Le tre imbarcazioni stanno ora facendo rotta verso le coste somale del Puntland, la regione semiautonoma nel nord est del Paese dove si trovano i covi dei pirati e che di fatto si è trasformata nella moderna Tortuga dei nuovi filibustieri. Attualmente lungo le coste del Puntland si trovano alla fonda, ostaggi delle diverse gang del mare che li hanno catturato, almeno una decina di navi ed oltre 200 marinai membri degli equipaggi di queste navi e originari della Russia, Ucraina, Romania, Cina, Georgia, India, Turchia, Grecia e Filippine.
Questo pesante bilancio pesa tutto a sfavore delle compagnie marittime commerciali le cui navi solcano le acque del 'mare dei pirati'. In due giorni i pirati somali non hanno dato loro tregua portando a casa un grosso bottino in barba a tutti. Forse galvanizzati dagli alti proventi derivanti dal pagamento di un riscatto per il rilascio, avvenuto domenica sera, del 'De Xin Hai', un cargo di proprietà della società armatrice cinese Qingdao Ocean Shipping, e dei suoi 25 uomini d'equipaggio. La nave, che trasportava carbone, era stata catturata dai predoni del mare mentre era in navigazione dal Sudafrica all'India il 18 ottobre scorso al largo della costa somala. Era poi restata alla fonda al largo del porto di Hobyo sulla costa somala fino al suo rilascio. Rilascio per il quale è stato pagato un riscatto di 4 milioni di dollari. E' infatti questo l'unico motivo per il quale le navi vengono catturate. Tutti i Paesi coinvolti hanno finora sempre pagato. Unico caso al mondo è quello che ha riguardato il rilascio del rimorchiatore italiano 'Buccaneer' per il quale non è stato pagato alcun riscatto, come da sempre ribadisce il ministro degli Esteri Franco Frattini. Come viene sempre fatto in questi casi, il riscatto è stato lanciato sulla tolda del battello da un elicottero. E poi seguito ieri il rilasciato della porta container battente bandiera di Singapore, 'Kota Wajar' e i suoi 21 uomini d'equipaggio catturata lo scorso15 ottobre a nord delle Seychelles mentre era in navigazione verso il porto di Mombasa in Kenya. Anche per il rilascio di questa nave è ovvioè stato pagato un riscatto. Sembra che la somma pagata sia di 4 milioni di dollari. Dopo il rilascio da parte dei pirati, la nave è stata scortata da una nave da guerra canadese, la 'Hmcs Fredericton' che ha fornito anche assistenza medica all'equipaggio. L'unità militare navale partecipa, come altre navi di Italia, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Arabia Saudita, Spagna, Turchia, Norvegia, Olanda, Cina, Giappone, Russia, Malesia, Corea del Sud, Australia, Usa, India, e Iran, al pattugliamento dell'Oceano Indiano per proteggere il traffico commerciale dalle incursioni dei pirati somali. Il mare del Corno d'Africa è di fatto presidiata da un centinaio di navi da guerra poste la gran parte sotto il comando di 3 missioni internazionali: l'europea 'Euromar Atalanta', la Combined Task Force 151 che opera nell'ambito della Combined Maritime Force, 'CMF CTF 151', coalizione multinazionale a guida americana e una missione NATO nota come 'Ocean Shield'. Nonostante l'impiego di questa imponente forza navale militare il numero di attacchi dei pirati al largo delle coste somale non sono però diminuiti ma al contrario raddoppiati specie nel 2009. L'attività criminale dei pirati somali avrebbe fruttato loro finora almeno 100 milioni di dollari. Una delle due missioni internazionali, quella dell'Unione europea, da questo mese è passata sotto il comando dell'Italia. Fino ad aprile 2010 sarà il Contrammiraglio Giovanni Gumiero a capo della missione anti pirateria Atalanta nel mare del Corno d'Africa. La sede del suo comando è la Nave Etna salpata dalla base navale di Taranto lo scorso primo dicembre. Nel frattempo si è conclusa la missione nel mare dei pirati di un'altra nave italiana, la fregata 'Libeccio' rientrata il 20 dicembre scorso alla sua base di La Spezia. L'unità navale ha partecipato alla missione di contrasto alla pirateria denominata della NATO e al suo attivo ha sventato 3 attacchi di pirati rivolti a navi mercantili oltre a 8 controlli 'Intell Stop' a imbarcazioni sospette e 405 mercantili messi in condizioni di sicurezza. Dal prossimo marzo sarà la fregata 'Scirocco', a sostituirla nell'ambito della missione NATO 'Ocean Shield'.
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