Influenza A. L'Oms denuncia 7.826 decessi nel mondo. In Europa i morti sono raddoppiati
Secondo l'ultimo bilancio mondiale sull'influenza A pubblicato dall'Organizzazione mondiale della Sanità, Oms, il virus influenzale A/H1N1 ha provocato nel mondo 7.826 morti. Un dato che dimostra che sono stati più di mille i nuovi decessi nell'ultima settimana in quanto il precedente bilancio era di 6.750 morti. Si è registrato un aumento pari al 16 per cento. E' sempre il continente americano a detenere il primato come l'area del mondo più colpita dalla pandemia dopo che in Messico e negli Usa dallo scorso mese di marzo si sono registrati i primi casi. Ora sono 5.360 i morti accertati la scorsa settimana erano 4806. Segue poi, la regione Asia-Pacifico con almeno 1.382 morti. Sono invece 5 le persone che sono morte finora a causa del virus influenzale A/H1N1 nel corso dell'Hajj, l'annuale pellegrinaggio dei fedeli musulmani alla Mecca. Secondo i dati diffusi dal Ministero della Sanità Saudita solo il 10 percento dei circa 3 milioni di pellegrini risultano vaccinati. Al momento i casi accertati di influenza A sono 73. Sia le autorità saudite sia l'Oms hanno cercato di limitare le possibilità di contagio nel corso dell'Hajj, offrendo anche vaccinazioni gratuite. Purtroppo è da registrare un forte aumento dei decessi in Europa dove i casi di morte imputabili alla influenza A sono passati da 350 ad 650 in una sola settimana. In Italia l'evoluzione dell'influenza pandemica è seguita dal ministero della Salute. Secondo il suo ultimo bollettino pubblicato nei giorni scorsi, in Italia il totale dei casi legati all'influenza A a partire dal 19 ottobre, inizio della sorveglianza, è di 3.047.000 casi. A questi vanno poi, aggiunti i circa 17mila casi rilevati precedentemente da altri sistemi di sorveglianza che sommati danno un totale di 3.064.933 rilevati fino al 22 Novembre scorso. Mentre il totale delle vittime è pari a 91 e quello dei casi gravi che necessitano di assistenza respiratoria è di 303. I nuovi casi di influenza settimanali sono stati invece, circa 680mila. Secondo quando indica il ministero nel bollettino, la rete sentinella di strutture di pronto soccorso ha segnalato che nella 47esima settimana le regioni dove si è registrato il maggior numero di casi sono le Marche con un incidenza del 3,7 percento, seguite da Abruzzo Emilia Romagna, Sardegna e Basilicata. I più colpiti restano i bambini e gli adolescenti, da zero a 14 anni, con un'incidenza pari al 3,3 percento. Tra i giovani e gli adulti, dai 15 ai 64 anni, l'incidenza dell'influenza è stata dello 0,7 percento mentre tra persone dai 65 anni in su è pari a 0,1 percento. Dall'inizio della campagna vaccinale, complessivamente sono state somministrate, per le categorie considerate prioritarie per la prima fase della vaccinazione, 494.915 dosi. Tra questi gli operatori sanitari e sociosanitari che si sono vaccinati sono 131.055 mentre le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza sono state 14.943. Nel frattempo è iniziata anche la distribuzione di 1.138.900 dosi di vaccino pandemico, in confezioni da 10 dosi, alle Regioni e Province Autonome. La sesta distribuzione, avviata la settimana scorsa, porterà alla consegna complessiva alle Regioni e PA di circa 5 milioni di dosi di vaccino, raggiungendo l'obiettivo che era stato prefissato in Conferenza Stato Regioni lo scorso 5 novembre. Per la fine del prossimo mese di dicembre è programmata la consegna di un totale di 10 milioni di dosi di vaccino pandemico in vario tipo di confezionamento. Dopo aver registrato la mutazione del virus influenzale A/H1N1 in Norvegia la scorsa settimana 2 persone sono morte in Francia dopo aver contratto questa forma mutata del virus dell'influenza A. Secondo l'Istituto di vigilanza sanitaria francese, Invs, i due pazienti deceduti non avevano relazioni fra di loro ed erano stati ricoverati in due città diverse. Sembra poi che una delle due vittime si a stata colpita da un'altra forma di mutazione del virus già nota per la sua resistenza al Tamiflu, il principale antivirale usato finora. In Francia sono 1.200 i casi legati all'infezione da virus A/H1N1 dichiarati finora. Però di recente l'epidemia di influenza A ha subito una brusca accelerazione in Francia, dove 30 casi di decessi sono stati registrati in meno di 10 giorni. Il totale dei morti dall'inizio dell'epidemia è salito a 76, senza contare i territori d'oltremare francesi. Solo 30 negli ultimi 10 giorni. Mentre i casi definiti gravi sono saliti a 420 registrando un incremento di ben 63 casi in soli 4 giorni. Per rispondere al crescente numero di persone che stanno affluendo nei centri di vaccinazione contro il virus dell'influenza A, la Francia oltre agli studenti di medicina e ai medici del lavoro, ha mobilitato anche i medici dell'esercito. Questo è dovuto al fatto che sebbene nel Paese i centri per la vaccinazione siano aperti dallo scorso 12 novembre, è solo da una settimana che la popolazione ha aderito in massa alla campagna di vaccinazione contro il virus influenzale. Finora i francesi si erano mostrati piuttosto reticenti all'idea di farsi vaccinare. Un sondaggio pubblicato appena una settimana prima l'inizio della campagna di vaccinazione indicava che circa il 74 percento dei francesi non aveva intenzione di farsi vaccinare. In merito ai nuovi casi di mutazione registrati in Francia l'Oms si mostra prudente. Per l'organizzazione è necessaria un'ulteriore indagine sui tutti i casi di mutazione del virus dell'influenza A/H1N1 segnalati per stabilire se siano il segno di un cambiamento da un punto di vista clinico o epidemiologico. Keiji Fukuda, consigliere speciale del Direttore generale dell'Oms sulla pandemia di influenza recentemente si è espresso in merito ai casi di malati dell'influenza H1N1 resistenti all'antivirale oseltamivir, Tamiflu, segnalati in piccoli gruppi di pazienti nel Regno Unito e negli Stati Uniti. “Non sono probabilmente il segnale di un cambiamento del virus nei confronti del farmaco”, ha detto il responsabile dell'Oms. I timori di una pandemia di influenza A stanno invece svanendo in Germania dove secondo i medici il picco del contagio è stato già superato. Nel Paese sono circa 4,8 milioni i tedeschi appartenenti alle categorie a rischio e del personale sanitario che sono stati vaccinati contro l'influenza A. Secondo quanto è emerso dal 26esimo congresso SIMG, tenutosi a Firenze la scorsa settimana e a cui hanno preso parte almeno 1500 medici di famiglia, sembra che anche in Italia la pandemia sia in calo. Per i partecipanti quella in corso è la seconda ondata pandemica che dovrebbe terminare a fine dicembre e alla fine farà registrare in totale 6 milioni di casi. Poi è attesa per fine anno l'influenza stagionale che dovrebbe colpire almeno 2 milioni di persone. Il virus stagionale però ha una capacità diffusiva inferiore rispetto a quello pandemico, estremamente più contagioso, pertanto non desta molta preoccupazione. La tendenza al calo della diffusione del virus pandemico si registra anche nel resto d Europa. Oltre la Germania e l'Italia anche Belgio, Bulgaria, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia e Regno Unito registrano un calo.
Comunque restano valide le solite raccomandazioni. Coprirsi la bocca e il naso quando si tossisce e starnutisce; lavarsi spesso le mani; non stare nei luoghi affollati; quando si è ammalati stare a casa fino alla risoluzione dei sintomi. Nel frattempo si registrano due nuovi casi di contagio del virus A/H1N1 sugli animali. A Pechino in Cina due cani sono risultati positivi. Questi nuovi casi si manifestano 10 giorni dopo il contagio di quattro maiali nella provincia cinese di Heilongjiang. Gli animali, secondo gli esperti, potrebbero aver contratto il virus dell'influenza A dagli uomini. In altri Paesi, come Stati Uniti, Canada e Cile, si sono verificati altri casi di contagio sugli animali. L'Oms ha invitato ad un attento monitoraggio sulle persone che lavorano nelle fattorie e sugli animali.
Ferdinando Pelliccia
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STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA
Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....
DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!
IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.
Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!?xml:namespace>
Italia. Violenza sessuale è allarme sociale
Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.
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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'
Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....
Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.
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ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'
C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!
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Parole....di Abraham Lincoln
Non si può arrivare alla prosperità scoraggiando l'impresa.Non si può rafforzare il deboleindebolendo il più forte.Non si può aiutare chi è piccoloabbattendo chi è grande.Non si può aiutare il poverodistruggendo il ricco.Non si possono aumentare le pagherovinando i datori di lavoro.Non si può progredire serenamentespendendo più del guadagno.Non si può promuovere la fratellanza umanapredicando l'odio di classe.Non si può instaurare la sicurezza socialeadoperando denaro imprestato.Non si può formare carattere e coraggiotogliendo iniziativa e sicurezza.Non si può aiutare continuamentela gente facendo in sua vece quello che potrebbee dovrebbe fare da sola.
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