sabato 11 luglio 2009

L’utilizzo di mezzi illegittimi da parte del regime iraniano stanno frantumando l’immagine della Rivoluzione.

In Iran mentre da un lato non si placano gli animi di chi vede l’imbroglio nella rielezione a presidente della repubblica islamica di Mahmud Ahmadinejad, sancita dal voto del 12 giungo scorso, dall’altro non cessa la repressione del regime degli Ayatollah. Molti importanti esponenti riformisti sono stati finora arrestati oltre a numerosi esponenti della società civile e politica del Paese. Arresti avvenuti senza fornire alcuna giustificazione legale. Nella sua edizione odierna il quotidiano ‘Etemad Melli’ rivela che è finito in manette anche Abbas Mirza Abu-Talebi, già vice capo del quartier generale dell'ex candidato moderato alle presidenziali, Mir Hossein Moussavi. Abu-Talebi sarebbe stato prelevato ieri sera dalla sua abitazione. Oltre all’ex parlamentare ed ex vice ministro per l'edilizia nel governo del presidente riformista Mohammad Khatami, il tabloid iraniano rivela che in carcere è finito anche Mohammad Reza Yazdanpana, un giovane giornalista e membro del partito riformista ‘Mosharekat’. Il suo arresto sarebbe avvenuto lo scorso martedì davanti a casa. Ad essere stato arrestato anche il sociologo irano-americano Kian Tajbakhsh . Il fatto è accaduto lo scorso giovedì quando agenti sono andati a prelevarlo nella sua casa di Teheran. Il sociologo, che è anche cittadino americano, doppia nazionalità che l’Iran non riconosce, era stato già in carcere, tra il maggio e il settembre del 2007 con l’accusa di attentato alla sicurezza nazionale. Era stato poi liberato dopo il pagamento di una cauzione. A rendere noto il suo arresto è stata l'organizzazione per la difesa dei diritti umani, ‘International Campaign for Iran’. Nel frattempo cresce nel Paese la preoccupazione sulla sorte di tutti gli arrestati, il cui numero, secondo fonti non governative, non cessa di crescere di giorno in giorno. E’ forte anche la paura che essi possano essere torturati. Così mentre i grandi della terra dall'Aquila, in Italia, hanno espresso preoccupazione per i recenti sviluppi in Iran e hanno deplorato la violenza post elettorale nel Paese. Continua nel Paese mediorientale la repressione e la violazione dei diritti umani. Nelle carcere iraniane sono finiti almeno 240 tra eminenti avvocati, attivisti, giornalisti, professori, difensori dei diritti umani e studenti iraniani tutti sono stati arrestati senza mandato presso le loro case o i luoghi di lavoro da agenti non identificati e portati in luoghi segreti. Da Napoli, dove, lo scorso giovedì, ha partecipato alla giornata di apertura del primo Meeting nazionale dell’Unicef, sono state raccolte le parole di Shirin Ebadi, il premio Nobel per la Pace nel 2003. “In Iran c’è una forte censura. Per noi è importante che voi parliate di cosa accade nel mio Paese e diffondiate le notizie. In Occidente si sa molto poco di che cosa realmente accade”. “Il regime iraniano, ha detto il premio Nobel, diventa ogni giorno più violento. Sono tantissimi gli arresti, oltre 2mila le persone in carcere, e di queste, come ha detto lo stesso governo iraniano, almeno 500 saranno processate per atti contro la sicurezza nazionale”. La Ebadi si è detta anche preoccupata per le sorti del suo collega e amico Mohammed Ali Dodlkhah, arrestato la scorsa settimana dalla polizia iraniana nel suo studio legale con altri 4 avvocati. “Adesso, ha proseguito Ebadi, non ci sono margini di dialogo tra il regime e i manifestanti, ma sono certa che nel futuro i nostri giovani vinceranno perchè il popolo iraniano agisce unito e perchè il regime non può durare solo con la repressione”. Dure le parole della Ebadi anche contro alcuni grandi marchi, leader nella produzione di software di comunicazione: “Hanno venduto al Governo software con cui il regime riesce a bloccare, controllare e cancellare video e messaggi”. Non è più soltanto una questione politica: dietro le proteste di questi giorni in Iran non c’è la mano di Moussavi, nè quella dell'Occidente, come accusano le autorità iraniane. A scendere in piazza sono loro i giovani, gli studenti universitari, le nuove generazioni che non vogliono un Iran soffocato dalla cappa del regime. In questi giorni è ricorso l’anniversario dei dieci anni da quel luglio del 1999 quando decine di migliaia di studenti scesero in piazza sfidando gli Ayatollah. Allora come adesso, centinaia, forse migliaia di persone furono arrestate nei cinque giorni di proteste. Giovani che furono