ad inviare in India una missione di alti funzionari dei Ministeri degli Esteri, Difesa e Giustizia per approfondire congiuntamente tutti gli aspetti del caso.
La situazione è anche più difficile da gestire in quanto a bordo della ‘Enrica Lexie’ vi è il nucleo di militari della Marina italianai quali sono sottoposti ad una giurisdizione diversa da quella dei marittimi che sono dei civili. E’ messo in discussione soprattutto il diritto delle autorità indiane di trattenere la nave e condurre indagini nei confronti dei militari italiani.
I due marinai indiani sarebbero stati colpiti dai colpi esplosi dai marò imbarcati sulla ‘Enrica Lexie’ che avrebbero sparato perché li avevano scambiati per pirati somali.
Finora la prima ricostruzione a caldo dei fatti non ha convinto tutti.
La ricostruzione dell’accaduto è molto discutibile e discorda tra quanto riferito dai militari italiani e dall' equipaggio della nave italiana, e quanto invece, riferito dai pescatori indiani superstiti che si trovavano anch’essi a bordo del peschereccio indiano. Nel momento in cui accadevano i fatti però, erano tutti a dormire sotto coperta per cui non possono aver visto nulla e sono solo testimoni di quello che hanno trovato dopo in coperta.
Secondo la versione italiana il team di sicurezza militare è intervenuto secondo il protocollo per dissuade da ogni intento 5 presunti pirati somali che, la sera di mercoledì scorso, a bordo di un peschereccio, hanno presumibilmente tentato l`arrembaggio alla ‘Enrica Lexie’. I militari hanno dichiarato di non aver sparato in modo diretto contro la barca da pesca.
Per gli indiani i militari di scorta alla nave italiana hanno sparato su degli inermi pescatori. Il loro peschereccio è stato colpito mentre stava rientrando in porto dopo una battuta di pesca al tonno.
Una situazione davvero ingarbugliata appesantita ancora di più dalla diatriba su dove sia accaduto il drammatico episodio. L'Italia sostiene fin dal primo momento che è avvenuto tutto a circa 30 miglia a Ovest dalla costa Meridionale indiana, nell`Oceano Indiano, quindi in acque internazionali, mentre l’India affermano invece, sostiene che erano acque territoriali indiane.
Ogni episodio di pirateria deve essere immediatamente segnalato alla Guardia Costiera ed invece, le autorità indiane sostengono che la segnalazione è stata fatta in ritardo. Si parla di almeno 2 ore e mezzo di ritardo. E questo getta altre ombre sulla dinamica dell’episodio che ha condotto alla morte dei 2 pescatori indiani. Questa discordanza temporale nelle due ricostruzioni, italiana e indiana, sulla vicenda ed anche la discordanza del punto esatto dove sarebbe avvenuto il tentato abbordaggio, la posizione riportata dai militari italiani non coinciderebbe quella indicata invece, dalle autorità indiane secondo cui sarebbe avvenuto a 10 miglia marine dalla costa induce a credere che forse ci sia un equivoco all'origine del caso. Potrebbe essere che i pescatori indiani abbiano confuso la nave. I due episodi, quello della Enrica Lexie e del peschereccio indiano, potrebbe trattarsi di due episodi distinti. Le tante discordanze lo portano a pensare anche perché i compagni di lavoro dei due morti non possono aver assistito all’episodio in quanto erano a dormire per cui possono riferire solo di quello che hanno trovato e non di quello che è accaduto quindi non sono di certo testimoni oculari. Inoltre, alcuni membri dell’equipaggio della nave italiana hanno riferito che il peschereccio che si è avvicinato alla loro era diverso per forma e colore da quello che denuncia l’attacco subito.
Mentre in India monta la protesta dei pescatori indiani per l'uccisione dei loro due compagni. Addirittura hanno indetto al porto di Kochi una manifestazione di protesta per il 22 febbraio prossimo. E dopo che la polizia locale di Kerala, che conduce le indagini, avrebbe aperto un'indagine per omicidio a carico dell'equipaggio della nave italiana in relazione alle due morti. Un’inchiesta che sarebbe stata aperta sulla base delle informazioni ricevute dalla Guardia costiera indiana che a sua volta avrebbe raccolto le dichiarazioni rilasciate dagli altri 9 pescatori presenti a bordo del peschereccio indiano. Per la Guardia costiera indiana l'uccisione dei due pescatori indiani è stato un ‘errore di giudizio’.
Anche la Procura militare di Roma ha aperto un fascicolo sui fatti avvenuti nell’Oceano Indiano. Il procedimento è stato aperto dal Procuratore militare di Roma, Marco De Paolis. Mentre anche il ministero della Difesa ha avviato un'inchiesta interna per fare luce sull'incidente. Sull'incidente avvenuto al largo delle coste indiane aperta un’inchiesta anche da parte della Procura ordinaria. L'indagine è affidata al pubblico ministero Francesco Scavo che in passato si è già occupato di episodi legati alla pirateria marittima. Il pm ha ipotizzato il reato di tentativo di abbordaggio.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione