Rientrato a sorpresa in patria l'ex dittatore Jean-Claude Duvalier detto Baby Doc
L'ex dittatore haitiano, Jean-Claude Duvalier, detto ‘baby doc’, deposto e cacciato dal Paese da una cruenta e sanguinosa rivolta popolare nel
1986 è tornato in patria. Duvalier aveva assunto il potere nel 1971 succedendo al padre ‘papa doc’ e nominandosi presidente a vita. Ieri ha rimesso piede in terra haitiana, sbarcando da un volo Air France, all’aeroporto della capitale Pourt au prince. Negli ultimi 25 anni l’ex dittatore è vissuto in esilio in Francia. Duvalier aveva ottenuto un passaporto diplomatico dalle autorità haitiane dopo la caduta e la cacciata dell'ex presidente Jean-Bertrand Aristide nel 2005, passaporto che ha utilizzato per il rientro in patria. Pare che sia anche in possesso di un biglietto aereo per tornare a Parigi il 20 gennaio prossimo anche se non è certo che lo utilizzi. La sua ricomparsa ha fatto riemergere nella popolazione haitiana e non solo, tristi e amari ricordi. Nonostante questo baby doc all’aeroporto ha trovato un centinaio di sostenitori che lo hanno accolto e acclamato. Ad accoglierlo all’aeroporto anche l’ex ministro degli Esteri, Adrien Raymond, e l'ex responsabile della guardia presidenziale, Christophe Dardompre. Il motivo della sua improvvisa ricomparsa in patria non è ancora chiaro ne è chiaro chi l’abbia sponsorizzata. Il Paese caraibico, devastato un anno fa da un terremoto che ha provocato circa 250mila morti da cui non si è mai ripreso e messo ulteriormente in ginocchio dall'epidemia di colera tuttora in corso, in questo momento si trova in una situazione di caos politico. Ed il rientro di ‘baby doc’ giunge ad appena un giorno dal rinvio del secondo turno delle elezioni presidenziali e legislative. Era infatti, previsto che domenica scorsa si dovesse svolgere il ballottaggio delle contestate elezioni, ma il Consiglio elettorale provvisorio, Cep, ne ha comunicato il rinvio. “Poiché i risultati definitivi del primo turno delle elezioni non sono ancora stati proclamati, la data non sarà rispettata”, ha dichiarato il direttore generale del Cep, Pierre-Louis Opont. Un ritardo dovuto al fatto che sul voto gravano forti dubbi di brogli. A denunciarli i sostenitori del popolare cantante Michel Martelly nonché candidato alle presidenziali. Brogli che avrebbero favorito il candidato del partito al potere, Jude Célestin, nonché genero e delfino del presidente uscente Rene' Preval, arrivato secondo dietro all'ex primo ministro, Mirlande Manigat. In tutto sono 12 i candidati alla presidenza che hanno chiesto l'annullamento delle elezioni del 28 novembre scorso, denunciando brogli in favore di Célestin. Il fatto che l'Ufficio per la contestazione elettorale nazionale non ha ancora preso una decisione in merito è il motivo principale del rinvio del secondo turno. La fondatezza delle accuse si evince anche da un rapporto redatto dagli osservatori dell’Organizzazione degli Stati americani, Osa, presenti sul posto per controllate la regolarità del voto. Il documento ha sconfessato i risultati non ufficiali diffusi finora ed ha avvalorato l’ipotesi di
brogli da più parti denunciata. Questi dati danno la Manigat al 31,37 per cento e Celestin al 22,48 per cento. Un nodo questo, molto intricato e che sembra difficile riuscire a giungere ad un suo sbroglio. Nel Paese caraibico è atteso il segretario generale dell'Osa, Josè Miguel Insulza, si spera in una sua mediazione. In tutto questo il ritorno a sorpresa dell'ex dittatore Duvalier non ha di certo giovato al clima politico ad Haiti. Nel momento in cui ha messo piede a terra ‘baby doc’ ha affermato: “Sono rientrato per aiutare il popolo haitiano”. Parole quasi da prendere con ironia, ma che di certo lasciano senza parole e fanno pensare ai tanti che in passato hanno lottato e sono morti per cacciare un uomo che si è reso responsabile di delitti come uccisioni, soprusi, angherie, oltre ad avere arrecato sofferenze indescrivibili al popolo haitiano a cui ha anche sottratto enormi ricchezze che finora gli hanno permesso un esilio dorato all’estero mentre ancora oggi un intero popolo muore di stenti e di fame. Delitti di cui non esiste prezzo per pagarli ne tantomeno esiste modo per farsene perdonare. E poi non bisogna dimenticarsi si rese responsabile di gravi violazioni dei diritti umani facendo largo uso dei 'Tontons Macoutes'. Eppure contro l’ex dittatore haitiano non ci sono mandati di cattura o altro e questo lo rende un uomo libero di muoversi nel mondo. Erano membri delle forze armate haitiane e volontari della sicurezza nazionale che compirono in suo nome una sanguinosa repressione contro gli oppositori alla dittatura e non solo. Eppure ieri il primo ministro haitiano,Jean-Max Bellerive ha dichiarato che: “Jean-Claude Duvalier è un cittadino haitiano che rientra a casa, come ne ha diritto”. Di tutt’altra idea l'organizzazione umanitaria, Amnesty International per la quale le autorità haitiane devono perseguire davanti alla giustizia l'ex presidente Jean Claude Duvalier, per violazione dei diritti umani.