massacrati di botte, umiliati ma non sconfitti. Ed ecco che dopo dieci anni altri giovani hanno deciso di riprendere quel sentiero interrotto ma non spezzato. E il regime, come allora, ha risposto con una dura repressione. Oggi come allora gruppi armati di paramilitari hanno assaltato la casa dello studente dell'Università di Teheran e diversi studenti sono stati picchiati e feriti, mentre altri sono stati arrestati e portati via. La protesta però questa volta è andata oltre i confini del Paese e le autorità iraniane hanno subito la conseguenza del contraccolpo mediatico che sta frantumando l’immagine della Rivoluzione. Attraverso il ricorso a mezzi illegittimi, le autorità iraniane stanno cercando di stabilizzare il Paese. E’ attivo un meccanismo di vigilanza; difesa dell’ordine e repressione di ogni forma di dissenso. Questa fase è certamente la più dura e dolorosa per i ‘tiranneggiati’ ma è anche quella che sfianca i tiranni e che alla fine ha sempre portato alla democrazia e alla libertà. Il sacrificio di tanti porterà alla vittoria un intero popolo.
Anche un gruppo di 240 studenti iraniani all'estero ha inviato una lettera di protesta al governo di Teheran chiedendo di fermare la repressione seguita alle proteste per i risultati delle elezioni presidenziali, giudicate viziare da brogli dal fronte riformista.
Ieri poi, Mojtaba Khamenei, il secondogenito della Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, è stato accusato dall’ex candidato riformista alle presidenziali, Mehdi Karroubi, di essere il principale protagonista di ‘un golpe militare’ a Teheran. A rivelarlo il quotidiano panarabo ‘al Sharq al Awsat’ edito a Londra, che riferisce anche dell'aggravarsi delle divisioni nel vertice del regime iraniano a seguito della crisi politica seguita ai disordini scoppiati dopo le manifestazioni di protesta post elezioni del 12 giugno. A giugno già il tabloid britannico ‘The Guardian’, aveva indicato il figlio di Khamenei come uno dei protagonisti della repressione attuata dal regime di Teheran nei confronti dei sostenitori di Moussavi. Mojtaba è una figura austera, stretto alleato di Ahmadinejad, ed è considerato ancora più integralista del padre, a cui peraltro si può accedere solo attraverso di lui, scriveva il quotidiano britannico. Secondo analisti iraniani, Khamenei, che ha 70 anni, starebbe manovrando per posizionare il figlio come suo successore. Formalmente questa posizione dovrebbe essere decisa dall'Assemblea degli Esperti, un organismo di esponenti religiosi presieduto da Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, rivale di Ahmadinejad e di Khamenei e forte sostenitore di Moussavi. L'ex presidente inoltre sarebbe anche della stessa idea di Karroubi. Rafsanjani sembra infatti che abbia espresso ai vertici del potere la propria rabbia per le interferenze di Mojtaba e di alcuni comandanti militari dei Guardiani della Rivoluzione nelle elezioni presidenziali. Ieri il potente Ayatollah, personalità di spicco del fronte moderato-riformista, ha deciso anche di rompere il silenzio mediatico in cui si era chiuso dopo le elezioni del 12 giugno. Ha riattivato il suo sito Web per esprimere le proprie idee e posizioni politiche. Il sito era stato creato per la sua campagna elettorale per le presidenziali nel 2005, ma erano ormai due anni che non veniva aggiornato. Il sito da ieri è di nuovo regolarmente aggiornato, diventando un luogo di discussione tra il presidente dell'Assemblea degli Esperti e la cittadinanza iraniana. Un primo articolo è già stato pubblicato. Lo scritto spiega come, durante la sua carriera politica, l'Aytollah Rafsanjani abbia sempre messo in primo piano il principio del dialogo con la popolazione.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo
Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

Unioni Civili

Unioni Civili
SI ALLE UNIONI CIVILI NO ALLE ADOZIONI

STOP ALLE VIOLENZE IN SIRIA

Il mondo non può più stare a guardare mentre migliaia di siriani si vedono privati della libertà e della vita.....

Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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Rivista e libro in vendita al sito www.liberoreporter.it

A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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in memoria di coloro che hanno versato il loro sangue a causa del terrorismo ed ora sono solo ombre!

sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

***

Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione