Pirateria. Il 2009 è stato un anno terribile nel mare al largo della Somalia
Ieri i pirati somali hanno rilasciato, dopo il pagamento di un riscatto di circa 4 milioni di dollari, il cargo greco 'Filitsa'. Se confermata questa è una delle più alte somme finora pagate per il rilascio di una nave sequestrata d
ai pirati somali. La nave battente bandiere delle isole Marshall era stata catturata lo scorso mese di novembre insieme al suo equipaggio di 22 marittimi, dei quali 3 ufficiali greci e 19 marinai filippini.
Secondo i dati resi noti dall'Imb, l'organizzazione internazionale che vigila sulla pirateria nel Golfo di Aden, con i suoi 406 episodi segnalati, ma sono molti di più, il 2009 è stato l'anno del boom del fenomeno della pirateria marittima nel mare al largo della Somalia. Almeno 50 le navi e oltre 300 i marinai che sono stati catturati dai pirati somali che poi, hanno ottenuto, per il loro rilascio, riscatti per una cifra complessiva di circa 80 milioni di dollari. Tra le navi catturate e poi rilasciate il rimorchiatore italiano 'Buccaneer' con il suo equipaggio di 16 marittimi, dei quali 10 italiani, e il peschereccio d'altura spagnolo 'Alakrana' con 36 marittimi d'equipaggio di cui 16 spagnoli. Due navi accomunate dal fatto che gran parte dei loro membri d'equipaggio erano cittadini europei che si sono ritrovati improvvisamente ostaggi dei 'predoni del mare' che infestano l'Oceano Indiano. Marinai che, per ottenerne il rilascio, i loro Paesi hanno dovuto cedere al ricatto dei pirati somali, e pagare un forte riscatto che per entrambi le navi è stato di 4 milioni di euro. Solo dopo aver incassato il contante, la 'gang del mare' che li aveva in custodia li hanno rilasciati. A nulla è valso ogni tentativo di tergiversare o di cercare mediazioni impossibili. I pirati somali hanno come loro unico scopo, nel compiere la loro attività criminale, quella di ricavarci soldi dagli assalti che compiono nel mare del Corno d'Africa contro le navi commerciali che lo solcano lungo la rotta che porta dall'Oceano Atlantico verso l'Asia passando per il canale di Suez. Una rotta che ora è messa a dura prova dal fenomeno della pirateria marittima. A dimostrazione di ciò vi è il fatto che tra le navi ancora trattenute dai pirati somali ve ne sono alcune anche da circa un anno. Tra queste anche due pescherecci egiziani: F/V MOMTAZ 1 e F/V AHMED SAMARAH. Il MOMTAZ 1 è stato catturato insieme a 18 marinai di equipaggio, dei quali 3 minorenni, il 10 Aprile 2009, il giorno prima dell’abbordaggio, con conseguente sequestro del rimorchiatore italiano 'Buccaneer' poi, rilasciato il 9 agosto 2009. Anche l’AHMED SAMARAH è stato catturato il 10 aprile scorso insieme ai suoi 16 uomini di equipaggio tra cui altri 3 minori. Un altro inquietante contorno questo, del fenomeno della pirateria marittima. Sebbene dei minori e anche delle donne siano trattenuti come ostaggi dai pirati somali, nessuna delle organizzazioni internazionali per la tutela dell’infanzia e delle donne, hanno mai fatto sentire, neppure flebile, la loro voce a rivendicarne la tutela e a chiederne il rilascio. Un'altra questa, ombra che cala impietosa sul comportamento della comunità internazionale nella vicenda che abbraccia il fenomeno della pirateria al largo delle coste somale.
A dar forza inoltre, a questa 'volontà' non celata dei pirati somali di voler solo lucrare con la loro attività è quanto da loro incassato nel 2009 che è stato dichiarato un anno terribile per le compagnie marittime commerciali. Compagnie che si sono viste catturate e trattenute in ostaggi, anche per mesi, perchè ai pirati, per raggiungere il loro fine, non importa quanto tempo ci voglia, le loro navi con carichi ed equipaggi. Un danno materiale ed economico non quantificabile, ma certamente di molte centinaia di milioni di dollari. Solo di riscatti, almeno quelli dichiarati, perchè qualcuno o non ha dichiarato ne il sequestro della nave e tanto meno il pagamento del riscatto, o ha denunciato il sequestro, ma poi ha negato spudoratamente di aver pagato mai un riscatto, come il governo italiano. Cosa che non potrà mai essere vera in quanto a questo puntano i pirati e a null'altro, senza porsi limiti di tempo e modi per ottenerlo. Ad oggi, restano ancora, ostaggi dei pirati in attesa che venga pagato un riscatto, almeno 10 navi e oltre 150 marinai membri dei loro equipaggi di diverse nazionalità. Tra questi diversi europei, ma in particolare due cittadini inglesi, i coniugi Paul e Rachel Chandler originari del Kent e catturati dai pirati somali lo scorso 23 ottobre mentre erano in navigazione dalle Seychelles alla Tanzania a bordo del loro veliero Lynn Rival poi, abbandonato dai sequestratori. Una 'variante' questa, del tutto nuova nel modo di operare dei pirati somali. In genere barca ed equipaggio restano insieme fino al rilascio. Segnale questo, che forse la 'gang del mare' che, li trattiene in ostaggio, e che ha chiesto per il loro rilascio un riscatto di circa 4,4 milioni
di sterline pari a 7 milioni di dollari, che le autorità di Londra hanno, almeno finora e sul serio, sempre rifiutato finora di pagare, siano più che pirati dei veri banditi. Purtroppo in tanti potrebbero inserirsi nel contesto del fenomeno mescolandosi ai pirati e mirare ad altri scopi. Già lo scorso 21 gennaio Paul Chandler aveva parlato al telefono con un reporter della rete televisiva britannica 'Itv' affermando che i rapitori stavano perdendo la pazienza e che temeva per la propria vita e quella della moglie. La vicenda dei 2 cittadini inglesi è ritornata poi, prepotentemente alla ribalta in questi giorni. I Chandler hanno lanciato un nuovo appello al loro governo affinchè apra le trattative con i pirati somali per ottenere il loro rilascio. I coniugi tenuti separati dai predoni del mare che li hanno catturati, hanno anche denunciato questo crudele trattamento al quale sono sottoposti. Un medico somalo, a cui è stato consentito di visitarli, ha confermato che lo stato di salute dei Rachel e Paul, che hanno rispettivamente 56 e 60 anni, è molto preoccupante. Un appello a cui ha risposto il ministro degli Esteri inglese, David Miliband affermando che: “il governo di Londra sta facendo tutto il possibile per ottenere il rilascio della coppia britannica”. Alle sue parole hanno fatto eco quelle del portavoce del premier Gordon Brown: “Stiamo utilizzando tutti le reti di cui disponiamo in quella parte del mondo, politiche e diplomatiche, e siamo stati molto chiari con la famiglia dei Chandler su come lo stiamo facendo”.
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Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....
DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!
IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
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RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.
Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!?xml:namespace>
Italia. Violenza sessuale è allarme sociale
Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.
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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'
Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....
Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.
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ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'
C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!
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Parole....di Abraham Lincoln
Non si può arrivare alla prosperità scoraggiando l'impresa.Non si può rafforzare il deboleindebolendo il più forte.Non si può aiutare chi è piccoloabbattendo chi è grande.Non si può aiutare il poverodistruggendo il ricco.Non si possono aumentare le pagherovinando i datori di lavoro.Non si può progredire serenamentespendendo più del guadagno.Non si può promuovere la fratellanza umanapredicando l'odio di classe.Non si può instaurare la sicurezza socialeadoperando denaro imprestato.Non si può formare carattere e coraggiotogliendo iniziativa e sicurezza.Non si può aiutare continuamentela gente facendo in sua vece quello che potrebbee dovrebbe fare da sola.
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