L'ex dittatore haitiano, Jean-Claude Duvalier, detto ‘baby doc’, deposto e cacciato dal Paese da una cruenta e sanguinosa rivolta popolare nel
1986 è tornato in patria. Duvalier aveva assunto il potere nel 1971 succedendo al padre ‘papa doc’ e nominandosi presidente a vita. Ieri ha rimesso piede in terra haitiana, sbarcando da un volo Air France, all’aeroporto della capitale Pourt au prince. Negli ultimi 25 anni l’ex dittatore è vissuto in esilio in Francia. Duvalier aveva ottenuto un passaporto diplomatico dalle autorità haitiane dopo la caduta e la cacciata dell'ex presidente Jean-Bertrand Aristide nel 2005, passaporto che ha utilizzato per il rientro in patria. Pare che sia anche in possesso di un biglietto aereo per tornare a Parigi il 20 gennaio prossimo anche se non è certo che lo utilizzi. La sua ricomparsa ha fatto riemergere nella popolazione haitiana e non solo, tristi e amari ricordi. Nonostante questo baby doc all’aeroporto ha trovato un centinaio di sostenitori che lo hanno accolto e acclamato. Ad accoglierlo all’aeroporto anche l’ex ministro degli Esteri, Adrien Raymond, e l'ex responsabile della guardia presidenziale, Christophe Dardompre. Il motivo della sua improvvisa ricomparsa in patria non è ancora chiaro ne è chiaro chi l’abbia sponsorizzata. Il Paese caraibico, devastato un anno fa da un terremoto che ha provocato circa 250mila morti da cui non si è mai ripreso e messo ulteriormente in ginocchio dall'epidemia di colera tuttora in corso, in questo momento si trova in una situazione di caos politico. Ed il rientro di ‘baby doc’ giunge ad appena un giorno dal rinvio del secondo turno delle elezioni presidenziali e legislative. Era infatti, previsto che domenica scorsa si dovesse svolgere il ballottaggio delle contestate elezioni, ma il Consiglio elettorale provvisorio, Cep, ne ha comunicato il rinvio. “Poiché i risultati definitivi del primo turno delle elezioni non sono ancora stati proclamati, la data non sarà rispettata”, ha dichiarato il direttore generale del Cep, Pierre-Louis Opont. Un ritardo dovuto al fatto che sul voto gravano forti dubbi di brogli. A denunciarli i sostenitori del popolare cantante Michel Martelly nonché candidato alle presidenziali. Brogli che avrebbero favorito il candidato del partito al potere, Jude Célestin, nonché genero e delfino del presidente uscente Rene' Preval, arrivato secondo dietro all'ex primo ministro, Mirlande Manigat. In tutto sono 12 i candidati alla presidenza che hanno chiesto l'annullamento delle elezioni del 28 novembre scorso, denunciando brogli in favore di Célestin. Il fatto che l'Ufficio per la contestazione elettorale nazionale non ha ancora preso una decisione in merito è il motivo principale del rinvio del secondo turno. La fondatezza delle accuse si evince anche da un rapporto redatto dagli osservatori dell’Organizzazione degli Stati americani, Osa, presenti sul posto per controllate la regolarità del voto. Il documento ha sconfessato i risultati non ufficiali diffusi finora ed ha avvalorato l’ipotesi di
brogli da più parti denunciata. Questi dati danno la Manigat al 31,37 per cento e Celestin al 22,48 per cento. Un nodo questo, molto intricato e che sembra difficile riuscire a giungere ad un suo sbroglio. Nel Paese caraibico è atteso il segretario generale dell'Osa, Josè Miguel Insulza, si spera in una sua mediazione. In tutto questo il ritorno a sorpresa dell'ex dittatore Duvalier non ha di certo giovato al clima politico ad Haiti. Nel momento in cui ha messo piede a terra ‘baby doc’ ha affermato: “Sono rientrato per aiutare il popolo haitiano”. Parole quasi da prendere con ironia, ma che di certo lasciano senza parole e fanno pensare ai tanti che in passato hanno lottato e sono morti per cacciare un uomo che si è reso responsabile di delitti come uccisioni, soprusi, angherie, oltre ad avere arrecato sofferenze indescrivibili al popolo haitiano a cui ha anche sottratto enormi ricchezze che finora gli hanno permesso un esilio dorato all’estero mentre ancora oggi un intero popolo muore di stenti e di fame. Delitti di cui non esiste prezzo per pagarli ne tantomeno esiste modo per farsene perdonare. E poi non bisogna dimenticarsi si rese responsabile di gravi violazioni dei diritti umani facendo largo uso dei 'Tontons Macoutes'. Eppure contro l’ex dittatore haitiano non ci sono mandati di cattura o altro e questo lo rende un uomo libero di muoversi nel mondo. Erano membri delle forze armate haitiane e volontari della sicurezza nazionale che compirono in suo nome una sanguinosa repressione contro gli oppositori alla dittatura e non solo. Eppure ieri il primo ministro haitiano,Jean-Max Bellerive ha dichiarato che: “Jean-Claude Duvalier è un cittadino haitiano che rientra a casa, come ne ha diritto”. Di tutt’altra idea l'organizzazione umanitaria, Amnesty International per la quale le autorità haitiane devono perseguire davanti alla giustizia l'ex presidente Jean Claude Duvalier, per violazione dei diritti umani.
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