La preoccupante situazione rifiuti in Campania, come è stata definita da Judith Merkies, capo delegazione, quindi nel mirino degli ispettori Ue. Nei due giorni campani i parlamentari europei si informeranno sulla problematica dei rifiuti nella regione, principalmente sulle quelle attinenti la questione dell'inceneritore, dei termovalorizzatori, delle discariche abusive, dell'inquinamento ambientale e all'attuazione del ciclo integrato per lo smaltimento dei rifiuti. A tal scopo visiteranno le discariche e i siti di stoccaggio nelle province di Napoli, Salerno, Caserta e Benevento, e l'impianto di termovalorizzazione di Acerra in provincia di Napoli. A seguito della delegazione anche un gruppo di esperti. Della delegazione, composta da 7 parlamentari, oltre a David Lowe, Peter Jahr, Margarete Auken e Carolyne Lefler, vi fanno parte anche tre deputati europei campani, Enzo Rivellini, Andrea Cozzolino e Vincenzo Iovine. L'esito della missione investigativa affidata alla delegazione della commissione Ue presieduta dall'europarlamentare campana del Pdl Erminia Mazzoni, potrebbe sortire anche un altro effetto. E' stata la stessa Mazzoni a spiegare che un parere che indichi che, negli ultimi anni in Campania si sia cercato di cambiare passo e avviare un corretto ciclo dei rifiuti, potrebbe avere un peso nello sblocco di centinaia di milioni di fondi europei. Si tratta di 500 milioni di euro, di cui 300 milioni della nuova gestione e dunque fondi 2007-2013, e altri 200 milioni di euro della gestione precedente. Le valutazioni che emergeranno dai sopralluoghi di questi giorni infatti, anche se non collegate alla questione, come il capo delegazione Merkies ha voluto fin dall'inizio ribadire, potrebbero comunque influenzare la decisione della commissione europea che si appresta a prenderne una in merito a breve.
Nel frattempo oggi a Roma è stato reso noto il 'Rapporto rifiuto urbani 2009'. A redigere il documento l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale,'Ispra'. Il dato principale che si evince dal rapporto è che la produzione di rifiuti in Italia è ferma a 32,5 milioni di tonnellate con una contrazione dello 0,2 percento totale. Una produzione che è calata sopratutto al Sud, dove è diminuita del 2,2 per cento mentre al centro è scesa dello 0,7 per cento. Per il Nord invece, si registra una crescita che è pari all'1,5 per cento. Secondo l'Ispra resta la discarica la forma più diffusa di smaltimento di rifiuti urbani anche se è ritenuta l'opzione meno adeguata dal punto di vista ambientale. I dati che emergono dal documento sulla gestione dei rifiuti urbani rispetto al conferimento in discarica indicano che nel 2008 sono finite in discarica 16 milioni di tonnellate di spazzatura, pari al 45 percento di quella complessivamente gestita. In questo computo le cosiddette ecoballe stoccate in Campania sono assimilabili al conferimento in discarica. Questo perchè sono diventate, da forme di stoccaggio d'emergenza con il tempo a forme di smaltimento in discarica.
La regione Lazio, con l'86 per cento, è insieme a Molise, 90 per cento, Sicilia, 89 per cento, Puglia, 80 per cento, la regione che smaltisce in discarica la maggior quantità dei rifiuti prodotti. Mentre la Lombardia è la regione più virtuosa con il suo 8 percento del totale dei rifiuti destinato in discarica.
Dal rapporto sui rifiuti urbani 2009 dell'Ispra emerge anche un altro dato. La raccolta differenziata raggiunge nel 2009 il 30,6 per cento sulla produzione totale dei rifiuti in Italia. Al nord raggiunta quota 45,5 per cento, superando di fatto l'obiettivo del 45 per cento fissato dalla normativa. A livello regionale, è il Trentino Alto-Adige in testa con una quota del 56,8 per cento, seguito dal Veneto con il 52,9 per cento. Sono invece, lontani da questo traguardo sia il centro, con il 22,9 per cento, sia il sud fermo al 14,7 per cento. A fronte delle problematiche connesse alle condizioni emergenziali ancora presenti nelle province di Napoli e di Caserta, la raccolta differenziata si ferma rispettivamente al 14,8 per cento e all'11,5 per cento. Il capoluogo partenopeo segna una diminuzione nella differenziata rispetto al 2008. Questo a fronte però, di un aumento generale della raccolta in tutto il resto della Regione. A tenere alta la media regionale della differenziata le province di Avellino e di Salerno, rispettivamente con il 36,9 e 33,3 per cento.
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