mercoledì 16 marzo 2011

Libia: forse verso la fine la 'Rivoluzione del 17 febbraio'

La tragedia Giapponese ha ‘rubato’ la prima pagina alla questione libica. Lentamente però, questa se la sta riprendendo. Nel mondo si fa sempre più forte l’idea che il colonnello libico Muammar Gheddafi rimanga al potere in Libia. Questo, nonostante una sollevazione popolare scoppiata il 17 febbraio scorso e che sembrava destinata a farlo capitolare. Tutto lo faceva credere anzi, sembrava questione di giorni e poi invece, il rais si è risollevato ed ha colpito. Ha colpito soprattutto dal cielo. E’ stata infatti, l’aviazione l’arma vincente che gli ha permesso di sopraffare gli insorti e rovesciare la situazione in campo. Gli aerei di Tripoli prima hanno sondato le difese e poi, hanno colpito neutralizzando ogni possibile resistenza contro le forze di terra che hanno avuto campo libero nel ‘tagliare la gola’ ai ribelli. Mezzi aerei che potevano essere neutralizzati anche con dei raid mirati, come proposto da Francia e Inghilterra, ma anche questa non è stata accolta. L'assenza di una zona di interdizione di volo inoltre, ha permesso a Gheddafi anche di procurarsi armi e uomini, mercenari arrivati da altri Paesi. Addirittura nella sua edizione on line il ‘Telegraph’ rivela che un suo jet privato ha raggiunto la Bielorussia, con il cui presidente Aleksander Lukashenko il rais ha un buon rapporto di amicizia. Con molta probabilità un volo compiuto per recarsi nel Paese per acquistare armi. Il Telegraph infatti, nelle sue pagine web riporta quanto denunciato dall'Istituto di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma, Sipri. Secondo l’istituto il 15 febbraio scorso un aereo Ilyushin 76, con un carico di 40 tonnellate, è decollato dalla base militare di Baranovitj, in Bielorussia, alla volta della base di Sabha nel sud della Libia. Nel primo caso si tratta di una base in cui i bielorussi hanno depositi di armi e attrezzature militari nel secondo caso di una base militare logistica libica. Da questo è facile trarre una conclusione. Ormai l’atmosfera che si respira in Libia è quella da piena disfatta della ribellione. Una ribellione sedata dal regime libico nel sangue. Il sangue del popolo libico. I militari di Tripoli ormai avanzano dovunque riguadagnando il terreno perso nelle scorse settimane. La Cirenaica è ormai quasi tutta ritornata nelle mani di Gheddafi. In tutti i libici, quelli anti regime, è forte il sentimento dell'amarezza per il mancato sostegno dei Paesi occidentali. Un sostegno chiesto ad alta voce e mai giunto. Essi si sentono traditi dalla comunità internazionale che ieri, come ultimo atto del suo ‘non agire’, ha bocciato il piano franco-britannico per una 'no-fly zone' sui cieli della Libia. Un piano che se approvato avrebbe tagliato di certo gli artigli al rais. Evidentemente la cosa non faceva piacere a chi come Russia, ma anche la Cina, con il colonnello fanno affari d’oro. Ed è stata proprio Mosca a mettere il veto, dopo averlo fatto in Consiglio di sicurezza al Palazzo di Vetro, a Parigi ieri al progetto franco-britannico. Un fatto questo, che di certo permetterà al leader libico di porre la parola fine alla ribellione in Libia ancora prima del previsto avendo ancora tempo e spazio per agire. Come sempre all’interno della Comunità internazionale hanno prevalso incertezze e divisioni che hanno lasciato campo libero ai Paesi più spregiudicati. Ieri è caduta la città di Ajdabiya e stamani sembra che i primi carri armati delle brigate libiche, quelle guidate da Khamis Gheddafi, figlio del colonnello, sono entrate nella periferia meridionale e occidentale della città di Misurata in Tripolitania. L’obiettivo finale è la città di Bengasi divenuta l’epicentro della ribellione al regime di Tripoli e al suo leader al potere nel Paese nord africano da oltre 40 anni. Sarebbero già iniziati i primi bombardamenti aerei dell’ultima roccaforte dei ribelli nell’est del Paese nord africano. Guarda caso gli aerei di Tripoli stanno bombardando soprattutto l'aeroporto per neutralizzare i pochi aerei in possesso degli insorti. Nel frattempo Seif al-Islam, l’altro figlio di Gheddafi, ha affermato che: “nel giro di 48 ore sarà tutto finito”. Il secondogenito del Colonnello nel contempo ha anche definito il presidente francese Sarkozy un pagliaccio. La Francia insieme alla Gran Bretagna sono gli unici Paesi a premere per una linea dura contro il regime di Tripoli. Sebbene Gheddafi sia ‘odiato’ inspiegabilmente i ‘ribelli’ libici, riunitisi nel Comitato nazionale transitorio, Cnt, sono stati lasciati soli a battersi contro di lui. Solo Parigi e Londra hanno dato la loro disponibilità a raid aerei mirati contro il regime di Tripoli. Mentre gli altri Paesi si sono limitati a promettere aiuti economici e politici ai ribelli. Persino gli USA hanno fatto loro il principio del non agire. Mortificante l’atteggiamento tenuto dall’Italia. Ieri il capo della diplomazia, Franco Frattini ha giustificato la decisione del governo italiano di limitarsi a sospendere e non cancellare il trattato di amicizia Italia-Libia, firmato nel 2008. “La cancellazione di un accordo farebbe venir meno la speranza che domani vi sia una nuova Libia, con cui domani riprendiamo la collaborazione”, ha detto il ministro degli Esteri. Nonostante tutto il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, la Francia è l’unico Paese europeo ad aver riconosciuto formalmente il Cnt, ci crede ancora e stamani ha affermato: “non è ancora troppo tardi per intervenire”. Non è dello stesso avviso il capo della Farnesina che stamani ha affermato che Gheddafi non può essere mandato via ed l’ha fatto in una sede istituzionale quale è il Senato nel corso di un’audizione. Quella del ministro presentata come una presa d’atto dell’evoluzione della situazione in Libia è di fatto una sorta di resa. Stamani Ali Tarhouni, esponente degli insorti anti Gheddafi ha affermato: “Credo che sia una vergogna la posizione da codardi assunta dal mondo occidentale, soprattutto gli Stati Uniti, che si propongono come difensori della democrazia e dei diritti umani”. Un duro commento che non lascia spazio a repliche.
Comunque vada a finire per oltre un mese il popolo libico, quello anti regime, ha vissuto un grande sogno. Un sogno durato poco, ma bellissimo e il cui fallimento è anche colpa della comunità internazionale.

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

***

La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione